Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca
Ai Chiodi anche corte Chiodi, prima alla Casetta e anche ai Cappuccini
Storia
La zona di Corte Chiodi come le precedenti è rimasta priva di abitazioni nei primi secoli di cui abbiamo documentazione.
Nell’estimo del 1330 la terra era di Donna Nezia moglie di Grisuccio di Signa, Vanna moglie di Niero Fugnori notaio di Lucca e Moccia vedova di Andrea Parenti di Lucca e Eredi fu Luti Ruggeri di Lucca, lavora da Orsuccio di Bonaventura di Antraccoli.
Nell’estimo del 1412 invece la terra era di Filippo Arrighi fornaio di Lucca ed era lavorata da Andrea di Corsino tessitore di Lucca.
Nel 1519 la terra era della chiesa di San Bartolomeo del Gallo, chiesa cittadina nella zona di Porta San Pietro legata alla famiglia Gallo di Lucca; era lavorata da Bartolo fu Paolo Romani di Tempagnano.
Ancora nessun accenno a abitazioni.
Nell’estimo 1766 la terra era ancora della chiesa di San Bartolomeo del Gallo e vi si chiamava “alla Casetta”, forse proprio perché le prime abitazioni della corte Chiodi erano di modeste dimensioni. Vi abitava una famiglia dei Davini (I Cantieri arriveranno solo alla fine del 1700).
Inoltre una parte delle abitazioni verso sud, dovevano essere di proprietà dei Guinigi, ma non ho molte conferme in atti per essere sicura.
Mappe ottocentesche
In questo secolo le mappe iniziano ad essere precise e dettagliate, sono le mappe precedenti il catasto nuovo di Lucca, datate 1832-1833, mentre le mappe utilizzate per il catasto nuovo sono state aggiornate nel 1863.Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.
Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.




Etimologia
La corte Chiodi è di facile interpretazione, basta andarci e guardare la facciata oppure osservare le foto qui sotto dove si vede l’utilizzo che veniva fatto di tutti quei chiodi di ferro piantati in alto. Erano usati per tenere i bastoni dove venivano attaccati granturco o fagioli per seccare al calore del sole a sud.
Prima veniva chiamata “alla Casetta” proprio per il fatto che le prime abitazioni dovevano sembrare delle piccole casette.
Verso la fine del 1700 la corte prese anche un altro nome, venne chiamata “ai Cappuccini” perché un paio di componenti della famiglia Davini che vi abitavano era soprannominato appunto Cappuccino; ovvero prima Elisabetta figlia di Domenico Davini nata circa nel 1674 alla sua morte nel 1748 era chiamata “la Cappuccina” e successivamente un suo nipote Andrea, nato nel 1741 figlio di Giuseppe Davini era chiamato Cappuccino, poi questo soprannome sparì, ma per un po’ dette il nome alla corte.
Foto storiche

con l'uso che se ne faceva dei chiodi appunto!

Vista dalla via dei Paladini, in fondo si vede anche la corte Beltempo e Chiodi


con l'uso che se ne faceva dei chiodi appunto!