Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca
A Ghiandoni anche Corte Ghiandoni - A Pini
Dal 1330 al 1412
La zona detta ai Ghiandoni e ai Pini affaccia proprio sulla via chiamata prima Chiasso Spinatico, il primo estimo che abbiamo a disposizione in forma completa è quello del 1333 (n. 41 presso A.S.Lu.). In questo estimo le abitazioni non ci sono ancora e la terra dove oggi sorgono le case era divisa in due appezzamenti, quello ovest era di Tomeo di professione tintore di San Paolino, mentre il terreno a est era di Francuccio di Arrigo professione cuoiaio di Carraia.
L’estimo successivo e completo, della descrizione delle terre fu redatto nel 1412.
La terra dei “Ghiandoni” era unita e di proprietà di Bartolomeo di Giovanni Cilli di Antraccoli;
Bartolomei che nel 1412 risulta un forestiero abita solo ed aveva 36 anni.
Ancora nessuna casa.

Durante il 1500
Per arrivare a qualche notizia sostanziosa bisogna arrivare al 1519 quando finalmente appare una abitazione la terra adesso era più ampia e si collegava alla via Romana il proprietario era Giovanni di Martino dei Bernardini ed era lavorata da Antonio e Bartolo di Leonardo di Giorgio alias Paladini.
C’era anche una abitazione ovvero una casa murata e solariata coperta di tegoli, con forno nella parte orientale e capanna e pozzo a meridione, un ramo di questi Giorgi abita ancora oggi la zona!
Nel 1588 sempre i Giorgi, rinnovano il livello della terra e della casa con Giuseppe Bernardini e in questa occasione viene descritta anche l’abitazione: una casa murata e solariata e coperta di piastre e tegole con tetto impianellato ad un solaio con più pertinenze, con solita murata e coperta con forno murato e coperto, area, capanna e pozzo.
Dalla ricca descrizione intuiamo che rispetto alle altre case di contadini, questa doveva essere un pochino più rifinita.
Mappe ottocentesche
In questo secolo le mappe iniziano ad essere precise e dettagliate, sono le mappe precedenti il catasto nuovo di Lucca, datate 1832-1833, mentre le mappe utilizzate per il catasto nuovo sono state aggiornate nel 1863.
Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.
Per capire le costruzioni purtroppo non ci sono altri estimi se non quello delle prime mappe borboniche degli inizi del 1800.
Questo disegno è relativo al catasto del 1833 e la corte era ben delimitata da orti e prato, le abitazioni erano quella grande nel corpo centrale e la piccola nell’attuale casa dei Pini, il resto erano tutti annessi agricoli. In questo caso appare anche la stradina dei Pini, che prima era un viottolino di campagna ed ora è una strada a doppia corsia. Nella revisione degli anni ’60 dell’1800 è ancora pressoché invariata. La terra dei Pini è rimasta di proprietà della famiglia Bernardini fino ai giorni nostri, il mio bisnonno infatti raccontava di avere acquistato la casa proprio da loro all’inizio del 1900.




Etimologia
Troviamo le case dei Giorgi (che oggi è conosciuta anche come a Ghiandoni) e il casamento che anche oggi conosciamo come “a Pini” questo toponimo deriva sempre da un ramo della famiglia Giorgi che probabilmente si costruì la casa e la abitò ed erano conosciuti come i Pini ovvero i figli degli Jacopini, come vedremo anche in altre parti del paese, il ripetersi in diverse generazioni sempre dello stesso patronomico rendeva la famiglia appartenente riconoscibili come “gli Jacopini” abbreviato Pini. Questo toponimo è relativamente recente, il primo Pini che viene nominato risale al 1650 era figlio di Ippolito Giorgi e nipote di Jacopo Giorgi, il primo Jacopo. Quindi in un paio di generazioni il toponimo era diventato già forte, da resistere fino ad oggi.
Per quanto riguarda l’etimologia, la denominazione “a Ghiandoni” non ha avuto riscontri di nessun tipo.
Dopo anni in cui immaginavo grandi pini in quella zona, che era la casa natale della mia nonna materna, ho capito che i pini ad Antraccoli non c’erano affatto!
