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La Famiglia dei TOFANELLI

CHI ERANO

La famiglia Tofanelli è stata una delle più longeve del paese.  
Con loro si parte alla fine del 1200, siamo a Capannori e in un atto del 1319 c’è Tofano del fu Aiuto,
nel 1331 in occasione del giuramento a Giovanni e Carlo di Boemia il figlio di Tofano, Coscio è ancora residente a Capannori.
Nell’estimo del 1333 ad Antraccoli Coscio di Tofano ha in affitto due campi al confine con Capannori e lui è di Capannori.
Poco più tardi nel 1347 c’è Tofanello figlio del fu Coscio di Tofano Aiuti che affitta un terreno sul confine con Capannori per 8 anni, in questo caso Tofanello è già detto “di Antraccoli”, quindi la famiglia iniziava a mettere radici in paese, poco dopo nel 1353 nel registro dell’abbondanza, c’era ancora Tofanello di Coscio sempre ad Antraccoli.
Nell’estimo del 1383 invece ci sono i figli di Tofanello: Giovanni e Luchetto, solita situazione nel 1401.
1412, il bellissimo estimo del periodo Guinigiano le famiglie dei Tofanelli erano così composte:

Giovanni di Tofanello 62 anni
Bonaventura sua moglie 45 anni
i figli:
Michele di 10 anni
Francisca di 7 anni
Domenico di 2 anni

Luchetto di Tofanello di 53 anni
Caterina sua moglie 40 anni
i figli:
Tofanello di 16 anni
Bartolomea di 5 anni
Angiora di 18 mesi


Da queste due famiglie discendono tutti i Tofanelli.

Come si vede nell’immagine che riporta i terreni lavorati dai Tofanelli nel 1414 si capisce che nel giro di un secolo la loro influenza era cresciuta molto, c’è da precisare, come cosa più unica che rara, che loro erano già proprietari dell’appezzamento di terra dove avevano costruito le loro abitazioni!
Dal 1457 iniziano ad affittare o prendere a livello, una notevole quantità di terreni tutti intorno alla zona del cantone. Lo vediamo più nel dettaglio nella foto che mostra i terreni dei Tofanelli nell’estimo del 1519.

Come i Garbocci o i Martinelli, avevano già parecchie terre da lavorare e dalle quali ricavare il sostentamento. Come successo per altre famiglie “storiche” più erano radicate in paese da secoli, e più erano persone non povere o miserabili, anzi!

Uno dei motivi del benessere era spesso legato al fatto che alcuni membri della famiglia riuscivano a fare un mestiere che non fosse strettamente legato alla coltivazione delle terre, tra i Tofanelli infatti sin da molto presto ci sono molti falegnami.

Legato a questo, penso che sia indicativo il fatto che il 14 novembre del 1474 Bartolomeo di Tofanello e Antonio di Nicolao Cinachi (futuri Pelli) entrambi di Antraccoli, presero in affitto dall’ospedale di San Luca della Misericordia di Lucca, due pezzi di terra posti in Tassignano entrambi appezzamenti boschivi con ontani, questo fa pensare sicuramente all’utilizzo di dette piante per la lavorazione del legno (l’ontano è una pianta che cresce spontanea nelle zone umide).
Questa era la composizione della famiglia alla fine del 1400:
Michele figlio del fu Giovanni di Tofanello
col figlio Pierino
Domenico anche lui figlio del fu Giovanni di Tofanello
con 7 figli tutti maschi!
Giovanni (maestro di legname) nato nel 1430 circa e morto prima del 1484
Gregorio (anche lui lignario negli atti dal 1470 al 1496) nato nel 1430 circa
Michele
Biagio
Leonardo
Bernardino
Nicolao
(gli ultimi 5 figli di cui non abbiamo ulteriori notizie, sono stati nominati dal padre nel suo testamento stilato nel 1484)

Tofanello figlio di Luchetto
con i figli:
Nicolao nato circa alla metà del 1400 già sposato con un figlio Frediano
Biagio che sarà per molti anni sindaco e operaio dell’Opera della chiesa di Antraccoli (dal 1470 al 1506) già sposato con 7 figli maschi: Cristofano, Michele (lignario), Ambrogio (lignario), Giovanni, Antonio (lavora il legno), Bastiano e Jacopo (calzolaio).
Bartolomeo già sposato e con 3 figli maschi: Alessandro, Domenico e Antonio (lignario)
Luchetto

Dai componenti della famiglia si vede già quanti fossero dei lignari, a volte anche mastri lignari! Continuiamo a trovare lignari padri e figli nei vari atti notarili. Sono rare però le specifiche del loro lavoro tramite atti di commissione ecc.

Nel 1465 Giovanni figlio di Domenico (entrambi mastri lignari) e abitanti in città, stipulano un contratto con un filatore di seta Bartolo fu Antonio Tommasi, per far sposare l’onesta donzella Madalena a Giovanni. Nel contratto si stabilisce l’importo della dote che sarà di 43 fiorini d’oro, il fatto che facessero sposare i figli con altre ragazze figlie di altrettanti mastri o artigiani lucchesi, dimostra come fossero integrati nella vita cittadina che portava sicuramente più benessere del contado.

La famiglia in questi anni aveva già una discreta capacità economica o, meglio, avevano proprietà che non erano certo comuni per una famiglia di origine contadina.
Come abbiamo visto anche per altre famiglie, era frequente che i fratelli o anche cugini, tramite l’utilizzo di arbitri si rivolgessero ad un notaio per procedere alla divisione dei loro beni. Questo tipo di atti però io li ho trovati molto più tardi e mai nel XV secolo.
Il 16 gennaio 1472 i fratelli Bartolomeo e Biagio fratelli e figli del fu Tofanello di Lucchetto si volevano dividere i beni che avevano.
Avevano in quegli anni già la casa della zona del Cantone ed era di loro proprietà, “una casa murata e solariata a un solaio, coperta a tegoli posta in comune di Antraccoli loco detto all’orto la quale casa confina a oriente con parte di terra della chiesa di S. Michele di Antraccoli e parte terra di Jacobo da Ghivizzano, a meridione terra di Jacobo fu Francesco da Fiano notaio, a settentrione via pubblica e a occidente casa contigua da assegnarsi a Biagio”.
La cosa più interessante è però che avevano anche una casa in città in Contrada di San Micheletto:
“una casa murata solariata a due solai coperta a piastre e tegole e corte di fronte a sé posta in borgo murato della città di Lucca in contrada San Micheletto che a oriente confina con la casa e orto di Andrea Simi dal borgo di Lucca, a settentrione orto dell’Ospedale della Misericordia di Lucca, a occidente casa dell’Ospedale della Misericordia e Benedetto di Domenico di Casentino di Antraccoli e Antonio di Pasquino di Antraccoli e Giovanni di Jacobo e Lorenzo di Jacobo Tacchi da Lammari, da meridione la via pubblica”.

Da questo dettaglio capiamo due cose, uno che i Tofanelli probabilmente svolgevano il loro mestiere di legniaiuoli anche in città e che nella stessa zona, se non proprio vicini di casa, c’erano anche altri abitanti che provenivano da Antraccoli, un po’ come oggi quando una famiglia emigra e si avvicina a persone della stessa provenienza.

L’impegno per insegnare un mestiere ai figli è evidente anche dal contratto stipulato da Biagio Tofanelli che nel 1487 affida il figlio Jacopo, probabilmente soltanto un ragazzino, alla bottega di un calzolaio di Lucca con la richiesta di insegnarli il mestiere.

Sempre a dimostrazione del prestigio del mestiere di lignario, nel 1493 viene commissionato da parte dell’operaio della chiesa di San Salvatore in Mustolio, a Gregorio di Domenico Tofanelli la costruzione di due panche da muro, per la navata della detta chiesa, simili a parte la pradella a quelle che sono già in chiesa nella parete opposta, le panche devono essere simili a quelle che sono già nella chiesa di San Michele in Foro.
Io dubito che le panche che vediamo adesso in dette chiese siano le originali, ma possiamo farci comunque un’idea del tipo di artigianato locale che usava all’epoca.

GUARDA LE FOTO DELLE PANCHE ATTUALI SOTTO

1501, ancora un figlio di Biagio, ancora un lignario: Antonio di Biagio Tofanelli, compra da un uomo di Moriano 32 pioppi grossi pagandoli 21 fiorini, anche questo probabilmente per la fabbricazione dei mobili.
Un altro esempio di benessere lo si legge nel 1572, quando sempre un lignario, Mastro Bastiano del fu Michele Tofanelli che probabilmente abita a Lucca, da e vende alla vedova di un testore donna Caterina, la metà di una casa con due solari, casa murata e solariata e coperta, nella città di Lucca, in contrada San Leonardo, per scudi 27 d’oro.

Altro esempio, nel 1582 Marco di Michele Tofanelli affitta per tre anni un pezzo della casa dove abitava tutto il resto dei suoi parenti, segno che probabilmente non la stava utilizzando perché forse abitava in città e per non tenerla vuota la affitta a un Martinelli sempre di Antraccoli.

I primi anni del 1500 sono per i Tofanelli la stabilità ad Antraccoli, nel 1519 la casa che 100 anni prima era misera, ha raggiunto una bellezza rara in campagna. Come si vede dal disegnino, molto semplicistico, dell’agrimensore sul terreno, la casa doveva essere una delle più belle e rifinite di Antraccoli, casa murata e solariata con de capanne, aia, pozzo, forno e con portico. Questa era la casa dove poi diventerà “ai Tofanelli”. In un altro pezzo di terra sempre affittato da loro, c’è una casa murata e solariata, coperta di tegoli con portico che però minaccia rovina, intorno alla casa c’era un viridario murato con frutteto, il terreno era del signor Parpaglioni.

Come sotto riportato, nel 1589, nel primo volume degli Stati delle Anime conservato in parrocchia ad Antraccoli, i nuclei familiari dei Tofanelli erano 7, tutti “cugini” tra loro i capifamiglia e tutti abitanti ai Tofanelli.
La situazione tra parenti e tra parenti che abitano nella stessa “corte” è sempre tumultuosa! Anche oggi!
Quindi per questo nel 1586 c’è un bellissimo documento di compromesso, ovvero di accordo tra parenti, per vedere di non incorrere in liti, per decidere come dividersi i possessi terrieri e le case.
Si accordano per la restituzione di un terreno e per la restituzione di parti della casa dei Tofanelli, ovvero ai figli di Nicolao di Michele viene ridata una parte di casa, in un atto successivo, sempre relativo alla divisione, si capisce anche che Piero di Nicolao, lascia la sua parte di casa ai cugini visto che non abita più ad Antraccoli (infatti è colui da cui è partito il ramo di Vicopelago), ma chiede che nel caso tornasse gli venga restituita la casa.
Se Piero e i suoi discendenti andarono a Vicopelago, Agostino e Vincenti di Giuseppe di Piero Tofanelli nel 1610 si erano già trasferiti a Camaiore, penso che da loro derivino tutti i Tofanelli della Versilia.

La casa con la terra come vediamo bene dai testamenti di alcuni componenti dei Tofanelli (in fondo) sono sempre state lì nella stessa zona per secoli. È difficile per me stabilire se le prime abitazioni fossero quelle che affacciano oggi sulla Via del Cantone o quelle più interne, perché la terra era grande e i primi disegni non precisi come collocazione.
Le case che affacciano oggi sulla Via del Cantone furono chiamate “ai Sandori” quelle più nell’interno “ai Tofanelli”. Il toponimo Sandori, deriva dai 3 diversi Alessandro Tofanelli che abitarono sempre lì dal loro nome anche ai discendenti.

Questo albero genealogico, è soltanto relativo ai discendenti maschi diretti. Per l'albero completo con collaterali, mogli ecc., sono a disposizione a fornirlo a chi interessa.

Tofanelli Albero

ORIGINE DEL COGNOME

ORIGINE DEL COGNOME
Il cognome Tofanelli, come prevedibile, deriva da quel Tofanello figlio di Coscio. Tofanello era il diminutivo di Tofano, che derivava da Cristofano. I primi con il cognome iniziano ad apparire alla fine del 1400.
Come cognome è abbastanza unico nella zona e i Tofanelli di adesso, nella maggior parte dei casi derivano da questi primi abitanti di Antraccoli. Quindi, volendo o non volendo, sono tutti discendenti di contadini Antraccolesi!

LE DONNE

Le donne in generale avevano poca voce in capitolo fino al secolo scorso, quello che si ricava dall’analisi degli atti notarili sono i lasciti e le richieste che si facevano in sede di testamento per preservare la vita serena delle donne una volta venuti meno padri o mariti.

Per i Tofanelli la prima donna che troviamo menzionata in un testamento è nel 1484 quando Domenico di fu Giovanni lascia alla nipote Clara, figlia del figlio che era già morto, una dote di 40 fiorini in caso essa decida di sposarsi o di farsi monaca; le lascia anche una gonna di cremizi (il color cremisi è un rosso acceso forse tendente al porpora, che derivava dalla cocciniglia) lavorata con fili d’argento che è in possesso di Gregorio figlio del detto Domenico, le lascia anche un vestito di panno di lana e 6 fiorini. Ai nostri occhi sono piccolezze, ma alla fine del 1400, donne con abiti lavorati e preziosi erano privilegiate!

Come per tutte le mogli vedove, anche per i Tofanelli ci sono accortezze nei testamenti, dove il marito lascia la moglie usufruttuaria vita natural durante di tutti i suoi averi, ma ovviamente non può ereditare nulla e dovrà vivere coi figli e i nipoti nelle condizioni che le verranno proposte, per ovviare a questo spesso i mariti nel testamento cercano di salvaguardare il benessere della moglie imponendo cifre o beni alimentari, da assegnare alla moglie annualmente da parte dei figli o nipoti.

Nel 1558 ad esempio, Paolo del fu Alessandro Tofanelli nel suo testamento lascia che donna Caterina figlia di Michele Gherardi di Contrada San Jacopo, moglie di detto testatore possa rimanere a vivere nella casa di famiglia coi suoi figli e nipoti purchè detta Caterina resti vedova e conduca una vita onesta e nel caso in cui essa non voglia più vivere nella detta casa vuole che le vengano consegnati scudi 10 d’oro di Italia e le siano consegnati anche i suoi panni di lana e di lino.

La dote più ricca che ho trovato è quella di Elisabetta di Antonio di Matteo Tofanelli che ha una dote di scudi 40 e nell’atto viene elencato anche il suo ricco corredo di abiti:

Una gonnella morella di pregio di scudi 9
una gonnella verde di pregio di scudi 7
una gonnella bionda di pregio di scudi 5
una rascia di pregio di scudi 3
una mezzalana di pregio di scudi 2
due guarnelli ripieni di bambage uno bianco e uno nero di pregio scudi 3 l’uno, in tutto scudi 6
due guarnelli da ogni dì uno scudi 2 l’uno
7 camicie di corredo di pregio di scudi 9
4 camicie da ogni dì di pregio di scudi 3
6 pezze brune di pregio di scudi 4
4 pezze di ogni dì di pregio di scudi 1, 10
un grembiale di seta gialla, 1 grembiale di tela battista, un grembiale di burattino verde, 4 grembiali di saia, e un grembiale bianco, 2 grembiali di ramia? Raccia? Tutti di pregio di scudi 4
Un paio di maniche morelle di pregio di scudi 1
un paio di maniche di rosato di pregio di scudi 1
un paio di maniche di raso bianco, 1 paio di maniche di rovescio rosso fornite di passamano bianco, e rosso, un paio di maniche verde intutto di tutte 3 le paia scudi 2
19 fassoletti di corredo di pregio di scudi 2
4 fassoletti di ogni dì, 4 fassoletti di bambagia lire 5
10 fassoletti da mano di pregio di lire 6
10 coppie di cuffie di pregio di lire 10
2 cuffie lavorate di nero di pregio per lire 6
un tovaglione nero, e un bianco di pregio lire 10
3 tovaglioli stretti di pregio di lire 3
un bracciale lire 2
4 fodere lire 4
3 paia di calse di pregio di lire 9
un vezzo detto di pregio di lire 4.10
la cassetta di pregio di scudi 3

Un'altra informazione curiosa vede protagoniste sempre le donne che dal 1579 al 1600 in ben 4 occasioni si sono sposate con Ghiselli di Sorbano del Vescovo e una volta anche Bertolla Tofanelli, che era già al terzo matrimonio, sposò Maria Ghiselli di Sorbano. Non so quale tipo di interesse tra famiglie potessero avere.
Questo Bertolla (Bartolomeo) di Matteo Tofanelli, ha avuto addirittura tre mogli, la seconda era una vedova di Sant’Alessio che sposò il nostro Bertolla e dopo dieci anni morì lasciando il vedovo che si risposò per la terza volta con una Ghiselli come detto sopra. In tutto dalle tre mogli ebbe ben 14 figli!

Verso la metà del 1500, i Tofanelli che avevano avuto più fortuna economica li vediamo impegnati anche in vendite o affitti di case che erano riusciti a comprarsi nella città di Lucca, nel gennaio del 1539 per esempio, Michele del fu Biagio Tofanelli (di mestiere lignario) vende una casa a un Giovanni di Loppeglia (tessitore di drappi), la casa è in contrada San Leonardo in Borgo al prezzo di 70 scudi d’oro.


Doti delle Donne Tofanelli
1465 Madalena promessa sposa di Giovanni di Domenico (mamma di Clara) ha una dote di 43 fiorini d’oro.
1484 Clara figlia di Giovanni di Domenico avrà una dote di 40 fiorini.
1573 Caterina di Tomeo da Compito sposta con Cristofano di Piero Tofanelli aveva una dote 10 scudi d’oro.
1589 Elisabetta di Antonio di Matteo Tofanelli sposata a Augustino di Pellegrino Cheli ha una dote di scudi 40.

CRONACHE

1447 Tofanello di Luchetto era renditore della Chiesa di Antraccoli.
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Opera)

1451 nell’estimo ci sono Tofanello di Luchetto e Domenico di Giovanni.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 144)

1452 Tofanello di Luchetto era operaio della Chiesa di Antraccoli.
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Opera)

1457 30 maggio
Giovanni fu Filippo prete di Antraccoli loca casa a Tofanello fu Luchetto di Antraccoli in luogo detto al fiumicello e luogo detto al casalino.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Piero Arrighi, vol. 564, carta 33)

1461 nell’estimo ci sono:
Piero di Michele che paga per teste 2

Beni mobili valore lire 19 e soldi 18


Tofanello di Lucchetto teste 2

Beni immobili valore di lire 141

Beni mobili valore di lire 79

(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 146)


1462 27 febbraio
Biagio di Tofanello di Luchetto di Antraccoli confessa a Simone del fu Ranieri di Bientina abitante a Lunata padre e legittimo amministratore di donna Caterina sua figlia e moglie in matrimonio copulato del soprascritto Biagio di ricevere per dote di detta Caterina fiorini 15
Fatto in Lucca.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Nicolao Vellutelli, Vol. 661, carta 145t)


1462 3 ottobre, Cristoforo di Biagio nasce e viene battezzato in San Giovanni a Lucca.
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 1)

1465 25 gennaio,
Domenico del fu Giovanni di Antraccole, (futuri Tofanelli) pieve di Lunata, comitato di Lucca, lavoratore di terre e Giovanni figlio del detto Domenico maestro di legnami abitanti a Lucca con il consenso di detto suo padre, confessa e garantisce a Bartolomeo del fu Antonio Tommasi filatore di seta e cittadino di Lucca, in quanto padre e amministratore della onesta donzella Madalena sua figlia in matrimonio stipulato a detto Giovanni. Per la dote di fiorini 43 e penso una casa a un solaio in città.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Nicolao Vellutelli, vol. 670, carta 27)

16 giugno 1468
Domenico del fu Giovanni di San Michele di Antraccoli lavoratore di terre e Giovanni figlio del soprascritto Domenico maestro di legnami e abitante a Lucca, fanno questo pubblico instrumento per loro e per i loro legittimi eredi e successori confessano e promettono a
Bartolomeo del fu Tommaso filatore e abitante a Lucca, dichiara di aver ricevuto dai sopradetti Domenico e Giovanni fiorini 32.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Nicolao Vellutelli, vol. 666, carta 40t)


1470 Biagio fu Tofanello operaio dell’Opera di Antraccoli
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Nicolao Vellutelli, vol. 668, carta 146)

1470 29 ottobre,
Venerabile presbitero Giovanni del fu Filippo Perini di Lucca rettore della chiesa di S. Michele di Antraccole, pieve di Lunata, comitato di Lucca con questo pubblico instrumento loca e concede a Giovanni del fu Domenico e Biagio del fu Tofanello lavoratori di terra, che sono del soprascritto comune di Antraccoli, presenti e conducenti per se e per i loro eredi:
Un pezzo di terra campia con alberi e Viti sopra di sé in soprascritto comune di Antraccoli in loco detto al Pulecino che confina da due parti con le terre della soprascritta chiesa, da altra parte terra di Antonio di Pasquino di Antraccoli e misura quarra 4
Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti sopra di sé posto in comune di Antraccoli in loco detto a fiumicello che confina da una parte fiumicello, da altra parte terra dell’opera di San Michele di Antraccoli e da altra parte via e misura in tutto quarra 3.
Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti sopra di sé posta in comune di Antraccoli in loco detto al Trombolino che confina da due parti con la via pubblica, da altra parte terra dell’opera di San Vito.
Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti sopra di sé posta in soprascritto comune in loco detto al Pulecino, al pollino, che confina da due parti via pubblica, da altra parte terra di donna Antonia vedova di Battista di Arnolfini di Lucca e da altra parte terra dell’ospedale di S. Luca detto della Misericordia di Lucca che misura coltre una.
Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti sopra di sé posto in detto comune in loco detto chiasso Orlandi confina da una parte detto chiasso Orlandi, da altra parte terra di detto ospedale, da altra parte terra di Giovanni di Francesco di Lucca e da altra parte terra del Monastero di S. Michele Angelo in Monte e misura coltre una.
Un pezzo di terra prativa in detto comune in loco detto alla lama e confina da una parte ospedale, da altra parte Ozori.
Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti sopra di sé posta in detto comune in loco detto a Pulecino e confina da una parte via pubblica da altra parte terra di San Paolino di Lucca e da altra parte terra dell’ospedale di San Vito e da altra terra del Capitolo di Lucca e misura coltre 1 e quarra 2.
A cominciare dalle kalende del prossimo mese di agosto, a rendere ogni anno 36 staia di grano buono e tre some di vino buono.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Nicolao Vellutelli, vol. 668, carta 163)

1471 nell’estimo ci sono Piero di Michele con 4 teste e Bartolomeo di Tofanello con 2 teste.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 148)

25 gennaio 1472
Bartolomeo e Biagio fratelli del fu Tofanello fu Luchetto di Antraccoli lavoratori di terre
(penso che vogliano dividere i loro beni che hanno nella comunità).
e procedono alla divisione di
Una casa murata e solariata a un solaio, coperta a tegoli posta in comune di Antraccoli loco detto all’orto la quale casa confina a oriente con parte di terra della chiesa di S. Michele di Antraccoli e parte terra di Jacobo da Ghivizzano, a meridione terra di Jacobo fu Francesco da Fiano notaio, a settentrione via pubblica e a occidente casa contigua da assegnarsi a Biagio.
Inoltre un pezzo di terra con alberi e viti posto in detto comune e loco che confina a oriente con terra dell’Opera di San Michele di Antraccoli e terra del Monastero di San Frediano di Lucca, a meridione via pubblica, a settentrione terra di Bartolomeo Bernardini di Lucca e terra dell’Altare di San … in San Quirico all’olivo e a occidente terra di Giovanni e Antonio di Domenico di detto comune, cultra in totale 1 e mezzo.
Inoltre un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Capannori in loco detto al Campo Lungo
Un altro pezzo di terra che è vicino alla casa come orto.
Inoltre una casa murata solariata a due solai coperta a piastre e tegole e corte di fronte a sé posta in borgo murato della città di Lucca in contrada San Micheletto che a oriente confina con la casa e orto di Andrea Simi dal borgo di Lucca, a settentrione orto dell’Ospedale della Misericordia di Lucca, a occidente casa dell’Ospedale della Misericordia e Benedetto di Domenico di Casentino di Antraccoli e Antonio di Pasquino di Antraccoli e Giovanni di Jacobo e Lorenzo di Jacobo Tacchi da Lammari, da meridione la via pubblica.
Inoltre una parte di terra prativa in comune di Paganico in loco detto (manca) a occidente confina con la terra della chiesa di Santa Maria di Paganico, a settentrione chiasso, assegnata da Bartolomeo a Biagio.
Fatto a Lucca.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Turrettini Ser Nicolao, vol. 668, carta 179)

1473 28 novembre, Luca di Gregorio nasce e  viene battezzato in San Giovanni di Lucca.
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 2)

1481 1 novembre, Ilaria di Gregorio nasce e  viene battezzata in San Giovanni di Lucca.
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 2)

1482 nell’estimo ci sono Pierino di Michele, Bartolomeo di Tofanello e Biagio di Tofanello.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 152)

1484 3 febbraio
Conoscendo quanto incerta e dubbia sia l’ora della morte, il prudente uomo Domenico del fu Giovanni di Antraccole, sano di mente e intelletto, con corpo languente in letto, e volendo fare il suo nuncupativo testamento dice:
per prima cosa quando morirà raccomanda la sua anima all’Onnipotente Dio e vuole essere sepolto in chiesa di San Michele di Antraccole.
Inoltre indica e lascia a Clara sua nipote e figlia del fu Giovanni figlio di detto testatore, fiorini 40 per dote in caso di maritazione e le verranno dati dai suoi eredi.
Inoltre indica e lascia a detta Clara una gonna di cremizi fornita di argento che è da Gregorio figlio di detto testatore.
Inoltre indica e lascia a detta Clara un vestito di panno di lana e fiorini 6 che darà Gregorio figlio di detto testatore.
Inoltre indica e lascia a Geronimo suo nipote e figlio del fu Giovanni figlio di detto testatore fiorini 25.
Inoltre indica e lascia a detta Clara …
Inoltre per tutti i suoi beni mobili e immobili nomina suoi eredi Michele, Biagio, Leonardo, Gregorio, Bernardino e Nicolao Suoi figli legittimi e naturali.
Fatto in comune di Antraccoli in capanna di detto testatore, presenti il venerabile uomo Bartolomeo del fu Lorenzo di Licciana rettore della chiesa di Santa Maria, Battista del fu Francesco Bandini di Pisa cappellano della chiesa di S. Michele di Antraccoli e Michele di Antonio Pasquini di detto comune.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Lodovico di Mastro Gherardo da Camaiore, foglio 6 del dodicesimo quaderno del libro dal 1480 al 1486)

1484 22 luglio, Domenico di Gregorio nasce e viene battezzato in San Giovanni, è di Antraccoli ma abitano in San Michele in Foro.
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 2)

1487 14 febbraio Biagio del fu Tofanello di Antraccoli con questo pubblico strumento loca e dà a
Mastro Jacopo del fu Bartolomeo di Motrone artigiano e abitante a Lucca, Jacopo figlio di detto Biagio a imparare a eseguire il lavoro di calzolaio per 4 anni.
Fatto in Lucca, presenti Ser Nicolao Mansi notai e Alessandro del fu Silvestro di Trento testore abitante a Lucca.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Giuliano Granucci, vol. 1575, carta 18v)

1490 11 novembre, Francesco di Gregorio nasce e viene battezzato in San Giovanni, è di Antraccoli ma abitano in San Michele in Foro.
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 2)

1493 nell’estimo ci sono Alessandro di Bartolomeo e Biagio di Tofanello.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 154)

1493 7 giugno
Giovanni del fu Antonio, detto Giovanni ..., mercante lucchese, Operaio della chiesa di S. Salvatore in Mustolio di Lucca, appalta a Gregorio del fu Domenico di Antraccoli, falegname e cittadino lucchese, la fabbricazione di due panche, cioè quelle che sono ai muri della chiesa dall’altra metà, della medesima forma e qualità di quelle che ci sono in S. Michele in Foro, salvo che le predelle delle dette panche debbono essere alte un terzo di braccio più un dito e larghe mezzo braccio; quella però che è presso il muro dalla parte di Mezzogiorno dovrà essere conforme a quella che è in S. Salvatore dal lato di Settentrione, fuorché le predelle che dovranno essere alte e larghe quanto quelle dette di sopra; si stabiliscono i tempi dell’appalto e si aggiungono altre specifiche per la fabbricazione
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Michele Giannini, vol. 1511, carta 324v)


1494 22 luglio, Francesco di Gregorio nasce e viene battezzato in San Giovanni, è di Antraccoli ma abitano in San Michele in Foro.
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 2)


1501
5 gennaio 1501
Girolamo del fu Pasquino di Moriano abitante a Lucca e canonico di San Frediano con la procura del monastero vende a
Antonio di Biagio Tofanelli di Antraccoli lignario e cittadino di Lucca
trentadue pioppi grossi posti in Lucca in loco detto in valle per 25 fiorini.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Lazzaro Franchi, vol. 1775, carta 62)


1504 nella contabilità dell’estimo ci sono:
Alessandro e Domenico di Bartolo Tofanelli
Cristofano e Michele di Biagio Tofanelli

(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 156)

1506 nella contabilità dell’estimo ci sono:
Alessandro e Domenico di Bartolomeo Tofanelli che paga per le teste lire 2 e soldi 4
per beni immobili fiorini 12 e soldi 18
per la mobilia fiorini 17 e soldi 17

Cristoforo e Michele di Biagio Tofanelli che pagano per le teste lire 2 e soldi 4
Per beni immobili fiorini 64, lire 4 e soldi 16
per la mobilia fiorini 40 e lire 2
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 157)

1507 nella contabilità dell’estimo ci sono:
Alessandro Tofanelli che paga lire 2
Cristoforo di Biagio Tofanelli lire 2 e soldi 2
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 159)

1516 nella contabilità degli estimi ci sono:
Sandro Tofanelli operaio
Cristofano Tofanelli
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 164)

1517 nella contabilità degli estimi ci sono:
Cristoforo di Tofanello che paga per estimo lire 1 e soldi 8 e per bargello soldi 17 e denari 8
Alessandro Tofanelli che paga per estimo soldi 22 e per bargello soldi 7 e denari 8

(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 164)

1518 nella contabilità degli estimi ci sono:
Alessandro Tofanelli che paga per estimo lire 1, soldi 15 denari 4 e per bargello soldi 7 e denari 8
Cristofono Tofanelli che paga per estimo lire 1 e soldi 15 e per bargello soldi 18
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 165)

1519 nella contabilità di estimo ci sono:
Alessandro Tofanelli
Cristofano di Biagio Tofanelli
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 166)

1521 in estimo ci sono Alessandro Tofanelli
Cristofano di Biagio
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 167)

1522 in estimo ci sono Alessandro Tofanelli e Cristofano Tofanelli
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 168)

1523 in estimo ci sono:
Alessandro Tofanelli
Cristofano Tofanelli
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 170)

1525 in  stimo ci sono:
Alessandro Tofanelli
Giovanni di Biagio Tofanelli
Cristofano Tofanelli
Michele di Biagio Tofanelli
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 171)

Nel 1529 nell’estimo delle “robe”

Michele Tofanelli e figliuolo


3 letti con le colture                       fiorini    24

Mobilia di casa                                 fiorini    10

Panni lani e lini                                 fiorini    20

3 tini di some 24 botti 8 di 33     fiorini    12

Uno cavallo brunito                        fiorini      8

La metà di uno carro                      fiorini      8

La metà di una casa uno
forno nuovo                                      fiorini    40

Una capanna di paglia                   fiorini      8

La terza parte di una casa con
uno solaio                                          fiorini    36

                                               Tot         fiorini 166


Cristofano Tofanelli


2 letti uno con coltre                     fiorini    16

Mobilia di casa                                 fiorini      6

Panni lani e lini                                 fiorini    10

3 botti a soma 20 e tini 2 di 20   fiorini      8

La terza parte di uno carro          fiorini      5

La terza parte di una casa con
2 solari                                                fiorini    36

                                               Tot         fiorini    81


Domenico Tofanelli


2 letti uno senza coltre                 fiorini    16

Mobilia di casa                                 fiorini      8

Panni lani e lini                                 fiorini    10

4 botti a soma 15 un tino di 5     fiorini      4

Uno bue bianco                                fiorini    18

La terza parte di una casa con
2 solari                                                fiorini    36

                                               Tot         fiorini    92


Allessandro di Bartolomeo Tofanelli e Antonio e Bartolomeo suoi figli


2 letti uno senza coltere               fiorini    16

Mobilia di casa                                 fiorini      5

Panni lani e lini                                 fiorini    10

3 botti e tino di soma 36               fiorini      8

                                               Tot         fiorini    39


Jacopo di Domenico Tofanelli


Uno letto senza coltre                   fiorini      8

Mobilia di Casa                                 fiorini      4

Panni lani e lini                                 fiorini    10

3 botti some 15                                fiorini      3

Una capanna                                     fiorini    12

                                               Tot         fiorini    37


(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 174)

1531 estimo:
Jacopo di Menco Tofanelli lire 7
Sandro Tofanelli lire 11 soldi 16
Gio Tofanelli lire 7 soldi 14
Tofano Tofanelli lire 5 soldi 4
Michele Tofanelli lire 9 soldi 5
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 176)

1535
13 febbraio
Michele fu Biagio Tofanelli di Antraccoli e
Jacobo e Nardo fratelli e figli del fu Domenico Tofanelli di Antraccoli
fanno compromesso in Bernardino Martinucci di Colle e Simone di Bernardino di Capannori arbitri per la lite sui confini su un pezzo di terra posto in comune di Antraccoli
13 maggio
Simone del fu Bernardino di Capannori e Puccio Favilla di Picciorana Arbitri per la lite tra
Michele Tofanelli contro Jacobo Tofanelli
dopo il compromesso che era stato fatto precedentemente,
condanniamo Jacobo soprascritto a arretrare il confine verso settentrione del possesso di detto Jacopo posto in comune di Antraccoli, e la fessura o apertura ovvero il risegolo nel muro ai danni di Giovanni, Biagio e Jacobo Tofanelli posto in comune di Antraccoli. Tenendo una linea retta rispetto alla via pubblica verso settentrione e viene impedito a detto Jacobo di costruire una capanna.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Landuccio Landucci, vol. 2765, carta 87v)

1539 20 gennaio
Michele del fu Biagio Tofanelli di Antraccoli con questo pubblico instrumento dà e vende a Giovanni del fu B.. di Loppeglia tessitore di drappi a Lucca una casa murata senza solai posta in contrada S. Leonardo in Borgo, confina da una parte… da altra ecc, per scudi 70 d’oro di Italia
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Coluccino Busdraghi, vol. 2174, 2175)

1542 23 ottobre
Nardino del fu Giovanni Fanucchi di Antraccoli dà a Nardo di Domenico Tofanelli di Antraccoli scudi 20 d'oro per mutuo
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Coluccino Busdraghi, vol. 2174, 2175)

1543
22 febbraio
Lo Spettabile Aloisio Arnolfini cittadino di Lucca con la procura che ha di suo figlio Alessandro rettore e pievano moderno della chiesa di Vorno
affitta a
Bastiano di Michele Tofanelli di Antraccoli presente, stipulante e accettante per se e per i suoi eredi
Un pezzo di terra campia con alberi e viti posta nel comune di Antraccoli loco detto al Trombolino confina a oriente eredi di Ser Battista Castrucci a occidente monastero Angelorum in monte a settentrione ospedale misericordia di Lucca
a rendere 7 staia e mezzo di grano.
Fatto in Lucca in palazzo episcopale, presenti Stefano di Nicolao di Massa Pisana e Meo di Giarino di Nozzano fornaio.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Landuccio Landucci, vol. 2772, carta 200)

22 giugno
Aloisio Arnolfini procuratore di Alessandro suo figlio e rettore di San Michele di Antraccoli
concede a livello a
Michele Tofanelli de Antraccole presente e stipulante
un pezzo di terra ortiva in comune di Antraccole loco detto all’orto confina a una parte Martinucci di Colle, da altra Via pubblica, da altra Chiesa di Antraccoli e da altra ospedale della Misericordia di Lucca
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Landuccio Landucci, vol. 2772, carta 200)

1544 8 marzo
Jacobo Cataldi, Jacopo di Piero Guidi, Giuliano martinelli e Matteo di Michele Tofanelli uomini di Antraccoli confessano a Giovanni Lunardini e Vincenzo Guinigi di esser debitori di lire 180 per 90 staia di grano.
(Un po’ come i gruppi d’acquisto di oggi)
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Coluccino Busdraghi, vol. 2174, 2175, carta 700)


1544 9 dicembre
Nardo di Domenico Tofanelli di Antraccoli livellario ed enfiteuta della chiesa di San Michele di Antraccoli, con il consenso del rettore Alessandro di Arnolfini, diede, donò e concesse a
Leonardo di Giovanni di Agostino Donati alias Fornaciari di Cantignano, fornaio a Lucca
l’utile dominio e la possessione di un pezzo di terra campia posta in Capannori in loco detto chiasso Dati.
Fatto in Lucca
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Pietro Tucci, vol. 2479, carta 260)


1546 20 aprile
Matteo di Michele Tofanelli di Antraccoli con questo atto confessa a
Sebastiano di Santo dei Balbani di Lucca presente, di essere debitore di scudi 18 d’oro di Italia, presenti anche Jacopo e Giovanni di Martino Martinelli di Antraccoli.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Pietro Tucci, vol. 2481, carta 34t)

1547 5 luglio
Bastiano di Michele Tofanelli di Antraccoli con la procura e il consenso di Alessandro di Arnolfini chierico e moderno rettore della chiesa di S. Michele di Antraccoli dà e vende a
Domenico Casentini di Antraccoli presente e accettante per sé e per i suoi eredi e successori, il diretto dominio di un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto al Trombolino che confina a oriente con gli eredi di Ser Castrucci, a meridione via, a occidente monastero Angelorum e a settentrione ospedale della Misericordia di Lucca; che detto Bastiano ha acquistato da detto rettore coma da atto rogato per mano di Ser Landuccio Landucci notaio in data 28 febbraio 1543.
a rendere staia 7 e mezzo grano.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Pietro Tucci, vol. 2482, carta 224)

1547 19 agosto
Mastro Bastiano del fu Michele Tofanelli del comune di Antraccoli lignario e abitante a Lucca, confessa a
Spettabile Nicolao del fu Filippo Santini di Lucca per lo spettabile Aloisio Capra della somma di scudi 30 d’oro per 12 staia di grano.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Antonio Santini, vol. 3086, carta 74)

1548 7 gennaio
Francesco Cataldi di Ant e Frediano di Michele Tofanelli sono debitori di Leonallo Antoni di lire 32 per 4 sacchi di grano.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Antonio Santini, vol. 3087, carta 27)

1548 19 aprile
Michele fu Biagio Tofanelli di Antraccoli e Marco suo figlio confessano a
Meo fu Barsante Guidi di Antraccoli di essere legittimi debitori
di scudi 10 d’oro per un prestito.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Filippo Checchi, vol. 2259, carta 153)

1548 21 aprile
Prete Jacobo del fu Giovanni Tofanelli di Antraccoli per sé e per Aloisio e Biagio suoi fratelli che promette di avvertire e ratificare l’atto, confessa a
Bastiano Vannelli di Lucca di esser debitore di scudi 13 d’oro per l’affitto di un bove che fece suo padre ad Aloisio come per contratto rogato per mano di me notaio.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Antonio Santini, vol. 3087, carta 920)

1548 18 dicembre
Lorenzo di Piero Tofanelli di Antraccoli e Donna Benedetta madre di detto Lorenzo e vedova di Piero a nome loro e come tutori e curatori di Pasquino, Giuseppe e Cristofano figlio minori e eredi del fu Piero
vendono a
Paulino di Leonardo Garbocci di Antraccole
un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto alla Pergoletta che confina da una parte Capannori … Martini, a settentrione via, a occidente? Opera di Antraccoli, detta terra è condotta per San Frediano a rendere ogni anno staia 2 e mezzo di grano. 
Un altro pezzo di terra posto in detto comune in loco detto al moccio che confina da una parte Andrea Silvestri, da altra parte chiesa di Antraccoli, da altra parte Bartolomeo del Sarto?, la terra è condotta per l’ospedale della Misericordia per l’annuo canone di staia 6 di grano, per 16 scudi.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Antonio Santini, vol. 3088, carta 2295)

1558
Die 27 gennaio 1558
Paolo del fu Alessandro Tofanelli di Antraccoli sano per grazia di Dio di mente, corpo e intelletto, parlando articolatamente, sapendo dell’umana fragilità e non volendo morire senza aver fatto testamento mi dice come vuole disporre di tutti i suoi beni e ultime volontà in questo modo:
Per prima cosa quando sarà morto e avrà consegnato la sua anima a Dio Onnipotente vuole che il suo corpo sia sepolto in chiesa ovvero in cimitero della chiesa di S. Michele di Antraccoli oppure nel comune dove abiterà con tutte le esequie e funerali che vorranno i suoi eredi.
Inoltre lascia e indica all’opera e fabrica di Santa Croce di Lucca mezza libbra di cera lavorata in un candelo.
Inoltre detto testatore indica e lascia a donna Caterina figlia di Michele Gherardi di Contrada San Jacopo, moglie di detto testatore possa rimanere a vivere nella casa di famiglia coi suoi figli e nipoti purchè detta Caterina resti vedova e conduca una vita onesta e nel caso in cui essa non voglia più vivere nella detta casa vuole che le vengano consegnati scudi 10 d’oro di Italia e le siano consegnati anche i suoi panni di lana e di lino.
Inoltre di tutti gli altri suoi beni mobili e immobili vuole che sia il suo erede universale:
Francesco del fu Francesco di Sandoro Tofanelli di Antraccoli nipote di detto testatore.
Il presente testamento cassa e cancella tutti gli altri testamenti o codicilli precedenti.
Fatto in Lucca in curia del Fondaco presente Paulino Garbocci, Michele di Nicolao Garbocci e Jacopo di Giovanni Cataldi di Antraccoli.
(As.Lu., Notai testamenti, Ser Rocco Da Sesto, vol. 72, carta 355t)

1558
27 gennaio
Bernardino del fu Alessandro Tofanelli di Antraccoli enfiteuta e livellare della chiesa di San Michele di Antraccoli e della fabrica di Santa Croce di Lucca con Paolo di Alessandro suo fratello e Francesco e Aloisio di Francesco di Alessandro Tofanelli suoi nipoti e con la volontà di Paulino fu Leonardo Garbocci e Jacopo di Giovanni Cataldi di Antraccoli moderni operai della chiesa di Antraccoli vendono e danno a
Domenico e Olivo di Jacopo di Giovanni Cataldi di Antraccoli l’utile dominio di un pezzo di terra campia della chiesa di San Michele di Antraccoli posta in loco detto alla fossa che confina da oriente detta opera che conducono i detti Tofanelli, da meridione monastero Angelorum, a occidente monastero di San Frediano per scudi 29 d’oro.
Fatto in Lucca

15 ottobre 1565
Alessandro figlio del fu Giannino di Alessandro Tofanelli di Antraccoli che al presente abita alla Pieve a Nievole di Montecatini di Pescia viene messo a conoscenza dell’atto.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2727, carta 72t)

1558 27 gennaio
Paolo e Bernardino fratelli e figli del fu Alessandro Tofanelli da una parte e
Francesco del fu Francesco di Alessandro Tofanelli
d’accordo tra loro fanno questo compromesso di divisione.
Per prima cosa Paolino e Francesco assegnano a Bernardino:
Un pezzo di terra campia livellaria dell’opera di San Michele di Antraccoli posta in comune di Antraccoli loco detto alla Fossa che confina a oriente detta opera che conducono loro, a meridione Monastero Angelorum, a occidente Monastero di San Frediano e a settentrione monastero di San Frediano e in parte opera di Santa Croce.
un altro pezzo di terra campia condotta per l’opera di Santa Croce posta in detto comune in loco detto alla quaretta ovvero alle brainella che confina a oriente coi beni del monastero di San Frediano, a meridione coi beni dell’opera della chiesa di Antraccoli, a occidente beni del monastero di San Frediano.
La metà di una casa murata e solariata con tetto, posta in detto comune in loco detto a Tofanelli ovvero a casa Tofanelli e confina a oriente .. a meridione chiesa di S…. a occidente opera di Antraccoli, a settentrione eredi di Domenico Tofanelli con aia della grandezza della detta casa.
Ugualmente detti Bernardino e Francesco assegnano a Paolino soprascritto:
Un pezzo di terra campia posta in comune di Antraccoli in loco detto alla Fossa la quale è dell’opera della chiesa di Antraccoli che confina a oriente con beni della detta chiesa di Antraccoli, a meridione chiesa di Sant’Andrea in Pelleria e parte beni dei Busdraghi, a occidente beni dell’opera di Antraccoli, a settentrione beni della chiesa di Antraccoli.
Parte della suddetta casa e aia della stessa grandezza della casa.
Ugualmente i detti Paolino e Bernardino assegnano a Francesco:
Un pezzo di terra campia della chiesa di Santa Croce e di Busdraghi posta in comune di Antraccoli in loco detto alla fossa, che confina a oriente beni della chiesa di Sant’Andrea in Pelleria, a meridione beni di Nicolao di Bargecchia? In parte e in parte eredi di Paulino di Antonio Martinucci di Colle, a occidente beni di Monastero Sant’Angelo in Monte, a settentrione beni dell’opera della chiesa di Antraccoli.
Inoltre un altro pezzo di terra campia del monastero di Santa Clara, posta in comune di Antraccoli in loco detto alla brainella che confina a oriente con beni dell’opera di Antraccoli, a meridione beni di detta opera, a occidente beni del Monastero di San Frediano, a settentrione beni dell’ospedale della Misericordia.
Inoltre la parte di casa con aia della stessa larghezza della casa.
Con patto che parte della casa debba andare a madonna Caterina e Dianora di Giovannino Tofanelli di Antraccoli.
Fatto in Lucca in curia fondaco presenti Paulino Garbocci e Michele di Nicolao Garbocci di Antraccoli.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2727, carta 64t)

1558 1 marzo
Michele e Giuliano fu Baldassari Martinelli di Antraccoli da una parte e
Jacopo fu Domenico Tofanelli di Antraccoli
fanno questo compromesso per le loro controversie, ci sono come arbitri
Matteo di Paulo Garbocci e Giovanni di Michele Guidi tutti di Antraccoli
Fatto in Lucca in casa di Vincenzo Sinibaldi, presenti Carlo di Frediano Tofanelli e Matteo di Luca Fanucchi di Antraccoli.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2727, carta 109t)

1558 13 giugno
Meo fu Michele Bertolucci e Paolo di Alessandro Tofanelli e in nome di Bernardino suo fratello, fanno concordato di pace.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2727, carta 310)

1560 24 ottobre
Paulino di Leonardo Garbocci loca a Frediano di Michele? Tofanelli un bove a pelo biondiccio con corna, di 5 anni  per scudi 15.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Carlo Carli, Vol. 3171, carta 199)

1561 in estimo Lencio di Piero Tofanelli
Giuseppe di Frediano
Carlo di Frediano Tofanelli
Bartolomeo di Matteo Tofanelli
Redi di Marco Tofanelli
Carlo di Matteo Tofanelli
Nardo di Domenico Tofanelli
Jacopo di Domenico Tofanelli
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 178)


1562 3 gennaio
Paulo di Bernardino di Alessandro Tofanelli di Antraccoli e
Cecco di altro Cecco di Alessandro Tofanelli di Antraccoli
vendono a
Jacopo di Giovanni Cataldi di Antraccoli e Domenico suo figlio
due pezzi di terra campia della chiesa di San Michele di Antraccoli in loco detto alle Brainelle che confina a oriente terra del monastero di San Frediano di Lucca,…. Chiesa di San Michele di Antraccoli, a meridione fossa, a occidente beni del monastero di San Frediano a settentrione terra di detto monastero, santa chiara di Lucca e opera di Santa Croce di Lucca e San Michele di Antraccoli.
Altro pezzo di terra campia livellare dell’opera di Antraccoli come da atto rogato per mano di Ser Jacopo Minutoli sotto il suo tempo.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, Vol. 2731, carta 33)


1562 14 febbraio
Paulino fu Leonardo Garbocci di Antraccoli loca a collaria a
Matteo di Michele Tofanelli di Antraccoli e Antonio e Bastiano suoi figli
un bove pilamino brinello con corna sollevate di anni nove, a rendere staia 4 all’anno.
Fatto in Lucca in casa del notaio.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, Vol. 2731, carta 138)


1562 11 luglio
Nardo di Domenico Tofanelli vendè a Matteo di Michele Tofanelli la terza parte di una casa e terra posta in comune di Antraccoli in loco detto a casa Tofanelli per il prezzo di scudi 90 d’oro. I quali scudi detto Matteo ha pagato in parte e il residuo come dote di Madalena moglie di detto Nardo e figlia di Marco Ghilarducci di Tassignano .
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, Vol. 2731, carta 388)


1569 5 ottobre
Gli arbitri Bastiano fu Michele Tofanelli lignario di Lucca, Jacobo fu Giovanni Cataldi e Paulino di Leonardo Garbocci, nel compromesso tra
Frediano di Michele Tofanelli da una parte e Bartolomeo e Ludovico di Matteo Tofanelli dall’altra e procedono alla divisione.
Per prima cosa a Frediano soprascritto assegnano:
Una casa murata, solariata e coperta a un solaio con braccia 16 di terreno avanti quanto la larghezza della casa, con le sue azioni e pertinenze posta in comune di Antraccoli loco detto all’orto, da una parte beni dell’Opera di Antraccoli, da altra beni dell’Opera di Santa Croce e da mezzogiorno la via.
Una coltre di terra campia con alberi e viti posta in comune di Lunata ovvero di Capannori loco detto appresso all’Ozori.
Un quartiere di terra con alberi e viti livellaria della chiesa di San Vito posta in comune di Antraccoli loco detto al campo di Jacopino, si accostano da levante beni della chiesa di San Bartolomeo di Ruota, da mezzodì la via pubblica, da ponente beni della chiesa di Antraccoli, da settentrione beni dell’opera di San Vito, con carico di pagare staia 2 di grano.

Assegnano a Lodovico, Bartolomeo e nipote:
Una casa murata e solariata con più sue pertinenze e pozzo, forno, aia e capanna poste in comune di Antraccoli loco detto all’orto, da ponente via pubblica, da mezzodì beni di Tofanelli, da settentrione la via e da levante la via.
Una quarra di terra dalla parte verso ponente con alberi e viti posta in comune di Antraccoli in loco detto al campo di Jacopino, da una parte si accosta la via pubblica, da altra beni della chiesa di Antraccoli, da altra beni dei Tofanelli.
Inoltre condanniamo Frediano per una parte cioè per la metà e Lodovico e Bartolomeo per l’altra metà, a pagare Giovanni di Aloisio Tofanelli scudi 3.
Inoltre condanniamo Frediano a pagare agli eredi di Jacobo di Michele, staia 6 e mezzo di grano ogni anno per un pezzo di terra all’Ozori.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Michelangelo Cerlotti, Vol. 3800, carta 423)

1571 17 marzo
Quirico di Meo Bertolucci confessa a Pasquino di Piero Tofanelli di essere debitore di staia 18 di grano che gli aveva venduto.
(As.Lu., Notai testamenti, Ser Gherardo Benedetti, carta 45t)

1572 24 marzo
Mastro Bastiano del fu Michele Tofanelli di Antraccoli lignario di Lucca dà e vende in perpetuo a
Donna Caterina vedova del fu Giovanni di Lorenzo Bolognese di Mutina? Testore a Lucca e cittadina lucchese,
la metà verso oriente con due solari, di una casa murata e solariata e coperta, nella città di Lucca, in contrada San Leonardo, confinante con Ser Berardo Benedetti, con la via pubblica, e con gli eredi di Goro di Segromigno. Per scudi 27 d’oro.
(As.Lu., Notai testamenti, Ser Vincenzo Diversi, vol. 2651, carta I int. 95)

1575 estimo:
Lorenzo Tofanelli estimo soldi 8, testa lire 2 soldi 5 denari 4, gravezze lire 1 soldi 15 denari 8
Redi di Marco Tofanelli estimo soldi 6 denari 8, gravezze soldi 4 denari 4
Bartolomeo Tofanelli estimo lire 1 soldi 14, testa lire 3 soldi 5 denari 4, gravezze lire 2 soldi 12 denari 8
Redi di Jacopo Tofanelli estimo lire 1 soldi 9, gravezze soldi 19
Carlo Tofanelli estimo lire 1 soldi 12 denari 8, testa lire 2 soldi 5 denari 4, gravezze lire 2 soldi 12
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 179)

1576 16 giugno
Carlo del fu Tofanelli di Antraccoli abitante a Lucca confessa al Reverendo venerabile della cappellania di Lucca e al Reverendo presbitero Pietro Carlo procuratore di essere debitore di lire 21 per un magazzino che detto Carlo conduce che sono di proprietà della chiesa di San Lorenzo in Poggio.
Fatto in Lucca presente Ser Orazio di Gregorio Pagnini di Lucca e Larino di Gio Picchi di Sant’Ilario di Brancoli.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3847, carta 1916)


1576 4 agosto
Leonardi di Jacopo Guidi confessa a Lorenzo fu Piero Tofanelli di esser debitore di scudi 20 d'oro. Per un cavallo dal pelo morello con basto e capestro di anni 5.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Michelangelo Cerlotti, Vol. 3807, carta 628)

1576 15 settembre
Quirico di Meo Bertolucci confessa a Bartolomeo fu Matteo Tofanelli di esser debitore di scudi 14 per un bove dal pelo brinato con corna.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Michelangelo Cerlotti, Vol. 3807, carta 737)

1580 25 dicembre
Margarita di Bartolomeo Tofanelli sposa Meo di Paulo Ghiselli di Sorbano del Vescovo
1581 25 maggio
Bertolo di Matteo Tofanelli sposa Lucia di Gio di Nardo della Cappella
1581 8 settembre
Zabetta di Antonio Tofanelli sposa Augustino di Pellegrino di Chele di Tempagnano
1581 15 ottobre
Michele di Luiso Tofanelli sposa Giovanna di Nardo Martinelli
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)

1581 23 settembre
Ludovico fu Matteo Tofanelli di Antraccoli loca a
Bartolomeo di Bastiano Martini di Antraccoli conducente per sé e per i suoi eredi
una casa murata e solariata e coperta posta in detto comune in loco detto a casa Tofanelli con pozzo e tutte le sue pertinenze.
La detta casa detto locatore la conduce da Bartolomeo di Jacobo Tofanelli di Antraccoli.
La loca per anni due per lire 26.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3870, carta 2434)


1582 7 luglio
Marco di Michele Tofanelli di Antraccoli loca a
Domenico di Bastiano Martini di Antraccoli
Una casa murata e solariata con due solai posta nel comune di Antraccoli, la metà di detta casa pro indiviso, in loco detto all’orto che a oriente ha Lorenzo Tofanelli a meridione e settentrione Bartolomeo Tofanelli e a occidente Via pubblica.
La metà di un orto verso meridione posto in detto comune in loco all’orto confina a oriente terra che conduce Carlo Martinelli e semitola mediante, a meridione via pubblica a occidente Bartolomeo Tofanelli e a settentrione Nicolao  Tofanelli.
Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune in loco detto come sopra, confina a oriente Carlo Tofanelli a meridione e occidente via e a settentrione Silvestro Bertolucci.
a condurre per 3 anni a rendere 3 staia di grano
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Lorenzo Parpaglioni, vol. 3894, carta 217)

1583 25 novembre
Cecca di Marco Tofanelli sposa Valentino di Cecco di Badia Pozzeveri
1584 22 aprile
Maria di Lodovico Tofanelli sposa Antonio di Santi Ghiselli di Sorbano del Vescovo
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)

1586 28 giugno
Bartolomeo del fu Matteo Tofanelli di Antraccole per se e in nome di Ludovico suo fratello e Bastiano del fu Antonio Tofanelli suo nipote, da una parte e
Piero, Giovanni e Biagio del fu Nicolao Tofanelli di Antraccole dall’altra,
In prima cosa detto Bartolomeo in suo nome e per causa della presente composizione e in ogni altro miglior modo, promette ai soprascritti Piero, Gio e Biagio di rendergli e restituirgli il pezzo di terra campia di 5 quartieri ovvero:
Un pezzo di terra campia di cinque quartieri livellaria dell’Opera di San Vito posta nel comune di Antraccoli in loco detto al Campo di Jacopino, confina da levante e meridione con detto Bartolomeo e per biscocca Grado di Lorenzo Martinelli di Antraccoli, da ponente Carlo Martinelli da settentrione Piero Cataldi del detto luogo e quelli de Romani, fra giorni otto. 
Inoltre un pezzo di casa murata, solariata e coperta posta nel comune di Antraccoli loco detto a Tofanelli, da levante Confina Lencio Tofanelli, da meridione Lencio Tofanelli, da ponente via, da settentrione Marco Tofanelli tutti di Antraccoli, sempre entro detto tempo.
Detti Piero, Gio e Biagio per causa della presente composizione e in ogni altro miglior modo promettono al detto Bartolomeo di darli pagarli e restituirgli e sborsarli realmente scudi 48 d’oro, fra giorni otto. Quali Matteo Tofanelli padre di detto Bartolomeo aveva prestato a Nicolao padre del detto Piero, Gio e Biagio in vigore del contratto rogato per mano di pubblico notaio di Lucca sotto il suo tempo.
Inoltre rilasciargli in detto tempo libero e spedito una casa murata e solariata e coperta, posta nel comune di Antraccoli loco detto a Tofanelli da levante confina con Lencio Tofanelli di Antraccole, da meridione aia del detto Lencio, da ponente Marco Tofanelli, da settentrione detto Bartolomeo.
Con patto e dichiarazione espressa che nel tempo della restituzione l’uno all’altro delle sopradette case, si debba far stimare da parte di Domenico Cataldi di Antraccole e Matteo Casentini di detto luogo e tutto quello sarà per detto Matteo e Domenico giudicato, per tutto il mese di agosto prossimo, che l’uno all’altro debba rifare per causa di dette case rispettivamente tutto quello che dagli detti sarà giudicato e messo in scritto e presentata da esse a me notaio, in modo da registrarsi nel contratto. Per ciò di detta presentazione da farsi debba l’un l’altro e pagarsi come così promesso e mantenersi l’un l’altro dette case.
Con dichiarazione che i denari se avessero a rifare l’un l’altro per causa di dette case secondo la stima, da farsi come di sopra si debbano fare tempo, l’un l’altro. Come a pagare tutto quello che per detta stima fosse giudicato, da pagarsi ogni anno la quinta parte come così.
Fatto in Lucca in sala Magna palazzo Maggiore del Pretore lucchese, presenti reverendo presbitero Bartolomeo di Jacobo Sebastiani di Corsagna rettore della chiesa di Sant’Andrea di Tempagnano di Lunata e Grado del fu Lorenzo Martinelli di Antraccoli.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 374)

1586 5 luglio

Piero, Giovanni e Biagio di Nicolao di Michele Tofanelli de Antraccole, stipulano questo pubblico instrumento per loro, confessano e riconoscono pubblicamente e accettano la divisione dei loro beni.
Piero ha pagato di suoi denari a Bartolomeo e Lodovico di Matteo Tofanelli di Antraccole scudi 48, come appare per instrumento rogato da me notaio e per ciò gli sono rimasti i seguenti beni:
La casa murata, solariata e coperta, posta nel comune di Antraccoli luogo detto a Tofanelli, confina da ponente beni di Marco Tofanelli, da settentrione beni di Bartolomeo di Matteo Tofanelli tutti di Antraccoli.
Inoltre un quartiere di terra circa di un pezzo di terra campia con alberi e viti posta nel comune di Antraccoli loco detto al Campo di Jacopino, confina da levante Bertola di Matteo Tofanelli di Antraccoli, da meridione detto Bartolomeo e Grado di Lorenzo Martinelli per biscocca, da ponente Carlo Martinelli, da settentrione beni dei Romani e Pierino Cataldi tutti di Antraccole, livellaria dell’Opera di San Vito della quale se ne paga alla detta opera ogni anno staia 8 e mezzo di grano; però fu patto che sempre e quando i detti Giovanni e Biagio o alcuni di loro renderanno gli scudi al detto Piero che ha pagato a Bartolomeo, se riceverà gli scudi abbia a mantenere a comune la casa e la terra, con carico di pagare il canone all’Opera ognuno per sua parte.
Con dichiarazione che la sopradetta casa la possa godere detti Giovanni e Biagio atteso che detto Piero non abita in detto comune per adesso, ma in caso tornasse ad abitare in questo comune gli venga restituita e in caso fossero pagati i denari gli venga rilasciata la sua parte. Per adesso gliela lascia godere gratis perché si contenta che detti suoi fratelli la godano gratis.
Con patto che Piero debba ogni anno pagare per vitto di suo padre al detto suo padre staia 6 di robba l’anno e Gio e Biagio staia 3 per ciascuno, inoltre una soma di vino per ciascuno e uno scudo l’anno per ciascuno per vestiti e le predette cose ogni anno durante la vita naturale di detto loro padre, visto che è sordo e inabile.
Fatto in Lucca in casa abitazione di me notaio posta in contrada Santa Maria Filicorbi, presenti Domenico di Giorgio di Torre abitante a San Concordio di Arsina e Bertola di Matteo Tofanelli detto il Lupo di Antraccoli.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 383)

1587 15 settembre

Bartolomeo alias Baldon del fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli fa pubblico instrumento e confessa a Bartolomeo alias Bertolla e Ludovico fratelli e figli di del fu Matteo Tofanelli di Antraccoli presenti e accettanti per se e per Bastiano di Toni Tofanelli loro nipote, di essere debitore di somma scudi 35 per causa e occasione della casa che esso Bartolomeo detto Balden aveva da fare su beni del detto Bartolomeo e Ludovico come per contratto rogato per mano di me notaio nell’anno 1586 e che ha detto Bartolomeo aver speso scudi 16 per fare la detta casa e scudi 11 per il prezzo di un cavallo a pelo rubio con basto e capestro comprato a sacco d’ossi.
I detti 35 scudi detto Bartolomeo detto Baldon promette a detto Bartolomeo e Ludovico di restituirli entro l’anno.
Fatto in Lucca presenti Michele di Matteo Fanucchi di Antraccoli e Cesare di Gio Furnari di Lucca.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 797)

1587
Cesare di Paulino Garbocci di Antraccoli per se e per Bastiano suo fratello

Locano a

Bartolomeo del fu Matteo Tofanelli di Antraccoli

Un pezzo di terra campia con alberi e viti sopra se divisa in due lentis (dovrebbero essere i filari) posta in comune di Antraccoli in Loco detto al campo rosso, ovvero al campo monapasqua ovvero al chiasso dati da una parte cioè da levante confina chiasso Dati, e da una parte opera di San Piero Maggiore, a occidente San Pietro Maggiore a meridione fossa e San Frediano e a settentrione opera San Pietro Maggiore e Via.
Con patto che non venga tagliato nessun albero di detta terra se non secco.

(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 589)

Nel primo volume dello stato delle anime di Antraccoli del 1589 le famiglie Tofanelli erano queste:

Bartolomeo di Matteo Tofanelli (capofamiglia unico nucleo con il fratello e il nipote)
Lucia la moglie
i figli: Angela, Camilla, Lucrezia, Matteo e Santi.

Lodovico fratello di Bartolomeo
Jacopa la moglie di Lodovico
i figli: Domenico, Domenica e Caterina.

Bastiano nipote di Bartolomeo, figlio del defunto fratello Antonio
Angela moglie di Bastiano
il figlio Giovanni

Biagio di Nicolao Tofanelli (capofamiglia)
Caterina la moglie
i figli: Bartolomeo e Chiara

Lorenzo di Piero Tofanelli (capofamiglia)
Chiara la moglie
i figli: Piero e Alessandro
Margherita la moglie di Piero
Michelino figlio di Piero

Giuseppe di Piero Tofanelli (capofamiglia)
Angela la moglie
i figli: Agostino, Vincenti, Caterina, Anna, Francesco, Zabetta e Michelangelo
Maria la moglie di Agostino
Giovanni il figlio
Camilla moglie di Vincenti

Michele di Luiso Tofanelli (capofamiglia)
Giovanna la moglie
i figli: Caterina e Giovanni
Maria sorella di Michele

Carlo di Frediano Tofanelli (capofamiglia)
Maria la moglie
i figli: Alessandro, Domenico, Frediano, Stefano e Felice.
Vincenti e Cesare fratelli di Carlo

Jacopo di Frediano Tofanelli (capofamiglia)
Lucrezia la moglie
i figli: Andrea, Maria e Pasqua
Lucia sorella di Jacopo.
(Archivio Parrocchiale, Stato delle Anime, vol. 1)


1588 18 gennaio
Pace tra Bartolomeo fu Matteo Tofanelli e Lodovico il fratello con Vincenzo di Andrea Guidi pace duratura.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, Vol. 834, carta 26t)

1589 marzo
Marzo 1589
Michele di Giovanni Pelli de Antraccole da una parte e Bastiano di Antonio Davini da altra
Menico di Biagio Franceschi di San Vito accusa in nome di Bastiano di Antoino Davini suo nipote per cui
da altra Vincenti di Giuseppe Tofanelli e Augustino suo fratello compromesso per fare pace
Fatto in Lucca, presenti Cesare di Paulino Garbocci di Antraccoli e il cap. Francesco di Perusco.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 236)

1589 8 maggio
Il Capitano Perugino
Cesare di Paulino Garbocci arbitro in arbitrato tra
come da compromesso fatto da Vincenzo e Agostino Tofanelli e altri di Antraccoli, fatto e rogato il 28 mese di aprile Giuseppe, Vincenzo e Agostino Tofanelli devono pagare al mastro Antonio Bargheri per le medicature fatte alli feriti de quali vengono  condannati a pagare
pagare a Bastiano (penso Bastiano di Antonio Davini) ferito scudi 18 per il tempo che è stato senza poter lavorare e mediamente li condanno a pagare la metà fra grano e l’altra metà nel mese di maggio prossimo. Lo stesso condannati a pagare a Michele Pelli da pagare uguale a Bastiano.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 246)

1586 11 giugno
Angela di Carlo Tofanelli sposa Jacopo di Tomeo Fanucchi
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)

1589 4 luglio
Grado del fu Lorenzo Martinelli di Antraccoli livellario e enfiteuta della chiesa di San Michele di Antraccoli con il suo rettore pro canone staia 4 grani all’anno fino in quarta generazione masculina come per contratto del 17 ottobre 1543 per mano di Ser Piero Tucci foglio 211 rinnovano il livello con il rettore attuale ovvero Antonio di Filippo Contrucci con questo pubblico instrumento danno e vendono a Bartolomeo alias Bertolla del fu Matteo alias Lupo Tofanelli de Antraccole presente e accettante per se e Ludovico suo fratello
l’utile dominio e possessione su un pezzo di terra campia con alberi e viti, in loco detto al Trambulino ab oriente detti a meridione via a occidente via a settentrione lavora Carlo di Matteo Martinelli di Antraccoli per 25 scudi d’oro.
Fa da fideiussore Pasquino del fu Paulino Puccinelli alias Chino di Capannori.
Fatto in Lucca.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 358)

1589 20 agosto
Augustino di Pellegrino Cheli di Tempagnano confessa a
Donna Elisabetta figlia di Antonio di Matteo Tofanelli di Antraccoli e sua moglie di aver ricevuto scudi 40 d’oro per la sua dote.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 421t)

1589 20 agosto
Bartolomeo alias Bertolla di Matteo Tofanelli loca un terreno in Chiasso Arrighi a rendere 14 staia di grano
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 419)


1590 1 dicembre
Cesare di Paulo Garbocci di Antraccoli, Lazzaro di Domenico Santucci di Sant’Anna e Domenico di Jacobo Cataldi, arbitri eletti da
Carlo di Frediano Tofanelli da una parte e
Ludovico e Bartolomeo di Matteo Tofanelli di Antraccoli e Bastiano loro nipote,
come da compromesso rogato da me notaio al suo tempo,

segue altro atto la Sentenza

stessa data
Cesare di Paulo Garbocci di Antraccoli, Lazzaro di Domenico Santucci di Sant’Anna e Domenico di Jacobo Cataldi, arbitri nella controversia tra
Carlo di Frediano Tofanelli da una parte e
Ludovico e Bartolomeo di Matteo Tofanelli di Antraccoli e Bastiano loro nipote.
Per prima cosa moderando la sentenza data e rogata per mano di Ser Michele Cerlotti il dì 5 ottobre 1569.
Condanniamo con questa nostra sentenza:
Carlo, Cesare, e Vincenzo di Frediano Tofanelli a dare e pagare ogni anno al Capitolo di San Martino le staia 7 di grano, da pagare ancora da parte dei predetti Carlo, Cesare e Vincenzo il decorso di detto anno già dal mese di luglio, per la rendita di un pezzo di terra in comune di Capannori loco detto appresso l’Ozori.
Inoltre condanniamo detti Bartolomeo, Lodovico e Bastiano a conservare indenni detti Carlo, Cesare e Vincenzo di quello che devono pagare allo Spettabile Jacobo Micheli.
Inoltre condanniamo detti Bartolomeo, Lodovico e Bastiano a vendere a detti Carlo, Cesare e Vincenzo un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Capannori loco detto all’Ozori ovvero al Bozo, idem un altro terreno uguale.
Inoltre condanniamo detti Carlo, Cesare e Vincenzo a vendere a detti Bartolomeo, Lodovico e Bastiano un pezzo di terra che serve per uso di aia o corte, posta nel comune di Antraccoli loco detto dietro le case de Tofanelli o vero all’orto, confina da levante parte Bartolomeo e Lodovico soprascritti e parte beni che tiene Bartolomeo di Jacopo Tofanelli pertiche 1 e 7/10, da meridione i venditori pertiche 2 e 9/10, da ponente beni dei compratori, da settentrione i compratori.
Con dichiarazione che Carlo e fratelli non abbiano più ingresso nè a fare più cosa alcuna sopra detta terra e detta vendita devino fare per pregio di scudi 3.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 836, carta 521t)


27 febbraio 1591
Con ciò sia che fu consegnato a Lodovico alias Vico di Bernardino Vannucchi di Sant’Alessio scudi 44 d’oro per dote di madonna Lucia moglie di detto Lodovico e figliola di Nardo di Mencone di Vallebuia, come appare da contratto rogato per mano di Ser Girolamo Minutoli nell’anno 1575.
Detto Lodovico è morto e ha lasciato dietro di sé Margherita sua figliola legittima e naturale e detta Lucia morto detto Lodovico suo primo marito si è rimaritata a Bartolomeo Tofanelli di Antraccoli.
Detta Lucia è morta lasciando dopo di sé Matteo, Crezia e Maria suoi figlioli legittimi e naturali.
Margherita sua prima figlia pretende la terza parte della dote di essa Lucia sua madre.
Le parti sono Bartolomeo da una parte e Margherita da altra parte e in suo nome lo zio Bernardino di Pellegrino Vannucchi suo zio, fu fatto un compromesso dove fu specificato come apparivano le cose e fu rogato per mano di Ser Vincenzo Acconci nell’anno 1590 e per la decisione di detta sentenza hanno litigato lungamente le due parti, hanno chiesto il giudizio del giudice di cause civili come appare per gli atti rogati per mano di Ser Carello Carelli nel 1591.
Le dette parti vogliono a questo punto ovviare alle spese e accordarsi amichevolmente e decidono:
Per prima cosa rinunciano alle soprascritte liti e cause e promettono di non farle più.
Bartolomeo di Matteo Tofanelli promette a
donna Margherita e Bernardino soprascritto paga e rimborsa scudi 14 e mezzo entro il 15  del mese di luglio.
Fatto in Lucca.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 837, carta 199)

7 maggio 1591
Michele del fu Jacobo Pauletti di Sorbano e Battista e Nicolao suoi fratelli confessano a
Bartolomeo fu Matteo Tofanelli di Antraccoli di essere debitori di scudi 45 d’oro per dote di donna Maria figlia del fu Sante Ghiselli e cognata dei detti Michele, Battista e Nicolao e futura moglie dispensata e trasdotta a Bartolomeo. E promettono di pagarli entro un anno.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 837, carta 387)

1591 27 gennaio
Angela di Bartolomeo Tofanelli sposa Jacopo di Santi Ghiselli di Sorbano del Vescovo
1595 7 febbraio
Caterina di Giuseppe Tofanelli sposa Frediano di Battista Roggi
1600 15  agosto
Caterina di Lodovico di Matteo Tofanelli sposa Andrea di Gio Battista Ghiselli di Sorbano del Vescovo
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)

1595
21 aprile
Giuseppe e Giovanni del fu Domenico Cataldi di Antraccoli e Antonio del fu Paulino Giusti di Tempagnano di Lunata e Piero del fu Lencio Tofanelli di Antraccoli confessano allo
Spettabile Nicolao di Toma Arnolfini di Lucca di essere legittimi debitori di scudi 54 per tre sacchi di grano e fagioli.
Fatto in Lucca
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 496)

26 aprile
Giovanni fu Nicolao Tofanelli loca a Matteo fu Giovanni di Segromigno ma abitante a Porcari, un paio di vitelloni, uno dal pelo nero con corna rotte età anni 1 e l'altro dal pelo biondiccio con stesse corna e età. Dal valore di scudi 16.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 506)

28 aprile
Bastiano fu Antonio Tofanelli vende a Lazzaro fu Marco Dini di Toringo un cavallo pilamino nero di anni 10 con basto e capestro, con stella in fronte. Per scudi 21 e mezzo.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 536)


7 ottobre
Giovanni fu Nicolao Tofanelli di Antraccoli loca in collaria a Matteo del fu Giovanni di Segromigno ma che abita a Porcari un bove dal pelo biondiccio con corna, di età di anni 5 dal valore di scudi 20.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 1102t)

1593 22 aprile
Carlo di Frediano Tofanelli e Domenico suo figlio, livellari del monastero di Santa Maria Forisportam e dello Spettabile Francesco Forteguerra di Lucca per l’annuo canone di staia 6 grano
locano a
Michele fu Matteo Fanucchi
un pezzo di terra campia con alberi e viti diviso in due lense ovvero in due prode, posto in comune di Lunata loco detto al Bozo.
Con patto che dal cumulo dei frutti, grano o robba da raccogliere sopra detta terra se ne ricavi tanta robba dal valore di lire 45, pagate a detti Carlo e Domenico.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 839, carta 704)


1593 25 novembre
Giovanni di Marco Giorgi e Francesco fu Jacobo Guidi moderni operai della chiesa di Antraccoli danno a livello a
Bartolomeo e Lodovico alias Vico fratelli e figli del fu Matteo alias Lupo Tofanelli per sé e per Bartolomeo fu Antonio fu Matteo Tofanelli suo nipote
un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto al campo a casa di Martino ovvero al campo lungo che confina a meridione via, a oriente beni della soprascritta opera, a occidenti beni della Pieve di Vorno e parte beni dello spettabile Gio Bernardini e a settentrione beni di detto spettabile bernardino che possiede Bartolomeo di Luca Guidi coltre 1 e mezzo.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 839, carta 1480t)

1594 28 marzo
Bartolomeo alias Baldon di Silvestro Bertolucci livellare della chiesa di Antraccoli, loca a Bartolomeo fu Matteo Tofanelli per sé e per Bastiano nipote un pezzo di terra a Pulecino con solita sopra le murelle coperta di embrici da torno a torno sagginale confina oriente via occidente detti conduttori a ponente redola a meridione Nardo Bertolucci.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 840, carta 291)

1594 15 aprile
Ludovico alias Vico fu Matteo Tofanelli e Bastiano fu Antonio Tofanelli danno a Piero fu Marco Pelli la pace vera, non finta, né simulata, pace perpetua e duratura, generale, per tutte le minacce innocue e dannose, offese e botte da detto Piero, Ludovico e Bastiano perpetrate e commesse fino a oggi.
Promettono di non offendersi più ne tra persone né sui loro beni.
Fatta in casa di detto Ludovico e Bastiano, presenti lo Spettabile Nicolao di Giovanni Maria di Pisa e Michele di Valentino di Antraccoli.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 840, carta 318)


1594 15 aprile
Ludovico alias Vico fu Matteo Tofanelli e Bastiano fu Antonio Tofanelli suo nipote, di loro propria volontà danno a
Bartolomeo fu Luca Guidi e Giovanni suo figlio,
Piero fu Marco Pelli e
Piero di Geronimo Romanini alias di Dado
la pace vera, pura, non finta né simulata, perpetua e duratura, per tutte le male parole, offese e botte, a i detti Bartolomeo, Giovanni, Piero di Marco e Piero di Geronimo.
Fatto in casa di detto Ludovico.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 840, carta 319)


1596 26 febbraio
Si presenta davanti al notaio e ai testimoni Bastiano del fu Antonio Tofanelli di Antraccoli interrogato su Domenico di Silvestro Bertolucci e risponde:
Che è la verità che parecchi giorni sono che possono esser circa 15 giorni venendo esso da Pescia con del olio scontrò Michele della Baldaccina che sta a Collodi presso al pentoraio qual Michele pregò detto Bastiano che li portasse sino a casa sua some tre di calcina, et esso li disse che non poteva portarneli, ma che ne li averia mandata quanto prima, e così alli 15 del presente mese dè ordine al detto Domenico Bertolucci che andasse per detta calcina alla fornace e la portasse al detto Michele alla presenza di Giuseppe di Domenico di Jacopo Cataldi da Antraccoli e detto Domenico disse che ne l’averia portata il venerdì o il sabato seguente senza fallo si come ha inteso che ne li portò una soma sabato passato fece otto giorni e che fu preso per strada dalli famigli del signor Commissario di Villa.

Giuseppe fu Domenico di Jacobo Cataldi viene interrogato e dice:
Che alli 15 del presente mese si trovò presente nel comune di Antraccoli quando Bastiano di Antonio Tofanelli de commissione e disse a Domenico di Salvestro Bertolucci di Antraccoli che andasse alla fornace per della calcina e che ne portasse some tre a Michele della Baldaccina che sta a Collodi appresso al pentoraio che lui avea promesso di mandarneli e che detto Domenico disse  ci anderò domani o sabato e ne li porterò a pogo a pogo e a tutto questo si trovò presente come sopra.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 842, carta 211t)


1598 17 gennaio
Piero fu Nicolao Tofanelli di Antraccoli
loca ad impinguendo
Domenico fu Bastiano Martini di Antraccole
due vitelli uno con pelo bianco e cornatura piccola sopra l’anno e l’altro col pelo nero con le corna uguali al precedente anche l’età.
per scudi 13, da tenere bene e bene nutrire per il prossimo anno.
Presenti come testimoni Bastiano e Jacobo fu Cesare Davini di Antraccoli.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 844, carta 60t)


1598 2 aprile
Giuseppe e Paolo fu Domenico fu Jacobo Cataldi riconosce a Piero fu Nicolao Tofanelli di essere debitore di scudi 3 per il prezzo di un bove dal pelo rosso con corna dritte.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 844, carta 354)


1600 19 gennaio
Piero fu Nicolao Tofanelli confessa a Giuseppe e Paolo fu Domenico di Jacobo Cataldi di esser debitori di scudi 23 per un bove.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 846, carta 53)

1600 20 settembre

Piero fu Nicolao Tofanelli di Antraccoli abitante a Vicopelago, dà e paga a
Matteo di Bartolomeo Antonio Pisani di Vicopelago marito di donna Agata figlia di detto Piero somma di scudi 57
di seguito la lista del corredo di Agata:

Una gonnella morella di pregio di scudi 9
una gonnella verde di pregio di scudi 7
una gonnella bionda di pregio di scudi 5
una rascia di pregio di scudi 3
una mezzalana di pregio di scudi 2
due guarnelli ripieni di bambage uno bianco e uno nero di pregio scudi 3 l’uno, in tutto scudi 6
due guarnelli da ogni dì uno scudi 2 l’uno
7 camicie di corredo di pregio di scudi 9
4 camicie da ogni dì di pregio di scudi 3
6 pezze brune di pregio di scudi 4
4 pezze di ogni dì di pregio di scudi 1, 10
un grembiale di seta gialla, 1 grembiale di tela battista, un grembiale di burattino verde, 4 grembiali di saia, e un grembiale bianco, 2 grembiali di ramia? Raccia? Tutti di pregio di scudi 4
Un paio di maniche morelle di pregio di scudi 1
un paio di maniche di rosato di pregio di scudi 1
un paio di maniche di raso bianco, 1 paio di maniche di rovescio rosso fornite di passamano bianco, e rosso, un paio di maniche verde in tutto di tutte 3 le paia scudi 2
19 fassoletti di corredo di pregio di scudi 2
4 fassoletti di ogni dì, 4 fassoletti di bambagia lire 5
10 fassoletti da mano di pregio di lire 6
10 coppie di cuffie di pregio di lire 10
2 cuffie lavorate di nero di pregio per lire 6
un tovaglione nero, e un bianco di pregio lire 10
3 tovaglioli stretti di pregio di lire 3
un bracciale lire 2
4 fodere lire 4
3 paia di calse di pregio di lire 9
un vezzo detto di pregio di lire 4.10
la cassetta di pregio di scudi 3
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 846, carta 1204)

1603 19 aprile
Piero fu Nicolao Tofanelli vende a
Cesare fu Giovanni Olivi di Massa Macinaia
Tutta l’erba fieno e guaime e pastura esistente sopra un pezzo di terra prativa posta in comune di Massa Macinaia loco detto al Rio.
Per scudi 4 d’oro.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 849, carta 788)


1604 9 febbraio
Piero fu Nicolao Tofanelli livellario della chiesa di Antraccoli
loca a Michelangelo fu Bastiano Martinelli
Una parte di casa con un poco di corte e sue ragioni e pertinenze e con l’uso di andare al pozzo, murata, solariata e coperta posta in comune di Antraccoli loco detto all’Ortaccio, confina da una la via dall’altra beni di Bartolomeo e Lodovico di Matteo Tofanelli di Antraccoli dall’altra beni di Sandro di Lorenzo Tofanelli e dall’altra detto locatore.
Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto al campino ovvero alla fornace confina da meridione via, da ponente e settentrione beni di Domenico di Salvestro Bertolucci di Antraccoli da levante beni di Cello di Rocco di Antraccoli.
Un altro pezzo di terra in solito comune e loco confina da meridione la via, ponente beni di Bartolomeo e Lodovico di Matteo Tofanelli, levante redola semitola, e dall’altra detto locatore.
A rendere staia 9 grano.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 850, carta 166)

1604 22 novembre
Ludovico Vico fu Matteo Tofanelli loca a Andrea fu Gio Battista Ghizelli di sorbano due Puledri uno dal pelo rubio di 7 mesi l'altro dal pelo brinato con stella in fronte di due anni circa  per 22 scudi.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 850, carta 1728)

1605 30 luglio
Michele fu Domenico alias Menchi di Jacobo Tofanelli per sé e come procuratore e in nome di Jacobo di Bartolomeo fu Jacobo Tofanelli
Piero e Cesare fu Cesare fu Jacobo Tofanelli loro cugini abitanti in comune di Montecatini dominio fiorentino
come da atto stipulato per mano di Vincenzo di Francesco dei Lombardi castiglionensi di Valdinievole il 24 luglio 1605 (atto inserito in questo registro)
danno vendono e concedono a
Piero fu Nicolao di Michele Tofanelli
Una casa murata, solariata e coperta posta in comune di Antraccoli luogo detto all’Orto a Tofanelli, confina da levante alla via per uso del casato, da ponente a beni di Alessandro di Carlo Tofanelli di Antraccoli, da mezzodì a beni di detto Alessandro e beni dello spettabile Jacobo Bernardini di Lucca e da settentrione alla strada per l’uso d’andare al Pozzo per uso e comodità della casata, con l’uso di andar al pozzo sì come è stato per il passato e li è riservato nelle partigioni fatte fra i loro antecessori.
per scudi 60
e perché appresso a detta casa mediante la via verso levante ci è un pezzuolo di terra qual parte è dell’Opera di S. Croce e parte dello spettabile Jacopo Bernardini e parte dell’Opera di Antraccoli che è in tutto quarre 2 in circa, che le conducono dalle dette Opere e dal detto Jacopo e ne pagano in tutto staia 1 e mezzo grano all’Opera di Santa Croce, all’Opera di Antraccoli lire una di cera e al detto Spettabile Jacopo Bernardini e per lui agli Eredi di Carlo Tofanelli staia mezzo grano l’anno. Il venditore rilascia detta terra al compratore a patto che pagi i canoni e lasci indenne il venditore.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 967)

1605 10 settembre
Piero fu Nicolao Tofanelli di Antraccoli che abita a Vicopelago,
loca a
Frediano fu Battista Roggi di Antraccoli
Una casa murata, solariata e coperta posta in comune di Antraccoli loco detto all’orto, che confina a oriente beni dell’opera di Santa Croce, a occidente beni di Alessandro di Carlo Tofanelli, a meridione beni che possiede detto Alessandro e a settentrione beni che tiene Alessandro.
Inoltre un altro pezzo di terra campia contigua di detta casa verso oriente, con alberi e viti che è livellaria dell’opera di Santa Croce e confina da un lato detta casa, viottoro mediante, da altra parte beni che tiene detto Sandro  e da altre parti detto Sandro.
con patto  che abbi detto conduttore a conciar la strada pubblica.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 1292)

1625 3 ottobre
Antonio fu Bartolomeo di Matteo Tofanelli detto il lupo confessa a
Peregrino fu Biagio di Centino Ragghianti di Mugnano di essere legittimo debitore di scudi 10 d’oro per il prezzo di un cavallo pilamino, nero, di età di anni 11, con basto, capestro, mozzo, e gabbia che aveva comprato “a sacco d’ossi”.
Fatto in Lucca.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 871, carta 343)


1684 Mercoledì 18 ottobre
Stefano del fu Alessandro Tofanelli di Antraccoli volendo mandare ad esecuzione quello che da qualche tempo in qua ha resoluto per benefizio dell’anima sua, effettuare e non volendo maggiormente differire di stabilire  ciò che con la negligenza potrebbe rimanere imperfetto, mentre la vita dell’uomo è così incerta e potendo di momento in momento sopravvenire la morte, visto che al presente si trova per la grazia di Dio sano di mente, senso, corpo e intelletto, bene e articolatamente parlando, facendo tutte e singole le cose infrascritte e al bisogno col consenso dell’Illustre Gio Lodovico de Pretis nobile di Pesaro e al presente Potestà di questa Illustrissima Repubblica di Lucca, esercitando la carica di Giudice ordinario, stante l’infermità di Gio Michele Martelli in vigore di decreto dell’Eccellentissimo Consiglio del mese di settembre; e a detto Stefano acconsenziente ed il suo consenso e decreto sottopose, e obbliga:
che tutti gli infrascritti beni e effetti e ragioni, entrate, utili, emolumenti propri di detto Stefano cioè:
Una pezza di terra campia posta in comune di Antraccoli loco detto al Terreno o al Terrato, confina da levante beni dei signori Sardi pertiche 44, da meridione via pubblica pertiche 8, da ponente beni che tiene detto Stefano pertiche 22 e per biscocca pertiche 19, da settentrione via pubblica pertiche 11, che in tutto detta terra è di misura di pertiche 420 cioè coltre 1.
Quali beni insieme con altri furono venduti dalli eredi di Michelangelo Santacroce ad Antonio Guerra, per contratto rogato da Ser Lodovico Guinigi il 22 ottobre 1610 a foglio 124 e poi dal detto Antonio furono dichiarati in Pietro Tofanelli di Antraccoli per mano di Ser Lodovico Guinigi il 10 novembre di detto anno 1610 foglio 135 t e da Domenico fu Nicolao Tofanelli come eredi del detto fu Pietro furono venduti al suddetto Stefano per scudi 225 in vigore di contratto rogato dall’egregio Ser Paolino Casoli il giorno 6 novembre 1664 a foglio 3423.

Inoltre un pezzo di terra campia con alberi e viti posta nella contrada San Donato in loco detto al Piastraccio confina da levante l’ospedale di San Luca della Misericordia, da meridione e settentrione via pubblica, da ponente beni degli eredi dello Spettabile Martino Bernardini in tutto coltre 1.1 incirca.
Quali beni altre volte furono dal signor Lunardo Gorfigliani conceduti a livello a Tomeo di Gio di Bernardino Barsuglia della contrada di San Donato per annuo canone di staia 15 grano e un paio di capponi e sei some di vino e fino in quella linea che appare nel contratto rogato da Ser Cesare Ghivizzani 3 agosto 1640 e dal detto Lunardo e da Domenico suo figlio di diretto dominio, fu venduto al Magnifico Gio Battista Torre come da contratto rogato da Ser Lodovico Garzoni il 14 febbraio 1654 foglio 276 (o256?) e stato di diretto dominio venduto a detto Stefano per scudi 220 in vigore del contratto rogato per Ser Francesco Barili del presente anno 1684.

Inoltre la ragione dell’utile dominio delli beni e ragioni per esso Stefano acquistati dal Cancelliere Gio di Nicolao Fanucchi per scudi 80, con la gravezza di rendere al Capitolo dei Signori Canonici di San Michele in Piazza staia 9 e una quarra di grano l’anno, come appare dall’instrumento rogato da Ser Paulino Casoli il giorno 6 agosto 1681, consistendo li beni di detto livello in:
Una pezza di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto a Fanucchi, confina da mezzodì beni del signor Balbani Vittorio mediante, dalle altre tre parti beni del Capitolo di San Michele in Piazza tengono a livello li Fanucchi di Antraccoli.

Detto Stefano promette per sé da qui in avanti tenere e possedere i suddetti beni, ragioni, utili e diretti domini, in vece e nome delli infrascritti da nominarsi ed eleggersi da esso e da quello che appresso si dirà fino a tanto che per esso e essi non ne sia preso il vero, reale e assoluto possesso dandone licenza come utili padroni dei medesimi beni, stante l’infrascritta nominazione di poterne prendere il possesso senza licenza di alcun giudice e conseguire gli utili e i frutti dall’oggi in avvenire e il medesimo in benefizio trasferisce, promette e nei tempi fino che durerà il mondo a cominciare dal giorno della morte naturale di esso Stefano e di Angela sua moglie rispettando che sia celebrata ogni giorno festivo nella chiesa di San Michele di Antraccoli una messa piana all’Altare del nome di Dio esistente in detta Chiesa e non potendosi fare tal celebrazione per qualche impedimento della Chiesa, vuole che sia supplito nella settimana all’ora prossima e ciò per suffragio e salute dell’anima di esso Stefano e dei suoi Antenati la qual celebrazione di messe deva farsi da quei sacerdoti che appresso saranno nominati e deputati.

Inoltre intende e vuole che il prete che sarà di tempo in tempo nominato a detta offitiatura non possa sotto qualsiasi precetto essere rimosso dalla medesima offiziatura. E il primo nominato per celebrare dette messe dopo la morte di detto Stefano e Angela sua moglie e al quale deve spettare il godimento, i frutti e l’utile dei suddetti beni, vuole che sia:
Il Chierico Sebastiano figlio di Marco Pelli di Antraccoli fino a che detto prete goderà di detta officiatura, al quale sia permesso a detto Sebastiano finchè non sarà sacerdote di far fare le suddette celebrazioni.
E in caso di morte di detto chierico vuole che a nominare il sacerdote che dovrà essere successore per la celebrazione di dette messe debba essere Marco padre del detto Chierico Sebastiano e dopo di lui i suoi figli maschi discendenti e se col tempo potrebbe disturbarli decide che a fare la nomina dovrà essere il maggiore di età della linea e discendenza masculina di detto Marco fino a che si troverà a essere e mancando la linea masculina detta facoltà vuole passi nei discendenti maschi che saranno nati dalle figlie femmine del medesimo Marco sempre nel maggiore di essi. E l’ultimo della linea masculina discendente dai figli maschi di esso Marco quando non vi fosse successione delle figlie femmine, intende e vuole detto Stefano che possa detta officiatura sia lasciata a chi parrà all’ultimo discendente maschio, sempre e fino che durerà il mondo.

E Inoltre la suddetta assegnazione di beni stabili, utili e diretti domini fatta a detta offiziatura detto Stefano gravò e grava quelli ai quali passerà.
La casa propria di esso Stefano posta in comune di Antraccoli loco detto a Tofanelli con tutte le sue ragioni e pertinenze, dare e rendere ogni anno in perpetuo uno staio di grano al Prete e sacerdote che sarà e possederà detta offiziatura.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Domenico Saladini, vol. 7694, carta 2512)

MESTIERI

Molti Tofanelli, nei secoli sono stati oltre che contadini, lignari.
il primo, Domenico, era mastro di legnami già nel 1465, insieme a lui anche i figli: Giovanni e Gregorio impararono il mestiere dal padre. Questi artigiani come già visto, lavoravano soprattutto in città, si trasferivano e spesso non tornavano più ad abitare ad Antraccoli. Giovanni di Domenico era lignario negli atti dal 1465 fino al 1468, mentre il fratello Gregorio dal 1470 al 1496, lasciando poi l’arte al figlio Giovanni. Era lignario anche Antonio di Biagio Tofanelli e lo troviamo dal 1492 al 1514.
Alla fine del 1400 ci furono anche dei calzolai Tofanelli, (probabilmente perché mestiere vicino al lignario)
Jacopo di Biagio Tofanelli che nel 1487 viene preso “a bottega” a Lucca per imparare il mestiere.
Altro Tofanelli che faceva un mestiere pregiato era Pasquino di Piero Tofanelli che dal 1568 al 1573 compare negli atti delle arti e mestieri come testore o più precisamente: colui che fa telai per velluti figurati a Lucca.

Abbiamo un riferimento al mestiere del tessitore grazie al “Libro del marchio dei panni” che fu iniziato nel 1564 e dove venivano registrate tutte le tele che ciascun lanaiolo faceva “marchiare” obbligato perché si doveva sapere da chi era stata tessuta ciascuna tela. In questo volume nella parte relativa alle tele che erano state fatte marchiare per il mercante Giovanni Arnolfini, troviamo Giuseppe Tofanelli che marchia una tela di lana il 3 febbraio 1564, altra tela il 28 febbraio, una il 22 e una il 25 aprile, un’alta tela il 10 maggio, il 13 maggio e il 27 maggio, insomma una media di 2/3 tele al mese.

(As.Lu., Arte della Lana, Volume 9, carte 10 e successive)

TESTAMENTI

CARLO DEL FU ALESSANDRO

29 aprile 1662
Carlo del fu Alessandro Tofanelli nel suo testamento chiede di essere sepolto nella Chiesa di San Michele di Antraccoli accompagnato dalla sua compagnia della Madonna della Stella, con i sacerdoti del Pieviere e con messa cantata.
Inoltre, chiede che entro 15 giorni dalla sua morte vengano celebrate altre 6 messe piane in suffragio della sua anima.
Dichiara inoltre che la dote di sua moglie Angela ammonta a scudi 80; alla quale Angela detto testatore lascia per l’affetto che opera e i buoni portamenti, tutti i suoi panni lani e lini, gli anelli e ogni altra cosa destinata a uso da portare o ornamento.
Inoltre chiede a detta Angela che se resterà vedova, per il resto della sua vita, l’usufrutto di tutti i beni di detto testatore, con obbligo di fare l’inventario e di far celebrare ogni anno per il suffragio della sua anima, cinque messe piane.
Inoltre se detta Angela si trovasse in stato di malattia o grave bisogno, possa procedere a vendere i beni del detto testatore per un massimo di scudi 20.
Inoltre dichiara e nomina suo erede universale La compagnia della Madonna della Stella di San Michele di Antraccoli, con obbligo a detta compagnia di far celebrare ogni anno in perpetuo sette messe piane per il suffragio della sua anima e di San Carlo.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Paolino Casoli, vol. 311, carta 188)

17 settembre 1679
Carlo del fu Alessandro Tofanelli nel suo testamento chiede di essere sepolto nella Chiesa di San Michele di Antraccoli accompagnato dalla sua compagnia della Madonna della Stella e dalla compagnia della Madonna di San Filippo, con i sacerdoti del Pieviere e con messa cantata.
Inoltre, chiede che entro un mese dalla sua morte vengano celebrate altre 50 messe piane in suffragio della sua anima.
Inoltre lascia all’ospedale di San Luca della Misericordia di Lucca scudi 10.
Inoltre lascia alla compagnia del Sacro nome di Gesù che sotterra i poveri per l’amor di Dio scudi 20.
Inoltre dichiara di aver ricevuto per dote di sua moglie Angela scudi 70, alla quale Angela detto testatore lascia per l’affetto che gli ha sempre portato e per i buoni e onorati comportamenti, tutti i suoi panni lani e lini, di seta, e anelli vezzi, e ogni altra cosa destinata ad uso e ornamento della medesima.
Inoltre chiede a detta Angela che se resterà vedova, per il resto della sua vita, l’usufrutto di tutti i beni di detto testatore, con obbligo di fare l’inventario e di far celebrare ogni anno per il suffragio della sua anima, 12 messe piane.
Inoltre se detta Angela si trovasse in stato di malattia o grave bisogno, possa procedere a vendere i beni del detto testatore per un massimo di scudi 50.
Inoltre lascia alla Compagnia della Madonna di San Filippo l’utile dominio e le ragioni su una terra posta a Antraccoli in località Morganti acquistati da Biagio di Ghello di Tomaso da rendere alla Magione del Tempio staia 9 di grano ogni anno, con l’obbligo alla detta compagnia di far celebrare ogni anno 12 messe piane in suffragio della sua anima.
Inoltre lascia a Agostino di Antonio Micheli di Capannori che abita a Massa Pisana staia 26 di grano che gli rende ogni anno Giuseppe di Jacopo Cataldi che lavora una terra del detto testatore, con l’obbligo a detto Agostino di far celebrare ogni anno 80 messe piane nella chiesa di San Filippo all’altare della Compagnia della Madonna e una volta morto detto Agostino il legato passi alla compagnia di San Filippo.
Inoltre lascia alla compagnia di San Filippo un pezzo di terra campia con alberi e viti posta nel comune di Antraccoli livello Maria del Custodiato di San Martino loco detto ai Guidi per la quale si rendono ogni anno stara nove e mezzo di grano e di avanzo se ne ricaveranno staia nove di grano con l’obbligo alla detta Compagnia di far celebrare ogni anno per suffragio de l’anima di detto testatore durante il detto livello dieci messe piane nella detta chiesa di san Filippo in giorni di festa, e con l’obbligo alla detta compagnia di affittare la detta terra a Francesco fu Jacopo Castiglioni per stara 9 grano l’anno se la vorrà se non sia in arbitrio di detta compagnia di affittarlo a chi vuole purchè faccia celebrare le dette messe.
Nomina suo erede universale Francesco del già Jacopo Castiglioni, con obbligo a detto Francesco e a tutti coloro che gli succederanno di far celebrare ogni anno 5 messe piane nella chiesa di Antraccoli e di  presentare ogni anno la fede delle 66 rate di dette messe al Priore che sarà a detti tempi della compagnia della Stella di Antraccoli e non osservando quanto sopra detto Francesco e li successori, la detta eredità venga data alla detta Compagnia della Stella, con obbligo di far celebrare le dette cinque messe ogni anno in perpetuo.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Paolino Casoli, vol. 310, carta 870)

8 aprile 1693
Carlo del fu Alessandro Tofanelli ritrovandosi già molto avanzato in età, per prima cosa alla sua morte vuole che il suo corpo venga sepolto nella chiesa di San Michele di Antraccoli nella sepoltura della Compagnia e per il suo funerale si spendano scudi 15, dei quali si debbano spendere scudi 12 in cera da bruciare in detta chiesa mentre vi sarà esposto il suo corpo e per il restante per pagare il maggior numero di sacerdoti per celebrare messe.
Inoltre lascia all’Ospedale della Misericordia di San Luca lire 2.
Inoltre dichiara di aver ricevuto scudi 80 per la dote di Angiorina sua moglie, alla quale Angiorina sua moglie oltre le dette sue doti, in considerazione della buona compagnia ricevuta per il tempo che sono stati insieme, lasciò e lascia l’intero usufrutto di tutti i suoi beni.
Inoltre vuole per detta Angiorina che le siano dati soma 5 grano, some 4 vino e scudi dodici ogni anno
cominciando il primo anno che seguirà la morte del testatore e così seguitando ogni anno fino che essa Angiorina vivrà, sempre che detta Angiorina conduca una vita vedovile.
Inoltre, dichiara dichiarò ancora che ha e si ritrova in casa sua Francesco di Jacopo Castiglioni da 15 o 16 anni in qua in circa, avendolo ricoverato non già per parentela che vi abbia, ma per essere figlio di una sorella di detta Angiorina sua moglie, per il qual tempo non solo li ha somministrato vitti, e vestito, ma
non avendo altri figli, ne aiuto in casa le ha fatto contratto di darli scudi 5 l’anno per suo salario, in più ha acquistato a livello a nome di esso un campo proprio della Chiesa di Antraccoli, dove ha speso scudi 47 come è nota, oltre diverse altre spese fatte per lui particolarmente nel difenderlo nella Corte di Capannori, dove è stato inquisito per ferite date a Jacopo di Vincenti Guidi d’Antraccoli, avendo esso testatore pagate tutte le spese occorse, al qual Francesco non intende ne vuole che sia data cosa alcuna doppo la di lui morte non ostante che pretendi il salario per il tempo che è stato in sua casa sapendo avergli dato molto di più come sa ognuno, e al presente è divenuto in tal pretensione in casa di lui testatore, che pretende essere il Padrone esso, non volendo obbedire ne fare quello che occorre comportandosi molto male, che per essere esso Testatore in età cadente, non può farli timore, et nemmeno lo può cacciare di casa.
Quindi nomina suoi eredi universali Antonio e Sebastiano fratelli e figli di Domenico Volpe di Santa Margherita suoi più prossimi congiunti con obbligo però di andare ad abitare almeno uno di essi nella detta Comunità di Antraccoli nella casa dell’abitazione di lui testatore dopo seguita la sua morte, e di detta Angiorina sua moglie usufruttaria e in caso non vi andassero ad abitare almeno uno di essi non intende ne vuole, che succedano alla detta sua eredità nominando in tal caso sua erede universale l’Alma Compagnia detta della Stella eretta in detta Chiesa di Antraccoli. Con obbligo ai detti suoi eredi di far celebrare entro due anni prossimi dopo la sua morte numero 150 messe per beneficio dell’Anima sua.

18 aprile 1693
Codicillo
Carlo fu Alessandro Tofanelli essendo sempre ambulatoria la mente dell’uomini fino alla morte e essendo ad ognuno lecito mutare parere il soprascritto modifica il suo testamento in queste parti:
In primo luogo disse di ricordarsi bene di aver lasciato obbligo ai suoi eredi di farle celebrare n. 150 messe per la salute della sua anima entro due anni, ora vuole che tali messe siano n. 200 da farsi celebrare entro detti due anni nella Chiesa di Antraccoli.
Inoltre per ragione di legato, lascia a due delle figlie di Simone detto della Geppetta da Tempagnano abitante a Picciorana scudi 10, cioè scudi 5 per ciascuna da pagarsi a quelle due che saranno nominate da detto Simone loro padre, o altri per lui.
Inoltre, per ragione di legato lascia a Maria vedova di Cesare Garbocci di Antraccoli altri scudi 5.

11 febbraio 1694
Carlo del già Alessandro Tofanelli ritrovandosi in età di anni 80 e più avendo fatti più e diversi testamenti per mano di pubblici notari e codicilli, li annulla tutti e li cancella volendo che valga questo suo ultimo.
Il suo corpo fatto cadavere ordina, e vuole che sia sepolto nella chiesa mia Parrocchiale di S. Michele di Antraccoli con il solito funerale di altri confrati e che sia invitata la Compagnia detta della Stella di Antraccoli per accompagnarlo alla sepoltura, nel qual giorno vuole che siano chiamati tutti quei sacerdoti che si potrà avere per celebrare la messa per l’anima sua e cantarli l’offitio dei morti e si prendano n° 4 candeli di libbra per ciascheduna per ardere intorno al cadavere nel tempo che sarà esposto in chiesa come
anche altri n° 16 candeli di oncie tre per ciascheduno da mettersi all’altari di detta chiesa e ardere come sopra.
Inoltre lascia all’ospedale di S. Luca della Misericordia di Lucca scudi(o lire?) 2.
Inoltre per salute dell’Anima sua lascia all’Alma compagnia detta della Stella esistente in detta chiesa di S. Michele di Antraccoli tutto l’utile che si otterrà dalle ragioni livellarie acquistate da detto testatore da Biagio Cerri di Capannori per un pezzo di terra campia posto in comune d’Antraccoli in loco detto a casa Guidi secondo li suoi confini, quale è proprio della Magione di Lucca, e paga di annuo canone stara 5 grano ogni anno, che la compagnia sia tenuta e dovrà impiegare l’utile che si ricaverà da essa per far celebrare tante messe di per salute, e beneficio di detta sua Anima a ragione di scudi 1 per ogni messa cominciando dopo finito l’usufrutto dell’infrascritta sua moglie usufruttuaria.
Inoltre dichiarò di aver fondato un beneficio di una messa ogni giorno di domenica da celebrarsi in detta chiesa di S. Michele di Antraccoli come per instrumento di detta fondazione, il rettore Sebastiano Pelli di Antraccoli come da lui nominato per celebrare ogni domenica detta messa fino che naturalmente vivrà, ma dopo la morte di detto Reverendo signore Sebastiano Pelli vuole che la facoltà di nominare il sacerdote da celebrare detta messa resti sempre a Antonio e Sebastiano fratelli e figli del già Domenico Volpi di Santa Margherita suoi congiunti, dopo di loro ai loro successori.
Inoltre per ragione di legato lascia scudi 10 d’oro a Chiara di Simone di Giuseppe Cheli di Tempagnano di Lunata e scudi 5 d’oro a Camilla del già Cesare Garbocci d’Antraccoli con le ragioni da lui acquistate di un campo posto in comune di Antraccoli loco detto all’Ozori del quale si rende staia 8 e ½ grano di Annuo canone a monsignore Reverendissimo vicario Giuseppe Arnolfini, e col prezzo che si ricaverà da detto campo vanno pagati detti scudi 15.
Inoltre per manifestazione della verità dichiara di aver tenuto in casa sua Francesco di Jacopo Castiglioni
di Antraccoli nipote dell’infrascritta sua moglie per il corso di anni 19, quale vi è stato come
per garzone avendo sempre fatto quello che è occorso tanto per casa che per il luogo infermandosi lui testatore da molto tempo in qua inabile per il lavoro e custodia dei beni e per tal effetto lo ha tenuto, e confessò però al medesimo Francesco gli lascia la casa di lui testatore, nella quale presentemente
abita, con un valico della cascina che riesce in contro alla casa cioè quella parte murata e coperta, che oggi è piena di strame, con tutte le sue ragioni e pertinenze, dopo la morte del testatore e dell’infrascritta
sua moglie usufruttuaria.
L’utile dominio di livello che gode sopra beni dell’opera di S. Vito, che sono i beni che fa dassè e li rende alla detta opera staia quattordici di grano da godersi, con obbligo però al medesimo Francesco e suoi, di pagare il detto annuo canone di stara 14 di grano alla detta opera con patto e condizione però che detto Francesco
non possa, ne deva pretendere cosa alcuna per il servizio prestato in casa di lui testatore per il tempo che vi è stato e starà capendo molto bene, in caso contrario non intende lasciargli cosa alcuna.
Inoltre lascia a Antonio et Sebastiano fratelli, e figli del già Domenico Volpi di S. Margherita suoi congiunti
un'altra casa murata, solariata ad un solaio coperta di embrici e tegoli posta in detto Comune di Antraccoli, che viene in cima alla casa suddetta dove lui testatore abita, restandovi di mezzo la casa dell’eredi di Stefano suo fratello quale parimente è propria di esso testatore. Il valico di cascina unito al suddetto rilasciato al detto Francesco coperto di embrici e tegoli che è sopra le colonne di legno, che spiove
solo da una parte con un quartiere e mezzo in circa di terra campia unito ad un altro pezzo rilevato da Stefano suo fratello che viene sotto la cascina dalla parte di Firenze con il passo libero per la corte il cui
testatore rilascerà al detto Francesco e ‘uso del forno e pozzo esistente in detta Corte qual passo, forno e pozzo vuole che restino a Comune tali di Francesco, Antonio.
Con obbligo detti Antonio e Sebastiano di far celebrare ogni anno in perpetuo numero 4 messe piane nella chiesa di S. Michele di Antraccoli e perché resti adempiuto detto legato vuole lui testatore che se ne prenda
nota nella sagrestia di detta chiesa e se non ottempereranno alla richiesta delle messe vuole che i suoi beni passino alla detta chiesa, con obbligo in quel caso al rettore di celebrare le dette messe.
Inoltre per dimostrazione dell’affetto che ha sempre portato e porta a Angela di Quilico Micheli di Capannori sua diletta moglie e per la buona e fedele compagnia fattagli da essa per il tempo che sono vissuti insieme, alla detta Angela sua amata moglie per la causa predetta, lascia l’usufrutto di tutti i suoi beni.
Nomina suoi eredi universali lascia e nomina e vuole che siano Francesco di Jacopo Castiglioni soprascritto e Antonio et Sebastiano di Domenico Volpi soprascritti.
fu fatto detto testamento in comune di Antraccoli
nella casa della solita habitatione di detto
testatore ld a Tofanelli, che vi confina
beni di esso testatore, et dell’heredi di Stefano
suo fratello overo

17 maggio 1694
Carlo del già Alessandro Tofanelli di Antraccoli ritrovandosi da qualche tempo in qua indisposto per la sua grave età di sopra anni 80, stipula di nuovo un codicillo al suo testamento aggiungendo che:
Angela sua moglie si faccia vendere dai signori esecutori del detto suo testamento tre botti delle migliori
un tino, un arcone grande e due cassette che sono in casa sua per quel prezzo che se ne troverà maggiore, e il ricavato si deva tutto impiegato in tante messe di requiem da celebrarsi nella chiesa di Antraccoli per il beneficio dell’anima sua.
Inoltre ricordandosi esso codicillatore di aver lasciato alla Compagnia detta della Stella l’utile dominio di alcuni beni propri della Magione di Lucca con obbligo d’Impiegare tutto quello che si ritrova dai medesimi beni durante il livello in tante messe di requiem a ragione di scudi 1 per messa, pensando che detta  compagnia di tal legato non riceverà altro che la molestia di far dire tali messe senza alcun suo beneficio
dichiara che pagato il debito canone, la metà degli utili che sene caverà la compagnia li impegni in tante messe e l’altra metà in onore di Dio e in beneficio di detta compagnia.
Inoltre dichiarò che vuole che tanto detto Francesco, quanto li detti Antonio et Sebastiano Volpi seguita la morte di lui testatore e di detta Angela sua moglie debbano abitare nel comune di Antraccoli nelle case ad ogni uno di essi rispettivamente lasciate come in detto suo testamento come anche sarebbe sua intenzione che esso Sebastiano Volpi prendesse per sua moglie Giovanna di Antonio Micheli come più volte li ha promesso di fare.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Michelantonnio Bianchi, vol. 367, carte 870)

Carlo morirà nell’agosto 1694, Angela la moglie nel gennaio 1697.
Nessuno dei fratelli Volpi andrà mai ad abitare nella casa che Carlo aveva lasciato loro, mentre Francesco Castiglioni si sposerà e abiterà lì con moglie e figli e abiteranno lì i suoi discendenti fino alla fine del 1800.
Nell’arco di 30 anni, la sua vita deve essere cambiata molto, di conseguenza anche le sue ultime volontà. Negli ultimi anni prima della morte notiamo una rincorsa al migliorare e modificare sempre le sue volontà un po’ per la paura della morte e il beneficio della sua anima una volta morto, un po’ perché essendo senza figli, aveva probabilmente intorno diverse figure che lo tenevano sotto controllo, uno su tutti l’aiutante Francesco Castiglioni, di cui non ho ancora trovato la parentela con Carlo e al quale prima toglie tutto e poi ridà tutto inserendo però nell’asse ereditaria a un certo punto anche due altri “parenti” Antonio e Sebastiano Volpi che dovranno fare a metà dei lasciti del povero Carlo.
E’ ben visibile anche l’affetto verso la moglie anche se sono sempre tenute in secondo piano lasciando soltanto l’usufrutto e non la proprietà delle proprie cose una volta morto il marito.

STEFANO DI ALESSANDRO TOFANELLI (Fratello di Carlo)

16 marzo 1672

Stefano di Alessandro Tofanelli fa questo testamento e per prima cosa vuole che una volta che il suo corpo sarà fatto cadavere vuole che sia sepolto nella Chiesa di S. Michele di Antraccoli e accompagnato alla sepoltura dalle Compagnie della Madonna della Stella di Antraccoli, del soccorso di San Filippo e di San Rocco di Tempagnano di Lunata. Che sia dato a tutti i fratelli delle dette tre Compagnie il solito pane
di grano, siano chiamati tutti i Rettori sacerdoti del Pieviere dandogli la solita elemosina. Sia cantata la messa di requiem con le altre piane e fatta l’offerta a tutti li fratelli delle dette Compagnie d’un quarto
per uno e ancora che ai detti Rettori Preti sia data una Candela di cera bianca di un’oncia.
Si mettano sul cadavere e per l’altare si diano candele quattordici di un’oncia l’una e 50 Candele di 30 alla libbra per il Castello e in oltre una candeletta per uno ai fratelli di dette compagnie di 30 alla libbra.
Inoltre lascia all’ospedale della Misericordia di Lucca scudi 1 per una volta.
Detto testatore aveva lasciato alla Compagnia della Sella d’Antraccoli, un pezzo di terra campia con alberi e viti, posta in detto Comune che confina col campo della Chiesa di Antraccoli allivellato al detto testatore, per contratto rogato per mano di me notaro infrascritto del presente anno, con obbligo alla detta Compagnia di far celebrare per l’anima del detto testatore dodici messe l’anno e la detta compagnia diede facoltà al detto testatore di aggiungere per sua ultima volontà numero 2 messe al mese e aggiunge la gravezza alla detta Compagnia della Stella di altre dodici messe ogni anno in perpetuo; così in tutto messe 24 ogni anno in perpetuo cioè:
2 messe per Carnevale di requiem
2 subito dopo Pasqua di Resurrezione di requiem
2 fatte le feste del Santissimo Natale in onore di Santo Stefano
2 dopo Pentecoste di requiem
2 dopo la festa dell’Assunta di requiem
4 per le anime del Purgatorio
2 il dì di sant’Antonio in genere del medesimo Santo
4 doppo la festa dell’immacolata concezione in onore della Beatissima Vergine
4 altre in onore di San Francesco Zaverio dopo la sua festa
E in caso che la detta compagnia della Stella disattendesse di far celebrare suddette 24 messe annue
detto testatore priva la detta compagnia del detto campo e il medesimo campo
Inoltre per ragione di legato per l’affetto che ha sempre portato e porta a Angela figlia del già Giovanni Pelli di Antraccoli moglie di detto testatore e per i buoni comportamenti fattigli in vita sua dalla detta Angela alla medesima lascia, se resterà vedova, l’usufrutto e godimento di tutti i suoi beni mobili immobili.
E in caso che la detta Angela ripigliasse marito la priva del detto usufrutto e vuole che le fossero solamente pagati e restituiti scudi 100 d’oro per la sua dote consegnare tutti i suoi panni lani, lini di seta orupe anelli vezzi e ogni altra cosa destinata ad uso dosso.
Inoltre lascia a Carlo suo fratello scudi due, a Tomeo di Jacopo Fanucchi e a Domenico di Biagio delle Volpe da Santa Margherita lire 3.15 per ciascuno per una volta sola.
Ma degli altri suoi beni mobili, immobili, semoventi ecc. nomina sua erede universale la Compagnia di Santa Maria del Suffragio di Lucca.
Con obbligo però alla detta Compagnia di pagare alla Compagnia del Rosario di Antraccoli scudi dieci per una volta volendo che detti scudi 10 siano impiegati per servizio e ornamento dell’Altare della Santissima Vergine del Rosario di detta Chiesa d’Antraccoli.
E con obbligo ancora alla detta compagnia di pagare altri scudi dieci per una volta a Benedetta di Bernardo Castiglioni dell’Arancio caso che detta Benedetta sia innutta e al tempo di sua maritazione, monacazione
o ingresso in luogo Pio mentre però detti scudi 10 non li siano stati pagati da Angela moglie.
E con obbligo ancora alla detta Compagnia di fare celebrare ogni anno per suffragio della sua anima in perpetuo quattro messe, cioè due per la festa di San Michele di Maggio in onore di S. Michele e due altre durante l’anno di Requiem per suffragio dell’anima sua.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Paolino Casoli, vol. 311, carta 916t)

29 maggio 1679
Stefano di Alessandro Tofanelli fa questo codicillo al testamento e dichiara che avendo ottenuto dal Magnifico Rettore e Reverendo Vincenzo Sesti, Rettore della Cappellania di San Verardo eretta nella chiesa di San Piero Somaldi di poter nominare il compratore, o compratori delle ragioni livellari di detta Cappellania da esso Stefano, ora ne godono Bernardo, Stefano e altri fratelli dei Guidi di Antraccoli, come per due contratti rogati da me notaro in fraternita e con la facoltà che ha di potere nominare il compratore di dette ragioni dichiara e nomina Giovanni figlio di Marco Pelli da Antraccoli e raccomanda per esso e per i suoi eredi sino in quarta linea.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Paolino Casoli, vol. 310, carta 861, 863)

14 settembre 1693
Stefano del fu Alessandro Tofanelli fa il suo testamento, per prima cosa il suo corpo divenuto che sia cadavere intende e vuole che sia riposto nella chiesa di S. Michele di Antraccoli e che siano chiamate per accompagnarlo alla sepoltura la compagnia di S. Filippo, la compagnia di S. Rocco di Tempagnano di Lunata, e la compagnia della Stella di S. Michele di Antraccoli, ai confrati di dette compagnie e altri che intervenissero al suo funerale vuole che sia distribuito il pane, spendendo in tutto in detto suo funerale compresa la cera e la messa tanto cantata che piana la somma di scudi quindici e occorrendo anche di più a giudizio di sua moglie.
Inoltre per ragione di legato lascia all’ospedale di S. Luca della Misericordia lire una per una volta solamente
Inoltre per dimostrazione dell’affetto che esso testatore ha sempre portato e porta a Camilla figlia del già Jacopo Pellegrini di Capannori sua diletta moglie lascia il libero usufrutto e godimento di tutta la sua eredità, Camilla sua moglie deve essere libera e assoluta padrona di tutta la pannina, denaro e robe di casa e particolarmente di un Vitello e di una miccetta e d’ogni altra cosa che si troverà in al tempo della sua morte.
Inoltre per ragione di legato lascia a Domenico di Giuseppe Tofanelli di Antraccoli suo congiunto una casa murata, solariata, ad un solaro, coperta di embrici, e tegoli con aia, pozzo e  forno e tutte le sue ragioni e pertinenze, ad eccezione dell’infrascritta Capanna appoggiata a detta casa posta in Comune di Antraccoli
loco detto ai Tofanelli, che vi confina da una parte dell’eredi del Capitano Gio Picchi d’Antraccoli da un'altra beni dell’opera di S. Croce, dall’altra beni di Carlo Tofanelli fratello di esso testatore e dall’altra beni del capitano Gio Picchi. Ovvero dalla qual casa ne possa detto Domenico e suoi, pigliarne il possesso dopo la morte di detta Camilla sua moglie usufruttaria, con obbligo tanto a detto Domenico quanto ai suoi eredi, in perpetuo di far celebrare ogni anno numero 8 messe piane di requiem nella Chiesa di S. Michele di Antraccoli per suffragio dell’anima sua e di detta Camilla sua moglie, a cominciare il primo Anno che succederà. Qual casa, ordina, comanda e vuole che resti sempre ipotecata per la celebrazione delle suddette 8 messe in perpetuo in modo tale che in qualsisia persona che passi.
In caso detto Domenico o successori non rispettassero l’obbligo delle 8 messe di intendano decaduti dal presente legato e dal godimento della detta casa e la medesima vada al Sig. Rettore della Chiesa di S. Michele di Antraccoli che sarà per i tempi con il medesimo obbligo della celebrazione delle suddette
otto messe di requiem ogn’anno in perpetuo.
Inoltre, lascia a Antonio di Domenico Volpi di S. Margherita suo congiunto, la capanna appoggiata alla casa della sua abitazione come sopra lasciata al detto Domenico con il passo libero per la corte e circa un quartiere di terra posta in detto comune di Antraccoli, che riesce sotto la suddetta casa e della qual terra se ne paghi ogni anno uno staio di grano al Notabile signor Francesco Bernardini.
Della qual capanna e terra ne possa detto Antonio o suoi eredi pigliarne il possesso dopo la sua morte e terminato l’usufrutto di Camilla sua moglie.
Inoltre, lascia a Benedetta di Lunardo Castiglioni di Antraccoli scudi 10 d’oro da darseli al tempo del suo accomodamento per una volta sola.
Nomina sua erede universale e di sua propria bocca nominò l’Alma Compagnia del Santissimo Rosario eretta nella chiesa di S. Michele di Antraccoli alla quale intende e vuole che vada tutta la detta sua eredità.
Pregando detto Carlo suo fratello a non aversela a male che non li abbia lasciato cosa alcuna, il che non è stato per mancanza di affetto, ma solo perché sa, che non ha di bisogno e non ha famiglia nemmeno lui.
Con obbligo alla detta Compagnia di fare il funerale alla detta Camilla sua moglie e spendere per essa in tal funerale scudi 15 e con obbligo alla detta compagnia di far celebrare ogni anno nella chiesa di S. Michele di Antraccoli 5 messe di requiem piane per salute della sua anima e di essa Camilla sua moglie.
Fatto detto testamento nella casa della solita abitazione del testatore posta in comune di Antraccoli loco detto ai Tofanelli, che vi confina da una parte beni dell’opera di S. Croce, da un'altra la casa di Carlo Tofanelli fratello di detto testatore e dall’altra beni delli eredi di Capitano Gio Picchi di Antraccoli.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Michelantonio Bianchi, vol. 367, carta 266)

Anche Stefano, fratello di Carlo, stranamente non ha avuto figli, ha avuto però due mogli, la prima Angela morta nel 1688 e la seconda Camilla molto più giovane di lui rimasta vedova 32 anni dopo la morte del testatore. La moglie Camilla (soprannominata la Stefanella) abiterà nella casa del marito insieme a Domenica Malfatti sua serva fino al 1712 quando Domenica morì, dopo di lei prese a servizio Elisabetta Malfatti di San Jacopo che rimase con lei fino al 1725 quando morirà Camilla e Elisabetta non starà più a Antraccoli.
Nei vari testamenti di Stefano si vede come avesse timore della dannazione della sua anima, quindi si raccomanda scrupolosamente con gli eredi e i congiunti di rispettare le sue volontà in perpetuo facendo celebrare le messe.

Dei due fratelli Tofanelli Carlo e Stefano, rimangono in chiesa a perpetua memoria due targhe di marmo apposte su richiesta dei due fedeli proprio per non far scordare ai posteri le loro ultime volontà per la celebrazione di messe in suffragio della loro anima. Attualmente le targhe sono posizionate appena entrati in chiesa dal portone principale, una alla parete di destra l’altra alla parete sinistra.

BERNARDO DI BARTOLOMEO TOFANELLI

12 novembre 1762
Bernardo del fu Bartolomeo Tofanelli di Antraccoli e Lucia del fu Domenico Pasqiuni di Tassignano sua moglie, fanno testamento insieme.
Prima di tutto una volta morti i loro corpi vogliono che siano sepolti nella chiesa di Antraccoli con i funerali che piaceranno ai loro eredi con la spesa minima di uno scudo d’oro.
Inoltre dichiarano di voler lasciare all’ospedale della Misericordia di Lucca una lira per uno, una volta solamente.
Dichiarando detto Bernardo di aver un figlio per nome Giuseppe già da qualche anno ammogliato con

Caterina di Domenico Menconi di Massa Macinaia e aver conseguito a conto di sua dote scudi 20 invece dei 50 promessi e detto Bernardo ha speso scudi 29 in tante Orume.

Dichiarando ancora detto Bernardo aver conseguito da Lucia suddetta sua moglie la dote in scudi 55 i quali scudi devono detrarsi dalla sua eredità in caso di premorenza.

Di tutti gli altri beni di detti testatori nominano loro eredi usufruttuari, detta Lucia nominò Bernardo suo marito e detto Bernardo nominò Lucia come usufruttuari.

E, finito detto usufrutto per morte di detti due Bernardo e Lucia nominano loro eredi universali:

Maria Caterina, Maria Elisabetta e Chiara Stella loro figlie innutte alle quali per ugual porzione intendono e vogliono a Giuseppe suo figlio vada la sua porzione statutaria ovvero:

Nel piano di cima della casa di loro abitazione e non in maggior quantità purchè per andarci abbia libero il

passo dal terreno e in cima alla prima scala per salire la seconda scala, non abbia maggior estensione che di un braccio e un quarto con che devasi fare la parete in detta a spese comuni e con patto però che detto Giuseppe debba mantenere il tetto a sue spese e procurar di mantener detto tetto e detto piano di cima a dette sue spese.

Dichiarando inoltre che al tempo della loro morte detto Giuseppe possa liberamente rivendere tutti quei mobili, casse, botti e altro ad esclusione però dei Paioli e Ferramenti rusticali e rami, e che di quei mobili

che facessero dopo la divisione di detto Giuseppe non possa averne pretenzione alcuna.

Inoltre, a nome della legittima assegniamo al detto Giuseppe un capannino di lunghezza e larghezza di

braccia cinque e per andare a detto capannino abbia il passo accanto alla Capanna conforme al solito con

farci una porta e se volesse passarvi con carro deva sopra il suo farvi un callare avendovi il carriolo.

Inoltre, come da legato come sopra della dote sia dato a detto Giuseppe l’orto con la Buca sopra di sé, con un andito acquistato fino nella strada sempre dritto alla Murella della cascina grande che confina col capannino.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Pio di Poggio, vol. 466, carta 178t)

Lucia morirà nel 1772, mentre Bernardo morirà nel 1778, le tre figlie Caterina, Elisabetta e Chiara Stella non si sposarono mai restando sempre a vivere nella casa paterna, ugualmente Giuseppe, sposato, resterà a vivere nella casa paterna fino alla sua morte nel 1805 senza eredi in vita. 

EMIGRATI

Come sopra ampliamente descritto, i Tofanelli hanno avuto una vita molto longeva in paese di Antraccoli ma altrettanto fuori.
I primi a emigrare furono Agostino e Vincenti figli di Giuseppe Tofanelli che si trasferirono a Camaiore, da loro penso sia venuta tutta la discendenza della Versilia dove ad oggi sono presenti moltissimi Tofanelli, se consideriamo dalle statistiche che si trovano online nel comune di Viareggio ci sono 67 famiglie di Tofanelli contro le 13 nel comune di Lucca!

Le grandi emigrazioni ci furono ovviamente dopo la metà del 1800 fino ai primi del 1900.
Il primo in ordine cronologico a partire fu Agostino di Basilio Tofanelli che partì per l’Argentina nel 1878 a 25 anni! Non ebbe però molta fortuna perché morì nell’agosto del 1894 a 46 anni.

Dopo di lui a partire fu Raffaello di Carlo Tofanelli si sposò con Caterina Tofanelli nel 1880 ed ebbero una figlia a Capital Comentas in Argentina, è probabile che successivamente lo abbiano raggiunto il nipote Eugenio insieme a Raffaello di Stefano che partirono nel 1881.
Raffaello di Stefano Tofanelli emigrò come detto nel 1881 aveva appena 19 anni. Si sposò là con una ragazza di origini italiane e i loro figli nacquero tutti nella zona di Buenos Aires in Argentina, ho trovato e sono in contatto con alcuni loro discendenti.
Insieme a Raffaello, partì anche Eugenio di Giustiniano Tofanelli, anche lui sposò nel 1882 una ragazza originaria di Lucca (Lucila Franceschi) e tutti i loro 6 figli nacquero a La Plata Buenos Aires.

Dopo di loro fu la volta dei fratelli Giuseppe e Palmiro di Vincenzo Tofanelli entrambi emigrarono in Argentina il primo nel 1886 e sposò una ragazza di origini spagnole e i loro tre figli nacquero a Corrientes.
Mentre il fratello Palmiro, partì nel 1900, sposò una ragazza di origini italiane (Jorja Lucarini) e i loro tre figli nacquero tutti e tre a Ramallo, Buenos Aires.
Il 3 agosto 1894 partirono da Antraccoli tutti insieme Michele di Basilio Tofanelli con la moglie Eugenia di Giuseppe Picchi e i loro tre figli, tutti e tre nati ad Antraccoli Rosa Maria 21 anni, Giuseppina 18 anni e Zeffiro 14 anni.
Rosa Maria sposò nel 1892 a Pergamino Buenos Aires, Eugenio Passaglia anche lui di Antraccoli, ebbero 11 figli.
Giuseppina sposò Alfredo Baccelli di Tempagnano ed ebbero 6 figli tutti nati a Pergamino.
Zeffiro sposò una ragazza di origini italiane (Catalina Lacave) ed ebbero 5 figli tutti nati a Pergamino; Zeffiro in Argentina fu soprannominato “Ceferino”.

Stefano Giuseppe di Domenico Tofanelli partì per gli Stati Uniti negli anni 30 del 1900, sposò in California una ragazza originaria dell’Indiana e i loro 3 figli nacquero in California.
Nel 1908 partì Salvatore di Antonio Tofanelli sposato con Elena di Aurelio Picchi sempre di Antraccoli i loro due figli nacquero tutti e due a Zarate provincia di Buenos Aires in Argentina.

Nel 1907 Gli ultimi in ordine di tempo furono Aniceto e Matteo Aladino figli di Francesco Tofanelli che partirono per gli Stati Uniti dove morirono, Matteo Aladino nel 1958 a 61 anni, a Santa Cruz in California e Aniceto nel 1969, a 78 anni, a San Joaquin sempre in California, non penso si fossero mai sposati.
Matteo Aladino nel censimento del 1920 abitava insieme alla famiglia di Di Grazia Paolo che era sposato con Isola Davini sempre di Antraccoli.

OGGI

Oggi i Tofanelli ad Antraccoli non ci sono più, vanno cercati in lucchesia ma soprattutto in Argentina e Stati Uniti.

Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca

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