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La Famiglia dei DAVINI

CHI ERANO

La famiglia Davini è stata, ed è anche ora, una delle più longeve del paese. 
Con loro si parte agli inizi del 1300, siamo a Tempagnano di Lunata e nel giuramento a Giovanni e Carlo di Boemia dagli abitanti maggiorenni, di tutto lo Stato Lucchese del 1331/1332 troviamo Coscio figlio di Davino, Davino dovrebbe essere nato alla fine del 1200 (As.Lu., Capitoli, Vol. 52).
Stesso periodo, Estimo del 1331, sempre a Tempagnano, Coscio, Guccio e Barocco figli del fu Davino con moglie e figli. (As.Lu., Estimi, vol. 12bis, carta 753).


Dove abitavano?
Dall’estimo del 1337 sempre di Tempagnano, troviamo Coscio Davini e Guccio (Barocco stava per conto suo), che hanno una terra in affitto in loco detto “alla Chiesa” con una solita e un casalino. Quindi abitavano nei pressi della chiesa di Sant’Andrea di Tempagnano.
(As.Lu., Estimi, Vol. 27)
Nel 1353, i fratelli Coscio e Guccio si erano divisi e ognuno aveva la sua famiglia sempre a Tempagnano.
(As.Lu., Abbondanza, vol. 379)
In un atto del 1356, Coscio fu Davino era console della comunità di Tempagnano.
(As.Lu., Notai Prima parte, Ser Francesco Salani, Vol. 128, carta 1147).
Guccio fu Davino di Tempagnano è debitore e deve restituire e pagare Bartolomeo fu Fanucco di Parezzana, fiorini 24 d’oro.
Detto Guccio però non possedeva beni per pagare detto Bartolomeo quindi consegna a Bartolomeo un bove dal pelo rosso con corna del valore di fiorini 9, un tino di capacità di staia 34 e due botti di capacità di staia 24, un suppedaneo di capacità staia 24 e promette di pagare i restanti fiorini 12 entro 6 anni.
Fatto in Lucca in apoteca dei figli di Bactoro, alla presenza di Luporino fu Lomoro di Antraccoli e Veltrino fu Michele di Lunata testimoni.
23 maggio 1366
(As.Lu., Notai Prima parte, Ser Lotti Giovanni, vol. 106, carta 159)
1383, ancora a Tempagnano, ci sono rimasti Giovanni figlio di Coscio e Davino suo figlio con moglie e figli e pagano di estimo soldi 4 e denari 6.
(As.Lu., Estimi, vol. 141)
Le ultime notizie del secolo XIV sono il testamento di Giovanni di Coscio che nel 1385 detta il suo testamento lasciando tutto alla moglie Divisia ancora in vita e al nipote Davinuccio, figlio del defunto figlio Davino. Da questa scomparsa prematura del padre e del nonno forse è dovuto lo spostamento della famiglia da Tempagnano?
Improvvisamente, dopo il 1385 e fino alla metà del 1400, la famiglia di dei Davini sparisce dalle carte. L’ipotesi più verosimile è che si fossero trasferiti e ne abbiamo la certezza al loro ritorno, quando nel 1462 Davino di Coscio stipula un atto di matrimonio e viene dichiarato che provenisse dal comitato pisano ma abitava ad Antraccoli!
Quindi per motivi sconosciuti, ma forse riconducibili alle precarie condizioni di vita del contado in quel frangente di medioevo, con epidemie di peste e incursioni nemiche, si trasferirono a Pisa o almeno nel contado pisano e tornarono una settantina di anni dopo nel luogo dove ancora si ricordavano di provenire.
Sembra strano ma anche in quegli anni c’era molto movimento di persone tra le città, anche perché di solito si andava dove si cercava di pagare meno tasse e ugualmente, il rientro a Lucca potrebbe essere stato motivato dalla decisione da parte del Comune di Lucca, di non tassare i cittadini lucchesi emigrati che fossero tornati in patria.

E’ anche probabile che avessero dei lontani parenti di cui non avevano perso il ricordo.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Nicolao Vellutelli, vol. 661, carta 161).
Nell’estimo del 1471 Davino è comunque sempre sotto la comunità di Tempagnano, si stabilirà definitivamente a Antraccoli a partire dall’estimo del 1482.
Nella metà del 1400, dopo il ritorno da Pisa, iniziamo a trovare anche dei “Davini” battezzati presso il battistero di Lucca ovvero la chiesa di San Giovanni e Reparata, della quale abbiamo conservati integralmente i battesimi a partire appunto dal 1445.
I figli di Davino, tranne probabilmente Frediano che poteva essere nato quando ancora abitavano nel pisano, vengono tutti battezzati là:
Jacopa di Davino di Coscio proveniente da Tempagnano viene battezzata il 30 luglio 1468
Francesco di Davino di Coscio proveniente da Tempagnano viene battezzato il 6 gennaio 1471
Lucrezia di Davino di Coscio proveniente da Tempagnano viene battezzata il 2 gennaio 1474
Lorenza di Davino di Coscio proveniente da Antraccoli viene battezzata il 11 novembre 1477
Agata di Davino proveniente da Antraccoli viene battezzata il 18 febbraio 1482
Caterina di Davino proveniente da Antraccoli viene battezzata il 12 ottobre 1484.

Tramite tutti questi battesimi, scopriamo più o meno precisamente il loro trasferimento da Tempagnano ad Antraccoli che doveva essere avvenuto dopo il 1474.

Estimo 1493, il capofamiglia diventa Frediano di Davino il più vecchio dei suoi figli, non sappiamo se Davino fosse morto o meno.

Il momento in cui Frediano inizia a essere nominato nei documenti, ovvero a cavallo tra 1400 e 1500 era anche il periodo in cui quasi tutti i cognomi della nostra zona si sono formati, il caso a voluto infatti che fosse figlio di Davino da qui appunto Davini, patronimico che non hanno mai più perduto.

1504 in estimo c’è Frediano di Davino
(As.Lu., Estimi, Vol. 155)


1506 in estimo c’è Fridianus Davini che paga per estimo lire 1 e soldi 2 e per la mobilia fiorini 14 e soldi 14
(As.Lu., Estimi, Vol. 157)


1507/1508 in estimo c’è sempre Frediano Davini
(As.Lu., Estimi, Vol. 159)


1516 in estimo c’è Francesco Davini (fratello di Frediano che probabilmente era morto)
(As.Lu., Estimi, Vol. 163)


Anno 1517 in estimo c’è ancora Francesco Davini che paga per estimo soldi 3 e denari 3 e per bargello soldi 3 e denari 4.

(As.Lu., Estimi, Vol. 164)


1518 ancora Francesco di Davino che paga per estimo soldi 13 e denari 4 e per bargello soldi 3 e denari 4
(As.Lu., Estimi, Vol. 165)


Nell’estimo del 1519, essendo uno dei pochi completi con tutte le misure della comunità, si viene anche a sapere che i Davini abitavano in quella che oggi è corte Grillo.
Dal 1523 insieme a Francesco si unisce come capofamiglia anche Matteo figlio di Frediano detto prima.
Un altro estimo di grande interesse è quello del 1529 detto estimo “delle cose” in quanto si elencavano i beni che possedeva ciascuna famiglia, per i Davini di Antraccoli la descrizione era questa:

Francesco di Davino e Matteo di Frediano Davini


3 letti uno sensa coltre                 fiorini    22

Mobilia di casa                                 fiorini      3

Panni Lani e Lini                               fiorini      6

Uno bove rosso                                fiorini    12

La metà di uno carro tristo          fiorini      6

                                               Tot         fiorini    49


(As.Lu., Estimi, Vol. 174)

Da questi primi uomini discendono tutti i Davini di oggi.

Per correttezza di informazione devo chiarire che negli stessi anni a Sorbano è nato un altro cognome Davini la cui discendenza non ha niente a che vedere con quella di Antraccoli. In Lucchesia grazie a queste due famiglie i Davini sono molto numerosi ancora.

E’ chiaro, soprattutto a me, che descrivere le vicende di una famiglia attraverso i secoli è difficile, farlo tramite gli atti notarili è oltre che difficile anche molto scarno, però sono gli unici atti che abbiamo.
Le prime famiglie arrivate ad Antraccoli, come abbiamo visto dagli estimi, abitavano nelle case di corte Grillo, sul confine con Tempagnano.
Qualche decina di anni dopo, con la costruzione delle abitazioni in quella che oggi e corte Beltempi, i Davini si trasferirono. Vissero qui per diversi anni, ma la famiglia era destinata ad espandersi e prendere ogni ramo una direzione diversa, mai come con i Davini questo è successo!
I primi che si postarono da Antraccoli erano i nipoti di Frediano Davini che si spostarono alla Pieve San Paolo creando là la loro discendenza (questi spostamenti sono meglio comprensibili osservando l’albero sottostante con le varie “dinastie” nei luoghi di attuale presenza).

Questo albero genealogico, è soltanto relativo ai discendenti maschi diretti. Per l'albero completo con collaterali, mogli ecc., sono a disposizione a fornirlo a chi interessa.

Davini

ORIGINE DEL COGNOME

Come logico, il cognome Davini deriva dal nome proprio Davino. Davino era un pellegrino Armeno che morì a Lucca sulla fine del 1200, dalla sua tomba che era nell'area di San Michele, crebbe una pianta di vite e da qui: il Santo che dà il vino, quindi Davino. 
Il culto crebbe molto nella zona di Lucca e anche oltre, fino 

DOVE ABITAVANO

Si parte dall’estimo del Guinigi, quello del 1412 con tutte le famiglie nel dettaglio, la famiglia dei futuri “Martinelli” ha in affitto in paese 8 appezzamenti di terra, tutti nella zona est del paese e su uno di essi c’è anche una casa su colonne dove presumibilmente abitavano.
Negli anni successivi la zona delle case dei Martinelli sarà quella che oggi è “ai Picchi” ovvero proprio di fronte a dove avevano inizialmente questa casa su colonne.
A differenza di altre famiglie, non si sposteranno mai dalla zona del Cantone che hanno abitato fin dall’inizio.
Nell’estimo del 1519 le famiglie Martinelli erano già 4 nuclei, tutti derivati dai due fratelli ma già distinti. Avevano appezzamenti di terreno in affitto un po’ in tutto il paese ma soprattutto nella parte est intorno e dentro al Cantone.
Mariano di Giovanni Martinelli aveva in affitto 16 terreni, su uno di questi terreni di proprietà diretta di detto Mariano, c’è una casa murata ad un solaio e coperta di tegoli, con forno.
Francesco di Antonio Martinelli aveva in affitto 6 terreni tutti nella zona del Cantone, su uno di questi terreni di proprietà diretta di Francesco, c’è una casa murata a due solai, con pozzo e aia.
Bernardino Martinelli ha 3 campi, Martino Martinelli ha 2 campi.
Come si vede dall’immagine avevano in pratica, tutto il cantone e parecchi terreni anche intorno.
Erano già proprietari delle terre dove avevano le abitazioni. 
La zona delle loro abitazioni ovvero, “ai Martinelli” rimarrà con questo toponimo fino alla fine del 1700, dopo con l’arrivo in paese dei Picchi, diventerà “ai Picchi” venendo abitata dai Picchi e dai Passaglia.

BREVE STORIA

Come frequente le carte di livello ci fanno capire come i Martinelli fin dalla metà del 1400 affittarono e quindi lavorarono terre intorno alle loro abitazioni, già nel 1450 Giovanni di Domenico affitta un piccolo pezzo di terra in loco detto all’orto (che è la zona a nord della chiesa andando verso il cantone). Ugualmente dall’atto del 1468 del rettore della chiesa di Antraccoli i Martinelli avevano una terra in affitto sempre nel Cantone al campo Rosso di proprietà di detta chiesa.
Il benessere della famiglia però è palese nei rendiconti di estimo che fanno una panoramica dei beni mobili e immobili posseduti dagli antraccolesi.


Nell’estimo del 1461 i Martinelli composti soltanto da una famiglia, ovvero quella di Giovanni di Domenico, avevano beni immobili dal valore di lire 104 e beni mobili per lire 74.


Per questa prima famiglia c’è fortunatamente, un testamento proprio di Giovanni, detto Giovanni fu Domenico di Martinello. Il testatore dichiara di essere molto debole di corpo e quindi di non voler morire senza aver fatto testamento, dichiara di voler lasciare al figlio Biagio una casa che aveva in città in Santa Maria Forisportam, mentre la casa ad Antraccoli viene lasciata a un altro figlio; le cose interessanti sono i lasciti della mobilia o cose di casa, ovvero sempre a Biagio lascia: due botti, un tavolo, due tini di some 22 e 5 tini di some 40; e inoltre un letto fornito di coperta e di altro apparato e un altro letto fornito con proprio saccone, con coperta e piume; e inoltre tutta la ferramenta e utensili di detto Giovanni.
Sempre a Biagio per dote della moglie lascia fiorini 12 e una gonna ricamata con filo d’argento.
La casa di Antraccoli viene lasciata al figlio Mariano e al nipote Baldassarre
Nel 1519 prendono a livello un altro terreno dell’Altare di Santa Maria in San Michele di Antraccoli nella zona nord del Cantone, cioè Polecino e un altro alla Sambuca.


Per gli anni successivi la vita dei Martinelli che troviamo negli atti si riduce a affitti di terre, sempre della chiesa di Antraccoli e sempre ad Antraccoli e di affitti di buoi o cavalli; nel 1547 ad esempio Giovanni del fu Martino Martinelli e Martino suo figlio confessano a Antonio di Agostino dell’Annunziata di essere debitore di scudi 8 e mezzo d’oro per l’acquisto di un cavallo Pilamino (palomino colore) con basto e capestro.
Il 18 dicembre 1572 Paulino Garbocci loca a collaria a Michelino del fu Baldassare Martinelli di Antraccoli un bove dal pelo biondo con corna incurvate, di anni 10 a rendere staia 3 di grano nostrano buono e secco.
Il 13 febbraio 1574 Matteo di Luca Fanucchi confessa a Rocco del fu Giovanni Martinelli di essere debitore di scudi 7 d’oro dei totali 11 che deve pagare per l’acquisto di un cavallo con pelo nero.
28 settembre 1580 Grado di Lorenzo Martini confessa a Andrea di Nicolao Pieraccini di Lucca di essere debitore di 14 scudi per l’acquisto di un puledro dal pelo brinato.
Nel 1587 Francesco fu Rocco Martinelli vende a Domenico Bertolucci un vitello a pelo brinaticcio ovvero nericcio per 9 scudi.
Nel 1591 Matteo di Nardo Martinelli vende a Matteo Cataldi un giovenco (Giovane e robusto bovino che ha oltrepassato il primo anno di età) dal pelo brinato con corna dritte per scudi 8
Sempre nel 1591 Grado fu Lorenzo Martinelli vende a Piero Cataldi un giovenco dal pelo brinato e nericcio con corna elevate di età di anni due in circa per 12 scudi d’oro.
E sempre Grado, vende a Michelangelo Bertolucci un cavallo per 25 scudi.

Con questi resoconti, si capisce come, soprattutto Grado Martinelli, era in molti atti di commercio di animali soprattutto cavalli, probabilmente era il suo mestiere.

Come anche in altre famiglie, sono frequenti gli atti notarili di “pax” ovvero le “paci”, stipulate difronte al pubblico notaio così da essere mantenute o altrimenti si sarebbe pagata una multa.
Per i Martinelli nel marzo del 1586 Lorenzo fu Nicolao Martinelli, Giovanni e Mariano di Michele fanno pace con Grado di Lorenzo, non c’è scritto quale fosse il tema della lite ma spesso e volentieri erano le controversie per faccende di famiglia.
Nel gennaio 1587 Teo di Michele Martinelli e Mariano suo fratello (come sopra) fanno pace nuovamente con Grado fu Lorenzo Martinelli, stavolta specificando il tema della pace ovvero “tutte le percosse, ingiurie, ferite, odii, malevolenze fatte con sangue, commesse e perpetrate” e promettono vicendevolmente di non offendersi più.
Nel 1589, sempre un Martinelli, stavolta Simone di Bastiano, fa pace con un Giorgi anche questa volta per “non fare odii o malevolenti percussioni tra loro” e si promettono pace vera e non dipinta.

CRONACHE

1533 27 Settembre
Davino e Antonio fratelli e figli del fu Francesco Davini di Antraccoli confessano
al prudente uomo Michele del fu Bernardino Tissani di Camaiore abitante a Lucca che agisce a nome suo e a nome di Francesco Balbani, ha e riceve da detto Michele ducati 25 d’oro per dote e in nome della dote di Donna Rosina figlia del fu Piero Chaiolli Di Vicopelago sposa di Davino soprascritto.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Landuccio Landucci, vol. 2765, carta 161v)

1546 20 novembre
Togno del fu Francesco Davini di Antraccole confessa a
Benedetto Allocti di essere debitore di scudi 7 d’oro per l’acquisto di un cavallo palomino nibio con basto,
nomina fideiussori Leonardo fu Battista Pelli di Antraccole e Davino di Francesco Davini di Antraccole.
Fatto in Lucca.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2717, carta 205)

1569 10 gennaio
Giovanni fu Frediano Davini e Luca suo figlio confessano a Agostino fu Lencio Martinelli di esser debitori di scudi 8 per il prezzo di un cavallo dal pelo rubio, baio nudo.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Michelangelo Cerlotti, vol. 3800, carta 13)

1571 23 luglio
Domenico Piero da Salissimo e Michele Davini da Antraccoli si impegnavano a fare fra sei giorni lavorativi prossimi correnti, la parte del lavoro del cavamento de fossi della città per lo spettabile offitio della fortificazione assegnata a far questa settimana a cento cinquanta uno huomini dei comuni di Bugliatico e di Antognano della vicaria di Minucciano.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Benedino Benedini, vol. 88 carta 142)

1574 26 gennaio
Vincenzo del fu Biagio del fu Francesco di San Vito e
Pellegrino e Bastiano di Antonio Davini di Antraccole
confessano a
Spettabile Nicolao di Bernardino Celli
di essere debitori di staia 18 di grano nostrali
gli fa da fideiussore Matteo del fu Alessandro Casentini di Antraccole
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3840, carta 226)

1574 27 marzo
Genesio e Leonardo del fu Davini del fu Francesco Davini de Antraccole
confessano a
Gaspare Boccella cittadino Lucchese
di essere debitori di staia 3 di grano nostrano buono e secco,
gli fa da fideiussore Pellegrino del fu Antonio Davini di Antraccole
Fatto in Lucca presenti … Pinitesi e Antonio di Filippo Ricci.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3840, carta 583)


1574 24 ottobre
Pellegrino e Bastiano di Antonio Davini e
Michele e Jacopo di Giuseppe Davini
tutti di Antraccole
confessano a:
Nicolao di Bernardino Celli cittadino Lucchese
di essere debitori di 52 lire per tanto grano che esso Nicolao aveva venduto per seminare.
Fatto in Lucca in casa abitazione di me notaio, posta in loco detto in Poggio, presenti Mastro Francesco di Alessandro Magnano e Bernardo suo figlio.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3841, carta 3218)


1576 12 aprile
Geronimo del fu Piero Romanini
Michele di Giuseppe Davini e
Domenico di Jacopo Cataldi

Uomini di Antraccoli

Dichiarano di essere debitori a

Spettabile Giovanni del fu Tommaso Massei de Aitanti pubblico agrimensore e cittadino Lucchese

Di libbre 96 di buoni per tanto olio forestiero e promettono di consegnarlo entro il mese di luglio prossimo.

(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3847, carta 1186)

1583 13 gennaio
Antonio fu Paulino Giusti di Tempagnano di Lunata e
Lorenzo fu Nicolao Pelli di Antraccoli e
Bastiano fu Antonio Davini di Antraccoli per sé e in nome di Vincenzo Pelli fratello di detto Lorenzo,
confessano di essere legittimi debitori dello
Spettabile Nicolao Celli di Lucca per
lire 65 per il prezzo di staia 25 e mezzo di vecciato.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Tizio Santini, vol. …, carta 138)


1589 8 maggio
Il Capitano Perugino
Cesare di Paulino Garbocci arbitro in arbitrato tra
come da compromesso fatto da Vincenzo di Agostino Tofanelli fatto e rogato il 28 mese di aprile
Giuseppe e Vincenzo devono pagare al mastro Antonio Bargheri per le medicature fatte alli feriti de quali
pagare a Bastiano (penso Bastiano di Antonio Davini) ferito scudi 18 in ragione di scudi 41 il denaro per il tempo che è stato senza poter lavorare e mediamente li condanno a pagare la metà fra grano e l’altra metà nel mese di maggio prossimo. Lo stesso condannati a pagare a Michele Pelli da pagare uguale a Bastiano.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 246)

1590 2 agosto
Simone di Michele Davini confessa a donna Maria figlia del fu Luca Martinelli sua moglie di ricevere scudi 30 per dote.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 836, carta 322t)

1590 24 settembre
Simone di Michele Davini livellario dell'Ospedale della Misericordia loca a Antonio di Marco Romani di Tempagnano un pezzo di terra a Chiasso Spinatico.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 836, carta 398)

1597 23 dicembre
Jacobo fu Giuseppe Davini livellario dell'ospedale della misericordia loca a donna Camilla vedova di fu Michele Davini un pezzo di terra in chiasso Spinatico.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 843, carta 1144)

1604 20 agosto
Donna Angela figlia del fu Nicolao di Francesco Pacini di Villa moglie di Jacobo fu Giuseppe Davini di Antraccoli abitante a Lucca,
confessa a
Donna Camilla vedova del fu Michele Davini di Antraccoli e Paulino suo figlio di aver ricevuto tutta la somma degli affitti arretrati per tutto l’anno 1604 come da instrumento rogato da me il 23 dicembre 1597.
E perché è qualche differenza fra detta Angela in detto nome e detta Camilla e per lei detto Paulino dell’aver pagato al detto Jacopo due annate delle sopraddette e non oltre scudi 3 di moneta fiorentina datoli e all’incontro detta Angela in detto nome pretenda in contro e … e poter giurare di non aver ricevuto detti affitti per detti dui anni che sono staia 4 grano e staia 4 mestura atteso che detta Camilla si offriva pronta star al giuramento di esso Jacopo se l’aveva ricevuto o no insieme con detti scudi tre, però fu patto che sempre e quando detto Jacopo manderà procura legittima di giuramento sopra la sua conscientia di non aver ricevuto detti affitti e detti scudi 3 detto Paulino sia tenuto e obbligato come così promisse in detto caso di giuramento realmente pagare dette somme di grano e mestura e detti scudi 3.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 850, carta 1290t)

1605 3 gennaio
Francesco e Vincenzo fratelli e figli del fu Bastiano Davini di Antraccoli da una parte e
Antonio fu Francesco di Antonio Davini di Antraccoli da altra parte
cugini
che possiedono i loro beni per indiviso dall’eredità dei loro padri
intendono venire alla divisione dei loro beni di comune accordo
con la mediazione di Domenico alias Menco fu Biagio di Francesco ovvero Davini

Antonio soprascritto assegna a
Francesco e Vincenzo che accettano per sé e per i loro eredi:

1 Un pezzo di terra campia con alberi e viti posto in comune di Antraccoli luogo detto a i Davini confina da tutte le parti a beni di Domenico alias Menco Davini sopradetto, et a Margherita sua moglie, quali beni sono livellari dello Spettabile Francesco di Jacopo Orsucci di Lucca coltre 1 e quarra 1 in circa.

2 Inoltre, un altro pezzo di terra campia con alberi e viti posta in detto comune luogo detto a Chiasso Spinatico a casa Davini, confina da ponente alla redola, da settentrione alla corte e casa da assegnarseli, da meridione al pezzo sopradetto, da levante a beni da assegnarsi al detto Antonio coltre mezza circa.

3 Inoltre, un pezzo di casa murata e solariata, coperta e contigua alla casa nuova da assegnarsi al detto Antonio con portico quanto dura la casa con corte avanti detta casa quanto dura la larghezza di detta casa e per lunghezza fino al campo sotto numero 2 posto in detto comune loco detto a casa Davini, qual pezzo di casa confina da levante alla casa da assegnarsi a Antonio, da ponente a beni di detto Domenico Davini, da mezzodì alla detta corte e da settentrione alla Via.

Quali tutti beni sono livellari come sopra e se ne paga al detto spettabile Francesco e per lui al detto Menco Davini staia 15 di grano e una soma di vino con gravezza di pagarlo e lasciando indenne detto Antonio e suoi eredi e successori.

La metà verso ponente di
4 Un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in detto comune loco detto in Spinatico confina tutto detto campo da levante e ponente a beni dello Spedale della Misericordia, da mezzodì lo spettabile Tomaso Guinigi, da settentrione Chiasso Spinatico.
Qual pezzo di terra è livellario dello Spidale della Misericordia e se ne paga di tutto staia 10 e mezzo di grano e soma una di vino, con gravezza a detti Vincenzo e Francesco di pagarne la metà e da tal metà conservare indenne detto Antonio. Atteso che l’altra metà del canone l’ha da pagare detto Antonio.

Vincenzo e Francesco assegnano a detto Antonio:

5 Un pezzo di terra campia con alberi e viti posto in comune predetto e luogo detto a Davini livellaria come sopra di detto Orsucci di coltre mezza circa. Confina da levante al chiasso Spinatico da mezzodì ai beni di Ascanio Menabbi di Lucca, da ponente ai beni assegnati ai detti Francesco e Vincenzo sotto il numero 2, da settentrione chiasso spinatico, coltre mezza.
Con gravezza di pagare al detto Orsucci canone staia 7 grano e soma una di vino e lasciare indenni Francesco e Vincenzo.

6 Inoltre, una casa, o vero un pezzo di casa nuova murata, solariata e coperta contigua alla sopradetta sotto numero 3 assegnata alli detti Francesco e Vincenzo con facoltà di poter battere sopra la corte assegnata alli detti Francesco e Vincenzo, in detto comune e luogo confina da una detta Casa assegnata al detto Francesco e Vincenzo, dall’altra una cascina fatta da detto Antonio, dall’altra chiasso Spinatico e parte beni dello Spedale della Misericordia.

7 Inoltre, la cascina esistente dietro a detta parte di casa, quale cascina è stata fabricata da detto Antonio.

8 Inoltre, l’altra metà verso levante della detta terra assegnata alli detti Francesco e Vincenzo sotto il n. 4, con gravezza di pagare la metà del detto canone come sopra quale metà è staia 5 e quarra 1 di grano, e un barile di vino e lasciare indenni detti Francesco e Vincenzo.

9 Inoltre un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli in loco detto a chiasso Arrighi confina da settentrione chiasso Arrighi, da mezzodì la via pubblica, da levante beni degli eredi di Orazio Carli di Lucca, da ponente beni del detto Spedale, quarre 3 circa.
Quale pezzo di terra è livellario dello Spedale della Misericordia con canone di staia 6 grano e un barile di vino.

10 Inoltre, un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo detto alle Prata confina da mezzodì i beni dell’opera della chiesa di Segromigno, da ponente beni di Ascanio Menabbi, da levante beni della Cappellania di San Bartolomeo del Gallo, da settentrione beni di detta Cappellania.
Quali beni sono livellari di detta Compagnia di San Bartolomeo del Gallo e si rende oggi al Vescovo, staia 3 grano.

Fatto in Lucca in casa del notaio.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 1130)

1614 20 gennaio
Jacobo fu Giuseppe Davini di Antraccoli per sé quanto in nome di Stefano suo figlio e suo procuratore come per instrumento rogato per mano di Tranquillo Pissini (Tranquillo Pizzuti) il 1 gennaio 1614 notaio di Urbe, livellario e enfiteuta dell’Ospedale di San Luca della Misericordia per l’annuo canone di staia 6 e ¾ grano e salme una di vino e come da instrumento rogato per mano dell’egregio ….. (manca nell’atto) sotto il suo tempo,
cede e vende a
Paulino fu Michele di Giuseppe Davini di Antraccoli presente e accettante per sé e per Simone suo fratello, entrambi già compresi in detto livello,
l’utile dominio su un pezzo di terra campia con alberi e viti sopra sé e una casa murata, solariata e tetto, costruita dai suoi antenati, posta in comune di San Michele di Antraccoli loco detto in Chiazzo Spinatico confina a meridione lo Spettabile Tomeo Guinigi, a oriente detto Ospedale che tiene detto Paulino e fratelli, a occidente terra che tiene Frediano di Giovanni Davini di Antraccoli dalla chiesa di San Bartolomeo in Corte del Gallo e a settentrione Altopascio, ovvero ospedale di Altopascio che tiene Giovanni di Francesco Pelli di Antraccole.
Per scudi 35.
Fa da fideiussore Antonio fu Francesco Davini di Antraccole.
Fatto in Lucca in contrada Santa Maria Foris Portam loco detto alla Nontiata, confina da un lato via pubblica, da altra via vicinale da altra egregio Ser Orazio Pagnini, presenti Matteo fu Domenico alias Mencho di Biagio Davini ovvero Franceschi di Antraccoli e Lazzaro fu Paulino Lazzarini di Lucca fornaio.
(Allegato anche l’atto di procura del notaio di Roma)
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 860, carta 51)

1625 4 marzo
Bastiano e Leonardo fu Giovanni Fanucchi di Antraccoli
confessano a
Orazio e Pasquino Poli di Monte San Quirico abitante a Lucca carrozzerio dell’Illustrissimo domino Benedetto de Bonvisi
di essere legittimi debitori di scudi 13 e mezzo per residuo di scudi 16 e mezzo, per prezzo di un cavallo pilamino Carfagnini di età di anni 3 o 4 circa, con basto e cavezza, era stato venduto a sacco d’ossi, promettendo di difenderlo e mantenerlo.
Antonio fu Ginese Davini di Antraccoli, fa da fideiussore.
Fatto in Lucca in casa del notaio, presenti Francesco fu Luigi Lombardi di Pulia e Lorenzo di Pompeo di PadreDio di contrada San Colombano.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 871, carta 94)

1662 1 luglio
Marco di Antonio Davini di Ant confessa a Frediano fu battista Quilici di Arancio di esser debitore di scudi 12 per la vendita di un vitello.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Gasparo Schiatta, Vol. 2480, carta 82)

1684 26 gennaio
Francesco del fu Giuliano Mazzoni della Pieve San Paolo per sé e per suo figlio Andrea loca a
Vincenzo fu Domenico Davini di Antraccoli
un pezzo di terra campia posto in comune di Antraccoli loco detto alla Strada confina da levante per biscocca terre dell’Opera della Chiesa di San Michele pertiche 43, da mezzogiorno la strada pubblica e parte terre della chiesa di San Quirico all’Olivo pertiche 20, da settentrione già chiasso … e al presente strada pubblica. A rendere staia 33 di grano.
Con patto che sia tenuto ed obbligato detto conducente fare un filare di gelsi indetti beni da cima a fondo, mentre però gli alberi li siano dati e comprati da detto Andrea e ciò entro i primi tre anni.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Domenico Saladini, Vol. 7693, carta 393)

MESTIERI

I Davini, come la maggior parte della popolazione erano principalmente contadini, nei vari secoli della loro storia, solo sporadicamente emerge qualche altro mestiere.
Il primo a distinguersi fu Antonio di Francesco Davini nato nel 1567 ed era Tessandoro.

Antonio di Giovanni Maria nato nel 1802 che abitava con la famiglia “a Cecconi” era bottegaio, non sono riuscita a capire cosa vendesse ma anche uno dei suoi figli, Giovanni, figurava come negoziante e in corte Cecconi in una delle abitazioni che davano sulla via Romana c’era una bottega.
Il fratello di Giovanni, Casimiro era invece un vetturale, ovvero colui che trasportava la merce per mezzo di un carro o baroccio (un corriere d’altri tempi!)

Anche per i Davini come in altre famiglie, ci furono dei militari, il primo fu il Sergente Antonio di Marco Davini (della famiglia dei Beltempo), anche il figlio Jacopino divenne Sergente.
Francesco Maria di Frediano Davini nato nel 1710 divenne Capitano.

Paolino di Giovanni Davini nato nel 1654 divenne Cancelliere della comunità, ugualmente anche suo figlio Bartolomeo

Giuseppe di Paulino Davini nato nel 1762 era legnaiolo, suo figlio Paolino era un barrocciaio, quindi penso che abbia imparato il mestiere dal padre.

Nei secoli ci furono anche alcuni sacerdoti:
Giuseppe Luigi di Andrea Davini nato nel 1762 era Reverendo, non sono riuscita a capire a quale chiesa fosse stato affidato.
Gabriello di Paulino Davini nato nel 1772 divenne reverendo alla Cappella di Matraia dove rimase fino alla morte.
Alessandro Luigi di Gabriello Davini nato nel 1825, Reverendo di Bozzano Massarosa dove morì nel 1900; suo fratello Dionisio di Gabriello Davini nato nel 1837 divenne Sacerdote.

Tempi recenti, i mestieri dei Davini più vicini a noi erano:

Achille di Giovanni Davini nato nel 1876 era falegname, due sue figlie ovvero, Iolanda Maria era materassaia e la sorella Bruna Mary era una lattoniera.

Assunta di Antonio Davini nata nel 1900 era una torcitrice di cotone
Nella di Carlo Davini nata nel 1901 era tabaccaia.
Rena Davini nata nel 1918 era una maestra.

Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca

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