Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca
La Famiglia dei GUIDI
CHI ERANO
La famiglia Guidi è la più complessa di tutto il paese. E’ stata ed è anche la più longeva e ramificata di tutte le altre. Proprio a causa di questa ramificazione il racconto della sua storia è molto complesso.
Il principio di questa famiglia è nel 1200 inoltrato, Jacopo figlio di Abbracciabene era morto già prima del 1323, i suoi figli Lomoro e Nuccio erano ad Antraccoli e agivano nei primi atti notarili della comunità a cavallo del 1200/1300.
Nel giuramento del 1331 giurarono Nuccio di Jacopo e Coluccio suo figlio.
Nell’estimo completo del 1333 la famiglia di Jacopo aveva in affitto molte terre ma non è chiaro in che zona di paese abitassero.
Arriviamo al 1353 con le cerche del grano, la futura famiglia Guidi dichiarava le seguenti granaglie:
Luporo di Coluccio bocche 3
staia 20 grano, 12 di farro, 6 di farina di grano, 36 di miglio e 1 saggina
Luporino di Lomoro bocche 5
staia 30 grano, 70 di miglio, 24 di farro, 4 di farina di grano, 2 di orzo, 1 di
segale e 1 di saggina.
Nell’estimo del 1367 le due famiglie di Luporo e di Luporino erano stimati 9 soldi e 6 denari, il valore più alto di tutti gli altri abitanti del tempo.
Nel 1390 ci fu una bella donazione da parte di Biagio di Lomoro che per devozione decise di fondare un Altare all’interno della chiesa di Antraccoli. L’altare è quello della Madonna della Stella. A quel tempo per fondare un altare andava dotato di beni per potergli garantire una sussistenza. Per questo Biagio e i suoi successori dovettero acquistare dei terreni da donare all’Altare. Nell’estimo del 1519 le terre dell’altare di Santa Maria di Antraccoli aveva molti terreni che poi anche altri abitanti avevano lasciato in eredità per la redenzione delle loro anime.
La cosa particolare di questo Altare è l’affresco che dovrebbe essere originale degli anni della fondazione. L’affresco è stato rinvenuto in maniera fortuita negli anni 2000 e raffigura la Madonna in trono con il Bambino in braccio e ai lati due angeli. Per quanto riguarda i Guidi in questo affresco troviamo la prima immagine di un antenato dei Guidi. Se si osserva in basso a sinistra si noterà una sinopia di una testina di uomo. Il parere degli studiosi dell’arte è che le raffigurazioni di questo tipo fossero del committente che desiderava lasciare la sua impronta per prestigio e in ricordo del suo dono. Questa piccola testolina allora deve raffigurare proprio Biagio di Lomoro.
14 luglio 1390 Testamento di Biagio di Lomoro.
Biagio del fu Lomoro di Abbracciabene del comune di S. Michele di Antraccoli pieve di Lunata, sano di mente per grazia di Dio e parlando bene, vista l’umana fragilità e non volendo morire senza aver fatto testamento, per prima cosa vuole
che il suo corpo venga seppellito nella chiesa di S. Michele di Antraccoli. Per la salvezza della sua anima commissiona a Luporino suo fratello e figlio del fu Lomoro e Lomoro figlio di detto Luporino di erigere un altare nella chiesa di
S. Michele di Antraccole sotto il nome di Santa Maria.
Chiede che siano celebrate a detto altare 10 messe.
Lascia a donna Marchesuccia sua moglie l’usufrutto di tutti i suoi beni purchè resti vedova.
Lascia a detta donna Marchesuccia panni lani e lini che sono di essa donna.
Lascia a detta donna Marchesuccia i suoi beni che ha in casa.
Per tutti gli altri suoi beni mobili e immobili nomina suo erede universale il suddetto Lomoro suo nipote e figlio del suddetto Luporino.
(A.S.Lu., Notai prima parte, Turchi Ser Jacopo, vol. 230, c. 130t.)
Anno 1390 giorno 14 mese luglio
1391 Il capitolo dell’ospedale di San Luca della Misericordia di Lucca dà e concede una terra di detto ospedale che è un campo con alberi e viti posto in detto comune di Antraccoli in loco detto villa di spinatico, al diletto figlio Biagio di
Lomoro di Antraccoli per poter fondare un altare all’interno della chiesa parrocchiale di S. Michele di Antraccoli dedicato a Santa Maria Vergine.
Arrivati all’estimo del 1412, completo e dettagliato con i componenti di tutte
le famiglie per i Guidi c’erano:
Coluccino di Vannuccoro di 68 anni
Bartolomea la moglie di 58 anni
Guido il figlio di 30 anni
Lucia moglie di Guido di 27 anni
Mattea figlia di Guido di 5 anni
Benedetto figlio di Guido di 3 anni e mezzo
Dinisia figlia di Guido di 1 anno.
Giovanni figlio di Coluccino di Vannuccoro di 20 anni.
Nanni di Coluccino di 22 anni
Margarita moglie di Nanni di 16 anni
Francisca la figlia di 10 mesi.
Questo Guido nato nel 1382 è colui dal quale prese origine il cognome. In questo anno abitavano in una capanna con pozzo e forno in zona corte Morganti, la terra era di proprietà della chiesa di San Salvatore in Mustolio.
In un atto del 1414 Coluccino di Vannuccoro col figlio Nanni, confessano di aver ricevuto in nome di dote di Domenica figlia di Antonio di Puccio una dote di 40 fiorini. Era una dote davvero cospicua.
Negli anni successivi Guido era chiamato anche Guidone, tre suoi figli, Leonardo,
Domenico e Giovanni, nel 1472 presero in affitto una casa a Lucca in contrada San Quirico all’Olivo. Paolino un figlio di Leonardo, si trasferì infatti in Città ed andò ad abitare in contrada Santa Maria Forisportam, da lui un ramo dei “D’Antraccoli” iniziò alla fine del 1400, non prese il cognome Guidi.
(A.S.Lu., Notai prima parte, Vellutelli Ser Nicolao, vol. 668, c. 197.)
Agli inizi del 1500, alcuni dei Guidi lavoravano ed abitavano in “città” ed esercitavano il mestiere di tessitori, nel 1515 Bartolomeo fu Domenico del fu Guido dette suo figlio Bartolomeo che ha meno di 15 anni, “a bottega” a
Agostino Manfredi di Camaiore che è un tessitore di drappi a Lucca. Gli affida il figlio per 5 anni per imparare il mestiere.
(A.S.Lu., Notai prima parte, Carli Ser Jacopo, vol. 1761, c. 29v.)
Nell’estimo delle “robe” del 1529 i Guidi erano divisi in tre famiglie ed avevano:
Pietro di Michele Guidi, Birno Guidi figlio di Michele che era morto
3 letti 2 con coltre dal valore di fiorini 30
Mobilia di casa dal valore di fiorini 6
Panni lani e lini dal valore di fiorini 12
Una cavalla rossa dal valore di fiorini 3
Uno carro dal valore di fiorini 16
Una capanna piccola dal valore di fiorini 8
14 botti di soma 60 e tini 4 di some 46 dal valore di fiorini 20
Domenico di Bartolomeo Guidi
Uno letto tristo dal valore di fiorini 3
Mobilia di casa dal valore di fiorini 2
3 botti di soma 10 e 1 tino di 8 dal valore di fiorini 3
Paulino Guidi
Uno letto con coltre dal valore di fiorini 10
Mobilia di casa dal valore di fiorini 4
3 botti di soma 9 e 1 tino di 20 dal valore di fiorini 4
Miglioramento di uno casalino piccolo dal valore di fiorini 15
Panni lani e lini dal valore di fiorini 4
26 gennaio 1582 Bartolomeo di Luca Guidi di Antraccoli abitante a Lucca paga a Paolo di Michele Garbocci di Antraccoli abitante in comune di Vallebuia 10 scudi d’oro.
Con patto che in caso che esso Bartolomeo non giochi più a qualsivoglia gioco come promesso.
(A.S.Lu., Notai prima parte, Parpaglioni Ser Lorenzo, vol. 3894, c. 14.)
Nel primo libro degli Stati delle Anime del 1589 le famiglie dei Guidi erano
le seguenti:
Queste prime due famiglie abitavano “ai Guidi”
Bartolomeo di Luca
Angela madre di Bartolomeo
Mattea molie di Bartolomeo
i figli: Vincenti, Frediano, Zabetta (poi maritata), Luca e Giovanni
Zabetta moglie di Giovanni
i figli: Giovanni, Zabetta e Filippo
Domenico di Luca
Caterina la moglie
i figli: Caterina, Margarita e Matteo
La famiglia di seguito abitava verso i “Giovannini”
Agostino di Giovanni
Anna la moglie
i figli: Michele, Camilla e Zabetta
Pasquina vedova di Salvatore di Giovanni
i figli: Angela gemella con Orietta, Maria, Salvatore e Caterina
Le famiglie di seguito abitavano ai “Morganti o Mennetti”
Giovanni di Andrea
Maria madre di Giovanni
Caterina moglie
Andrea il figlio
Vincenti fratello di Giovanni
Bettina sua moglie
i figli: Caterina e Giovanni
Domenico fratello di Giovanni
Lorenzo figlio di Domenico
Bartolomeo di Barzo
Betta la moglie
i figli: Angela, Giovanni, Frediano e Camilla
Domenico di Barzo
Felice la moglie
Menica la figlia
Le famiglie di seguito abitavano ai “Cucchi”
Carlo di Jacopo
Pasquina la moglie
le figlie: Lucrezia, Chiara e Lucia
Francesco di Jacopo
Pasquina la moglie
i figli: Pasquino e Domenico
Caterina vedova di Biagio
i figli: Camilla, Domenica, Domenico, Vincenti e Margherita
Matteo di Paulino
Angela sua madre
Bastiano fratello
Vincenti fratello
Jacopo fratello
Betta la nonna
Felice moglie di Matteo
Paulino suo figlio
Nel 1592 Guido fu Giovanni Guidi prende in affitto da un Fanucchi un pezzo di terra a Massarosa. Alcuni componenti della famiglia Guidi si trasferirono a Massarosa e questo è un atto che ne dimostra l’inizio degli affitti di terre.
12 settembre 1592 Bartolomeo alias Bertola olim Barso Guidi da una parte e Domenico suo fratello dall’altra vogliono procedere alla divisione dei loro beni.
Domenico soprascritto prese la metà verso levante divisa con detto Bartolomeo di una casa murata, solariata, e coperta di tegoli posta in comune di Antraccoli loco detto in chiasso Regoli.
La metà terminata di verso levante di un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune predetto in luogo detto in chiazzo Regoli.
La metà terminata verso levante di un altro pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune e luogo, se ne paga in tutto staia 18 di grano però ne devono pagare 9 staia per uno e conservarsi indenne l’uno dall’altro.
Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune loco detto alla via Romana Bartolomeo soprascritto prese l’altra metà della sopradetta casa verso ponente, l’altra metà verso ponente del sopradetto pezzo di terra.
Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo detto a Fiumicello livellaria di mastro Marcantonio 30.
E successivamente si procedè alla divisione dei mobili, arnesi e suppellettili.
(A.S.Lu., Notai seconda parte, Bondacca Ser Basilio, vol. 838, c. 821.)
23 settembre 1595 Leonardo alias Nardo di Francesco di altro Leonardo Geronimi di Colle di Compito e Francesco suo padre confessano a Donna Elisabetta figlia di Bartolomeo di Luca Guidi di Antraccoli e moglie del soprascritto Leonardo assente ma è presente il padre Bartolomeo alias Bertolla di Luca Guidi di aver ricevuto da Bertolla scudi 80 in nome di dote di detta Elisabetta.
(A.S.Lu., Notai seconda parte, Bondacca Ser Basilio, vol. 841, c. 1085t.)
21 novembre 1624 Illustrissimo Domino Pietrangelo dei Guinigi eredi universali del fu Francesco fu Bartolomeo dei Magrini di Lucca come da suo testamento rogato da me notaio dà e paga a donna Elisabetta figlia di Jacobo di Paulino Guidi di Antraccoli e moglie di Jacobo fu Cesare Martinelli di Antraccoli e detto Jacobo suo uomo presente e ricevente in solido, di scudi 10 d’oro per legato di detta donna Elisabetta fatto dal detto fu Francesco Magrini per le fanciulle da maritare tra quelle estratte dal bussolo in data 8 settembre 1619.
(A.S.Lu., Notai seconda parte, Bondacca Ser Basilio, vol. 870, c. 526.)
Era usanza per i nobili lasciare una quota della loro eredità a beneficio delle povere fanciulle del contado che non avevano la possibilità di procurarsi una dote, in questo caso era stata estratta Elisabetta figlia di Jacobo di Paulino Guidi.
Mercoledì 18 settembre 1822 ci fu una promessa di matrimonio tra Maddalena figlia di detto Giuseppe Franceschi nati e domiciliati alla Pieve San Paolo e Abramo del fu Francesco Guidi e Cipriano figlio di detto Abramo nati e domiciliati
a Antraccoli, agricoltori possidenti, procedono alla celebrazione di questo presente pubblico instrumento:
Cipriano Guidi e Maddalena Franceschi di loro libera e spontanea volontà si promettono scambievolmente di unirsi in matrimonio in faccia di Santa Madre Chiesa entro giorni 8 prossimi avvenire e dichiarano di volersi assoggettare come si assoggettano al regime dotale in separazione di beni, escludendo qualunque comunione.
In contemplazione di detto matrimonio il padre di Maddalena assegna a titolo di dote scudi 200 o lire 1500 di moneta di Lucca.
(A.S.Lu., Notai seconda parte, Marcucci Ser Pietro, vol. 10998, c. 284.)
11 febbraio 1851
Sono comparsi di fronte al notaio Giuseppe fu Gio Jacopo Guidi e Maria Luisa Guidi sua figlia ambedue domiciliati e dimoranti a Antraccoli possidenti e Vincenzo e Nicolao fratelli fra loro e figli del fu Andrea Pacini domiciliati e dimoranti
a Lunata possidenti, i quali con questo instrumento hanno convenuto come stabilirono e convengono nel modo seguente le clausole e patti civili del matrimonio proposto e convenuto fra detti Maria Luisa Guidi da una parte e Vincenzo Pacini dall’altra.
n 1 I futuri sposi ratificano la loro verbale promessa di unirsi in matrimonio e ciò effettuare secondo i riti di Santa Madre Chiesa entro il corrente mese.
n 2 In contemplazione di questo futuro matrimonio il detto Giuseppe Guidi per se costituisce ed assegna alla detta Maria Luisa Guidi sua figlia accettante a titolo di dote e di legittima una somma di franchini duecento pari a fiorentine
lire 1333, soldi 6 e denari 8.
n 3 In conto di questo costituto capitale disse il detto Giuseppe Guidi con consenso di detta sua figlia sposa, ai detti Vincenzo e Nicolao fratelli Pacini
dichiarano la somma ottenuta ecc ecc
Per pagare tutta la dote Giuseppe Guidi mette in pegno un pezzo di terra seminativa con alberi e viti e gelsi, posta nella sezione di Antraccoli loco detto “ai Guidi” di diretto dominio la parte livellaria perpetua del Reverendo Giuseppe del fu Luigi Romanini per l’annuo canone di staia 9 grano, cui confinano da due parti beni livellari di detto Guidi, da altra Strada Romana vecchia, da altra Vincenzo Guidi di misura di coltre 1.2 circa.
(A.S.Lu., Notai seconda parte, Corsi Ser Giuseppe.)
6 febbraio 1851 Zaverio del fu Domenico Antonio Romanini e Margherita Romanini sua figlia Giuseppe del fu Gio Jacopo Guidi e Francesco Guidi suo figlio che vive con detto suo padre e così sotto la patria potestà, tutti domiciliati e dimoranti a
Antraccoli.
Quali comparenti per tenore del presente pubblico instrumento, convengono nel modo seguente le clausole e patti civili del Matrimonio tra detti Margherita Romanini da una parte e Francesco Guidi dall’altra.
Fissa la dote in Francesini 160 pari a fiorentine lire 1066.13.4
(A.S.Lu., Notai seconda parte, Corsi Ser Giuseppe, c. 55.)
Controversie
17 giugno 1586 ci fu un arbitrato tra Geronimo di Nardino Guidi da una parte e Pellegrino e Augustino Guidi loro fratelli dall’altra. Per prima cosa venne condannato Geronimo a rinunciare alla sua quota a favore di Pellegrino e Augustino eredi del fu Bartolomeo loro fratello dei beni livellari in detto comune di Tempagnano in loco detto in Puleggiono.
Inoltre vennero liberati detti fratelli da ogni fatto che detto Geronimo ha compiuto, come ferite e botte nelle persone dei sopradetti fratelli, con dichiarazione che quanto sarà chiesto per la querela per dette ferite e percosse, come verrà deciso dal potestà di Lucca lo debbano pagare i detti Pellegrino e Agostino.
Anche in questo caso le liti finivano di fronte a un notaio, oltre che al Podestà di Lucca, per mitigarne le pene.
(A.S.Lu., Notai seconda parte, Bondacca Ser Basilio, vol. 832, c. 355.)
Aprile 1589
Chiaruccia di Carlo Guidi colpì con una pietra in fronte Felice moglie di Domenico di Bartolomeo Guidi di Antraccoli con effusione di sangue.
Altra lite, addirittura un omicidio, finita con una pace, 3 aprile 1589 Giovanni, Vincenzo e Domenico fratelli e figli del fu Andrea Guidi alias di Morgante fanno pace vera e non simulata con Vincenzo del fu Quirico Bertolucci a causa di un omicidio commesso per detto Vincenti il Sabato Santo in persona di Donna Caterina alias Tinuccia sorella di detto Vincenzo Bertolucci e moglie del detto Vincenzo Guidi.
Vincenzo aveva sparato con il suo archibugio sparò alla povera Tinuccia che morì.
(A.S.Lu., Podestà di Lucca, 6046N)
Il 6 maggio 1668 ci fu una questione tra Roggi e Guidi che approdò di fronteal Podestà di Lucca, queste le vicende.
Compare Agostino di Cesare Roggi che querelò diversi abitanti di Antraccoli ovvero: Jacopo di Gio Guidi, Michele, Agostino e Cesari fratelli di detto Jacopo, Nicolao di Domenico Guidi, Tomeo di Jacopo Fanucchi, Francesco e Jacopo figli di detto Tomeo, Domenico di Antonio Davini, Francesco di Ricardo Davini, Jacopo di Giuseppe Cataldi, Domenico di Giuseppe Toffanelli, Andrea e Bartolomeo fratelli di detto Domenico.
Spiega che la mattina di S. Croce (il 3 maggio)”trovandomi io fuori del portone della Chiesa di S. Michele d’Antraccoli nella via dinanzi al medesimo portone dove anco si trovava Lorenzo mio figlio, capitò ivi Jacopo di Gio Guidi al quale dissi che andasse a dar la pagaria di non offender me, con f.., era restato di fare, e che li havrei data ancor io, e questo era per certe parole erano seguite tra di noi a Lucca sabato predetto fece otto giorni, all’ora rispose detto Jacopo, che la pagaria l’haveva data, e che se non lo credevo c’andassi a vedere, al che risposi che vi ero stato il giorno avanti a veder se l’aveva data, e che havevo trovato non era vero ciò ch’egli diceva perché per verità non l’haveva data, soffense all’ora detto Jacopo che io li avevo domandato certo denaro ma che lui non mi doveva dar niente il che sentito da Lorenzo mio figlio che era ivi disse a detto Jacopo, sai bene che mi sono usciti dallo scarselino i denari sborzati per te, e voglio che tu me li dia e ciò li disse come sopra perché era vero, che detto Lorenzo aveva speso e sborsato per lui certo denaro per Occasione di sua lite, che agitavano insieme dinanzi all’Offizio della Grassia dove erano stati perquisiti esso Jacopo e io, pretendendo che havessimo macellato uni bove per uno senza pagar macello.
Allora detto Jacopo in mal modo disse che non li aveva da dar niente, e che non diceva la verità doppo di che essi Lorenzo, e Jacopo vennero inzieme alle mani e il medesimo Lorenzo ne toccò da detto Jacopo una sassata nelle reni e segui per allora altro perché furno spartiti e furono fatti ritirare in Corte nostra (che era la corte di fianco ai Biagini”) e poco doppo mentre si trovavamo io, detto Lorenzo, Davino altro mio figlio e Gio di Domenico Guidi mio genero in detta nostra corte capitarono ivi doppo essersi congregati insieme e fatto colloquio tra di loro, il suddetto Jacopo di Gio Guidi, con tutti gli altri da me sopra nominati e querelati, quali tutti erano armati di sassa e di pugnali, e con dette arme alla mano, dicendo tutti ad una voce “ammaziamoli ammazziamoli” ci vennero alla vita e ci tirorno delle sassate, in modo che Gio mio genero suddetto restò da una di quelle colpito e ferito in testa con sangue che non so da chi di loro fosse tirata perché piovevano le sassate da per
tutto per parte de suddetti Jacopo e compagni; e se non ci ritiravamo in casa ci ammazzavano del certo tutti. Faccio instanza si proceda contro i medesimi alle pene disposte con quello che commettereo simultaneamente, e che fanno quadriglia, e sassaiola come fecero li suddetti che che congregati e armati come sopra ci vennero per ammazzarci.
(A.S.Lu., Podestà di Lucca, Bastardello vol. 3141N.)
Agosto 1676
Rissa tra Guidi e Francesco di Francesco Pelli
Cesare Guidi testimonia (anni 65)
Un giorno della seconda domenica di agosto 1676 io mi trovavo in compagnia di Francesco di Cesare Guidi nel comune di Antraccoli e quando fummo vicini alla Chiesa di Antraccoli io lasciai il detto Francesco e me ne andai avanti e essendomi
allontanato di quattrocento passi in circa sentii un rumore e tornai un poco indietro per la strada e vidi che Francesco di Cesare Guidi suddetto con una spada alla mano e con un pugnale sfoderati era alla vita a Francesco Pelli il quale aveva un bastone alla mano che scagliò all’altro quando tornai indietro vidi che il detto Francesco di Cesare Guidi aveva la spada sfoderata e Francesco Pelli non aveva più il bastone e vidi che vennero Luca e Cesare fratelli di detto Francesco Guidi e altri tutti con spada e pugnale contro il detto Francesco Pelli, accorsero altre persone e furono divisi e detto Francesco Pelli era ferito in un braccio e vidi che gli usciva il sangue e sentii dire che era stato ferito con la spada dal detto Francesco di Cesare Guidi e sentii dire che Francesco Pelli aveva dato al Francesco Guidi una bastonata in un braccio e dalla quale bastonata
gli era caduto il pugnale in terra, il pugnale fu raccolto da Luca fratello di Francesco Guidi.
La rissa fu scatenata da discordie che si erano create dopo l’estrazione a camarlinghi e segretari della compagnia della Stella.
9 giugno 1677
Giovanni di Domenico Guidi di Antraccoli compare per dire che Matteo di Domenico Andreotti di Antraccoli, lunedì sera circa le 22, ferì in testa con effusione di sangue come io ho visto, con una forca di legno, una figlia piccola di Bernardo di Vincenzo Guidi in luogo detto Morganti, per causa che la trovava a tagliargli le spiglie in suoi campo. Testimoni Camilla di Vincenti Guidi e Menica di Domenico Guidi.
In detto campo restò ferito Bernardo sopra il ciglio dell’occhio con effusione di sangue dal detto Matteo Andreotti e Domenico e Giovanni suoi figli che Matteo gli diede con una Forca di legno anzi di ferro, Domenico con un pennato e Giovanni con una forca che avevano tali armi. Matteo fu ferito dal detto Bernardo in una mano tagliandoli e anche sopra l’occhio con vanghetto che detto Bernardo aveva. E dopo ferì anche Domenico in un braccio con effusione di sangue.
(190 A.S.Lu., Podestà di Lucca, Inquisizioni 6667S.)
27 Novembre 1677
Denuncia dagli ufficiali di Antraccoli alla presenza di Matteo di Domenico Andreotti, Domenico e Giovanni suoi figli e Bernardo di Vincenzo Guidi.
Detto Matteo e i suoi figli alla presenza di Bernardo un giorno del mese di Giugno il giorno di lunedì, in Antraccoli luogo detto a Casa de Casentini, armati detto Matteo di forca di legno con punte acuminate, detto Bernardo armato di vanghetto, sono arrivati all’alterco con uno e con altri e arrivarono alla rissa, altri armati di pennato di ferro, una forca di ferro. Due si ferirono in un braccio e uno venne ferito all’occhio destro, detto Matteo fu ferito alla mano destra.
(A.S.Lu., Podestà di Lucca, Inquisizione 6673.)
Testamenti
Leonardo di Guido fece il suo testamento nel 1479192 il 17 maggio, era sano di mente ma malato e infermo ordinò quindi di lasciare a Denisia, Matte e Angela sue figlie 12 fiorini ognuna per le loro doti.
Inoltre, siccome Leonardo si era sposato due volte ordina ai figli del primo matrimonio, che erano più grandi, di mantenere i loro fratelli minori che aveva avuto dal secondo matrimonio che erano ancora piccoli. Nomina quindi suoi eredi universali tutti i suoi figli maschi: Paulino, Guido, Lorenzo, Antonio, Giovanni e Jacobo.
(A.S.Lu., Notai prima parte, Berti Ser Buonaccorso, vol. 962, c. 253.)
Nel 1497 anche Paolino figlio di Leonardo di Guido fa il suo testamento. Era un testore di drappi e abitava a Lucca in San Micheletto anche detto Porta San Gervasio. Proprio per questo motivo chiede di essere sepolto nella chiesa di San
Francesco dove abitano i frati dell’ordine minore.
Lascia alla fabbrica di Santa Croce di Lucca lire 4. Rilascia alla moglie Maddalena la sua dote di 30 fiorini e nel caso in cui Maddalena resti vedova le concede di rimanere a vivere in casa coi figli e le figlie. Lascia come suo erede universale
il figlio Benedetto.
(A.S.Lu., Notai prima parte, Chiariti Ser Domenico, vol. 1725, c. 38.)
Nel 1549 testamento di Bartolomeo di altro Bartolomeo Guidi, questa volta siamo ad Antraccoli.
19 maggio 1549 Bartolomeo chiamato “Meucio” di Barsante Guidi di Antraccoli, sano di mente ma infermo in un letto dichiara le sue ultime volontà ovvero:
Per prima cosa, una volta che sarà morto, vuole che il suo corpo sia sepolto nel cimitero della chiesa di Antraccoli.
Lascia all’opera di Santa Croce di Lucca mezza libbra di cera lavorata.
Lascia scudi 8 d’oro a Donna Gianna sua moglie per sua dote.
Lascia detta donna Gianna l’usufrutto di tutti i suoi beni purché continui a vivere una vita onesta e da vedova.
Lascia la sua casa posta in comune di Antraccoli a sua figlia se dovesse rimanere vedova.
Lascia a Angela e Maddalena sue figlie scudi 50 d’oro per le loro doti se si mariteranno o entreranno in monastero.
Infine lascia tutti i suoi altri beni mobili e immobili a Luca suo fratello.
Da questo testamento si nota l’accortezza riguardo le donne che venivano salvaguardate in caso di morte del capofamiglia, in questo caso il Bartolomeo non doveva avere figli maschi vivi a cui lasciare il resto.
(A.S.Lu., Notai testamenti, Da Sesto Ser Rocco, vol. 72, c. 201.)
5 agosto 1593195 Caterina Parpaglioni, che aveva sposato un Guidi fa il suo testamento.
Caterina figlia del fu Paulo Parpaglioni di Lucca e vedova di Matteo di Paulino Guidi di Antraccoli sana di mente senso et intelletto, ferma a letto.
Vuole che il suo corpo venga sepolto nella chiesa dei Santi Giovanni e Reparata di Lucca.
Lascia all’ospedale di S. Luca della Misericordia di Lucca bolognini 10.
Disse di essere debitrice di 23 scudi a Bastiano di Bartolomeo Favilla di Tempagnano.
Dichiara di avere al monte di Pietà di Lucca lire 10.
Lascia alla figlia Lucrezia chiamata Crezia vedova Zucchi di Matraia, due gonnelle nere, due camicie non scollate, et un lenzuolo usato per scudi 2.
Lascia a Clara e Magdalena sorelle e figlie del fu Nardino suo figlio tutte le altre
robe e mobilie che ha.
Lascia a Francesca sua figlia moglie di Michele Angeli di Piero di Nello scudi 2.
Nomina suoi eredi universali: Clara e Magdalena soprascritte.
La donna doveva avere un certo benessere in quanto già abitava in città e fa il
suo testamento per salvaguardare le figlie femmine.
6 settembre 1600196 altro testamento di Bartolomeo alias Bertolla del fu Luca
Guidi sano di mente e intelletto fa questo suo testamento. Per prima cosa quando
morirà consegnando la sua anima a Dio Onnipotente e alla Gloriosissima
Vergine Maria e alla cura Celeste e vuole che il suo corpo venga sepolto nella
chiesa di San Michele di Antraccoli col funerale nel modo e nella forma che i
suoi eredi vorranno.
Lascia all’ospedale della Misericordia di Lucca mezzo scudo d’oro.
Lascia a Giovanni suo figlio 60 scudi d’oro del residuo di 80 scudi della dote di
donna Bettina moglie di Giovanni e figlia di Matteo Andreotti di Antraccoli.
Lascia a Luca altro suo figlio 33 scudi d’oro per residuo di 50 scudi per dote di
Maria moglie di Luca e figlia di Cesare Pelli che il detto testatore ricevette per
le spese di detta Maria.
Confessa di aver ricevuto e recepito per donna Mattea moglie di detto testatore
e figlia di Lorenzo alias Lencio Romani di Tempagnano di Lunata, 40 scudi
d’oro per dote, inoltre alla moglie Mattea lascia in usufrutto tutto quello che
possiede, in cambio detta Mattea farà dire per la redenzione dell’anima di detto
testatore messe in Chiesa di San Michele di Antraccoli ogni anno nel giorno del
Beato Rocco.
Di tutti gli altri beni mobili e immobili di detto testatore nomina i suoi eredi
universali, Giovanni, Luca e Frediano figli di detto testatore e Giovanni figlio
minore di Vincenti altro figlio del testatore morto prima e quindi nipote del
testatore.
Chiede di spendere ogni anno 10 scudi per le messe per l’anima di detto testatore
da far dire ogni anno nella chiesa di San Michele di Antraccoli, per la festa
di San Rocco ogni anno a partire da dopo la morte della loro madre.
18 ottobre 1629197 Vincenzo di Andrea Guidi di Antraccoli abitante a Lucca
sano per grazia di Dio di mente senso e intelletto se bene di corpo infermo e
giacente nel letto, non volendo quando piacerà a Dio tirarlo a sé senza aver
fatto testamento e disposto dei suoi beni temporali datoli dal medesimo Dio,
per il presente suo nuncupativo testamento quale si dice senza scritti, dispose e
ordinò come appresso cioè:
Il suo corpo vuole sia seppellito nella chiesa di San Michele di Antraccoli accompagnato
dalla Compagnia di Santa Maria della Stella di Antraccoli.
Lascia all’Ospedale della Misericordia di Lucca bolognini 25 per una volta
solamente.
Dichiara aver avuto e ricevuto per dote di Maria Felice sia legittima moglie e
figliuola di Matteo Casentini, scudi 50 quali vuole che li siano restituiti caso
che li vogli e in caso che non li vogli o in caso che detti suoi figliuoli non li
abbino, vuole che li medesimi suoi figliuoli siano obbligati darli ogni anno due
saccha di grano e 4 some di vino e se pure nel distribuissero niente di meno esso
testatore vuole che li detti suoi figliuoli siano obbligati dare alla detta Felice sua
moglie, ogni anno durante la sua vita naturale un sacco di grano e due some di
vino e che la medesima Felice paghi la gabella del vino e così del grano.
Disse aver riscosso scudi 100 come tutore di Lorenzo figliuolo minore di Niccolò
da Gioviano? nato in Lucca ma dice di averlo allevato, mandato a scuola,
fattoli imparare l’arte del sarto, fattoli le spese del vitto e vestito per lo spazio di
anni 15 incirca, e ha pagato per farlo imparare tale arte da 6 mesi incirca bolognini
30 il mese, e per avanti per due anni sono scudi il mese per esso testatore.
Lascia a Felice sua moglie tutti mobili, arnesi e suppellettili che si ritroveranno
nella casa di esso testatore in Lucca nel tempo della sua morte, eccetto
due bilance.
Lascia a Camilla sua figliuola scudi 50 per le sue doti.
Delli altri tutti suoi beni tanto stabili che mobili, denari, azioni, ragioni e di
ogni altra cosa a esso testatore spettante e pertinenti, vuole che fossero Giovanni
e Nicolao suoi figliuoli legittimi e naturali.
5 aprile 1630198 fa il suo testamento Zabetta figliola di Luca di Bartolomeo
Guidi e vedova di Giulio di Bernardo Castiglioni dall’Arancio abitante a Antraccoli
sana mente, senso e intelletto benché inferma di corpo e giacente in
letto, fa questo suo testamento delle robbe beni, e ordinò come appresso:
Il suo corpo vuole che si seppellisca nella chiesa di S. Michele d’Antraccoli.
Lasciò all’Ospedale di S. Luca della Misericordia di Lucca bolognini 10 per
una volta.
Lasciò a Maria Pasqua e Angelina sue, e di detto già Giulio figliole, quello che
gli spetterà di legittima. Nomina suo erede universale Luca predetto suo padre
al quale volse che vada tutta la sua eredità.
Dichiarando che in casa di detto suo marito ha la sua camera con molti suoi
panni, e robbe e in particolare, un filaticcio, un paio di maniche di damasco
turchino, un grembiale d’ermellino parte turchino, un paio di maniche verdi
di panno, pezze buone, tovagliorini da mano e da collo, un grembiale di
saia turchino, due guarnelli bambacini neri in vecchi e uno nuovo, un imbusto
buono.
29 agosto 1630199 fa il suo testamento Salvatore fu Salvatore dei Guidi sano per
grazia di Dio di mente, senso e intelletto anche se con corpo infermo. Parlando
articolatamente e bene fa questo suo ultimo nuncupativo testamento che fece
dispose e ordinò che il suo corpo vuole che sia seppellito in chiesa di Antraccoli.
Lascia all’ospedale San Luca della Misericordia di Lucca lire 20 per una
sola volta.
Confessa di avere recepito per dote di Pasquina sua moglie scudi 100.
Lascia a Angelina sua sorella moglie di Aloisio dei Pellegrini di Capannori scudi
5 per una volta sola.
Lascia a Nicolao olim Sanino dei Chifenti dell’Arancio scudi 10 pensando che
potrà aiutare la sua sorella Pasquina in quello che potrà.
Di tutti gli altri beni mobili, immobili nomina suo erede universale Pasquina
sua moglie figlia del detto Larini a cui vuole che vada tutta la sua eredità, con
obbligo alla detta di far celebrare per la salute della sua anima 4 messe l’anno
per tutto il resto della sua vita.
14 settembre 1630200 testamento di Agostino del fu Giovanni Guidi di
Antraccoli
Sano per grazia di Dio di mente corpo senso e intelletto non volendo decedere
senza testamento dispone così in prima cosa raccomanda la sua anima al Dio
Onnipotente, alla Beata Maria Vergine e alla corte celeste per la remissione dei
suoi peccati.
Il suo corpo vuole che venga sepolto nella Chiesa di Antraccoli con le esequie e
funerali che parranno ai suoi eredi.
Lascia all’ospedale della Misericordia di Lucca bolognini 15 per una volta
solamente.
Per tutti gli altri suoi beni mobili immobili crediti azioni vuole che il suo erede
debba essere Giovanni fu Giovanni del fu Guidi fratello germano del detto Agostino,
con gravezza al detto Giovanni di tenere in casa sua e presso di sé Anna moglie
e Camilla figliola di esso testatore e di darli le spese di vitto e vestito e di tutto
quello che li occorrerà come si fa di presente lavorando però loro di quello che
potranno, et esse si resta fare per utile della casa di detto Giovanni durante la
lor vita naturale.
Nel caso che detto Giovanni non tenesse presso di sé le dette donne e non ci
potessero stare perché non essendo da lui ben trattate vuole che detto erede li
consegni a godere durante la loro vita naturale il campo di esso testatore in loco
detto a Spinatico chiamato il campo della Solita ed di più un letto fornito, cioè
con saccone, matrassa, et capezzale, 2 para di lenzuola, dui panni da letto, 4
manipoli, 2 tovaglie, la botte ferrata, una padella, et un paioletto, et una succeda
all’altra et doppo la morte di tutte due torni ogni cosa al detto Giovanni
o alli suoi heredi.
Codicillo successivo
6 agosto 1633
Agostino del fu Giovanni Guidi vuole aggiungere alcune cose al suo testamento,
comandò ordina e vuole che uscisse fuori qualche voce cattiva tra Camilla
sua figlia vedova di Valentino Garbocci e Giovanni di Giovanni Guidi di Antraccoli
erede da esso instituito, nel caso fosse nato o nascesse questa voce cattiva,
vuole eliminare detto Gio da suo erede e intitolare come suoi eredi quelle
persone che succederebbero a detto testatore se fosse senza testamento.
22 maggio 1750201 fece il suo testamento il Magnifico Bartolomeo del già Vincenzo
Guidi di Antraccoli da molti anni in qua abitante a Lucca. Sano di mente,
senso, corpo ed intelletto fa questo su testamento.
Il suo corpo vuole, che sia portato in quella Chiesa Parrocchiale dove avverrà
la sua morte e vuole che il suo corpo venga portato privatamente e di notte in
detta chiesa per stare esposto la mattina seguente. Durante quella esposizione
vuole che siano fatte celebrare n. 30 messe piane di requiem e la messa cantata
per suffragio dell’Anima sua.
Inoltre vuole dai suoi figli ed eredi che facciano celebrare n. 30 altre messe
piane di requiem per suffragio dell’anima di Maria Caterina sua prima moglie.
Lascia allo spedale di S. Luca della Misericordia di Lucca lire una.
Lascia che dagli infrascritti suoi figli et eredi sia dato, e pagato a titolo di dote al
tempo della maritazione, o ingresso in qualche luogo pio di Maria Angela sua figlia amatissima, scudi 60 d’oro conforme con quanto ha dato a Maria Francesca
altra sua figlia, e che inoltre gli sia dato a detta Maria Angela e consegnato
la sua Cassa poi gli lascia il suo letto dove essa dorme fornito, e come si ritrova
presentemente, e più gli lascia due terze parti della biancheria, che al tempo
della morte di esso testatore si ritroverà essere in sua Casa, e lo specchio grande,
che pure ha in sua casa pregando la medesima a volerci ricordare Di lui nelle sue
orazioni nelle quali molto Confida.
In segno del buon affetto che ha sempre portato a Maria sua diletta consorte e
figlia del già Bartolomeo Pierotti alla medesima lega, e lascia scudi trenta d’oro
come sopra da darglieli, e pagarglieli con gli effetti della sua eredità dagli infrascritti
suoi eredi subito seguita la sua morte e più la sua cassa tal quale si ritrova
essere et avere appresso di sé e che la medesima non gli possa essere riveduta
da alcuno e più il suo letto fornito e l’altra terza parte della biancheria che si
ritroverà in casa di esso testatore al tempo della sua morte come detto volendo
convivere dipoi la morte di esso testatore, con la detta Maria Angela sua figlia
nubile, essa Maria sua moglie alle medesime lega, e lascia l’usufrutto di due
Filatori andanti, e non volendo stare assieme ne debbano godere, et usufruttare
uno per ciascheduna di loro cioè di quelli che sono ritti, et al presente andanti
e serventi.
a sua moglie e figlia vuole che seguita la sua morte alle medesime gli sia dato, e
assegnato dagli infrascritti suoi eredi gli mobili della cucina di esso testatore cioè
Paiolo, secchia, e ferramenti, con tutti i vasellami di terra, e legname, eccettuato
però lo stagno e l’altre cose di rame, e d’ottone, le quali devono rimanere affetti
nella sua eredità, e che gli sia dato in oltre una botte di tenuta di some tre per
ciascheduna di loro delle migliori e più n. 25 fiaschi voti per ciascheduna di loro
come così è mente, e volontà di detto testatore pregando ciascheduna di esse a
volersi ricordare di lui nelle loro orazioni.
Lascia in ricordo del buon servizio che gli ha prestato a Brigida di Gio Pieroni
sua serva e che spera sarà per prestarglielo sino alla sua morte che gli sia dato e
pagato scudi sei per una volta solamente oltre al suo salario, pregando la medesima
a volersi ricordare di lui nelle sue orazioni.
Nomina suoi eredi universali nominò, e nomina e vuole che siano lì Frediano e
Francesco suoi di figli amatissimi legittimi, e naturali.
19 marzo 1786202 fa il suo testamento Cesare fu Cesare Guidi.
Cesare fu Cesare Guidi sano per grazia di Dio di mente senso, e intelletto fa questo suo testamento. Vuole che il suo corpo divenuto cadavere sia trasportato
nella sua Chiesa Parrocchiale coll’associazione delle SS. Compagnia della Stella
in detto comune della quale esso testatore è confrate.
Lascia all’Ospedale di San Luca detto della Misericordia lire una solamente.
Comandò che dall’infrascritti suoi eredi siano fatte celebrare numero 30 messe
di requiem per suffragio dell’anima sua quali devon esser fatte celebrare entro
l’anno in cui seguirà la morte, cioè che siano compite per la festa di San Pietro
di detto anno.
Vuole, che per il corso di anni venti della morte il medesimo suo erede farà celebrare
numero 10 messe come sopra di requiem ciascun anno e di queste vuole
che ne sia compita la celebrazione per 4 alla festa di San Pietro da celebrarsi
all’altare Maggiore di detta Chiesa per il compimento di ciò da facoltà al curato
della Chiesa di San Michele.
Vuole che detto suo erede, e i suoi figli siano tenuti ad alimentare Maria Francesca
moglie di Domenico Antonio figlio di detto testatore col ritenerla appresso
di loro, e nel caso che questa venisse strapazzata da detto Domenico Antonio
e suoi figli, e che volesse andare ad abitare da pro se, siano tenuti darle la sua
dote et inoltre staia 6 di grano ogni anno, sperando, che detto suo figlio e nepoti
non si averanno a male di ciò.
In tutti gli altri per di esso testatore beni mobili, immobili, nomina suo erede
universale e vuole che sia Domenico Antonio suo figlio legittimo.
12 maggio 1792203 fa il suo testamento Michele del fu Domenico Guidi.
Michele del fu Domenico Guidi di Antraccoli abitante in Lucca sano per la
Dio grazia di mente corpo ed intellecto, benchè infermo di corpo e giacendo in
letto, dispone come appresso cioè:
Il suo corpo ridotto cadavere intende, vuole, che debba essere esposto nella
Chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo di Antraccoli, coll’invito di n° 6
sacerdoti, i quali nella mattina, in cui sarà esposto, debbano celebrare la Santa
Messa in suffragio dell’Anima sua, compresavi la Cantata, e dipoi vuole essere
seppellito nel deposito della Compagnia detta della Stella di Antraccoli.
Lascia al Venerabile Spedale di San Luca detto della Misericordia di Lucca
lire una.
Lascia al Magnifico Reverendo Spettabile Jacopo Bandoni di Marlia sacerdote
abitante in Lucca scudi dodici, il quale per detta somma debba celebrare n° 120
per l’anima di esso testatore al più presto che gli sarà possibile.
Lascia a Giovan Domenico e Giovan Maria fratelli e figli di Domenico Ansano
Guidi di Antraccoli suoi nipoti di fratello scudi 8 d’oro come sopra, per ciascheduno
di essi, per una volta solamente.
Lascia a Maria Angela moglie di Antonio Colombini lire 7 e soldi 10.
Lascia a Vittoria moglie di Matteo Di Bene lire 7 e soldi 10.
Lascia a Luigi del fu Michele Jacopetti di Tempagnano di Lunata abitante in
Lucca, lire 15 di piccioli, a titolo di carità.
Di tutti gli altri suoi beni nomina suoi eredi universali, e vuole che sieno Gio
Domenico e Gio Jacopo fratelli e figli del fu Giuseppe Guidi di Antraccoli.
22 ottobre 1799204 fa il suo testamento Giovan Battista del fu Francesco Guidi
di Antraccoli abitante in Lucca, dispone come segue per prima cosa:
Il suo corpo ridotto cadavere vuole che debba essere esposto nella Chiesa di sua
Parrocchia.
Per salute, e suffragio dell’anima sua detto testatore lascia lire una, di piccoli
al Valente Spedale di S. Luca detto della Misericordia di questa città di Lucca.
Di tutti i suoi beni nomina suo erede universale Caterina del fu Giovanni Bertolozzi
di Villa Basilica abitante in Lucca futura sposa di detto Guidi Testatore.
e qualora la detta Caterina contragga il Santo Matrimonio con detto testatore.
Segue il testamento anche di Caterina, era vedova di Sebastiano Lucchetti di
Pontetetto, lascia a suo figlio di primo letto Giovanni Lucchetti scudi 100 d’oro,
dopo anche lei lascia tutto al futuro marito.
Soprannomi
Come ho detto all’inizio i Guidi furono e sono la più grande famiglia di Antraccoli.
Nei secoli hanno abitato molte zone e di conseguenza molte zone hanno
preso i loro “soprannomi”. Per quanto penso di capire, i soprannomi erano
inevitabili per distinguere le varie famiglie con lo stesso cognome.
I primi Guidi che ebbero un nomignolo erano soltanto storpiature del nome
di battesimo, come nel caso di Bartolomeo Guidi nato verso il 1460 che era
conosciuto da tutti come Barzo, ma anche Bracco o Meucio.
Il primo in ordine di tempo ad acquistare un soprannome fu Andrea di Jacopo
Guidi nato agli inizi del 1500 che venne soprannominato Morgante. Da
lui i Morganti che abitarono la corte Morganti (oggi Mennetti) ma uno dei
figli di Andrea, ovvero Domenico Guidi venne soprannominato Moscone, i
figli di Domenico, altro Domenico chiamato Morgante mentre Michele venne chiamato Cavicchio. I nipoti di Michele “Cavicchio” vennero soprannominati
tutti “Cavicchio” comprese Maria e Pasqua chiamate “le Cavicchie”, i Cavicchi
arrivarono fino a Francesco Guidi detto “Cavicchio” nato nel 1799 e morto
nel 1862.
Un nipote di Andrea “Morgante” venne soprannominato “Pilato” e sua figlia
“la Pilata”.
Il figlio di “Moscone”, Domenico venne soprannominato “il Sordo”, da lui che
essendo morto a quasi 90 anni forse era sordo per davvero, vennero soprannominati
“Sordo” anche il figlio Domenico, il nipote e addirittura il pronipote.
Da loro che abitavano al Sanprospero, prese il nome anche la Corte chiamata
anche “al Sordo”.
Biagio di Vincenti Guidi nato agli inizi del 1600 era soprannominato “Ferro”,
non è chiaro se fosse un fabbro.
Michele di Giovanni Guidi nato all’incirca nel 1628 era soprannominato
“Pecorino” in seguito anche il figlio Giovanni, il nipote Davino, il pronipote
Domenico tutti “Pecorino”, per poi invece i figli di quest’ultimo Domenico
prendere come soprannome “Ciri”, Giacinto, Gabriello, Luigi e Francesco tutti
chiamati “Ciri”, da loro la corte Ghelli per un breve periodo venne chiamata
“Ai Ciri”.
Domenico di Matteo Guidi nato nel 1628 fu soprannominato “Mengano”, da
lui poi anche il nipote sempre Domenico e i due pronipoti Matteo e Domenico
tutti “Mengano”, da loro non prese nome nessuna zona.
Luigi Giuseppe di Domenico Guidi era soprannominato “Cucco” anche il cugino
Domenico era “Cucco” ma anche “Memoro” e il nipote di Luigi “Cucco” da
questi Cucchi prese il nome la corte Cucchi.
Jacopo Guidi nato nel 1697 venne soprannominato “Centone” e un suo nipote
sempre Jacopo, venne soprannominato “il rosso di Centone” probabilmente per
il colore dei capelli.
L’albero genealogico della famiglia Guidi, dalle origini ad oggi, è composto da
oltre 1600 persone, l’albero genealogico è quindi impossibile da pubblicare.
La cosa interessante è che dal 1799 ad oggi sono nati tra i Guidi 10 coppie di
figli gemelli, 5 coppie di bambine, 2 coppie di bambini e 3 coppie di bambino
e bambina.
Monsignor Pietro Guidi
Riguardo la famiglia Guidi non si può non dedicare un pensiero alla figura di
Monsignor Pietro Guidi, oltre al ruolo come Monsignore, studioso preparatissimo sulla storia di Lucca che ha fornito, coi suoi libri, contenuti di estrema
importanza per lo studio delle generazioni future. Lo voglio ricordare come
veniva celebrato ad Antraccoli il 1 ottobre 1970 tramite la stampa di un libretto
in suo onore.
“La parrocchia di Antraccoli è orgogliosa di aver avuto, nella sua storia lunga
e interessante, un figlio di grande personalità, uno studioso metodico e critico
ricercatissimo, che per un trentennio fu Vice Prefetto dell’Archivio Vaticano:
Mons. Pietro Guidi.
Egli nacque ad Antraccoli da Francesco e Margherita Romanini il 22 gennaio
1872. Nato in una famiglia molto religiosa, aveva infatti un fratello maggiore,
Giuseppe, Pievano di Torre, uno zio, Can. Antonio, Amministratore della
Mensa Arcivescovile e un pro zio Don Francesco chiamato “il pretino santo”,
fin dalla fanciullezza mostrò inclinazione per lo stato ecclesiastico. Entrato nel
Seminario si distinse per l’intelligenza e la bontà, aiutato da uomini di grande
valore culturale e morale.
Fu ordinato sacerdote il 22 settembre 1894 e Mons. Ghilardi, allora Arcivescovo
di Lucca, lo inviò a Roma per frequentare i corsi accademici di Teologia e Diritto
Canonico. Dopo quattro anni ritornò a Lucca e gli fu affidato l’insegnamento
di Storia Ecclesiastica. Molti dei suoi discepoli ricordano con ammirazione le
sue elaborate e geniali lezioni. Nello stesso tempo egli si dedicava con grande
trasporto alle ricerche archivistiche. Nel 1900 fu nominato secondo Cancelliere
della Curia Arcivescovile e nel 1901 fu chiamato alla direzione dei maggiori
Archivi Ecclesiastici. Questa carica gli permise di compiere una più vasta
azione di ricerche e di studi personali e dare una maggiore organizzazione agli
Archivi. Spesso il suo lavoro si prolungava a dodici, quattordici ore giornaliere.
[…] Fu pregato ripetutamente dal Card. Lorenzelli di accettare la nomina a
Vescovo Ausiliare di Lucca, ma egli respinse sempre tali insistenze. Lo spirito di
profonda modestia ed umiltà è uno dei tratti più caratteristici della sua personalità.
Dopo una polemica giornalistica col prof. Roberto Davidsohn, annunziò un importante lavoro: “Il Regesto del Capitolo di Lucca” che è il primo lavoro
di grande mole pubblicato dal Guidi e l’unico mezzo di consultazione oggi esistente
nel cospicuo fondo archivistico del Capitolo. […]
Sulla fine del 1920 Mons. Guidi fu nominato da Benedetto XV Viceprefetto
dell’Archivio Vaticano e prelato domestico di S.S.. Partendo per Roma egli si
allontanava materialmente da Lucca, ma non spiritualmente. Anche durante il
periodo romano della sua vita, il suo pensiero e il suo affetto restarono rivolti
alla sua città ed al suo paese. […] Gli anni seguenti segnavano un forzato arresto
nella sua attività culturale: l’infuriare della guerra, l’incalzare degli avvenimenti
politici, le molteplici preoccupazioni, costituivano un ambiente per nulla favorevole
alla produzione scientifica. Il 22 settembre 1944 festeggiò, per quanto gli
fu possibile, segretamente, il suo 50# di sacerdozio. Il S. Padre in quella occasione
gli inviava una magnifica lettera.
Morì nella Città del Vaticano dopo lunga e penosa malattia il 27 gennaio 1949.
Aveva 77 anni. La morte poté rapirlo ma non poté farlo dimenticare. Egli vive,
non solo nello Spirito, ma anche attraverso le opere a noi rimaste che ne tramanderanno
ai posteri memoria indelebile. […].”
Sulla sua casa natale fu posta anni fa una targa in sua memoria.
Mons. Pietro Guidi
ORIGINE DEL COGNOME
Per i Pelli la questione è un po' complicata, il primo Pelli è registrato nel 1496 in una carta dei renditori della chiesa di San Michele di Antraccoli chiamato proprio “Antonio Pelli o vero Cinachi” a intendere che lo conoscevano come Antonio Pelli, ma che derivava dalla famiglia dei Cinachi. Negli atti di battesimo della chiesa di San Giovanni a Lucca quando troviamo nel 1508 Giuseppe di Antonio Pelli di Antraccoli battezza il figlio Giovanni. Questo mi porta a pensare che il primo chiamato Pelli fosse proprio Antonio.
Il problema è sapere il motivo di tale “soprannome” perché non ho alcuna informazione a riguardo.
Per i Fanucchi la soluzione è abbastanza scontata, il cognome dei Fanucchi di adesso deriva proprio da quel Fanucco figlio di Giovanni di Cinacco che era nato nel 1380.


Via dei Fanucchi con a sinistra Maciano e a destra ai Barsocchini


DOVE ABITAVANO I FANUCCHI
L’ingresso ad Antraccoli deve essere avvenuto nella prima metà del 1400 e agli inizi del 1500 erano già stabili e stanziali in paese.
Nell’estimo del 1519 i Fanucchi abitavano in due capanne con pozzo e forno, la terra era del Monastero di San Giorgio nella zona che oggi è “Ai Fanucchi” e straordinariamente sono sempre stati in questa zona! Famiglia dopo famiglia secoli dopo secoli.
Il dubbio che ho è se le prime case fossero quelle dell’attuale Corte Fanucchi o le case di Maciano.
Nell’estimo del 1766 i Fanucchi stanno ancora tutti in luogo detto “Ai Fanucchi” e sono livellari del Capitolo di San Michele di Lucca.
Nelle mappe Borboniche di inizi 1800, la parte finale del chiasso Spinatico (oggi via dei Paladini) era chiamata via dei Fanucchi.
(As.Lu., Estimi, vol. 208 e 215)




DOVE ABITAVANO I PELLI
L’ingresso ad Antraccoli deve essere avvenuto nella prima metà del 1400 e agli inizi del 1500 erano già stabili e stanziali in paese.
Nell’estimo del 1519 i Pelli abitavano già “ai Pelli” come oggi ma una famiglia si era stabilità in cima al paese, dove oggi è corte Puccio.
Anche qui siamo di fronte a due delle famiglie più longeve del paese.
La famiglia ai Pelli era quella di Antonio Pelli (che doveva essere vivo nel 1519 ma già deceduto nel 1520) la casa era così descritta: una casa murata, solariata e coperta di tegoli, con forno pozzo e aia. La casa e la terra erano della chiesa di San Quirico all’Olivo di Lucca.
Nel 1547 Paolino e Marco figli di Nicolao Pelli si dividono le proprietà, tra cui la casa per evitare liti; da qui si capisce che il gruppo di case era già più grande del 1519 e si era ampliato verso est, in questo anno i due fratelli si dividono la casa.
La famiglia Pelli dell’inizio del paese, che abitava nell’attuale zona di corte Puccio era la famiglia di Battista del fu Francesco Pelli e abitavano in una casa murata, solariata e coperta di tegoli, con portico posto a meridione e con solaio, e solita a parte oriente, con forno, pozzo e aia; la terra e la casa erano del Mastro Felice di Sillico. La famiglia di Francesco purtroppo si estinguerà verso la fine del 1600.
La famiglia di Antonio invece ha continuato ad abitare la corte Pelli fino ad oggi.
Alla fine del secolo, nel 1693 fu ultimata la costruzione (o più probabile l’ampliamento) dell’abitazione di Marco in corte Pelli, come si può leggere ancora oggi nella data dipinta sulla facciata della casa di Maria Pelli. Ho nominato poco sopra, il fratello di Marco Pelli, Sebastiano, chiamato anche
Bastiano; dal testamento di Marco si capisce che lo stesso Marco aveva acquistato parte di casa dal fratello Sebastiano, questo probabilmente perché nel 1739 Bastiano si trasferisce con la famiglia al di là della Via Romana, o come conosciamo noi “ai Giovannini” la casa era già stata costruita presumibilmente già dagli inizi del 1500, il casamento è stato dei Pelli fino ai tempi recenti.
CRONACHE DELLA FAMIGLIA FANUCCHI
1504 nelle contabilità dell’estimo ci sono Domenico di Michele Fanucchi e Bernardino e Bastiano di Michele Fanucchi.
(As.Lu., Estimi, vol. 155)
1506 nelle contabilità dell’estimo ci sono Domenico di Michele Fanucchi che paga per estimo lire 1 e soldi 2
per la mobilia fiorini 3 soldi 3. Bernardino e Bastiano di Michele Fanucchi pagano per estimo lire 2 soldi 4
e per la mobilia fiorini 31 lire 1 soldi 11; c’è quindi una notevole differenza di “benessere” tra le due famiglie.
(As.Lu., Estimi, vol. 157, carta 94v)
1507 nella contabilità di estimo ci sono Menco (Domenico) Fanucchi e paga lire 1 e Bastiano Fanucchi paga lire 2 e soldi 2
(As.Lu., Estimi, vol. 159, carta 113)
1512 I Fanucchi prendono a livello dal Capitolo di San Michele casa e altri beni (GUARDARE ATTO)
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Michele Giannini, vol. 1529 o 1530, carta 343)
1515 Michele di Bastiano Fanucchi fa il suo testamento
(As.Lu., Notari Testamenti, Ser Filippo Checchi, vol. 52, carta 92)
1516 nella contabilità dell’estimo ci sono Giovanni Fanucchi e Bastiano di Michele Fanucchi
(As.Lu., Estimi, vol. 163, carta 362)
1517 18 settembre atto per livello della casa dal Capitolo di San Michele in Piazza
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Michele Giannini, vol. 1535, carta 343)
1517 nella contabilità dell’estimo ci sono: Giovanni Fanucchi che paga per estimo soldi 12 denari 6e per bargello soldi 3 e Bernardino di Michele Fanucchi che paga per estimo soldi 17 e per bargello soldi 6 denari 4.
(As.Lu., Estimi, vol. 164, carta 435)
1518 nella contabilità dell’estimo ci sono: Giovanni Fanucchi paga per estimo soldi 11 denari 6 e per bargello soldi 2 denari 4 e Bernardino di Michele Fanucchi che paga per estimo lire 1 e per bargello soldi 6 denari 8.
(As.Lu., Estimi, vol. 165, carta 353)
1520 Mastro Andrea di Bernardino Fanucchi muratore in Lucca
(As.Lu., Notari Testamenti, Ser Antonio Rinaldi, vol. 57, carta 355v)
1522 nella contabilità dell’estimo ci sono Bastiano di Michele Fanucchi e Quirico di Bastiano Fanucchi.
(As.Lu., Estimi, vol. 168, carta 361)
1528 8 agosto Maria di Giovanni Fanucchi viene battezzata in San Giovanni e Reparata a Lucca
(A.A.L., Battesimi San Giovanni, vol. 11)
1529 nell’estimo delle “Robe” ci sono:
Domenico Fanucchi
Uno letto sensa coltre fiorini 6
Mobilia di casa fiorini 2
1 tino 1 botte di some 20 fiorini 4
Meglioramento di una casa e
una capanna fiorini 10
Tot fiorini 22
Giovanni di Domenico Fanucchi
Uno letto e coltrone fiorini 10
Mobilia di casa fiorini 3
Una botte di some 18 fiorini 3
Megliorando di una casa fiorini 10
Tot fiorini 26
Lucha di Bernardino Fanucchi
Uno letto senza coltre fiorini 6
2 botti soma 6 fiorini 1
Mobilia di casa fiorini 2
Una capannetta fiorini 6
Tot fiorini 15
(As.Lu., Estimi, vol. 174)
1531 nella contabilità dell’estimo ci sono: Domenico Fanucchi che paga lire 3 soldi 10, Giovanni Fanucchi che paga lire 4 e soldi 15, Jacobo Fanucchi che paga lire 6 e Luca Fanucchi che paga lire 3.
(As.Lu., Estimi, vol. 176)
1532 Francesco di Andrea di Bernardino Fanucchi di Antraccoli ma abitante in San Michele in Foro, viene battezzato in San Giovanni e Reparata a Lucca.
(A.A.L., Battesimi San Giovanni, vol. 12)
1538 6 marzo l’Egregio Ser Santo di Giovanni di Mommio notaio pubblico di Lucca, non avendo ricevuto la quantità di aranci presenti sugli alberi in Pomario, ovvero in Giardino del detto Ser Santo posto in comune di Bozano che da una parte confina con via pubblica, da due parti beni di Michele di Poggio, doveva ricevere la consegna da Giovanni di Domenico Fanucchi di Antraccoli, Jacopo di Piero Favilla di Tempagnano e Giovanni di Barsante Guidi di Antraccoli.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Vincenzo Diversi, vol. 2617, carta 66)
1539 4 gennaio Mastro Andrea di Bernardino di Jacopo Fanucchi di Antraccoli confessa a Nardino di Giovanni Fanucchi di Antraccoli di essere legittimo debitore di Scudi 5 d’oro.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Coluccio Busdraghi, vol. 2174,2175, carta 2)
1542
15 aprile testamento di Michele detto Malasera di Bastiano Fanucchi macellaio in Lucca vuole che il suo corpo sia sepolto in chiesa di Santa Maria Forisportam,-.
Inoltre per la salute della sua anima lega e lascia all’opera del Volto Santo di Lucca una candela di cera del valore di bolognini 3.
Inoltre lascia a Donna Alessandra? figlia di Leonardo … del fu magistro Domenico Lottari sua moglie, usufruttuaria di tutti i suoi beni purchè continui a condurre una vita onesta e restare vedova, inoltre a manifestazione della verità confesso di avere ricevuto per dote di detta Alessandra? scudi 50.
Di tutti gli altri suoi beni mobili e immobili nomina suo erede universale Arcangelo suo figlio legittimo e naturale.
(As.Lu., Notari Testamenti, Ser Antonio Rinaldi, vol. 56, carta 146)
23 ottobre Nardino del fu Giovanni Fanucchi di Antraccoli dà a Nardo di Domenico Tofanelli di Antraccoli scudi 20 d'oro per mutuo.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Coluccio Busdraghi, vol. 2174,2175)
1543
4 giugno Luca di Bernardino Fanucchi di Ant. Loca a Stefano fu Quilico Fanucchi beni livellari.
5 giugno Stefano del fu Quilico Fanucchi di Antraccoli insieme ad Andrea di Bernardino Fanucchi locano a
Nardino di Giovanni Fanucchi di Antraccoli a condurre un pezzo di terra campia con alberi e viti posta nel soprascritto comune di Antraccoli, confina da un lato Giovanni ??? da altre due parti strada pubblica, misura quarra 3, a rendere ogni anno staia 6 di grano.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Coluccio Busdraghi, vol. 2174,2175, carta 607)
1544
22 dicembre Nardo di Giovanni Fanucchi paga a Francesco di Battista Pelli che agisce per sé e in nome del fratello Michele, scudi 9 d'oro per un prestito.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Coluccio Busdraghi, vol. 2174,2175)
1546 17 luglio Stefano di Quirico Fanucchi di Antraccole alias Fanucco confessa a mastro Andrea del fu Bernardino di Jacopo Fanucchi di Antraccole muratore di essere debitore di somma di lire 25 per una terra livellare del capitolo di San Michele in Foro in comune di Antraccoli per dote di Betta sorella di detto Stefano e moglie di Battista di Podensana che abita a Lucca.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2717, carta 131v)
1547 9 febbraio Domenico fu Alessandro Casentini di Antraccole livellario dell’opera della chiesa di San Michele di Antraccole loca a Luca di Bernardino Fanucchi di Antraccole presente e conducente un pezzo di terra prativa posto in comune di Santa Margherita loco detto in Molinansora a rendere staia 5 di grano nostrano buono e secco iniziando dall’agosto 1547.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2717, carta 32)
1548 31 ottobre
Piero fu Biagio Garbocci e Stefano suo figlio confessano a Luca fu Bernardino Fanucchi di esser debitore di scudi 10 per dote di Maddalena figlia del detto Luca e moglie.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Filippo Checchi, vol. 2259, carta 403)
1549 26 dicembre, questo testamento è importante perché ci fa capire che a circa un secolo dal trasferimento da Tassignano a Antraccoli, la famiglia Fanucchi era ancora legata in qualche modo alla famiglia di Tassignano, questo Bartolomeo infatti è di Antraccoli ma abita a Tassignano. Abita in luogo detto a Bagnuolo, che era proprio la zona dove abitavano i suoi antenati nell’estimo del 1414.
Bartolomeo del fu Fanuchi dei Fanuchis di Antraccoli abitante in comune di Tassignano pieve San Paolo, vuole che il suo corpo venga seppellito in Chiesa Santo Stefano di Tassignano con le esequie e funerali che più piaceranno ai suoi eredi.
Dichiara suo legittimo debitore Matteo Squaglia di Pieve San Paolo di scudi due d’oro in oro di Italia, per residuo di dote di Angela figlia di detto testatore e moglie di detto Matteo, la quale dote era di scudi 11 d’oro.
Lascia una gamurra (ampia e lunga veste da donna in uso nel medioevo) di panni lini per residuo di corredo come promesso per scudi 2.
Indica e lascia Donna Angela sua figlia soprascritta scudi 2 d’oro.
Lascia a che Donna Jacobari figlia fu Mariano Gasparrini e vedova relitta di Nicolao Fanucchi di Tassignano sua cognata, sia usufruttuaria di tutte le sue cose, durante tutta la sua vita vedovile e onesta e sia a detta Jacoba proibito di alienare qualsiasi cosa.
Di tutti gli altri suoi beni mobili e immobili vuole che sia suo erede universale:
Nicolao figlio fu altro Nicolao quondam Fanucchi di Tassignano suo nipote, se detto Nicolao morisse, vuole che siano a sostituirlo:
Donna Angela sua figlia soprascritta
Donna Magdalena moglie di Nicolao del Pecchia di Tassignano sorella del soprascritto Nicolao
Donna Margarita moglie di Rocco di Santo Banducci di Tassignano altra sorella di detto Nicolao
Fatto in comune di Tassignano in casa solita abitazione di detto Testatore in
(As.Lu., Notari Testamenti, Ser Nicolao Ciuffarini, vol. 97, carta 24)
1555 4 agosto Luca del fu Bernardino Fanucchi di Antraccole con questo pubblico instrumento confessa di ricevere da Pasquino Martini di Sant’Angelo per dote di sua figlia Lucrezia moglie di detto Luca fiorini 21.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Filippo Checchi, vol. 2249, carta 298)
17 luglio 1557
Alessandro fu Domenico Casentini di Antraccoli con questo pubblico instrumento loca in collaria a
Stefano del fu Giovanni Fanucchi di Antraccoli
un bove dal pelo rubio con corna elevate di anni circa 9 stimato e dal valore di scudi 13.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Nicolao Turrettini, vol. 2866, carta 145 I)
10 ottobre 1558
Meo Bertoluccio di Antraccoli da una parte e Battista di Pietro Bertolani di Brancoli muratore in concordia fanno questo pubblico instrumento con Mastro Andrea di Bernardino di Jacopo Fanucchi di Antraccoli muratore presente e Mastro Giovanni Romordio del Lago Maggiore muratore assente (Giovanni di Ghiromordio di Lago Maggiore)sono arbitri nella lite tra Meo e Battista. Battista aveva murato e fabbricato per Meo una casa in contrada San Leonardo.
(As.Lu., Notai Prima parte, Ser Nicolao Turrettini vol. 2866, carta 270II)
1561 nella contabilità dell’estimo ci sono Quilico di Jacopo Fanucchi, Matteo di Luca Fanucchi, Stefano di Quilico Fanucchi, Stefano di Gio Fanucchi e Matteo di Tomeo Fanucchi.
(As.Lu., Estimi, vol. 178, carta 261t)
1566 11 giugno Testamento di Luca fu Bernardino Fanucchi
Luca del fu Bernardino Fanucchi di Antraccole caseario e di solito abitante a Lucca,
decide di disporre dei suoi beni in questo modo:
Per prima cosa quando morirà consegnando la sua anima a Dio il suo corpo vuole che sia sepolto in cimitero della chiesa di S. Michele di Antraccole con le esequie e funerali che vorranno fare i suoi eredi.
Lascia a donna Lucrezia figlia del fu Pasquino Martini di Sant’Angelo e moglie di detto testatore l’usufrutto di tutti i suoi beni mobili e immobili.
Di tutti gli altri suoi beni mobili e immobili nomina suo erede universale in uguale porzione Matteo e Pietro suoi figli.
(As.Lu., Notari Testamenti, Ser Rocco Da Sesto, vol. 72, carta 494)
30 giugno 1571
Stefano del fu Giovanni Fanucchi di Antraccoli e
Fanucchino figlio del fu Nardino Fanucchi di detto comune
avendo possessi in comune non divisi, decidono di comune accordo di procedere alla divisione dei loro beni.
Per prima cosa Stefano assegna e dà a Fanucchino suo nipote:
La metà di una casa verso meridione, posta in comune di Antraccoli in loco detto a Spinatico, sopra la terra che loro conducono per la chiesa di San Michele in Foro di Lucca, che confina da una parte con la solita del soprascritto Stefano, da altra corte del soprascritto Fanucchino, da altra Matteo di Tomeo Fanucchi.
l’aia difronte a detta casa, viene divisa..
Inoltre, la metà di una capanna.
Inoltre un pezzo di terra ortiva posta in detto comune loco detto a Spinatico che confina con i beni di Stefano soprascritto e di Matteo di Tomeo Fanucchi per braccia 15.
Inoltre un pezzo di terra campia in detto comune livellaria della chiesa di San Michele in Foro che confina con Quirico Fanucchi, con lo spettabile Biagio Balbani, con Matteo di Tomeo Fanucchi e con Stefano soprascritto. Pertiche 198.
Dichiarando che il forno e il pozzo esistenti su detti beni siano comuni tanto a detto Fanucchino quanto a esso Stefano, e detto Stefano gli assegna braccia 5 di terreno per andare a detto pozzo e forno avanti alla solita di esso Stefano.
Quindi a detto Stefano vengono assegnati:
l’altra metà di una casa verso settentrione in loco detto a Spinatico sui beni della chiesa di San Michele in Foro coi confini come sopra.
Inoltre una solita posta in detto comune e tangente alla casa soprascritta.
Inoltre assegnano metà di una capanna.
Inoltre un pezzo di terra campia in detto comune e luogo che confina da un lato con la terra di Piero Fanucchi da altra soprascritto Fanucchino da altra Via del capitolo e della chiesa di San Michele in Foro.
un altro pezzo di terra campia posta in detto comune e luogo che confina con terra di Matteo di Tomeo Fanucchi da altra Biagio Balbani, da altra terra che tiene Barsocchini da altra chiesa di San Michele di Antraccoli che è della chiesa di San Michele in Foro.
Con patto che la terra che hanno dette parti da Barsante Fanucchi per scudi 20 sia da mantenersi in comune.
con patto che dette parti paghino gli affitti
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gherardo Benedetti, carta 81)
1574
12 gennaio Stefano fu Giovanni Fanucchi confessa allo Spettabile Jacobo Benadu aromataro e cittadino lucchese di essere debitore di libbre 40 per il prezzo di un cavallo di pelo rubei (rosso) pagherà lire 15 entro il mese di luglio e lire 25 entro tutto il mese di settembre.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3840, carta 85)
13 febbraio
Matteo di Luca Fanucchi confessa a Rocco del fu Giovanni Martinelli di essere debitore di scudi 7 d’oro dei totali 11 che deve pagare per l’acquisto di un cavallo con pelo nero.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3840, carta 332)
22 novembre
Francesco del fu Andrea Fanucchi Caseario cittadino di Lucca ha reperito in diverse occasioni olio da Pietrasanta per il Reverendo presbitero Luca Baldassari de Seravezza il quale detto Francesco aveva detto illudendo il presbitero che fosse di sua proprietà. L’olio veniva consegnato e pagato da diverse persone, tra cui a Benedetto del fu Bartolomeo Manfredi aromatario e procuratore del detto Luca che prese il detto olio dalle mani del detto Francesco, il valore dell’olio pagato a Francesco era superiore al quantitativo consegnato di 200 scudi d’oro e Francesco promette di pagare in tre volte fino al 1576.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3841, carta 3768v)
1575 nella contabilità dell’estimo ci sono Matteo Fanucchi che paga per estimo lire 1, soldi 15 e denari 4, per la testa lire 2, soldi 5 e denari 4 e per gravezze lire 2, soldi 13 e denari 4.
Eredi di Piero Fanucchi pagano di estimo lire 1 e soldi 14 e per gravezze lire 1 e soldi 3.
Stefano di Quilico Fanucchi paga per estimo lire 1, soldi 7 e denari 8 per la testa lire 2, soldi 5 e denari 4 e per le gravezze lire 2 e soldi 9.
Eredi di Matteo di Tomaso Fanucchi pagano per estimo lire 1 e soldi 5 e per gravezze soldi 16.
Stefano di Giovanni Fanucchi paga per estimo lire 4 per la testa lire 2, soldi 5 e denari 4 e per le gravezze lire 4, soldi 3 e denari 8.
Tomeo Fanucchi paga per estimo lire 2 e soldi 2 per la testa lire 2, soldi 5 e denari 4 e per le gravezze lire 2, soldi 18 e denari 8.
(As.Lu., Estimi, vol. 179, carta 295t)
1579 3 agosto, Bartolomeo di Bastiano di Martino sposa Camilla di Matteo Fanucchi.
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)
1580
1 giugno Matteo di Luca Fanucchi confessa a Matteo chiamato Teo Benetti di Pieve San Paolo
di essere legittimo debitore di scudi 8 d’oro per il prezzo di un bove.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Tizio Santini, vol. 479, carta 1463v)
23 maggio Stefano Fanucchi confessa a Pasquino del fu Paulino di Capannori che abita ad Antraccoli, di essere debitore di scudi 11 d’oro di Italia per un prestito.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3860, carta 1253)
1581 26 luglio, Domenico di Sandro Tussi di Stignano di Valdinievole sposa Maria di Matteo Fanucchi
1583 30 agosto, Michele di Matteo Fanucchi sposa Margherita di Andrea Martinelli
1585
5 marzo, Domenico di Luca Guidi sposa Caterina di Tomeo Fanucchi
14 giugno, Biagio di Antonio Scarselli di Massa e Cozzile sposa Gianna di Nardino Fanucchi
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)
1586
7 gennaio Michele di Matteo Fanucchi di Antraccole per se e in nome di Matteo suo fratello a cui promette di comunicare l’atto entro 8 giorni confessa a Grado del fu Lorenzo Martinelli di Antraccoli procuratore di Pasquino di Paulino Puccinelli di Capannori di essere debitore di somma di scudi 30.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 11)
28 gennaio Stefano del fu Fanucco dei Fanucchi di Antraccoli confessa a Pasquino di Paulino Puccinelli di Capannori ma che abita a Antraccoli di essere debitore di scudi 38 per un prestito.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 55v)
22 marzo Fanucco di Nardino Fanucchi di Antraccoli con questo pubblico instrumento confessa a Pasquino del fu Paulino Puccinelli di Capannori abitante a Antraccoli alias Chino, di essere legittimo debitore di scudi 25 d’oro per mutuo, promette di pagarli entro 5 anni.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 188)
1587
31 ottobre Michele di Matteo Fanucchi di Antraccoli e Matteo suo fratello confessano a Quirico di Menco Benetti di Pieve San Paolo di essere debitori di somma di scudi 14 d’oro per la vendita di un cavallo.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 953)
16 novembre, Domenico di Barzo Guidi sposa Felice di Matteo Fanucchi.
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)
1589
8 febbraio, Jacopo di Matteo Parenti di Carraia sposa Margherita di Tomeo Fanucchi
11 giugno, Jacopo di Tomeo Fanucchi sposa Angela di Carlo Tofanelli
12 giugno, Alessandro di Giorgio Piccinini di Saltocchio sposa Maria fu Matteo Fanucchi
1590 12 ottobre, Gio di Niccolo Martinelli sposa Madalena di Tomeo Fanucchi
1591 26 gennaio, Michele di Matteo Fanucchi sposa Margherita di Alessandro Piccinini di Saltocchio
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)
Nel primo volume dello Stato delle Anime c'erano:
Michele di Matteo Fanucchi (capofamiglia)
Barbara sua madre
Margherita moglie
i figli:
Angela
Michele
Michelangelo
Domenico
Matteo di Michele Fanucchi (capofamiglia)
Piera/Pieruccia la moglie
i figli:
Maria
Domenico
Camilla
Ginesia
Stefano di Quirico Fanucchi (capofamiglia)
Caterina la moglie
Domenico il figlio
Quirico il fratello
Fanucco di Nardino Fanucchi (capofamiglia)
Camilla la moglie
i figli:
Gio
Bartolomeo
Francesco
Maddalena moglie di Gio
Tomeo di Domenico Fanucchi (capofamiglia)
Betta la moglie
i figli:
Jacopo
Nicolao
Madalena
Camilla
Domenico
Angela moglie di Jacopo
Matteo figlio di Jacopo
(Archivio Parrocchiale, Stati delle Anime, vol. 1)
1592
16 febbraio Scipio di Piero Fanucchi caseario di Lucca loca a Guido del fu Giovanni Guidi di Antraccoli abitante in comune di Massarosa, presente e conducente per se e per i suoi eredi, un pezzo di terra campia con alberi e viti, silvata e olivata (boschi) con due case, divisa in plurime lenze e vie e fosse nel mezzo, in comune di Massarosa in loco detto a Massarosa confina da una parte Bartolomeo Dal Pino di Lucca, dall’altra Bartolomeo dal Pino di Lucca e da altre due parti Via pubblica.
Rende ogni anno staia 6 di grano e staia 4 di farina.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 838, carta 158)
6 agosto Stefano del fu Stefano Fanucchi per se e per suo fratello Quirico livellari di beni della chiesa di San Michele in Foro per annuo canone di staia 57 di grano, vendono a Michele del fu Matteo Fanucchi di Antraccoli presente e accettante per se e per i suoi figli maschi legittimi, l’utile dominio e il naturale possesso e miglioramento su un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto in Chiasso Spinatico confina a occidente detto Capitolo di San Michele, a meridione Giovanni Bernardini a oriente detto Capitolo e a settentrione detto capitolo. Per scudi 45 e mezzo.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 838, carta 635)
1594 1 febbraio, Gio di Fanucco Fanucchi sposa Madalena fu Niccolo Giorgi.
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)
1595 9 gennaio
Scipio di Piero fu Luca Fanucchi di Antraccoli per sé e in nome di Piero suo padre loca a
Michele del fu Matteo Fanucchi di detto luogo, un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto ai Fanucchi che confina a oriente terre della chiesa di San Michele in Foro, a meridione beni dello spettabile Giovanni Bernardini, a settentrione beni di San Michele in Foro. Da condurre per anni tre a rendere staia 12 e mezzo di grano.
Fatto in Lucca.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 22)
1602 26 agosto
Piero del fu Luca Fanucchi di Antraccoli
il Reverendo Luca al presente rettore della chiesa di Sant’Angelo in Campo
Scipio e Geronimo
fratelli e figli del detto Piero
livellari della collegiata di San Michele in Foro a rendere ogni anno staia 8 di grano come da strumento rogato da Ser Michele da Mommio notaio
vendono e cedono a Jacobo del fu Tomeo fu Domenico Fanucchi di Antraccoli
l’utile dominio e la naturale possessione di un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in Antraccoli in loco detto a chiasso Spinatico, che confina a oriente beni livellari di Paolo di Michele Garbocci, a meridione via semitola, a occidente detto Capitolo che tiene Michele di Matteo Fanucchi di Antraccoli e a settentrione via pubblica.
questa terra deriva da una divisione fatta da Luca padre del detto Piero rogata per mano di Ser Nicolao Vanni nell’anno 1566
per 7 scudi d’oro, a rendere 8 staia di grano l’anno.
con patto che detti venditori non possano ricomprare il bene se non siano passati tre anni, con patto anche che detto compratore o suoi eredi non possano tagliare alberi sopra detti beni pena il pagamento di scudi 2 per ogni albero, ma se seccano si possano tagliare e piantarne degli altri.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 848, carta 1672)
9 ottobre
Reverendo presbitero Luca di Piero Fanucchi di Antraccoli moderno rettore della chiesa di S. Angelo in Campo procuratore di Scipio suo fratello vende a Jacobo fu Tomeo Puccianti di Massarosa
un pezzo di terra paduligna posta in comune di Massarosa loco detto a noiara
per scudi 10.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 848, carta 1672)
CRONACHE DELLA FAMIGLIA PELLI
1474 14 novembre l’ospedale della Misericordia o di San Luca dà a livello due boschi in Tassignano in loco detto alla Casa di San Bartolomeo a Bartolomeo Tofanelli e a Antonio di Nicolao Cinacchi di Antraccoli per anni 9 a rendere staia 29 di grano l’anno.
(As.Lu., Spedale San Luca, vol. 146)
1492 25 marzo Nicolao figlio di Francesco di Nicolao Cinacchi di Antraccoli viene battezzato in San Giovanni e Reparata a Lucca.
(A.A.L., Battesimi San Giovanni, vol. 4)
1494
24 maggio Antonio del fu Nicolao lignario è testimone di questo atto.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Girolamo Tomei, vol. 1372, carta 49)
26 giugno Antonio di Nicolao Cinachi di Antraccoli affitta dalla chiesa di Antraccoli tre pezzi di terra, uno al Santo, uno alle Lame e l’altro a Spinatico, a rendere annualmente 23 staia di grano.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Girolamo Gerini, vol. 1495, carta 79v)
1495 3 dicembre Bastiano figlio di Francesco di Nicolao di Antraccoli viene battezzato in San Giovanni e Reparata a Lucca.
(A.A.L., Battesimi San Giovanni, vol. 4)
1504 Niccolao di Antonio Cinacchi è nell’estimo di Antraccoli
(As.Lu., Estimi, Vol. 155)
1506 Nicolao di Antonio Cinachi è nell’estimo della comunità di Antraccoli pagando per estimo lire 1 e soldi 2 e per la mobilia fiorini 2 e soldi 2
e Francesco di Nicolao Pelli per estimo paga lire 1 e soldi 2 e per mobilia fiorini 2 e soldi 2.
(As.Lu., Estimi, Vol. 157, carta 94v)
1507 Francesco di Nicolao paga per estimo lire 1, Nicolao di Antonio paga anche lui 1 lira
(As.Lu., Estimi, Vol. 159, carta 113)
1508 29 luglio Giovanni figlio di Giuseppe di Antonio Pelli di Antraccoli viene battezzato in San Giovanni e Reparata a Lucca.
1510 14 ottobre Lucrezia figlia di Giuseppe di Antonio Pelli di Antraccoli viene battezzata in San Giovanni e Reparata a Lucca.
(A.A.L., Battesimi San Giovanni, vol. 6)
1514 1 agosto Giuseppe di Antonio Pelli di Antraccoli e Nicolao suo fratello prendono in affitto dalla chiesa di Antraccoli tre pezzi di terra (gli stessi di cui sopra)
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Matteo Antognoli, vol. 1713, carta 219)
1516 nell’estimo ci sono Giuseppe di Antonio Pelli e Battista di Francesco Pelli
(As.Lu., Estimi, Vol. 163, carta 362)
1517 Giuseppe di Antonio Cinacchi paga per estimo soldi 4 denari 4 e per bargello soldi 1 denari 4
Battista di Francesco Pelli paga per estimo soldi 4 denari 4 e per bargello soldi 2
(As.Lu., Estimi, Vol. 164, carta 435)
1518 Giuseppe di Antonio Pelli paga per estimo soldi 4 denari 8 e per bargello soldi 1 denari 4
Battista di Francesco Pelli paga per estimo soldi 7 denari 8 e per bargello soldi 2
(As.Lu., Estimi, Vol. 165, carta 353)
1519 25 gennaio Antonio Pelli fa il suo testamento (LINK)
(As.Lu., Notari testamenti, Ser Bastiano Andreozzi, vol. 41, carta 69v)
1521 nell’estimo ci sono Giuseppe di Antonio Pelli e Battista di Francesco Pelli
(As.Lu., Estimi, Vol. 167, carta 419)
1522 nell’estimo ci sono Battista di Francesco Pelli e Giuseppe di Antonio Pelli.
(As.Lu., Estimi, Vol. 168, carta 361)
1523 nell’estimo ci sono Battista di Francesco Pelli e Giuseppe di Antonio Pelli.
(As.Lu., Estimi, Vol. 170, carta 361)
1525 nell’estimo ci sono Giuseppe di Antonio Pelli e Battista di Francesco Pelli.
(As.Lu., Estimi, Vol. 171, carta 375)
1529 Estimo delle cose ci sono:
Battista di Cecco Pelli
2 letti sensa cultre fiorini 12
3 botti di soma 16 e una di 12 fiorini 5
Mobilia di casa fiorini 2
Tot fiorini 19
Giuseppe di Antonio Pelli
Uno letto sensa coltre fiorini 6
Mobilia di casa fiorini 2
botte e tino di some 36 fiorini 7
uno bue bianco fiorini 14
uno cavallaccio da soma fiorini 4
Tot fiorini 33
(As.Lu., Estimi, Vol. 174)
1531 nell’estimo ci sono Baptista Pelli che paga lire 2, Geppe di Antonio Pelli che paga lire 5 soldi 6, Paulino Pelli paga lire 5 soldi 12
(As.Lu., Estimi, Vol. 176)
1533 20 gennaio Bastiano figlio di Paolino di Antonio Pelli viene battezzato in San Giovanni e Reparata a Lucca.
1533 3 aprile Michele figlio di Gio di Giuseppe di Antonio Pelli viene battezzato in San Giovanni e Reparata a Lucca.
(A.A.L., Battesimi San Giovanni, vol. 12)
1543 22 maggio Giovanni e Nicolao figli di Giuseppe Pelli prendono a livello dalla chiesa di Antraccoli un pezzo di terra campia alla strada un’altra terra in chiasso Spinatico.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Pietro Tucci, vol. 2478, carta 76v)
1547
29 novembre Nardo del fu Battista Pelli fa un compromesso con Ambrogio fu Marco Paladini (Giorgi) promettendosi di non continuare con le liti tra loro intercorse, in caso di violazione del compromesso la pena è di scudi 10.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2717, carta 300)
26 dicembre Paulino e Marco fratelli e figli del fu Nicolao Pelli di Antracole procedono alla divisione dei loro beni e precisamente Paulino soprascritto dona:
la metà verso meridione di una casa livellaria esistente sulla terra in parte della chiesa di San Quirico all’Olivo e in parte della chiesa di Sant’Alessandro Maggiore, con area davanti a sé ovvero quanto prende la lunghezza della detta casa. Detta casa è posta in comunità di Antraccole in loco detto a chiasso Spinatico e confina a oriente beni livellari di detti fratelli che conducono per la chiesa di Sant’Alessandro, a meridione chiasso spinatico, a settentrione via pubblica.
Inoltre metà verso oriente di una terra campia livellaria in parte della chiesa di Sant’Alessandro e in parte di San Quirico all’Olivo e parte di San Michele in Foro, posta in detto comune confina a oriente via, a meridione chiasso, a occidente opera di Antraccoli, e chiesa di San Quirico all’Olivo e parte fossa, che al presente è occupata da Matteo Davini e Giuseppe Pelli di Antraccole.
La metà verso occidente di un pezzo di terra campia livellaria della chiesa di Antraccole in loco detto a spinatico che a oriente confina con terra della Chiesa di Antraccole, a meridione terra che lavora i Barsocchini, a settentrione chiasso spinatico, a occidente terra dell’opera della chiesa di Antraccoli.
Inoltre la metà verso oriente di un pezzo di terra campia livellaria della chiesa di Antraccoli in loco detto alla chiesa che confina a oriente via, a meridione terra livellare di Michele di Nozzano, a settentrione via, a occidente chiesa di Antraccoli.
Con l’obbligo di solvere tutti gli affitti ogni anno ognuno per la sua parte e sia Paolino che Marco si impegnano di pagare e non recare danno all’altro.
Inoltre Marco promette di pagare a Vincenzo, Bastiano e Martino la somma di scudi 7 e mezzo per un cavallo.
Inoltre Paulino promette di saldare Marco per lire 10 di un debito di 16.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2717, carta 305)
1548 20 luglio
Nardo di Battista Pelli, Domenico Casentini e Biagio di Bastiano di San Vito confessano a Mastro Domenico di Carraia di essere debitori di lire 40 per quattro sacchi di grano venduti e consegnati.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Antonio Santini, vol. 3088, carta 1399)
1548 22 ottobre
Michele fu Battista Pelli di Antraccoli loca a Giuliano di Baldassari Martinelli di ant 5 quarre di terra in chiasso Spinatico, testimone Cecco di Battista Pelli.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Filippo Checchi, vol. 2259, carta 276)
1548 24 novembre
Paulino di Nicolao di Antonio Pelli e Marco fratello di detto Paolo confessano a Jacopo fu Leonardo di San Vito di essere legittimi debitori di lire 49.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Filippo Checchi, vol. 2259, carta 2222)
1561 nell’estimo ci sono: Nardo di Battista Pelli, Marco di Niccolo Pelli, Nicolao detto Moro.
(As.Lu., Estimi, Vol. 178, carta 261v)
1573
8 maggio Antonio, Matteo e Lorenzo fratelli e figli di Nicolao del fu Giuseppe Pelli di Antraccole per loro e in nome del soprascritto loro padre Nicolao promettono che entro i prossimi 8 giorni ratificheranno detto atto al padre, confessano allo
Spettabile Jacobo del fu Francesco Benadii aromatario e cittadino di Lucca di essere debitori di scudi 14 d’oro che restano da un debito di scudi 23 i quali Nicolao e Antonio di Jacobo erano obbligati a pagare in vigore dell’atto rogato da Ser Rocco Da Sesto. Promettono di pagare scudi 5 entro il mese di giugno, scudi 2 entro ottobre di quest’anno 1573 e i restanti scudi 7 entro il luglio del 1574.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3846, carta 903)
22 agosto Nicolao del fu Geppe Pelli di Antraccole e Antonio suo figlio con il consenso di suo padre fanno questo pubblico instrumento confessano a Domenico di Antonio Garbesi pannaio e cittadino di Lucca presente e accettante di essere debitori di scudi 9 d’oro come da atto rogato per mano di Ser Vincenti Diversi notaio, promette di pagare la somma entro anni 4.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3846, carta 1626)
29 dicembre Nicolao del fu Giuseppe Pelli alias il Moro di Antraccole con questo pubblico instrumento confessa a Nicolao di Bernardino Celli di Lucca di essere debitore di staia 16 e mezzo di grano nostrale buono puro. Fa da fideiussore a Nicolao Matteo del fu Alessandro Casentini di Antraccole.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3846, carta 7)
1574
10 febbraio Francesco del fu Battista Pelli di Antraccole e Vincenti e Giovanni suoi figli confessano a Nicolao di Bernardino Celli di Lucca di essere debitori di lire 15 e soldi 15 per tanta saggina che detti padre e figli avevano comprato.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3840, carta 360)
14 agosto Nicolao del fu Giuseppe Pelli de Antraccole confessa allo Spettabile Francesco di Tomeo Balbani mercante e cittadino lucchese di essere debitore di staia 30 di grano nostrani e buoni.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3840, carta 1951)
30 ottobre Pierino del fu Marco Pelli de Antraccole confessa a Bernardino del fu mastro Vincenzo Gabrielli cittadino Lucchese di essere debitore di staia 5 di grano nostrale buono e secco per la rendita della terra che detto Pierino conduce la terra è della Chiesa di San Quirico all’Olivo al tempo in cui era Presbitero della suddetta Chiesa Francesco Bizzarri.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3841, carta 3369)
1575 nell’estimo ci sono: Marco di Nicolao Pelli che paga per estimo lire 1 soldi 16 denari 8, per le teste lire 2 soldi 5 denari 4 e per gravezze lire 2 soldi 15
Giovanni di Giuseppe Pelli paga per estimo lire 4 soldi 18 denari 4, per testa lire 2 soldi 5 denari 4 e per gravezze lire 4 soldi 16 denari 4
Nicolao di Geppe Pelli paga per estimo lire 3 soldi 8 denari 4, per testa lire 2 soldi 5 denari 4 e per gravezze lire 3 soldi 16 denari 4.
Lunardo di Battista Pelli paga per estimo soldi 11 denari 8, per testa lire 2 soldi 5 denari 4 e per gravezze lire 1 soldi 18
Redi di Cecco Pelli pagano per estimo soldi 5 denari 4 e per gravezze soldi 3 denari 8
(As.Lu., Estimi, Vol. 179, carta 295v)
1576
5 maggio Pierino del fu Marco (Pelli) di Antraccoli confessa a Domenico del fu Giovanni Giorgi di Cantignano abitante a Lucca di essere legittimo debitore di scudi 12 d’oro per il prezzo di un cavallo di pelo rubio che detto Domenico ha consegnato. Detti scudi Pierino promette di pagarli entro il mese di luglio prossimo.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3847, carta 1246v)
31 ottobre Antonio del fu Bernardino Pelli de Antraccole confessa a Simone di Antonio Squaglia di Pieve San Paolo di essere debitore di Scudi 8 d’oro de Italia per la permuta di due cavalli con la vendita “per un sacco di ossi”.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3849, carta 3378)
1579
20 giugno Pierino e Michele fratelli e figli fu Marchino Pelli di Antraccole confessano a Michele quod Piero Frediani di Vorno di scudi 8 d’oro per l’acquisto di un bove come da pubblico instrumento rogato in data 2 Maggio 1572 per mano mia.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3858, carta 1487)
1580
23 gennaio Antonio, Lorenzo e Vincenzo di Nicolao Pelli di Antraccoli in solido in nome loro e dei loro eredi, confessano allo Spettabile Nicolao Celli di Lucca di essere debitori di somma di lire 48 per della mistura che essi hanno comprato e promettono di saldare il debito entro il mese di giugno prossimo.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Tizio Santini, vol. 479, carta 236)
4 maggio Cesare del fu Paulino Di Poggio cittadino di Lucca in nome di Ambrogio di Piero Sandri di Pariana abitante in comune di Porcari che conduce beni di detto cesare per staia 20 di grano come da atto rogato per mano di me notaio in data 4 dicembre 1579, loca a Antonio del fu Paulino Pelli di Antraccoli abitante in comune di Porcari che conduce per sé coltre 8 delle coltri 16 che detto Cesare ha locato al detto Ambrogio di cui paga le dette 20 staia di grano. Le affitta a condurre per i prossimi nove anni. Antonio dovrà rendere staia 10 di grano e un pollastro.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Tizio Santini, vol. 479, carta 946)
16 settembre
Nicolao fu Giuseppe Pelli di Antraccole confessa a
Settimio del fu Andrea de Bernardi erede testamentario del Reverendo Giovanni Battista de Bernardi suo padre di essere debitore di staia 12 di grano nostrano buono e secco per un terreno che esso Nicolao conduce a livello dalla chiesa di San Quirico all’Olivo dove il detto Reverendo Gio Battista era rettore. Detto Nicolao renderà sei staia di grano entro l’ottobre del presente anno 1580 e altre sei staia entro il mese di giugno dell’anno prossimo.
stesso giorno
Pierino del fu Marco Pelli de Antraccole confessa a
Settimio del fu Andrea de Bernardi erede testamentario del Reverendo Giovanni Battista de Bernardi suo padre di essere debitore di staia di essere debitore per staria 30 di grano per un pezzo di terra sempre della chiesa di San Quirico all’Olivo.
detti 30 staia Pierino promette di dare
staia 12 nel mese di ottobre 1580
staia 9 nel mese di Luglio 1581
staia 9 nel mese di Luglio 1582
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3860, carta 2723v, 2728v)
1581
30 gennaio Nicolao del fu Giuseppe Pelli di Antraccole e Antonio e Vincenzo suoi figli con il consenso di detto Nicolao loro padre ricevono in contanti da Jacobo, Bartolomeo e Domenico del fu Michele Pauli di Verciano cognati del detto Antonio scudi 35 d’oro per Dote di donna Felice sorella del detto Jacobo, Bartolomeo e Domenico e moglie di detto Antonio.
La faccenda si prolungherà fino al 1592 quando Antonio avrà ancora un debito col fratello Vincenzo per la somma dei 35 scudi di dote.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3869, carta 384)
1582
25 settembre Antonio, Lorenzo, Vincenzo fratelli e figli di Nicolao di Giuseppe Pelli di Antraccole e eredi di detto Nicolao e Francesco del fu Matteo figlio del fu detto Nicolao per la sua quota, all’interno della eredità c’erano:
4 Botti di some 16
un tino di some 16
un letto di legno con coltre e capezzale e pagliericcio cattivo.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Tizio Santini, carta 2721v)
1583
22 febbraio Domenico e Antonio fratelli e figli di Nardino Pelli de Antraccoli confessano a Frate Nicolao Celli de Luca di essere debitori di lire 52 e soldi 20 per prezzo del grano dichiarano che restituiranno la somma
prima del giugno del 1583.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Tizio Santini, carta 427)
25 ottobre Antonio fu Paulino Pelli che abita a Porcari stipula questo logo o compromesso per metter pace tra lui e i fratelli della moglie Domenica, ovvero Lorenzo e Michele di Bernardino di Tonio di Deccio. Gli arbitri decidono che i detti cognati vengano condannati a pagare a Antonio 18 scudi, 9 ciascuno, da pagare entro 5 anni.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Tizio Santini, carta 2624t)
1585
14 gennaio Andrea di Donato Parenti di Carraia sposa Maria di Nardino Pelli
6 settembre Francesco di Matteo Pelli sposa Angela di Vincenzo Martinelli
21 ottobre Antonio di Paulino Pelli di Antraccoli ma abitante in Val di Nievole sposa Caterina di Meo Bertolucci
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)
1587
febbraio Antonio del fu Nardino Pelli di Antraccoli confessa a Piero del fu Marco Pelli di Antraccole di essere debitore di somma di scudi 22 d’oro di Italia per l’acquisto di un cavallo di pelo nero con basto e capestro. Acquisto a sacco d’ossa, a garanzia di questa promessa mette un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in Antraccoli loco detto in Spinatico confina da tre parti via pubblica da altra parte Monastero di Santa Giustina di Lucca (dovrebbe essere la terra della scuola)
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 68)
1589
22 febbraio
Salvestro del fu Andrea Salvestri di Antraccoli loca a Piero del fu Marco Pelli de Antraccole metà pezzo di terra dalla parte di occidente che detto Silvestro ha comprato dal fratello Matteo in loco detto Ozori, per i prossimi tre anni.
successivamente Piero del fu Marco Pelli di Antraccole fa mutuo con Salvestro del fu Andrea Salvestri di Antraccoli per scudi 22 d’oro a patto che detto Piero li restituisca entro un anno.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 109 e 110)
marzo
Michele di Giovanni Pelli de Antraccole da una parte e Bastiano di Antonio Davini de Antraccoli
da altra e Menico di Biagio Franceschi di San Vito accusa in nome di Bastiano di Antonino Davini suo nipote fanno pace per liti intercorse.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 236-237)
28 aprile Vincenti e Augustino di Giuseppe Tofanelli e Giuseppe loro padre da una parte e Michele di Giovanni Pelli e Domenico alias Menco di Biagio Franceschi dall’altra fanno compromesso per lite intercorsa tra loro
8 maggio come da compromesso di sopra Giuseppe e Vincenzo Tofanelli devono pagare al mastro Antonio Bargheri per le medicature fatte al ferito ovvero Bastiano di Antonio Davini ferito scudi 18 in ragione di scudi 41 il denaro per il tempo che è stato senza poter lavorare e mediamente li condanno a pagare la metà fra grano e l’altra metà nel mese di maggio prossimo, lo stesso condannato a pagare anche Michele Pelli.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 246)
Stati delle Anime
ai Pelli
Piero di Marco Pelli (capofamiglia)
Mattea sua moglie
i figli:
Virginia
Menica
Agata
Marco
Filippa
Michele di Gio Pelli (capofamiglia)
Caterina sua madre
Costanza sua moglie
i figli:
Domenico
Angela
Giulio
Felice
Angelica
Camilla
Zabetta
Cesare fratello di Michele
Camilla sua moglie
i figli:
Maria
Giovanni
Lorenzo di Nicolao Pelli (capofamiglia)
Lucrezia sua moglie
i figli:
Caterina
Betta
Matteo
Maria
Donato
Vincenzo di Nicolao Pelli (capofamiglia)
Caterina sua moglie
i figli:
Giulia
Domenica
Anna
Angela
Luiso
Lorenzo
a Romanini (o Grillo)
Vincenzo di Francesco Pelli (capofamiglia)
Maria sua moglie
i figli:
Francesco
Michele
Gio fratello di Vincenzo
Giulia sua moglie
i figli:
Jacopo
Battista
Domenica
Angela
Antonio di Nardino Pelli (capofamiglia)
Angelica sua madre
Pasquina sua moglie
i figli:
Angelica
Felice
Camilla
Clarice
Caterina
i nipoti:
Zabetta
Crezia
Maria
(Archivio Parrocchiale, Stati delle Anime, vol. 1)
1590
11 ottobre Piero del fu Marco Pelli presta a Vincenzo del fu Francesco Pelli 69 lire il quale promette di restituirli entro tre anni.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Lodovico Orsi, vol. 373, carta 3172)
1592
18 gennaio Antonio di Nicolao Pelli di Antraccoli confessa a Piero di Marco Pelli di Antraccole di essere legittimo debitore di scudi 25 d’oro di Italia per un prestito e promette di restituirli entro tre anni.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 838, carta 51)
24 ottobre Antonio del fu Nicolao Pelli di Antraccole confessa a Vincenti suo fratello di essere debitore di scudi 35 d’oro di Italia per debito di Donna Felice moglie di detto Antonio come da instrumento dotale rogato da Giovanni Battista Vecoli il 30 Gennaio 1581.
(As.Lu., Notari seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 838, carta 992)
9 maggio Domenico di Andrea Guidi sposa Caterina di Lorenzo Pelli
11 maggio Lorenzo di Niccolao Martinelli sposa Virginia di Piero Pelli
1593
13 giugno Luiso di Antonio Guidi di Tempagnano sposa Angela di Michele di Gio Pelli
1597
9 settembre Domenico di Ventura di Salvestro sposa Zabetta di Lorenzo Pelli
22 settembre Giulio di Michele Pelli sposa Felice di Matteo d’Andreotto
9 novembre Matteo di Bastiano Giusti di Tempagnano sposa Felice di Michele Pelli
1598
31 gennaio Domenico di Michele Pelli sposa Apollonia di Gio Giorgi
6 ottobre Giovanni di Salvestro di Giovanni Marchi di Santa Maria a Colle sposa Menica di Piero Pelli
(Archivio Parrocchiale, Matrimoni, vol. 1)
27 aprile 1595
Matteo del fu Michele Garbocci e Francesco del fu Benedetto Romanini moderni operai della chiesa di San Michele di Antraccoli fanno da arbitri nella pace tra Michele del fu Valentino Garbocci di Antraccoli e Piero del fu Marco Pelli di Antraccoli per ogni loro lite e controversia.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 528)
7 gennaio 1662
Lorenzo del fu Aloisio Pelli di Antraccoli livellario vende a
Marco di Giovanni Pelli di Antraccoli
l’utile dominio e le ragioni livellari su
un pezzo di terra campia con alberi e viti posta nel comune di Antraccoli in loco detto Chiasso Spinatico secondo i suoi confini e è la quarta parte dei beni livellari della Chiesa di San Pietro Somaldi spettante al detto Lorenzo con gli altri livellari.
per scudi 15 con l’obbligo di rendere alla detta Chiesa e al suo rettore libbre 7 l’anno di grano.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Gasparo Schiatta, vol. 2480, carta 5)
MESTIERI
I FANUCCHI
I Fanucchi che hanno svolto un mestiere diverso da quello di mera sussistenza del contadino, sono stati muratori e caciaioli o caseari. In particolare tra i muratori c’era mastro Andrea di Bartolomeo Fanucchi e Andrea di Bernardino di Jacopo Fanucchi che svolgevano le loro attività in prevalenza a Lucca. Li troviamo nei documenti d’archivio dal 1529 al 1565. Andrea di Bernardino abitava a Lucca nei pressi di Piazza San Michele.
I caciaioli invece Piero di Luca Fanucchi e anche il figlio di Piero, Scipio erano caseari sono attivi fino al 1592
Francesco di Andrea Fanucchi mastro caseario attivo dal 1543 al 1579.
Ci fu anche Michele di Bastiano Fanucchi chiamato Malasera, che faceva il macellaio a Lucca.
Pochi dei Fanucchi presero i voti, solamente:
Nel 1595 Nicolao di Tomeo Fanucchi che si fece frate diventando Fra Girolamo di San Benedetto;
Pellegrino di Giuseppe Fanucchi che si fece frate nel 1746 e in tempi recentissimi Angelo di Felice Fanucchi che è mancato nel 2011.
(C. FERRI, L’archivio dei Notari di Lucca, Strumenti per la ricerca XVII, Istituto Storico Lucchese, Lucca 2017)
I PELLI
I Pelli sono stati quasi tutti contadini, come la maggior parte degli abitanti. Nei registri però troviamo soltanto una volta per altro, un Antonio Pelli definito lignario.
Matteo di Lorenzo Pelli nel 1617 era Oste!
Nel maggio del 1565 Marchino Pelli di Antraccoli ottiene il lavoro “in somma” di fondare i muri di spalla della porta San Pietro.
(MARTINELLI R. PUCCINELLI G., Le mura del cinquecento, Matteoni, Lucca, 1983, pag. 251)
Nell’ottobre del 1570 nei registri delle fortificazioni del comune di Lucca durante la costruzione delle mura che vediamo oggi, viene incaricato Nardino Pelli di Antraccoli di costruire i muri per ritegno dei terreni, “li orecchioni di Santa Maria (il baluardo Santa Maria è quello a sinistra della porta San Pietro) con far li muri alto braccia 4, grosso braccia 1 e mezzo e che sotto alla banchetta sia braccia 3 e ¼ di acqua e fu deliberata a Nardino Pelli d’Antraccoli per tutto il mese di novembre […] a tutte spese del detto Nardino, et portare in casetta li pali che si leveranno dal detto orecchione. Con far detti muri belli et buoni et con calcina forte, servendosi de sassi dello sopradetto offitio”. Nardino probabilmente faceva il muratore.
(As.Lu., Fortificazioni, Vol. 18, carta 133v)
(MARTINELLI R. PUCCINELLI G., Le mura del Cinquecento, Matteoni, Lucca, 1983, pag. 171)
Anche i Pelli e soprattutto la famiglia che viveva ai Giovannini, hanno avuto soldati e membri delle forze di difesa di Lucca. Quindi Bastiano di Giovanni nato nel 1695 riuscì a diventare Capitano, mentre il padre Giovanni fu Tenente. Altro figlio di Giovanni, Marco divenne Alfiere e il figlio di Marco sempre Giovanni a sua volta divenne Caporale. Altra famiglia Lorenzo di Luiso Pelli nato nel 1621 divenne Caporale e altrettanto suo figlio Luiso.
In tempi più recenti Stefano di Giuseppe Pelli nato nel 1756 era un Calzolaio, mentre Lorenzo di Giuseppe Pelli nato nel 1765 era un Sarto.
Ci furono anche diversi ecclesiastici a partire da Tomeo di Francesco prete in una pergamena del 1522. Stefano di Giovanni era chierico e si trasferì alla Certosa di Farneta nel 1720. Bastiano di Marco Pelli era sacerdote e fu rettore di San Filippo dove morì nel 1718; Sebastiano di Giovanni Pelli anche egli Reverendo praticò ad Antraccoli e fu sepolto nella sepoltura dei sacerdoti nel 1788.
EMIGRATI
I FANUCCHI
Gli emigrati, anche fra i Fanucchi in tempi passati qualcuno emigrò verso la Valdinievole senza tornare.
Nel corso delle grandi migrazioni di 1800/1900 invece ci furono pochi emigrati. Angela Maria di Felice Fanucchi emigrò in Argentina col marito Eugenio Guidi e non tornò più e la sorella Teresa Maria partì nel 1886 e anche lei non ha fatto più ritorno.
Domenico di Sebastiano Fanucchi invece era emigrato anche lui in Argentina ma purtroppo morì in mare sulla nave mentre stava facendo rientro a casa nel luglio del 1890. Anche un altro fratello di Domenico, Felice partì per l’Argentina nel 1870 ma poi fece ritorno. Un figlio di Domenico, Giuseppe emigrò in California nel 1900 e lì morì nel 1928 senza figli.
I PELLI
I Pelli emigrati in tempi più antichi si allontanarono soltanto di alcuni chilometri, raggiunsero soltanto la Valdinievole.
In tempi recenti le prime migrazioni iniziarono verso la Francia dove andò Carlo di Paolo Pelli nel 1861 e non fece più ritorno; oppure verso la Corsica dove Luigi di Michele Pelli emigrò e lì morì nel 1821 ad Ajaccio.
Lo aveva seguito anche il nipote Michele che si sposò in Corsica nel 1854 e morirà nel 1898 a Propriano sempre in Corsica.
Sempre della stessa famiglia di Luigi, un altro Luigi fratello di Michele emigrò in Argentina nel 1873 a 28 anni, in Argentina si sposò e non tornò più ad Antraccoli, rimase però in contatto con tutte le sorelle che erano rimaste in Italia e di questa lontananza ho trovato la testimonianza in una bella lettera che una sorella di Luigi (Matilde) scrisse al caro fratello il 15 marzo del 1898.
Luigi ha lavorato per una fattoria “La Martona”. Suo figlio Timoteo Pablo Luis con sua moglie producevano latte e lo vendevano alla fattoria. Abitavano a San Vicente. I dettagli da quest'albero genealogica sono stati forniti da Beatriz Ravano una nipote di Luigi PELLI e per Diego Pelli in bisnipote di Timoteo Pablo Luis.
Agostino di Giuseppe Pelli emigrò in Argentina nel 1881 con la moglie Letizia Guidoni e il figlio Giovanni Davino Pelli di 7 anni, non sono più tornati in Italia; ma Giovanni Juan Pelli sposò Ersilia Barsocchini anch’ella originaria di Antraccoli ed ebbero una figlia Juana Pelli nata nel 1894 a Zarate Buenos Aires.
Costantino di Eugenio Pelli invece andò verso gli Stati Uniti, emigrò nel 1902 in California ad Eureka dove non si sposò mai e morì là nel 1948, sulla sua tomba il nome era diventato Charles Pelli.
Anche un’altra sorella di Costantino, Emilia Pelli, emigrò col marito poco dopo il matrimonio nel 1908 in Argentina, si stabilirono vicino Buenos Aires dove vissero tutta la vita senza tornare più in Italia. I suoi discendenti sono ancora vivi e siamo in contatto.
OGGI
La famiglia Fanucchi di Antraccoli è quasi scomparsa, ci sono soltanto una manciata di Fanucchi alcuni dei quali abitano ancora "ai Fanucchi"
La famiglia dei Pelli di oggi è attualmente residente in corte Pelli di questi, negli anni ’60, un ramo si è trasferito in provincia di Udine.
CURIOSITA'
Ho notato una cosa molto curiosa nella famiglia dei Fanucchi, dalla metà del 1700 alla fine del 1700 ci furono tra i Fanucchi ben 4 parti gemellari! 2 bambine Angela Maria e Lucia figlie di Francesco nate il 9 dicembre 1745, 2 bambini Giovanni e Giuseppe figli di Bastiano nati il 15 aprile 1754, altri 2 bambini Giuseppe Luigi e Francesco Pietro figli di Domenico nati il 30 maggio 1786 e dalla stessa famiglia Isabella e Lazzaro figli di Domenico nati il 27 marzo del 1798.
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Nati, volume 2)