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Ai Biagini, Corte Abrami e ai Roggi

1330

La zona dei Biagini e quella di corte Abrami erano separate tra loro da alcune capanne ma fanno parte del grande gruppo di abitazioni che un tempo era identificato come luogo “al Santo”. Probabilmente per la vicinanza con la chiesa o col cimitero.

La storia di questo pezzo di paese si perde nella nebbia dei documenti, è stata sicuramente la zona abitata prima di tutte le altre come suggerito nella parte relativa la fondazione della Chiesa nell’ottavo secolo.

Cominciamo però con i dati ricavati dagli estimi:
Nell’estimo del 1330 la terra dove è “ai Biagini” molto probabilmente era di proprietà di privati (non sono sicura della ricostruzione di questa zona del paese perché i dati sono troppo frammentari), ovvero Neruccio Michele e Orsuccio fu Bonaiuto Guidotti di Lucca e c’era sopra una casa. La località in quel periodo era chiamata “all’Orto” forse per la presenza di molti orti visto il piccolo gruppo di case che gravitavano intorno e sicuramente c’era anche l’orto della chiesa di Antraccoli.

1412

Nell’estimo del 1412 la terra dei Biagini era di Bartolomeo di Lucchese di Antraccoli ma che abitava a Lucca ed era lavorata da Chelino di Sandro di Antraccoli, sulla terra c’era solo una capanna.

La terra di Corte Abrami era di Bartolomeo di Lucchese di Antraccoli (come sopra) ed era lavorata Gio di Angelo di Signa e Nicolao il figlio, c’era sopra un casalino ovvero un rudere di casa o le sue fondamenta.

Ai Biagini 1519
Corte Abrami 1519

Nel 1500 e oltre

BIAGINI
Nell’estimo del 1519 la terra dei Biagini era di proprietà dell’Opera di San Michele di Antraccoli ed era lavorata da Nicolao Garbocci di Antraccoli, le case erano tre tutte consecutive e così descritte: “tre case contigue in parte nuove e in parte vetuste, murate e solariate, coperte di tegoli con forno, aia, pozzo e capanna”.
Per diversi secoli la casa è stata abitata dalla famiglia Garbocci.
Già nel 1528 fu rinnovato l’atto di livello con l’Opera di Antraccoli per “due case murate e solariate e coperte di tegoli larghe braccia 12 e lunghe braccia 19 e 2/3, con muro e orto”.

Le case erano sempre state di proprietà della Chiesa di Antraccoli, quindi anche qualsiasi questione a riguardo è documentata presso l’archivio della nostra parrocchia.
Nel 1640, ad esempio, ci fu una causa tra Felice vedova di Cesare Garbocci e due fratelli Roggi proprio per il possesso delle dette case.
Le case erano dei Garbocci fin da prima del 1552, in questa lite però si ricorda soltanto un atto di quell’anno al quale fanno riferimento per chiarire la questione, Felice è vedova di Cesare Garbocci e dopo la morte del marito nel 1628 è sempre rimasta ad abitare lì col cognato Salvatore.
Il cognato però aveva venduto il possesso della casa a Cesare di Battista Roggi e Agostino suo figlio nel 1638 e nel gennaio del 1640 i detti Roggi presero possesso dell’abitazione costruendo un muro e coltivando l’orto antistante, Felice dice di essere all’oscuro di tutto.
La questione non so come si sia risolta, ma da tutto questo tra le righe della querela, si capisce che la corte era ancora composta da 3 case contigue, quella di Felice era quella nel mezzo, avevano tutte entrate separate dall’aia di meridione e in particolare quella di Felice fu ristrutturata dai Roggi perché aveva il tetto molto deteriorato.

Questo è quanto veniva scritto nel 1638 nell’atto di compravendita:
Salvatore fu Pietro Garbocci vende l’utile dominio sulla terra con la casa a Battista e Agostino di Cesare fu Battista Roggi  “casa murata e solariata con corte, forno e tutti le altre sue pertinenze […] con patto che i suddetti venditori a confine coi suddetti beni dalla parte di ponente abbiano a fare un muro tanto quanto dura la casa, di mattoni in piano fino al primo trave quando vogliono godere un poco di casa che li resta e in queste, con patto che se detti venditori getteranno in terra il forno lo devono rifare dentro un anno, purchè il forno resti a comune tra detti venditori e detti compratori.
Con patto che detti venditori devino levare la bocca del forno di casa di detti compratori e farla altrove e fino che non la leveranno sia in arbitrio di detti compratori di levare e lì cuocere o no perché così.
con dichiarazione che il detto pozzo è a comune con più famiglie.”
Quindi i Garbocci vogliono rimanere ad abitarvi ma in una porzione più piccola probabilmente.


ABRAMI
In corte Abrami invece la terra era di proprietà della famiglia Garbocci cioè di Geronimo fu Francesco Garbocci e vi era una casa murata e solariata con due solai, con pozzo e forno coperto di tegoli, aia, trebbio e orto.


Alcune case di questa zona erano già a due piani nel 1539:
24 dicembre 1539
Una casa murata e solariata con due solai, con forno, pozzo una pila di pietra, e con aia e un campo con alberi e viti sopra di se posta in comune di Antraccoli loco detto al Santo

8 gennaio 1562
Paulino fu Leonardo Garbocci di Antraccoli emancipa Bernardino suo figlio, e con questa emancipazione assegna a Bernardino alcuni beni immobili e alcuni pezzi di terra e una casa e terra posta in comune di Antraccoli e una casa posta a Lucca a porte del borgo, come da atto del 11 agosto 1556 rogato da me notaio.
Detto Bernardino accetta come sua sposa Elisabetta figlia di Lorenzo Castellucci Caseario a Lucca con dote di scudi 260 e corredo.
Grazie a questa emancipazione viene assegnato a Bernardino
La quarta parte di una casa murata e parte solariata, coperta .. con solita, cascina con residuo di orto, posta in comune di Antraccoli al Santo che confina a oriente beni della chiesa di San Simone e Giuda, a meridione beni dell’opera della chiesa di Antraccoli, a occidente beni dell’opera di Antraccoli e a settentrione beni della società di San Piero a Cigoli e via pubblica.

ROGGI
Nei primi estimi (1412, 1519) non ci sono abitazioni nella zona dei Roggi, nel 1571 penso sia l’unico riferimento che ho trovato fino ad ora della realizzazione di corte Roggi, ovvero la parte di abitazioni alla sinistra di “ai Biagini” separate dalla via che dalla chiesa porta nel Cantone.

1571 10 settembre Testamento di Valentino di Girolamo Garbocci
Valentino chiede che dopo la sua morte venga sepolto nel cimitero della Chiesa di Antraccoli.
Lascia all’ospedale della Misericordia 5 bolognini.
E dichiara di essere livellario di una terra della chiesa di Santa Maria Corteorlandini al Santo, sulla quale ha avuto il permesso di poter costruire la sua casa.
Muore però con soltanto due figlie femmine come eredi e lascia tutto a loro, anche se sono entrambe sposate e abitanti lontano dal paese.

Mappe ottocentesche

In questo secolo le mappe iniziano ad essere precise e dettagliate, sono le mappe precedenti il catasto nuovo di Lucca, datate 1832-1833, mentre le mappe utilizzate per il catasto nuovo sono state aggiornate nel 1863. Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.
Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.

BIAGINI
Nel 1856 la corte era abitata ormai dai Roggi, ma la parte centrale era stata riservata dall’Opera di Antraccoli all’abitazione del cappellano, che quindi non abitava in canonica insieme al parroco ma poco distante.
Le case erano ancora ad un unico piano con ingresso a mezzogiorno e cucina a settentrione, le camere al primo piano e la capanna e legnaia a sinistra delle case vicino alla cappellina.
La casa del cappellano era un pochino più curata, era sempre a un solo piano oltre al terreno, si accedeva a questo primo piano a mezzo di una scala di mattoni e a differenza di tutte le altre abitazioni di Antraccoli, al primo piano c’era una saletta usata per mangiare con luogo comodo contiguo a detta stanza, anche la cucina era al primo piano.

ABRAMI

ROGGI
Nel 1856 le case erano una a un piano ed una a due, di modeste fattezze in quanto per salire al primo piano si usavano scale di legno.
(As.Lu., Catasto, Perizie, Vol 275)

Toponomastica

Per molti secoli la zona è stata riconosciuta come “al Santo” dovuto alla vicinanza con la chiesa e il campo Santo.
I nomi delle corti che conosciamo oggi sono recenti, visto che ancora nel 1856 durante le perizie redatte per l’aggiornamento del catasto, la parte era ancora conosciuta come “al Santo”.

Ai Roggi, per ovvi motivi deriva dal cognome degli abitanti; ai Biagini deriva dal nome Biagio ovvero dai discendenti di Biagio i “Biagini”, questo Biagio non l’ho individuato e dubito che si ricordassero ancora di Biagio Garbocci che aveva abitato in corte agli inizi del 1500!
Corte Abrami, come sopra deriva dal nome proprio Abramo che era Abramo di Francesco Guidi nato nel 1754, prima anche qui era detto “al Santo”.

Foto storiche

Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca

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