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La Famiglia degli ANDREOTTI

CHI ERANO

La famiglia Andreotti, con oltre 500 anni di storia, non ha un cognome noto e presente oggi, ma ha contribuito tantissimo alla crescita del nostro paese.
La loro storia è molto antica e radicata proprio ad Antraccoli, furono una delle prime famiglie.

In un atto del 1329 dove compaiono diversi uomini di Tempagnano e nei Capitoli del 1331 abitavano a Tempagnano di Lunata, la famiglia era quella di Bendinello di Orsuccio.
(As.Lu., Spedale di S.Luca pergamene, mazzo n. 367 15 gennaio 1329)
(As.Lu., Capitoli, vol. 52)

Nell’estimo del 1330 avevano ad Antraccoli, due terre a livello nella zona del Moggiarello, erano però ancora detti “di Tempagnano”.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 41)
Similmente nell’estimo del 1333 Bendinello di Orsuccio è ancora di Tempagnano ma hanno a livello terre ad Antraccoli.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 27)

Nel registro dell’offizio sopra l’Abbondanza del 1353 la famiglia era composta di 5 bocche e dichiaravano le seguenti granaglie:
Bendinello di Orsuccio
Staia 30 grani
staia 60 miglio
staia 15 farro
staia 8 farina di miglio
staia 3 miglio
staia 2 orzo
(As.Lu., Fondo Abbondanza, vol. 379)

1367 Jacobo del fu Bendinello è con moglie e figli e paga di estimo soldi 3 e denari 4.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 39)

1383 c’è ancora Jacobo di Bendinello con moglie e figli.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 141)

La famiglia di Bendinello era imparentata con quella di quel Biagio di Lomoro (che fonderà l’altare della Madonna) che nel suo testamento del 1391 nomina la figlia Gemma che era sposata con il figlio di Bendinello ovvero Jacopo.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Jacopo Turchi, vol. 230, carta 130v)

A partire dal 1400 il figlio di Jacopo, Antonio prende il posto del padre.
Antonio era nato nel 1374, nell’estimo del 1401 è presente con la moglie e i figli e paga 3 soldi e 2 denari.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 158)

Nell’estimo Guinigiano del 1412 risulta abitante in capanne in quella che oggi è “ai Fanucchi”, questa era la composizione della famiglia:

Antonio di Jacobo anni 38

Angela sua moglie anni 35

Niezia anni 12

Bartolomeo anni 7

Margarita anni 3 e mezzo

Pasquino anni 2

Questo piccolo Pasquino, che aveva appena 2 anni, verrà nominato per parecchi anni e addirittura la famiglia ha rischiato di prendere il cognome Pasquini proprio grazie a lui!
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 110)

Questo albero genealogico, è soltanto relativo ai discendenti maschi diretti. Per l'albero completo con collaterali, mogli ecc., sono a disposizione a fornirlo a chi interessa.

Andreotti Albero

ORIGINE DEL COGNOME

Il cognome Andreotti che inizierà a essere usato dalla fine del 1500, deriva da Andrea di Matteo di Salvestro di Antonio, era chiamato Andreotto, da qui tutti i suoi discendenti si sono identificati come Andreotti.

DOVE ABITAVANO

Come già detto sopra in origine provenivano da Tempagnano, ma già nell’estimo del 1412 abitavano ad Antraccoli nella zona dei Fanucchi.
Nell’estimo del 1519 la famiglia aveva a livello diverse terre sia a est che a ovest del paese e avevano a livello anche due case.
La prima in quella che oggi è “ai Cucchi” una casa murata e solariata coperta di tegole e con portico verso meridione e il forno a oriente.
La seconda “al San Prospero” una casa soffittata con forno, pozzo e due capanne, anche un casalino.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 208)
Successivamente si sono stabiliti al San Prospero ma intorno agli inizi del 1600, un figlio di Ventura, si sposta con la famiglia e va ad abitare nella corte che oggi chiamiamo “ai Ghelli” ma che ai tempi prese il nome della loro famiglia e per secoli fu conosciuta come “alli Andreotti”, sono quel gruppetto di case a sud dell’edicola di oggi per capirsi.
Una volta morte le ultime due Andreotti, che erano sposate a due Guidi, le abitazioni passeranno alle famiglie dei Guidi.

Le carte d’archivio ci mostrano una famiglia Andreotti alla metà del 1400 come una delle più “agiate” di Antraccoli, nell’estimo del 1461 Pasquino di Antonio ha beni immobili per un valore di lire 57 e di beni mobili per lire 32.
Nel finire del secolo, 1471, Antonio il figlio di Pasquino prende a livello due terre al San Prospero dove abitarono per molto tempo.

CRONACHE

1447 Pasquino di Antonio di Jacopo era operaio dell’Opera della Chiesa di Antraccoli.
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Opera)


1451 nell’estimo ci sono Pasquino di Antonio e Antonio di Pasquino.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 144)


1461 nell’estimo c’è Pasquino di Antonio che paga per 1 testa e ha: beni immobili per un valore di lire 57 e beni mobili per un valore di lire 32, uno degli abitanti che pagava di più.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 146)


1471 nell’estimo c’è Antonio di Pasquino.
(As.Lu., Fondo Estimi, vol. 148)


Nel 1471 Pasquino era già morto e il figlio Antonio prende a livello due terre al San Prospero, terre della chiesa di Antraccoli da rendere 7 staia di grano l’anno.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Nicolao Vellutelli, vol. 668, carta 165t)


1473 16 ottobre
Santo fu Giorgio di Lammari abitante in San Michele di Antraccoli lavoratore di terre
confessa e fa giuramento a
Antonio fu Pasquino da Antraccoli lavoratore di terre
di aver ricevuto una vacca pilamino bianca con corna chiuse di anni circa 3
Fatto in Lucca in camera nuova posta in contrada San Pietro Maggiore presenti Paulino fu Marco da Capannori e Giuliano fu Meo da San Gimignano.
(As.Lu., Notai prima parte, Vellutelli Ser Nicolao, vol. 668, carta 217)


Dall’estimo del 1482 al 1522 negli estimi sono presenti Salvestro, Michele e Santo figli di Antonio.
1506 estimo:
Silvestro di Antonio di Pasquino paga per estimo lire 1 e soldi 2, per mobilia fiorini 6 e soldi 6
Santi di Antonio di Pasquino paga per estimo lire 1 soldi 2, per mobilia fiorini 6 soldi 6
(As.Lu., Estimi, vol. 157)
1517 estimo:
Silvestro di Antonio di Pasquino paga per estimo soldi 10, bargello soldi 6
Antonio di Santi paga per estimo soldi 5, bargello soldi 1 denari 8
(As.Lu., Estimi, vol. 164)


1521 in estimo ci sono Antonio di Santi di Antonio Pasquini e Matteo di Salvestro
(As.Lu., Estimi, vol. 167)


1523 estimo Matteo di Salvestro Pasquini e Antonio di Santi di Antonio Pasquini
(As.Lu., Estimi, vol. 170)


1525 estimo, Matteo di Salvestro e Antonio di Santi di Antonio Pasquini
(As.Lu., Estimi, vol. 171)


Nel 1529 nell’estimo delle “robe”

Antonio di Santi


Uno letto sensa coltre                      fiorini   6

Mobilia di casa                                 fiorini    2

Panni lani e lini                                 fiorini    6

5 botti a soma 20 e1 tino di 20       fiorini    7

                                               Tot      fiorini    21

Andrea di Silvestro


3 letti uno con la coltre                    fiorini    22

Mobilia di casa                                 fiorini    10

Panni lani e lini                                  fiorini    20

Una botte e tino some 70                fiorini    13

Uno paro di buoi moricci                 fiorini    36

La metà di uno carro                        fiorini      8

Uno cavallo rosso                              fiorini    10

Uno pezzo di terra di quarra
1 ½ loco detto in pulicino                fiorini    30

                                               Tot       fiorini    149


quindi la famiglia di Silvestro era abbastanza agiata.
(As.Lu., Estimi, vol. 174)


1531 estimo:
Andrea di Salvestro paga lire 30 soldi 6
Antonio di Santi di Antonio Pasquini paga lire 4 soldi 4
c’è una enorme differenza di benessere tra le due famiglie.
(As.Lu., Estimi, vol. 176)


1561 in estimo Andrea di Matteo di Salvestro (è questo Andrea che era chiamato Andreotto e che darà il cognome alla famiglia).
(As.Lu., Estimi, vol. 178)

1562 6 agosto
Andrea di Matteo Silvestri confessa al Venerando viro presbitero Ludovico di Ranieri Cantarini di esser debitore di scudi 15 per il prezzo di un giovenco pilamino bianco con corna aperte.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Benedetti Ser Rocco, vol. 2731, carta 423)


1575 estimo: Salvestro di Andrea di Salvestro paga di estimo lire 21 soldi 12, testa lire 2 soldi 5 denari 4, gravezze lire 15 soldi 18 denari 8
8 ottobre 1581 Caterina di Matteo Andreotti di Antraccoli sposa Carlo di Valentino Garbocci sempre di Antraccoli.
(As.Lu., Estimi, vol. 179)


1583, 8 luglio
Frediano fu Ventura di Matteo Silvestri di Antraccoli livellario della comunità di Antraccoli con il consenso e la volontà di
Salvatore di Ambrogio Paladini, Luca di Jacopo Garbocci e Matteo di altro Matteo Fanucchi per sé e in nome di Jacopo Cataldi e Bastiano di Michele Garbocci, Bartolomeo di Luca Guidi e Pasquino di Paulino Gasparini alias Chino ufficiali del comune di Antraccoli
Permettono a
Pasquino fu Piero Tofanelli testore in Lucca di dare staia 40 di grano.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Cerlotti Ser Michelangelo, vol. 3814, carta 215)

1583, 12 ottobre
Frediano fu Ventura di Salvestro e Jacobo suo fratello
confessa a
Michele fu Andrea Bernardi di Tofori
di esser debitore di scudi 18 d’oro per valore di un bove dal pelo brinaticcio con corna elevate di anni 6
e promette di pagare entro il mese di settembre del 1584.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Cerlotti Ser Michelangelo, vol. 3814, carta 358)

Come per quasi tutte le famiglie anche qui ci furono liti dovute alle varie eredità, come ad esempio:
1587
10 marzo

Matteo del fu Andrea Salvestri di Antraccoli Silvestro e Michele suoi fratelli per loro e per Cesare e Salvatore loro fratelli da un lato e Frediano del fu Ventura di Matteo Silvestri di Antraccole per sé e per Jacopo suo fratello fanno con arbitro Matteo del fu Alessandro Casentini di Antraccoli e Lazzaro di Domenico Lazzari Santucci di Sant’Anna. A causa di una lite e controversia per l’eredità di Raffaello di Matteo Silvestri di Antraccoli, promettono di rispettare ogni decisione che sarà presa da detti arbitri.
(Purtroppo ancora non ho trovato l’atto con la decisione sulla divisione)
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 218)

21 marzo

Matteo del fu Andrea Silvestri di Antraccoli confessa a Silvestro suo fratello presente di essere debitore di somma di scudi 40 d’oro per aver pagato per lui Bartolomeo alias Bertolla di Luca Guidi di Antraccoli per compendio di dote di Donna Elizabetta figlia di detto Matteo e moglie di Giovanni figlio di Bartolomeo sopradetto. Promette di restituirli in un anno.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 262)

1584 Angela di Salvatore di Andreotto nasce e viene battezzata a Lucca in San Giovanni e Reparata
(Archivio Diocesano Lucca, Battezzati San Giovanni, vol. 31)

1586
29 marzo Silvestro di Andrea di Silvestro detto di Andreotto confessa di esser debitore di Ser Lelio di staia 6 di grano.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 199v)


3 aprile Frediano fu Ventura Silvestri confessa di essere debitore nei confronti di Ser Lelio Sirti notaio di 4 staia grano.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 216)


24 maggio Frediano di Ventura di Silvestro di Antraccoli con questo pubblico instrumento confessa a
Michele di Andrea Bernardi di Tofori di essere debitore di scudi 13 d’oro per il prezzo di un bove a pelo brinato con corna basse a calabrone, consegnato e venduto il presente giorno.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 310)


11 ottobre Cesare del fu Andrea di Silvestro di Antraccole livellario di terre della chiesa di Santa Maria Corteorlandini di Lucca, loca a Silvestro suo fratello un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto a San Prospero che confina a meridione, occidente e settentrione con la via pubblica, a oriente con beni di detto Silvestro, per l’annuo canone di staia 9 di grano ogni anno.
Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti sopra di sé posta in comune di Antraccoli in loco detto a casa di Antonio Peli ovvero in Spinatico, con casa murata, solariata e coperta confina a oriente beni degli eredi di Moro Pelli di detto luogo, a meridione via pubblica a occidente beni di eredi di Giovanni Pelli, a settentrione beni degli eredi di Marco Pelli di Antraccole in tutto coltre 2, livellaria della sopradetta chiesa per l’annuo canone di staia 5 di grano. A rendere al detto locatore ogni anno staia 25 di grano nostrano e buono nel mese di luglio.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 532)

1588 8 agosto
Matteo, Salvatore, Silvestro e Michele di Andrea di Salvestro di Antraccoli e
Salvestro soprascritto come procuratore di Paulo e Michele Favilla di Tempagnano
e in nome di Cesare fratello ai quali promette di ratificare il presente atto, da una parte
e Frediano di Ventura di Salvestro di Antraccoli per sé e in nome dei suoi fratelli
stipulano un compromesso nominando come arbitri due comuni conoscenti ovvero:
Matteo di Alessandro Casentini e Bartolomeo Castiglioni di Tempagnano.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, vol. 834, carta 379)

5 settembre 1588
Eustachio fu Rocco Pardini di Lucca e Matteo fu Alessandro Casentini di Antraccoli e Bernardino fu Pasquino Castiglioni di Arancio, confidenti e amici chiamati a fare da arbitri nel compromesso tra:
Matteo (2), Silvestro (5), Michele (3) e Salvatore (4) fratelli e figli e eredi di fu Andrea di Matteo Silvestri di Antraccoli con Paulino Favilla come procuratore di Cesare (6) fratello dei detti da una parte e
Frediano (1) fu Ventura di Matteo Silvestri per sé e in nome di Jacobo e Domenico suoi fratelli
danno e dichiarano la loro sentenza di divisione.

(1) Per prima cosa diamo e assegniamo a Frediano di Ventura e fratelli per la loro parte dell’eredità di Raffaello zio di detto Frediano e fratelli:
Tutto il ciglieri verso settentrione cioè braccia 12 di lunghezza a cominciare detta misura dalla parte verso …. Dove al presente entra il soprascritto Frediano e fratelli e stendere esse braccia 12 di verso ponente che al presente confinano con esso la spalletta dell’uscio che è nel terrestre e da assegnare per parte a Matteo e Michele.
Inoltre, di sopra tutta la cambora che è verso levante e il solaio di sopra della casa grande con facoltà di poter fare la scala per poter montare al detto solaio di sopra rasente al muro della casa verso ponente, e rompere il muro verso settentrione per fare detta scala ancora che impedischi il primo solaio, Matteo, Salvatore, Michele e Cesari abbino a lassare fare dette scale.
Inoltre, la metà della corte verso settentrione che detta metà confina da levante e la terra d’assegnarsi a Frediano e fratelli, pertiche 16 e 4/5, mezzodì l’altra metà d’assegnarsi a Matteo e i fratelli pertiche 8 e 2/5 per biscocca la corte di detti Matteo e i fratelli pertiche 1 e 3/5, ponente i detti Matteo e i fratelli pertiche 12 e per biscocca la via lassata per andito di tutti pertiche 4 e 4/5, settentrione la via pertiche 10 e 4/5.
Dichiarando che si è dato braccia 6 di terra per larghezza al detto Frediano e i fratelli verso levante, sopra della quale Matteo e i fratelli ci possino andare in perpetuo loro e i loro discendenti e di tutti i tempi senza pagamento alcuno, con persone, bestie, carri e andare al pozzo per acqua e dar bere alle bestie e per ogni loro comodità perché esso pozzo si lassa a comune uso per tutti i detti fratelli e cuzini.
Inoltre, Un pezzo di terra campia con arbori e viti posta in detto comune loco detto a San Prospero, confina da levante la terra da assegnarsi a Matteo e i fratelli, da ponente il detto Frediano e i detti Matteo e fratelli, da meridione la via pubblica, da settentrione la via pubblica e detta pezza di terra assegnata a esso Frediano e fratelli, solo la loro parte è pertiche 433 e se li assegnano con carico di pagare all’Altopascio staia 9 e una quarra di grano per il livello e canone di esse terre.
Inoltre, li assegniamo al detto Frediano e fratelli la metà di un pezzo di terra verso levante posta in comune di Santa Margherita loco detto alle Prata, confina da levante la terra che lavorano i Malfatti, da ponente l’altra metà da assegnarsi a Cesari fratello di esso Matteo, da meridione detti Malfatti da Santa Margherita, da settentrione beni di Cesare Garbocci che detta metà è a misura pertiche 196, e è livellaria dell’Opera di Antraccoli con carico di pagare ogni anno a detta opera staia 3 di grano. La qual terra fu acquistata da Andrea di Salvestro zio del detto Frediano per scudi 28 dai Fanucchi di Antraccoli e si li assegna con patto e conditione che sempre che quelli de Fanucchi daranno a esso Frediano e fratelli scudi 14 per la sua parte e a Cesari scudi 14 per la sua parte che in tutto sono scudi 28 abbiano a rilasciare la terra perché così fu patto fra di loro quando che fu acquistata et di più si assegna a esso Frediano e fratelli ereditari di essa eredità di scudi 50 i quali ne abbino a essere rimborsati esso Frediano e fratelli da Michele d’Andrea di Salvestro per tutto gennaio prossimo a venire dell’anno 1589…. E non pagando detto Michele detti scudi 50 a esso Frediano e fratelli al detto tempo, possi esso Frediano entrare in possessione di un pezzo di terra che è dietro alle loro case nel comune di Tempagnano loco detto a San Prospero e quella tenere usufruttuare e impegnare per la somma predetta pur che sempre che esso Michele renderà e sborserà li detti scudi 50 a esso Frediano li abbia a relassare la detta terra libera purchè abbi ricevuto i detti denari e non altrimente ne in altro modo, e possa il detto Frediano agire contro la persona del detto Michele come più li parrà a lui.
Inoltre, dichiariamo che se esso Frediano e fratelli e suoi eredi, e successori non pagheranno il canone assegnatogli e che essi Matteo e fratelli ne averanno impedimento alcuni e per lui pagassero possino e li sia lecito entrare in su un pezzo di terra per quel tanto che per esso Frediano pagheranno o averanno pagato e quella tenere e coltivare e impegnare e questa facoltà si da solo a quello che pagherà per esso.

(2) Inoltre per questa nostra sentenza e lodo diamo e assegniamo a Matteo soprascritto la sua parte divisa:
La metà del terrestre verso levante di una casa murata, solariata e coperta posta in comune di Antraccoli loco detto a San Prospero il quale terrestre confina da levante con la casa lassata da Raffaello a essi fratelli, da ponente confina con la metà da assegnare a Michele soprascritto.
Inoltre la metà dell’andrione verso settentrione con tutte le scale libere dichiarando che nessuno de fratelli non abbino per tempo alcuno a servirsi di esso ne tal poco abbino ragione sopra le dette scale.
Inoltre la metà verso levante del solaio in cima a detta casa.
Inoltre la camboretta che è sopra il ciglieri dalla banda di settentrione che è larga braccia 4, che tutti i detti appartamenti sono stati stimati scudi 79, e perché la parte del detto Matteo non ascende che alla somma di scudi 64.
Inoltre hanno debito tutti i cinque detti fratelli scudi 412 per più cause d’accordio tutti insieme e di più staia 73 e mezzo di grano per ritento per tutto l’anno 1587 a più loro patroni, fatto buono a esso Matteo denari pagati per fine a questo giorno robbe e grani.
Inoltre, fattoli buono la dote di sua moglie e ogni altra cosa che ha misso in detta casa quando viveano insieme si per dote come anche in corredi, resta debito in tutto e per tutto per fine a questo dì di scudi 27 e bolognini 15, i quali debba pagare alli infrascritti cioè a Francesco Del Basso scudi 27 e bolognini 15 che tutte queste partite ascenderà alla somma delli detti scudi 27 e di più fattoli buono la ….
Inoltre debbi pagare per la sua parte delli predetti ritenti, per ogni suo resto staia 9 e mezzo grano all’infrascritti cioè all’Altopascio staia 5 e mezzo e a Frati di San Frediano staia 3 e mezzo e all’Opera di Capannori staia mezza a dichiarare però che sempre detti Matteo non li pagasse e per tal causa i suoi cuzini e fratelli ne averanno impedimento possino i detti fratelli e Frediano e fratelli cuzini del detto Matteo ipsu facto…
Inoltre, la parte sua dell’aia davanti la sua casa che confina da levante con esso Salvatore, e da ponente confina con esso Michele che tutta detta parte è pertiche 16.
Inoltre, la parte sua del Giardino, e orto che confina da levante con esso Michele e da ponente con esso il campo che è tocco in parte a Cesare che detta parte è tutta pertiche 81.
Inoltre, la metà di un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Tempagnano loco detto a San Prospero, livellaria dell’Opera di Antraccoli e dell’Opera di Santa Maria Corteorlandini di Lucca quale detta metà è a misura pertiche 343, confina da levante la metà assegnata a Michele, da ponente la via, e da mezzodì la via, da settentrione li Arnolfini, con carico di pagare all’Opera di Antraccoli si di questo pezzo come del giardino e corte ogni anno di canone staia 4 di grano.
Inoltre, la metà di un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto alle Prata verso ponente, confina da levante l’altra metà assegnata a Michele, da mezzodì l’ozori, da ponente beni di Stagio Pardini, da settentrione Giuseppe Bernardini, la quale metà è livellaria dei Canonici di San Martino e per misura la detta parte è pertiche 282, con carico di pagare ogni anno ai detti canonici staia 5 grano per canone.
Inoltre, la metà di un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto all’Ortaccio, livellaria del Vescovado di Lucca la quale metà confina da levante beni degli eredi di Ser Lorenzo Parpaglioni, da mezzodì l’altra metà assegnata a Michele, da ponente beni che lavorano i Guidi, da settentrione via pubblica, la quale metà è misura pertiche 266, con carico di pagare per detta metà di campo al Vescovato staia 5 grano e libbre 500 di paglia per canone ogni anno.
Inoltre, pertiche 95 e mezzo di un pezzo di terra campia posta in comune di Antraccoli in loco detto a San Prospero delle pertiche 191 toccate in parte a esso Matteo e Michele che confina da levante terre assegnate a Salvadore e Salvestro, da mezzodì via, da ponente terre che sono tocche in parte a Frediano di Ventura le quali sono pertiche 95 e mezzo. Si li assegnano con carico di pagare all’Altopascio staia 3 di grano ogni anno per canone.

(3) Inoltre per questa nostra sentenza e lodo come di sopra diamo e assegniamo a Michele soprascritto per la sua parte divisa:
La metà del terrestre verso ponente della predetta casa.
Inoltre, la metà dell’andrione verso mezzodì in confine del detto Matteo e dichiarazione espressa che detto Andrione non possa mai il detto Michele ne i suoi eredi e successori dividere, né far dividere nè con parete di matoni, nè altre muraglie, né parete di tavule e questo perché le scale che sono tocche a Matteo perderebbero del tutto il lume, e non se ne potrebbe servire in modo alcuno e per tanto intendiamo che passi con questa condizione.
Inoltre la metà verso ponente del solaio di sopra di detta casa e tutta la detta parte è stimata scudi 70.
e perché la parte del detto Michele non ascende se non alla somma di scudi 64 e bolognini 30, e anco per li debiti come per essa sentenza abbiamo dichiarato e anco per i ritenti in essa nominati fatto buono a esso Michele tutto quello che ha pagato per fino a questo dì si di grano come di denari resta debitore di scudi 59 e staia 19 di grano i quali scudi 59 li ha da pagare in questo modo a Frediano di Ventura suo cuzino scudi 50 per tutto gennaio prossimo a venire dell’anno 1589. E non pagandoli al detto tempo il detto Frediano possa entrare in possessione del campo che è tocco in parte al detto Michele nel comune di Tempagnano dietro alle loro case loco detto a San Prospero e quello goderne, lavorarne e fare lavorare.
Inoltre, gli sia lecito impegnare la detta terra per li scudi 50 con carico però di pagare il canone all’Opera di Santa Maria Corteorlandini quale era solito pagarsi e questo sempre e quanto da esso Michele li sarà dato detti scudi 50 a esso Frediano, sia lecito al detto Michele rientrare nella detta sua terra, purchè sia fatto lo sborso dei detti scudi 50.
Inoltre, a Jacopino dal Cassano scudi 5.10
Inoltre a Giovanni di Sochio da Pescia scudi 10
Inoltre a Salvestro suo fratello ha da pagare scudi 4 e a maestro Fabio avv.i scudi 3, e al Vescovato scudi 1, alla serva di prete Michele scudi 1.
Inoltre, all’Altopascio per ritenti staia 9 e mezzo di grano con dichiarazione che se per detti debiti e ritenti assegnati al detto Michele non li pagasse  e per tal causa i detti fratelli e cuzini ne sentissero in comodo, possino quelli i quali ne averanno dati rifarsi sopra i beni del detto Michele e sopra la sua persona come più piacerà a quelli i quali pagassero per esso Michele.
Inoltre, pertiche 16 di aia e corte davanti la sua casa che confina da levante la parte assegnata a Matteo, e da ponente con Salvatore.
Inoltre, la metà del giardino che confina da levante con la fossa e da ponente con Matteo che è livellario dell’Opera di Antraccoli, con carico di pagare a essa opera ogni anno per canone staia 2 di grano e questa sua parte è per misura pertiche 81.
Inoltre, la metà di un campo verso levante posto in comune di Tempagnano loco detto a San Prospero la quale metà confina da levante beni che lavora Antonio Giusti di Tempagnano, da mezzodì via pubblica, da settentrione li Arnolfini di Lucca, da ponente l’altra metà assegnata a Matteo con carico di pagare all’Opera di Santa Maria Corteorlandini staia 6 e mezzo grano ogni anno e detta terra è per misura pertiche 343.
Inoltre, la metà di un pezzo di terra dalla parte di levante, campia, posta in comune di Antraccoli loco detto alle prata, livellaria de Canonici di San Martino, confina da levante beni che lavora Bastiano Panelli da Capannori, da meridione l’Ozori, da ponente l’altra metà assegnata a Matteo, da settentrione Giuseppe Bernardini e detta parte è pertiche 282. Con carico di pagare a detti Canonici staia 4 grano ogni anno.
Inoltre, la metà di un pezzo di terra verso mezzodì, in detto comune loco detto all’Ortaccio, livellaria del Vescovato di Lucca qual parte confina da levante con i beni degli eredi di Ser Lorenzo Parpaglioni, da mezzodì la via pubblica, da ponente beni che lavora Bartolomeo Guidi di Antraccoli e da settentrione l’altra metà, con carico di pagare al detto Vescovato staia 5 grano. E detta metà è pertiche 266.
Inoltre, la metà di un pezzo di terra campia posta in comune di Antraccoli loco detto a San Prospero livellaria dell’Altopascio confina da levante terra da assegnarsi a Salvatore e Salvestro da mezzodì via, da ponente terra che è assegnata a Frediano, da settentrione via pubblica, il quale pezzo di terra tutta è pertiche 191, ma è per non partita con Matteo che ne tocca a esso Michele pertiche 95 e mezzo.

(4) Inoltre con questa nostra sentenza e lodo diamo e assegniamo a Salvatore soprascritto:
La metà della solita verso mezzodì attaccata alla predetta casa verso ponente che detta metà è lunga a misura braccia 7 e mezzo di lunghezza e è larga braccia 12, con esso tutto l’appoggio della casa per contra alla detta solita dichiarando che il detto appoggio sia solo di braccia 7 e mezzo di lunghezza, alta tutta la casa, e il muro verso mezzodì che è attaccato al forno sia della detta solita.
Inoltre, la metà verso mezzodì del primo solaio di essa casa che confina da settentrione con Salvestro tutta è stimata scudi 45.
Inoltre la metà verso mezzodì della Capanna che è posta sopra la corte d’assegnarsi a Salvestro con carico che l’abbia da levare entro 20 giorni prossimi per stima di scudi 5.
Inoltre, la parte sua dell’aia per contra alla sua casa verso levante in confine di Frediano e da ponente confina Matteo ed è a misura pertiche 16.
Inoltre la metà dell’orto che confina da levante la parte d’assegnarsi a Salvestro e da ponente la fossa, che parte essa terra e il giardino che è a misura pertiche 73.
Inoltre, un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in detto comune loco detto al Santo livellaria della chiesa di Antraccoli, s’accosta da levante al cimitero di detta Chiesa, da settentrione (meridione?) via pubblica, da ponente beni degli eredi di Ser Lorenzo Parpaglioni, da settentrione detti eredi con carico di pagare alla detta chiesa staia 9 di grano e la detta terra è pertiche 624.
Inoltre, un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli in loco detto al Moccia, confina da levante beni della chiesa di Antraccoli e parte beni dello Spedale della Misericordia di Lucca, da mezzodì via pubblica, da ponente l’altra parte di essa terra d’assegnarsi a Salvestro, che tutta detta terra conducono a livello dalla Cappella dell’Annunziata di San Bartolomeo di Ruota, e dai Frati dell’Angelo e dall’Opera di Capannori, e la detta parte è di misura pertiche 304. Con carico che paghi alla detta Cappella staia 8 di grano e all’opera di Capannori staia ¼.
Inoltre, pertiche 104 della terra dell’Altopascio delle pertiche 208, per indiviso con Salvestro, posta in detto comune loco detto a San Prospero, le quali tutte predette pertiche 208 confinano da levante terra dell’Altopascio da assegnarsi a Cesare, da mezzodì via pubblica, da ponente terra da assegnarsi a Matteo e Michele parte dell’Altopascio, da settentrione via pubblica.
Inoltre, per questa nostra sentenza e lodo diamo e assegniamo a Salvatore soprascritto di consentimento di tutti i detti fratelli, il resto verso mezzodì della detta casa lassata da Raffaello che al presente la gode Frediano e di più li assegniamo le dui camere di sopra a detto terrestre che al presente le gode Salvestro con carico che abbia da far murare lui a sua spesa dui usci che riescano sull’andrione di Michele e di Matteo dentro 15 giorni e abbi da fare la scala dentro al suo terrestre e tutta questa casa si li assegna per scudi 70 e questo si è fatto tutto con loro consentimento che tutte le case assegnate al detto Salvatore et capanna ascendeno alla somma di scudi 120. Non ha da essere se non di Salvatore scudi 68 e bolognini 30 di qui è che a detto Salvatore si li assegna pagare l’infrascritti debiti e retenti alli nominati qui di sotto perché s’è dichiarito il debito in essa sentenza che sono scudi 412, e staia 73 e mezzo di grano per ritenti per tutto l’anno 1587 cioè messoli in conto tutto quello che ha pagato per essa eredità si denari come altre volte e compreso tutto quello che ha misso in casa per fino a questo giorno, resta debitore per suo conto in tutto scudi 35 e di più per la casa assegnatoli di Raffaello scudi 70, che di questi da scudi 14 in poi che sono per sua quinta parte ha da rifare il resto e di questi si li assegnerà qui di sotto tanti debiti da pagarsi e di più ha da pagare per la sua parte de ritenti per tutto l’anno 1587 staia 25 grano all’infrascritti cioè ai Frati dell’Angelo staia 12, al Vescovato staia 9, a Prete Vincenzo Elici staia 4 che tutto fa la somma delle dette staia 25.
Inoltre, gli si assegna a pagare per conto delli scudi 105, di contro nominati che detrattone scudi 14 che si li perviene per conto della sua quinta parte della casa di Raffaello e scudi 45 per conto della parte sua della casa di già assegnatoli per sua parte distinta e separata dalle altre parti e che detta casa lui l’assegna a Michele e a Salvestro in questo modo cioè la cambora di già toccali si assegna a Michele, per prezzo di scudi 25 e 1/3 e la solariata si assegna a Salvestro per prezzo di scudi 19 e 1/3, tutto stimato e fatto stimare d’accordo e sì Salvatore, Silvestro e Michele che detratto di esse stime scudi 28 cioè scudi 14 a Michele per la sua quinta parte della casa che si li pervengano di Raffaello e di scudi 14 a Salvatore per la sua quinta parte di essa casa. Resta in tutto e per tutto il detto Salvatore debitore di detta eredità di 94 scudi e bolognini 37 e si li assegna pagare all’infrascritti cioè a madonna Maria Balbani lire 13.5, a Constantino Vecoli lire 34, a Lorenzo di Filippo quocitore lire 26, a Cesare Santucci lire 30, a Paulo Favilla lire 15, ai frati di San Frediano lire 30, ai frati dell’Angelo lire 45, a Prete Vincenzo Elici lire 30, all’Opera di Santa Maria Corteorlandini lire 26.5, a Prete Antonio Contrucci lire 15, a Ginevra del Grasso lire 3.14 che questi tutti fanno la somma di scudi 35 e bolognini 57 e a Giorgio Petri scudi 25 e a Giovanni Piagentino scudi 5 e scudi 1 alla sorella di prete Michele che tutti questi sopra nominati debiti assegnati a esso Salvatore ascendeno alla somma di scudi 66 e bolognini 57 che a fare la somma delli scudi 94 e bolognini 57 che il detto ha debito in sua parte con detta eredità resta scudi 28 che sono quelli che ha da far buono a Salvestro e Michele nella stima della sua casa assegnata a detti Michele e Salvestro a ciascuno di loro per la loro 1/5 parte della casa di Raffaello assegnata come di sopra al detto Salvatore che sono scudi 14 a Michele e scudi 14 a Salvestro e perché essa sua casa è di valore di scudi 45, resta avere il detto Salvatore dal detto Michele scudi 11 e 1/3 e più da Salvestro scudi 5 e 2/3 che di queste due partite assegneremo a essi Michele e Salvestro tanti debiti di quelli che doveva pagare esso Salvatore e lui sgraveranno per la detta somma delle due parte che ascenderanno alla somma di scudi 17 detratto e fatto buono la loro parte a Michele e Salvestro che il detto Salvatore cavato detti scudi 17 come di sopra resta a pagare solo scudi 77.

(5) Inoltre per questa nostra sentenza e lodo assegniamo a Salvestro soprascritto:
La metà verso settentrione della solita attaccata alla casa verso ponente che l’altra metà di essa solita l’abbiamo assegnata a Salvatore e detta parte di Salvestro è di larghezza di braccia 12 e lunghezza braccia 7 e mezzo verso l’appoggiata della casa di tutta l’altezza di detta casa è di larghezza braccia 7 e mezzo.
Inoltre, la metà del primo solaio verso settentrione in confine della parte d’assegnarsi a Cesari tutta detta casa stimata scudi 38.
Inoltre la metà della capanna per indiviso con Salvatore verso settentrione è stimata scudi 5.
Inoltre, la parte sua dell’aia per contra alla sua casa verso ponente in confine di Cesari che tutta detta parte è pertiche 16.
Inoltre un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto al Moccio confina da levante con la terra assegnata a Salvatore e da mezzodì la via, e da ponente beni …. (mancante) e da settentrione beni (mancante) che tutta essa parte è pertiche 928 livellaria dei Frati dell’Angelo e della Cappella della Annonziata di San Bartolomeo di Ruota, e dell’opera di Capannori con carico di pagare detti frati dell’Angelo staia 6 di grano per canone.
Inoltre, la parte sua dell’orto verso levante confina da ponente con Salvatore e da mezzodì la via e da settentrione Frediano, e da levante beni assegnati a esso Frediano che essa parte è tutta a misure pertiche 73.
Inoltre si li assegna un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in detto comune loco detto a San Prospero per misura pertiche 104 per indiviso con esso Salvatore, confina da levante beni d’assegnarsi a Cesare, da mezzodì via pubblica e da ponente beni d’assegnarsi a Matteo e a Michele, sa settentrione via pubblica con carico di pagare all’Altopascio staia 5 e ¾ di grano e staia 5 e mezzo all’Opera di Antraccoli per canone, e al detto si li assegna staia 11 e 4/2 grano per la sua parte dei ritenti per tutto l’anno 1587 cioè, all’Opera di Santa Maria Corteorlandini staia 3 e mezzo grano, Fabio Arnolfini staia 3 e all’Opera di Antraccoli staia 5 che tutte queste tre partite fanno la somma di staia 11 e mezzo grano.
Inoltre dichiariamo che saldato tutti i conti fino a questo giorno il detto Salvestro sia creditore di essi eredi di scudi 33  e questo per avere pagato del suo più debiti che gli altri, e messo denari della sua dote in casa, questi scudi 33 ni li ha da pagare Cesare suo fratello per di qui a tutto gennaio prossimo dell’anno 1589.

(6) Inoltre per questa nostra sentenza e lodo come disopra diamo e assegniamo a Cesare soprascritto la sua parte divisa e separata cioè:
La casa bassa verso settentrione nel modo che oggi si ritrova che al presente gode Frediano, eccetto il terrestre assegnato a Frediano e la camboretta assegnata a Matteo e tutto il ciglieri che fin qui serviva a tutti detti fratelli che tutto è stimato scudi 80, e l’entrata di detta sua parte si ha da fare di verso levante per contra al suo campo.
Inoltre, un pezzo di terra campia con alberi e viti, posta nel comune di Antraccoli in loco detto a San Prospero livellaria dei frati di San Frediano e parte dell’Opera di Antraccoli che confina da levante la sciepe di pruni della corte e giardino di essi fratelli, da mezzodì la via pubblica, da ponente e settentrione la via pubblica che tutta è a misura pertiche 615, delle quali a lui non ne tocca se non pertiche 500 e le pertiche 115 si li assegnano di sopra più per fare la sua corte e orto come alli altri e anche più a questo perché li altri hanno avuto la parte loro di dette corte e aia più comoda che esso con carico di pagare ai frati di San Frediano ogni anno per canone staia 3 e mezzo grano, e all’opera di Antraccoli staia 5 grano ogni anno che in tutto sono staia 8 e mezzo.
Inoltre, un pezzo di terra campia con alberi e viti posto in detto comune in loco detto a San Prospero confina da levante, mezzodì e settentrione con la via pubblica, e da ponente le pertiche 208 di sopra assegnate a Salvatore e a Salvestro con carico di pagare ogni anno di detta sua parte staia 7 grano per canone all’Altopascio e detta parte è misura pertiche 448.
Inoltre, la metà di un pezzo di terra campia verso ponente con alberi e viti in comune di Santa Margherita loco detto alle Prata livellaria dell’Opera di Antraccoli, confina da levante l’altra metà assegnata a Frediano e fratelli, da mezzodì terre che lavorano i Malfatti di Santa Margherita, da ponente beni dei Garbocci, da settentrione i detti Garbocci con carico di pagare per la detta sua parte all’Opera di Antraccoli ogni anno per canone staia 3 grano e detta parte è a misura pertiche 196, (la detta terra era stata comprata dai Fanucchi che hanno il diritto di ricompera come detto sopra). La parte assegnatagli è stimata scudi 80 e per aver essa eredità fatto conto di tutti i debiti perfino a questo giorno scudi 412, e di più staia 73 e mezzo grano, per ritenti per tutto l’anno 1587, fatto buono tutto quello che esso Cesare ha messo in casa per fino a questo dì e di più fattoli buono scudi 37 per la sua dote resta anco debitore di essa eredità di scudi 37 e bolognini 20, e di staia 11 e mezzo grano e si assegna che li abbia da pagare in questo modo cioè a Salvestro scudi 35, e a Jacopo del Cassaro lire 12, e all’Altopascio staia 11 e mezzo grano, e scudi 35 assegnati a Salvestro li ha da pagare esso Cesare entro gennaio prossimo.

Inoltre, assegniamo a Michele che paghi per Salvatore scudi 11 e 1/3  per quello che li resta a dare per la cambora assegnatoli dal detto Salvatore in questo modo cioè scudi 4 ai frati di San Frediano, scudi 4 a prete Vincenzo Elici e scudi 3 e mezzo dare a lui Salvatore fra un anno.
Inoltre si assegna a Salvestro che paghi per esso Salvatore scudi 5 e 2/3 per conto della solita assegnatoli di Salvatore in questo modo cioè a Lorenzo di Filippo Cocitore lire 26, a Madonna Maria Balbani lire 13, a Ginevra del Grasso lire 3, che tutto fa la somma delli scudi 5 e 2/3.

Inoltre, dichiariamo che il forno che oggi è appresso alle case dei prefatti Frediano e Matteo e i predetti fratelli si abbi da sfare, a comune spese, e quello rifare dalla casa verso ponente in confine della parte assegnata a Cesare e a Salvestro, che detto forno venghi di contra alle 5 braccia lasciate per andito delle dette case per servizio di tutti loro.

Inoltre dichiariamo che si lascia braccia 5 di terra davanti dette case e questo abbi da servire a comune uso per tutti acciò possino andare al pozzo e al forno da farsi.

Inoltre dichiariamo che Salvatore e Matteo abbiano la loro entrata con carra, e con bestie sopra la detta corte e aia dalla parte di levante per la via lassata a comune con Frediano e fratelli.

Inoltre, dichiariamo che Salvestro e Michele abbino da avere la loro entrata in detta corte e aia dalla parte verso ponente con carra e bestie sopra detta via lassata per strada davanti la casa di Cesari e tutti darsi la via in esse corte l’uno all’altro e l’altro all’uno al manco danno.

Inoltre, dichiariamo che sempre e quando si avrà da fare reattare tetti e fondamente sopra detta casa abbino d’andare a comune spese sotto le pene e obblighi infrascritti.

Inoltre, dichiariamo che Salvatore abbi a dare il passo a Salvestro per andare al suo orto e questo ha da fare in cima al suo orto e non possino detti fratelli e cuzini piantare alberi vivi in confine l’uno dell’altro.

Inoltre, per questa nostra sentenza condanniamo detti Matteo e fratelli a tramutare il pozzo a tutta loro spesa senza danno di esso Frediano acciò che il detto Frediano possa fare la sua aia sulla terra dove al presente è il detto pozzo.

Inoltre, per questa nostra sentenza condanniamo i sopradetti Matteo e Michele a fare le pareti delle loro case in confine assegnatoli come di sopra in confine l’uno dell’altro di matoni, incanto fra un mese prossimo, a comune spese.

Inoltre, condanniamo Cesare, Salvestro e Salvatore a dare e pagare a Matteo e Michele lire 18, sei per ciascuno di essi Cesare, Salvestro e Salvatore tra 15 giorni.

Lodo e sentenza data in casa del Magnifico Dominio Alessandro 30 posta in loco detto alla Fratta.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, vol. 834, carta 613t)

1589
8 febbraio Frediano fu Ventura Silvestri e Jacopo fratello locano a un Favilla di Tempagnano un campo al Fiumicello.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 73)


22 febbraio Matteo fu Andrea Silvestri vende a Salvestro suo fratello una terra all'Ozzori.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 106)


22 febbraio Salvestro fu Andrea Silvestri loca a Piero fu Marco Pelli una terra all'Ozori e poi gli presta 22 scudi.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 110)


Nel primo libro degli Stati delle Anime conservato nell’archivio Parrocchiale di Antraccoli ci sono 5 nuclei familiari degli Andreotti, il cognome però non è ancora diventato ufficiale e vengono ancora riconosciuti come figli di Salvestro:

Matteo di Andrea di Salvestro
Menica la moglie
Chiara figlia
Felice figlia
Gio figlio

Salvatore di Andrea di Salvestro
Camilla figlia
Giulia figlia (maritata)
Maria figlia
Dorotea figlia
Piero figlio

Salvestro di Andre di Salvestro
Zabetta moglie
Virginia figlia

Michele di Andrea di Salvestro
Madalena moglie
Michelangelo figlio
Vincenti figlio

Frediano di Ventura di Salvestro
Lena moglie
Valentino figlio
Pompeo figlio
Giovanni figlio
Menica figlia
Jacopo fratello di Frediano
Margarita sorella di Frediano (maritata)
Domenico fratello di Frediano
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Stati Anime, vol. 1)

21 aprile 1590 Jacobo del fu Ventura fu Matteo Silvestri e Silvestro, Cesare e Michael fu Andrea fu Matteo Silvestri livellari della Cappellania e altare Di San Lorenzo vendono a
Dominico, Peregrino e Santo fu Giovanni Baccelli di Tempagnano di Lunata abitanti a Picciorana
un pezzo di terra campia con alberi e viti posto in comune Picciorana in loco detto al Fiumicello ovvero al Fondaccio per canone di 8 grani l’anno.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Lodovico Orsi, vol. 373, carta 1181v)


25 giugno 1592 Vincenti di Michele di Andrea nasce e viene battezzato in San Giovanni e Reparata a Lucca
(Archivio Diocesano di Lucca, Battezzati San Giovanni, vol. 33)


1594
30 gennaio Margherita fu Ventura di Salvestro d’Andreotto di Antraccoli sposa Vincenzo di Michele Romani di Tempagnano.
25 novembre Giulia fu Salvatore d’Andreotto di Antraccoli sposa Gio di Giorgio Delle Volpi di Santa Margherita.
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Matrimoni, vol. 1)


5 ottobre 1595 Maria di Michele di Andrea Andreotti nasce e viene battezzata in San Giovanni a Lucca.
(Archivio Diocesano di Lucca, Battezzati San Giovanni, vol. 34)

10 novembre 1595
Frediano e Domenico alias Menco fratelli e figli del fu Ventura di Andrea di Silvestro di Antraccoli
per mantenere tra loro la pace e la quiete, come da compromesso dove decisero che avrebbero fatto da arbitri il rettore Antonio di Filippo Contucci di Menabbio e Bartolomeo fu Luca Guidi.
Per prima cosa questi sono i beni che sono state reperite nella loro eredità:
N. 1 Una casa murata, solariata e coperta a tegoli e embrici, posta in comune di Antraccoli loco detto a casa di Andreotto che confina da levante e settentrione la  via e parte aia di detti fratelli, da meridione e ponente eredi di Matteo e di Salvatore di Andrea di Salvestro Andreotti di detto luogo, fatta e construita dalli antenati loro sopra i beni livellari dell’opera della chiesa di San Michele di Antraccoli; qual casa ha il terrestre con cucina e un solaio grande sopra la casa degli eredi di Salvestro soprascritto.
N. 2 Un pezzo di terra ortiva con viti e alberi cinto da scepe da due lati, posta in detto comune e luogo, confina da levante i beni di Altopascio che tengono a livello detti fratelli, da meridione casa sopradetta, da settentrione via e da occidente? Beni di Altopascio con capanna a colonne sopra detta terra.
N. 3 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune e luogo confina da levante beni di Altopascio, da ponente il pezzo n. 2, da meridione la via, da settentrione la via, quale è livellaria di Altopascio con detto pezzo n. 2 e in tutto paga staia 9 e quarra 1 di grano al detto Altopascio.
N. 4 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto a Pulecino che confina da levante beni di Biagio di Rocco Pardini di Lucca, a meridione la via, da ponente la via, da settentrione beni di Cesare di Paulo Garbocci di Antraccoli, livellaria della chiesa di Antraccoli per staia 10 di grano.
N. 5 Un pezzo di terra campia con alberi e viti divisa in due lenze per la proda verso levante, in detto comune loco detto al Pulecino, confina da levante beni livellari di Geppe Tofanelli di Antraccoli della detta chiesa, da ponente beni di Piero Vannelli di Lucca tiene i redi di Bartolomeo di Barso da Antraccoli, da meridione beni di Cesare Garbocci di Antraccoli e parte beni di Biagio Pardini di Lucca, da settentrione beni di detto Cesare livellari della chiesa di Antraccoli e ne paga staia 15 e mezzo di grano alla chiesa di Antraccoli.
E di proprietà del detto Frediano.

Domenico soprascritto presente e accettante per se e per i suoi eredi la parte divisa:
Il pezzo di terra n. 3 con la gravezza di staia 7 e quarra 1 e mezzo di grano, atteso che ne rimane al detto Frediano la n. 2 nella parte sopra.
Inoltre la metà verso levante della terra di Pulecino sotto il n. 5 che ho chiamato campo Lungo quello che va a Domenico con la proda di mezzo con gravezza di pagare staia 10 di grano alla detta chiesa.
Inoltre detto Domenico assegna a Frediano che riceve per sé e per i suoi eredi la sua parte divisa:
La casa sopra sotto il n. 1 con la gravezza di pagare i debiti infrascritti di scudi 151 cioè:
Per dote e corredo di Nena scudi 50
e più al Pieri scudi 18
e più a Altopascio scudi 17
e più per ritento scudi 7
e più a Biagio Pardini scudi 28
e più a Guaspari Cieco di Lucca scudi 5
e più a resto a loro cugnato scudi 2
e più per una gonnella al detto scudi 4
e più per il grano di Pulecino scudi 8
e più a Pellegrino Favilla scudi 7
e più a Michele Vanni scudi 3
e più a Nicolao Arnolfini scudi 2

Inoltre la terra al n. 2 con la capanna che abbraccia la scepe e li alberi che sono in detta sciepe con gravezza di pagare al Altopascio staia 2 di grano.
Inoltre l’altra metà del campo sotto il n. 5 detto il campo a pietassino con gravezza di pagare staia 5 e mezzo di grano l’anno alla chiesa di Antraccoli.
Inoltre l’altro pezzo di terra sotto il n. 4 con carico di pagare al detto comune di Antraccoli ogni anno staia 10 grano.

E con carico a tutti e due rispettivamente di pagare il canone sopra assegnato.
E siccome ci sono molti debiti, nella somma di scudi 151, li riteniamo comunque assegnati a Frediano, visto che il detto Domenico ha consegnato a Frediano tutti i mobili che avevano e la parte della casa che spettava a Domenico. Però detto Frediano promette di lasciare indenne detto Domenico al pagamento di detti debiti.
Con gravezza al detto Domenico di pagare Michele da Tofori scudi 18 che gli devono per i buoi avuti.
Con patto anche che detto Frediano non possa chiedere cosa alcuna in nome di dote di donna Maddalena sua moglie considerando che i detti hanno fatto i conti e detratto la detta dote.
Con patto che se nel tempo ai detti fratelli fossero molestati da mastro Alessandro Puccinelli per la somma di scudi 60 debbano pagare a metà.
E perché detti fratelli hanno un credito con Michele di Andrea di Salvestro di Antraccoli di scudi 50 come per sentenza per mano di me notaio l’anno 1589 e quando detti fratelli riscuoteranno questo credito, vadano a Domenico scudi 11 e a Frediano scudi 39.

Fatto in Lucca, presenti Michele del fu Valentino Garbocci, Tomeo di Vincenti Martinelli e Michele di Piero di Lao Casentini tutti di Antraccoli.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 1312)


1595 18 dicembre
Michele fu Andrea di Matteo Silvestri di Antraccoli livellare della chiesa di Santa Maria Corteorlandini per l’annuo canone di staia 4 e mezzo di grano, vende e cede a Silvestro e Alessandro fratelli e figli minori del fu Silvestro di Andrea di Matteo Silvestri e Francesco del fu Giovanni del Chicca di Monte… e Paulo del fu Michele Favilla di Tempagnano tutori e curatori testamentari dei sopradetti minori,
l’utile dominio su un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Tempagnano di Lunata in loco detto a S. Prospero, che a oriente confina con beni che tiene Paulino di Tempagnano, a occidente beni della chiesa di Antraccoli e via, a meridione e settentrione spettabile Silvestro Arnolfini, per prezzo di 50 scudi.
Fatto in Lucca, presenti Bartolomeo del fu Luca Guidi e Paolo di altro Paolo Giannini di Lucca.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 1429)

1595 18 dicembre
Frediano fu Ventura di Andrea di Matteo Silvestri di Antraccoli confessa a Michele del fu Andrea di Matteo Silvestri di Antraccoli di avere ricevuto scudi 50 che esso Michele teneva come da instrumento rogato da me notaio in data 1588.
Fatto in Lucca
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 1432)


22 settembre 1597
Felice di Matteo d’Andreotto sposa Giulio di Michele Pelli tutti di Antraccoli
28 novembre 1597 Gio di Matteo Andreotti sposa Angelica di Cesare Giorgi tutti di Antraccoli
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Matrimoni, vol. 1)


24 settembre 1598

Sabetta di Gio di Matteo Andreotti nasce e viene battezzata in San Giovanni a Lucca.
(Archivio Diocesano di Lucca, Battezzati San Giovanni, vol. 35)


1598 21 ottobre
Giovanni fu Matteo di Andrea di Salvestro Andreotti
confessa a
Giuseppe fu Domenico fu Jacobo Cataldi
di essere legittimo debitore di scudi 14 per il prezzo di un cavallo dal pelo rossiccio castagnolo con basto e capestro.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 844, carta 1164)

4 settembre 1599

Giovanni di Giorgio delle Volpe dichiara di aver ricevuto per Dote di Giulia fu Salvatore di Andrea scudi 75 per la dote di lei, i due si erano sposati nel 1594.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 844 o 845, carta 1289)

1601 22 maggio
Frediano fu Ventura di Andrea Silvestri e
Pompeo e Valentino suoi figli per sé e per Giovanni loro fratello e figlio anche lui di Frediano
per i beni che hanno nel comune di Antraccoli pagano 10 staia grano l’anno,
danno e cedono a
Nicolao fu Cesare Garbocci che stipula e accetta per sé e per i suoi figli e successori,
l’utile dominio su un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto a Pulecine che confina a oriente e meridione con la via pubblica, a settentrione gli eredi di Cesare Garbocci di Antraccoli e a occidente eredi di Eustachio Pardini di Lucca.
per l’annuo canone di staia 10 di grano.
per scudi 18 e mezzo.
Sulla detta terra ci è una buca grande di lunghezza di braccia 30 e di larghezza braccia 7 e di fondessa braccia 1 e però bisogna riempirla però in caso di ricompra fu patto che si habbi da far buono al soprascritto compratore tutto quello che sarà giudicato da dui comuni amici.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 847, carta 876t)

1602 10 settembre
Bartolomeo di Barsante Guidi da Antraccoli livellario della cappellania della Santissima Trinità di Lucca come da instumento di livello rogato per mano di Ser Vincenzo Granucci nell’anno 1529 foglio 845, ha dato e consegnato in dote e in nome di dote di Madalena figlia del detto Bartolomeo e moglie di Salvatore di Andrea di Matteo di Salvestro da Antraccoli, l’utile dominio di un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Tempagnano di Lunata loco detto a San Prospero, confina da ponente beni di Bartolomeo di Luca Guidi da Antraccoli livellari dello Spedale della Misericordia, da levanti beni che tiene Giuseppe di Domenico di Jacopo Cataldi da Antraccoli, da mezzodì la via, da settentrione beni che tiene Antonio di Paulino Giusti di Tempagnano di Lunata.
I quali beni erano livellari da detto Bartolomeo da Alfeo Santucci di Lucca come da instrumento rogato da Ser Andrea Granucci notaio fatto il 13 marzo 1556 foglio 377.
E con ciò che detto Salvatore è morto lasciando dopo di sé Piero, Camilla, Dorotea, Maria e Giulia suoi figli legittimi e naturali, dei quali, Giulia e Maria si sono poi maritate cioè, Giulia a Giovanni di Giorgio dalle Volpe di Santa Margherita abitanti nel comune di Antraccoli e Maria a Matteo di Lorenzo Pelli da Antraccoli.
e conciò sia che detto Piero sia morto senza figlioli lasciando dopo di sé dette Dorotea e Camilla e con ciò ha che dette Dorotea e Camilla si sono anche esse al presente maritate cioè, Dorotea a Bartolomeo di Fanucco di Nardino Fanucchi di Antraccoli e detta Camilla al detto Fanucco padre del detto Bartolomeo con dote di scudi 55 per ciascuna di esse non compresoli scudi 12 per ciascheduno di loro che gli pervengono dalla eredità degli Giusseppe Castiglioncelli.
E con ciò ha che detti Fanucco e Bartolomeo non voglino sposare dette Camilla e Dorotea se prima non si sono effettivamente pagate le dette doti non volendo essi dette terre, et esse Camilla e Dorotea non abbiano altri beni se non le dette ragioni livellarie, e perciò per potersi maritare e li detti Fanucco e Bartolomeo possino sposare dette Camilla e Dorotea abbiano cercato l’infrascritto Bartolomeo Guidi da Antraccoli a voler comprare detti beni, pagare la valuta di essi alle dette Camilla e Dorotea e le parti hanno fatto stimare dette ragioni livellarie e siano come dissero scudi 75 e detto Bartolomeo acconsente a comprarle e dare le quote alle ragazze per potersi sposare.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Basilio Bondacca, vol. 848, carta 1783)

5 settembre 1603
Nicolao fu Cesare fu Paulino Garbocci per sé e per Paolino, Filippo, e Bastiano suoi figli promette a
Francesco fu Giovanni del Chicca tutore e curatore testamentario dei figli e eredi di fu Silvestro Andreotti e parte in nome di Paulino, Domenico e Andrea fratelli e figli del fu Cesare di Andrea Silvestri e
Frediano e Domenico fratelli e figli del fu Ventura di Silvestro Andreotti per sé e per Valentino, Pompeo e Giovanni figli di Frediano e
Giovanni fu Matteo Andreotti per sé e per Michele figlio di Michele di Andrea Silvestri
fanno compromesso con
Fanucco fu Nardino Fanucchi e Bartolomeo alias Bertolla fu Matteo Tofanelli di Antraccoli arbitri che devono decidere la controversia per decidere il soprapiù ovvero stima del sopra più che vale o puol valere un pezzo di terra campia  e prativa con alberi e viti n comune di Santa Margherita loco detto alle lame, comprata dal detto fu Cesare da Matteo e Salvestro per contratto per mano di Ser Alessandro Lippi per scudi 140.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 849, carta 1599t)


1603 25 novembre
Antonio fu Biagio Franceschi di Picciorana,
Bartolomeo fu Matteo Tofanelli di Antraccoli e
Fanucco fu Nardino Fanucchi di Antraccoli
Arbitri e amici e conoscenti nel compromesso tra
Nicolao fu Cesare fu Paulino Garbocci per sé e per i suoi fratelli minori da una parte e
Francesco fu Giovanni del Chicca di Montuolo tutore e curatore dei figli e eredi del fu Silvestro Andreotti di Antraccoli e in nome di Paulino, Domenico e Andrea figli del fu Cesare di Andrea Silvestri di Antraccoli da altra e
Frediano e Domenico fu Ventura di Silvestro Andreotti per sé e per Valentino di Pompeo e Giovanni figlio di detto Frediano e
Giovanni fu Matteo Andreotti per sé e per Michelangelo figlio di Michele di Andrea Silvestri di Antraccoli suo cugino da altra
come da compromesso rogato da me notaio in data 5 settembre del presente anno,
Questo nostro lodo o arbitrio giudichiamo e dichiariamo sul dominio dei beni già stati ceduti a livello a Matteo di Salvestro Pasquini di Antraccoli dall’altare di Santo Onofrio in San Giovanni e dopo per Andrea, Ventura e Raffaello figli di detto Matteo, venduta a Cesare di Paulo Garbocci per la somma di scudi 140 e del detto livello appare per mano del fu Ser Vincenzo Granucci notaio il 31 ottobre del 1525 a foglio 885, la quale terra è posta a Santa Margherita, il contratto d’acquisto fu fatto da Cesare Garbocci per mano di Ser Alessandro Lippi il 23 marzo 1582, a rendere la somma di stara 17 grano pagato scudi 170, così condanniamo detto Nicolao a ridare ai sopradetti la somma di scudi 30 per differenza.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 849, carta 2157)

1604 8 gennaio
Di fronte al Giudice Vincenzo di Leonardo di Fano delle cause civili si è presentata
donna Maddalena figlia di Michelangelo Castiglioni dell’Arancio e vedova del fu Michele fu Andrea di Silvestro Andreotti di Antraccoli, dichiara che suo marito è morto senza aver fatto testamento e ha lasciato suo figlio minore Michelangelo.
Viene nominata tutrice la mamma.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 850, carta 32)

1604 28 agosto
Domenico fu Ventura di Silvestro di Antraccoli
confessa a
Michelangelo fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli di esser debitore di scudi 10 per un asino.

Stesso giorno atto successivo

Giovanni fu Matteo di Salvestro Andreotti di Antraccoli
confessa a
Domenico fu Ventura di Salvestro Andreotti di Antraccoli
di esser debitore di scudi 10 per il prezzo di un asino dal pelo bigio di età di anni 3
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 850, carte 1352, 1353)

1613 4 febbraio
Giovanni di Frediano di Ventura Andreotti di Antraccoli
confessa a
Jacobo di Cesare Giorgi di Antraccoli
di esser debitore di scudi 11 per residuo sul prezzo di un cavallo dal pelo nero con basto e capestro, di età di anni 11 circa.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 859, carta 94)

1613 6 dicembre
Giovanni fu Matteo di Silvestro Andreotti di Antraccoli, livellare dell’Ospedale di San Jacopo di Altopascio,
alla presenza e con la volontà anche di
Alessandro fu Silvestro Andreotti di Antraccoli suo cugino,
vendono e cedono a
Frediano di Ventura di Silvestro Andreotti di Antraccoli
l’utile dominio su un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in Antraccoli loco detto al San Prospero al prezzo di scudi 10, a rendere all’Altopascio quarra 1 di grano l’anno.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 859, carta 710t)

1624 27 giugno
Pompeo di Frediano Andreotti di Antraccoli
confessa a
Mastro Domino Pietro fu il Magnifico Domino Nicolao Altogradi cittadino di Lucca
di essere debitore di lire 87 e soldi 6, tanti quanti glie ne aveva prestati l’Altogradi per pagare una condanna di detto Pompeo.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, Vol. 870, carta 313)

Nel 1658 troviamo in parrocchia di Antraccoli, un paio di libretti con un resoconto di una lite tra gli Andreotti e il Rettore dell’epoca Domenico Prosperi.
Gli Andreotti, come già detto abitanti secolari del paese, ritenevano di essere padroni di alcuni pezzi di terra che in realtà erano stati dati ai loro antenati a livello nel lontano 1507 ma era di proprietà della chiesa di San Michele di Antraccoli.
Gli arretrati nel pagamento delle rendite erano iniziati già nel 1640 quindi quasi venti anni prima.
La sentenza non l’ho ancora rintracciata ma presumo che, viste le prove evidenti dei contratti e degli estimi che furono portate, la ragione fosse andata alla Chiesa di Antraccoli.
(Archivio Parrocchiale, Parrocchia 8, cartella 2)

1659 10 novembre
Reverendo Domenico de Prosperi moderno rettore di Antraccoli dà a livello a
Pompeo di Frediano Andreotti ovvero Pasquini di Antraccoli in terza generazione in linea masculina
un campo con alberi e viti posta in Antraccoli loco detto Polegine che confina a oriente Altare ovvero Cappellania di Santa Maria in Antraccoli pertiche 30 a occidente opera di Santa Croce la cui metà spetta a Giuseppe Vannelli pertiche 31, a meridione confraternita di San Lorenzo dello spettabile Giovanni Sardi e parte detta Cappellania in Antraccoli pertiche 13, a settentrione ospedale della Misericordia che possiede detto Giovanni Sardi e parte opera di Antraccoli pertiche 18.
A rendere ogni anno staia 9 grano.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Pieroni Ser Bernardino, Vol. 2531, carta 285)

MESTIERI

Non ho trovato nemmeno nessuna informazione circa i mestieri che potevano fare gli Andreotti, probabilmente erano contadini.

TESTAMENTI

1600 12 agosto
Testamento di Piero fu Salvatore Andreotti
Piero fu Salvatore Andreotti di Antraccoli sano per grazia di Dio di mente, senso e intelletto se pur con corpo languente e giacente in letto, ma bene e articolatamente parlando, non volendo morire senza aver fatto testamento, mi detta questo suo nuncupativo testamento per disporre dei suoi beni temporali.
Per prima cosa raccomanda la sua anima a Dio e alla Gloriosissima Vergine Maria e a tutta la curia Celeste.
Vuole che il suo corpo sia sepolto in chiesa San Michele di Antraccoli con le esequie e funerali che parranno ai suoi eredi.
Lega e lascia all’ospedale della Misericordia di S. Luca di Lucca bolognini? 25.
Inoltre per tutti gli altri suoi beni mobili e immobili nomina suoi eredi universali:
Donne Camilla, Maria e Dorotea sue sorelle.
Nomina curatori testamentari Giovanni di Bartolomeo Giusti di Tempagnano e Giovanni di Giorgio Mattei de Vulpi di Santa Margherita abitante a Antraccoli.
Dice che queste sono le sue ultime volontà e cassa e cancella ogni suo testamento o codicillo precedente. Actum in casa di detto testatore posta in Antraccoli su beni livellari dell’opera di Antraccoli, confina da una parte via, da altra parte aia, presenti Vincenzo di Andrea Guidi e Vincenzo di Biagio Guidi di Antraccoli e Rocco Giusti di Tempagnano di Lunata.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Basilio Bondacca, vol. 172, carta 739)

ESTINTI DA ANTRACCOLI

L’ultima donna Andreotti morì nel 1777. E’ altamente probabile che la famiglia sia continuata al di fuori della nostra comunità. Per esempio, nel 1644 Michele di Pompeo di Frediano Andreotti di Antraccoli fa testamento e dichiara di abitare a Capannori.
Ugualmente nel 1683 Andrea di Pompeo Andreotti di Antraccoli fa testamento e dichiara di abitare a San Vito.
Nel 1717 in un riepilogo di Estimo conservato presso l'archivio Parrocchiale di Antraccoli, Messere Vito Andreotti che abita a Lucca ha ancora una terra con casa a livello dalla chiesa di Antraccoli, quindi penso che la famiglia sia continuata in città.

Gli Andreotti che ad Antraccoli sono estinti, probabilmente hanno continuato la discendenza in città, visto che parecchio tempo dopo la fine della discendenza di Antraccoli, un Vito Andreotti (che doveva aver fatto fortuna) è ancora nominato tra i proprietari di terre della zona del San Prospero.
“Messer Vito Andreotti abitante a Lucca ha in questo comune coltre una e mezzo di terra con casa e rende per suo livello all’Opera di Antraccoli staia grano 13”.


Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca

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