Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca
Epoca Romana
II sec. a.C. - II sec. d.C.
Dopo il V secolo a.C. La piana dell’Auser venne per lo più abbandonata, forse a causa delle frequenti inondazioni, per trovare notizie storiche/archeologiche bisogna arrivare al periodo romano con la fondazione della colonia latina nel 180 a.C.
La fondazione della città di Lucca da parte della prima colonia romana è datata 180 a.C., la costruzione della prima cinta muraria ha comportato anche la centuriazione del territorio circostante.
La centuriazione suddivideva il territorio in quadrati da 710 m di lato, definendo anche la struttura di nuove strade e canali per il controllo delle acque.

Centuriazione della zona est di Lucca con evidenziato Antraccoli.
Immagine ripresa da Gli Agri Divisi di Lucca - G.Ciampoltrini 2004 pag. 10
La presenza di diversi rami del Auser rendeva necessario un massiccio intervento di canalizzazione per poter sfruttare al meglio i terreni che venivano assegnati ai coloni.
Grazie ai saggi e ai successivi scavi per la costruzione della nuova viabilità per l’accesso all’ospedale San Luca nel 2016 sono state fatte molte scoperte interessanti.
Una di queste è un canale orientato in direzione nord-sud la cui ampiezza è stata stimata di oltre 5 mt che fa pensare alla possibilità che fosse anche navigabile; questo canale ha avuto un utilizzo millenario perché è stato utilizzato almeno fino al XIII secolo

Andamento del fossato rintracciato, ovviamente il percorso oltre la zona di scavo è ignoto.
II sec. a.C. - I sec. d.C.
A circa 10/15 metri a est di questo canale è stata rinvenuta una strada minore, di terra battuta, con ben visibili ancora le tracce del passaggio delle ruote dei carri. Di questa strada si perdono le tracce in direzione nord, molto probabilmente perché cancellata dalla lavorazione del terreno dei periodi recenti. Questa via incrociava poco più a nord un’altra via di terra battuta che risulta essere però obliqua rispetto alla centuriazione romana. Più a nord avrà sicuramente intercettato la via consolare che da Lucca portava a Firenze che oggi noi conosciamo come via Romana.

Se si confronta questa immagine con l’immagine della centuriazione si vede bene che il cardo passava esattamente dal luogo della strada nord/sud.
I e II sec. d.C.
Durante il I e II secolo d.C. la strada nord/sud venne mandata in disuso, per poi essere riportata in uso dopo essere stata rialzata di almeno 15 cm mediante la stesura di uno strato di ciottoli.
Di fianco a questa strada sono state rinvenute le fondamenta di una costruzione in pietra, presumibilmente solo un recinto. All’interno di questo recinto sono state rinvenute numerose buche con resti di cenere e carboni, l’ipotesi più probabile è che si trattasse di un recinto funerario utilizzato però brevemente solo dalla fine del I secolo all’inizio del II secolo d.C.

III - V sec. d.C.
La strada obliqua, che abbiamo descritto in precedenza, diventerà protagonista della storia di questa parte di Antraccoli, avrà una intensa frequentazione. Nuovamente con funzioni funerarie, sono emersi dei resti di due sepolture.
Una delle due è una tomba così detta alla Cappuccina, questa tomba anziché contenere direttamente il corpo del defunto conteneva un sarcofago in piombo. Il sarcofago conteneva un inumato di sesso maschile di circa 40 anni, vista la fattezza della sepoltura e del sarcofago si presuppone che appartenesse a un ceto sociale abbastanza agiato, inoltre si potrebbe presupporre che il defunto fosse morto altrove, lontano dalla città di origine e venne utilizzata la struttura in piombo (simile alle nostre di zinco attuali) per preservare il corpo durante il trasporto a “casa”.
Di fianco a questa tomba in seguito ne è stata posta una seconda e siccome le due sepolture sono isolate e non circondate da altre sepolture si presume che potessero appartenere a due coniugi e ci troviamo davanti forse a un piccolo contesto funerario familiare.



Questo spaccato di vita ci fa avere un’idea di quello che poteva essere tutto il nostro territorio nei secoli passati, anche zone che oggi ci sembrano aperta campagna, in passato potevano essere frequentate e vissute attivamente.
Presso il museo Nazionale di Villa Guinigi è conservato un frammento di marmo che risulta provenire da Antraccoli. Di questo frammento non sappiamo la provenienza precisa, né da chi fu rinvenuto.
Le uniche notizie che sono riuscita ad ottenere tramite la gentile disponibilità della dottoressa Mongelli del Museo Nazionale di Villa Guinigi, è la descrizione contenuta nell'inventario del detto museo che dice così:
"Inv. 247 - Frammento di sarcofago con scena di matrimonio (prima indicato come "figure togate e bambino (?)"), Manifattura romana, marmo, III sec.d.C.
Provenienza: Antiquario Biagiotti, da Antraccoli; acquisito nel 1908"

Frammento di Sarcofago romano marmoreo con quattro figure, nella probabile scena della "dexterarum iunctio". Sec. II d.C..
Altezza cm 61, larghezza 52. Da Antraccoli nel 1908.
(MONACO 1968 p. 47, 247.)
Guglielmo Lera nel 1963 lo descriveva così: ”Frammento di rilievo marmoreo, probabilmente da sarcofago romano, con scena della dexterarum iunctio. Vi compaiono 4 figure di cui, quella della donna, con vesti pesanti e molte pieghe, assai ben conservata salvo che in alcuni particolari del volto (altezza della figura m. 0,56). L’altra grande figura, quella dell’uomo, più mossa della precedente anche se bastanza rozza, manca del braccio destro, della testa e dei piedi. Sul fondo, tra le 2 figure di maggior rilievo, una terza interamente schiacciata eccetto che nel capo, leggermente in rilievo, dai caelli che denotano l’uso del succhiello. Un accordo di gusto primitivo viene infine offerto da una figurina, priva di testa e della parte inferiore della veste, che con un certo garbo favorisce il congiungersi delle due maggiori, colmando il vuoto che il personaggio centrale non era riuscito a riempire. Arte mediocrissima del II secolo d.C.. Alquanto mutilo, ha un’altezza di m. 0,59 e una larghezza di m. 0,45.”
(G. LERA Estratto dal "Giornale Storico della Lunigiana".
Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera Data di pubblicazione: 1962 Esplorazioni e notizie archeologiche, artistiche e topografiche – Ritrovamenti di epoca romana nella campagna Lucchese pag. 194)
Sempre il Lera descrive altri manufatti romani, che col tempo erano stati “sistemati” in maniera pittoresca e senza ovviamente contesto, all’interno della canonica della chiesa di Antraccoli, più precisamente:
Nel lungo corridoio posto sul lato di mezzogiorno a fianco della chiesa e incorporato nella canonica sotto una grande finestra si trovano un’accozzaglia di frammenti marmorei.
questi frammenti sono 7, ma di sicura origine romana soltanto 4, segue la descrizione:
1 – Elegante stipite in pietra finemente lavorato, Piedistallino rettangolare sormontato da una decorazione floreale a steli che si allungano, accompagnando nello slancio verso l’alto l’affusolatura e snella figura del vaso entro cui sono raccolti. Gli steli sono 3 ma quello centrale si trasforma, al limite stesso dei 2 fiori che gli fanno corona, in un calice di giglio su cui si appoggia un secondo calice a coppa che fa da sostegno a nuovi steli. L’estremità superiore termina con un secondo giglio. Qui la decorazione si interrompe per l’improvvisa rottura della pietra. Età imperiale romana, forse del II secolo d.C. se pensiamo alle affinità di gusto e di stile esistente fra questa pietra e le due piccole murate in piazza dell’Anfiteatro a Lucca, in prossimità della porta sormontata dalla lapide che ricorda i restauri fatti eseguire dal Duca Calo Lodovico di Borbone. Ottimo sarebbe lo stato di conservazione purché venisse ripulita dalla tinta giallastra impostale in seguito all’imbiancatura della stanza. Altezza m 1,15 larghezza m 0,18.
2 – Frammento marmoreo con sulla sinistra i segni III
3 – Frammento marmoreo a bozze in forte rilievo.
4 – Frammento marmoreo di cornice forse d’un tempio, con 3 dentelli a forte rilievo e motivo di colonna accennato fra i dentelli stessi. Bella anche la piccola fascia decorata della parte superiore. Età imperiale romana.
5 – Altri 3 frammenti sono poi uniti a quelli sopra ricordati, e molto probabilmente appartengono ad epoche diverse della chiesa: al XV secolo il tabernacolo e al XVIII secolo i 2 stipiti di marmo.
(G. LERA Estratto dal "Giornale Storico della Lunigiana".
Istituto Internazionale di Studi Liguri, Bordighera Data di pubblicazione: 1962 Esplorazioni e notizie archeologiche, artistiche e topografiche – Ritrovamenti di epoca romana nella campagna Lucchese pag. 194)
In una relazione del 1899, il Rettore Pasquini compilò il seguente modulo descrivendo i frammenti in questione, di seguito la trascrizione:
1) Due piccoli pezzi di marmo fatti a guisa di pilastri, alquanto lavorati, lunghi cmt. 65.
2) Pezzo di marmo lungo mt. 1.10 già pilastro di un tabernacolo, scolpito a due facce con ornato.
3) Piccolo sportello di antico tabernacolo, in marmo, alto e largo 35 centimetri.
4) Frammento di cimasa di antico colonnino in marmo con ornati di frutti.
5) Un pezzo di cornice antica in marmo.
6) Altro pezzo scheggiato della grandezza di 25-30 centimetri, pure in marmo con alcune cifre romane.
I detti frammenti si trovavano abbandonati in una cantina della canonica, ma a oggi sono alla vista del pubblico, nel corridoio che conduce alla sagrestia dalla parte di mezzogiorno.
Sono frammenti in cattivo stato cui non è possibile alcun restauro.
Da tempo immemorabile sono appartenuti alla canonica.
Si reputano frammenti di un tabernacolo dei tempi e della scuola di Matteo Civitali.
(questa attribuzione ormai è superata)
