Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca
Ai Romanini, anche Corte Puccio e Ciottolo
1330
La zona detta ai Romanini o corte Puccio è la zona del paese più a ovest, sul confine con l’Arancio ovvero San Bartolomeo in Silice, in antico prendeva il nome anche da un toponimo proprio dell’Arancio ovvero Melago, anche Pozzo di Melago, nel primo estimo del 1333 è chiamata proprio così.
Le testimonianze circa la frequentazione di questa parte di paese sono molto lontane nel tempo.
Il primo estimo che abbiamo a disposizione in forma completa è quello del 1333 (n. 41 presso A.S.Lu.). In questo estimo la zona è suddivisa così:
La terra era di proprietà di Donna Mea moglie di Frediano di Ricciardi di Lucca e di Caterina moglie di Coluccino Calcinelli di Lucca, questo terreno sicuramente faceva parte di una delle tante terre che i borghesi di Lucca possedevano nelle sei Miglia. Su questo terreno ci sono alberi e viti, un casalino, cioè una casa diroccata se non un rudere, (Betti Barsali 1973 pag. 545), un recinto (claustro) non si sa se di muratura o di legno, ed un pozzo. Questa terra era lavorata (contratto di livello) e probabilmente anche abitata, da Orso di Coscio di San Bartolomeo in Silice (Arancio) e rende moggia 4 di grano.
1412
L’estimo successivo e completo, della descrizione delle terre fu redatto nel 1412.
La terra era di proprietà di Bartolomeo di Jacopo chiamato Baccio mercante di Lucca, ed era lavorata e probabilmente abitata da Bartolomeo e Michele figli del fu Meglio di Antraccoli. C’erano viti, alberi e una casa murata e solariata, ovvero a più di un piano, con forno, orto e pozzo e aia, la terra era stimata lire 56 soldi 1 e denari 3.
Rispetto a 82 anni prima le cose sembravano molto migliorate, per il terreno e la casa devono “pagare” ovvero rendere al proprietario staia 43 di grano l’anno.
Meglio di Piero nel 1359 abitava con la moglie Rosa a Tempagnano e proveniva da Pistoia.
Nell’estimo precedente del 1401 erano già presenti Meglio di Piero e Bartolomeo suo figlio, Michele era probabilmente minore, la famiglia è stimata 6 soldi e 6 denari (tra le più “ricche” di Antraccoli).
Nel 1412 la famiglia dei due fratelli era così composta:
Bartolomeo di Meglio 50 anni
Giovanna moglie 36 anni
Domenico figlio 8 anni
Massea figlia 6 anni
Lunarda figlia 1 anno
Michele di Meglio 26 anni
Giovanna moglie 22 anni
Rosa figlia 5 anni
Meglio figlio 2 anni
sono figli di Meglio di Piero abitano ad Antraccoli almeno dal 1373.
Chi fosse Piero non si sa, la famiglia non era delle più povere in quanto nell’estimo del 1383 erano estimati soldi 4 e denari 7 e come già detto, nel 1401 soldi 6 e denari 6.
Si hanno tracce di questa famiglia almeno fino al 1414, dopo silenzio assoluto e non si troveranno più ad Antraccoli.
Il 30 ottobre 1420, la famiglia di Meglio non c’è più e il motivo lo ignoro ancora; una nuova famiglia quella di Piero e Puccio del fu Vannuccio di San Lorenzo alle Corti di Valdarno comitato pisano che abitano a Antraccoli prendono a livello tutto il terreno della corte Romanini/Puccio (l’accostamento corte Puccio con questo Puccio, mi pare troppo azzardata e remota perché fosse ricordata dopo secoli).
La prendono in livello sempre dallo stesso proprietario del 1412, ovvero Bartolomeo fu Jacopo mercante di Lucca.
La casa era così descritta: “Un pezzo di terra campia con alberi e viti e altri frutti sopra sé con una casa murata e solariata coperta di tegole con corte, pozzo, forno e con solida (solita) accanto alla casa coperta di tegoli”, la cosa interessantissima e unica per questo tipo di contratti, è che il locatore, probabilmente per paura di venir privato dei suoi beni, si assicura di stilare nell’atto un inventario dei beni che erano presenti in casa al momento dell’arrivo dei nuovi livellari e in particolare vi erano:
Nella casa sopra detta c’erano le seguenti masserizie:
Un tino che contiene some 25 circa
2 botti che tengono some 6 ognuna circa
1 botte che tiene some 8
1 botte triste che tiene some 4
1 arcione che tiene staia 100 circa
1 cassa piccola che tiene staia 6 circa
1 lettiga con 4 pezzi di tavola
(As.Lu., Notai Prima Parte, Turrettini Ser Cristoforo, Vol. 478)

Nel 1500
L’estimo successivo, anche questa volta si salta di oltre 100 anni, è quello del 1519:
La terra è di proprietà di Mastro Felice di Sillico; questo signore era Maestro Felice del fu Maestro Antonio da Sillico ed era dottore nell’arte della medicina, aveva anche altre terre più a nord oltre l’attuale via romana. La terra era lavorata questa volta da un cognome familiare: Battista fu Francesco Pelli.
Questi Pelli sono collegati ai Pelli di corte Pelli ma abitano e lavorano in questa zona del paese fino all’incirca alla metà del 1600 quando la famiglia si estinse, rimane soltanto una donna Pasquina Pelli che sposando un Davini si trasferisce ad abitare ai Beltempi.
La casa in questo anno è così descritta: casa murata e solariata e coperta di tegoli e con portico con solaio da parte meridione e con solita (una capanna di legno) da parte oriente, con forno, pozzo e porcile; la terra è sempre con alberi e viti.
I dettagli sono importanti ma anche di difficile interpretazione, nel volume del (BIASUTTI, La casa rurale nella Toscana, Arnaldo Forni, Bologna 1938 – pag. 22) che ha trattato l’argomento “abitazioni di campagna” per tutta la toscana e oltre, ci sono queste tipologie di abitazioni ma non propriamente nella zona di Lucca, una illustrazione riporta la tipologia di casa con portico sottostante, nel nostro caso doveva essere di modeste dimensioni visto che lo schizzo che l’agrimensore ha fatto a margine dell’estimo ce la mostra così: è verosimile che la parte sottostante sia stata simile a quella descritta dal Biasutti.
Le dimensioni del terreno erano rimaste invariate dal 1333 e per il 1519 era stimato Lire 10 e soldi 18, di tutte le terre che avevano a livello da detto Mastro Felice dovevano “pagare” o meglio rendere ogni anno 80 staia di grano, tre some di vino, due carri di paglia e due paia di capponi.
(unità di misura: staio di Lucca lo Staio utilizzato come misura per le granaglie, era ed è stato utilizzato fino a pochi anni fa, il Bongi, ci dà l’unità di misura in litri, quindi uno staio era circa 25 litri, ma in kg? Non ci sono uniformità di cifre tra gli studiosi, si va dai 20 ai 18 kg a staio). 80 staia di grano saranno state oltre una tonnellata di grano!
Mappe ottocentesche
In questo secolo le mappe iniziano ad essere precise e dettagliate, sono le mappe precedenti il catasto nuovo di Lucca, datate 1832-1833, mentre le mappe utilizzate per il catasto nuovo sono state aggiornate nel 1863.Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.
Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.




Nelle mappe ottocentesche la zona è detta appunto: “ai Davini” questo perché come detto, vi si erano trasferiti alcuni Davini, i Romanini di oggi si trasferirono lì quando Francesco Romanini sposò Barbara Davini che abitava lì nel 1665.
Le costruzioni nel 1833 erano poche rispetto ad adesso, le parti gialle sono gli annessi agricoli, quindi capanne o stalle. Le parti rosa invece sono le abitazioni.
Esistevano quindi solo le abitazioni che affacciano sulla via Romana e a parere mio (quindi da prendere molto con le pinze..) la costruzione più vecchia dovrebbe essere quella costruita con ciottoli più piccoli (vedere foto sotto).
Corte Ciottolo, la parte così chiamata è riferita a quel gruppetto di case oltre le case dei Romanini andando verso Capannori; questa parte è relativamente recente in quanto fino alle mappe del 1860 non c’era ancora. Anche l’etimologia del luogo non è chiara.

Tipo di costruzione antica


Tipo di costruzione antica