Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca
La Famiglia dei BERTOLUCCI e dei CATALDI
CHI ERANO
La famiglia Bertolucci non è conosciuta come di origine “Antraccolese” ma fidatevi che ci sono stati.
I Cataldi come vedremo discendono dallo stesso ramo dei Bertolucci.
La loro storia comincia a Santa Maria a Colle, siamo nell’anno 1412 e il Guinigi ordina di eseguire l’estimo di tutto il contado.
Santa Maria a Colle era un bel paese dove abitavano circa 137 persone e oltre 50 forestieri, ma la famiglia dei futuri Bertolucci/Cataldi era di modeste dimensioni, ovvero era formata soltanto dal padre, la madre e un figlio:
Mico (Michus probabilmente Michele) di Lando
donna Lucia sua moglie
Santo (Sanctus) figlio di Mico soprascritto di anni 22, nato nel 1390
Anche un altro fratello di Mico abitava con tutta la sua famiglia a Santa Maria a Colle, era
Berto di Lando con
donna Filippa sua moglie
Giovanna loro figlia anni 12
Matteo loro figlio mesi 6
Narduccio loro figlio anni 36
donna Lucia moglie di Narduccio
Luca figlio di Narduccio anni 11
Domenico figlio di Narduccio anni 9
Nicolao figlio di Narduccio anni 3 e mezzo
Andrea figlio di Narduccio anni 2
non ho approfondito la famiglia di Berto se abbia o meno generato qualche cognome e famiglie ancora presenti.
Tornando a Mico, lavoravano 12 pezzi di terra a Santa Maria a Colle nelle zone chiamate in Isola e in Ribocchio (non avendo studiato Santa Maria a Colle non ho idea di dove fossero dette zone).
Possedevano un letto stimato 3 denari, ferramenta per 3 denari, arnesi sempre 3 denari.
Vegetes 3, un tino e un cavallo di Bartolomeo da Controne.
(As.Lu., Estimi, vol. 112)
Alla fine del 1400 arrivano ad Antraccoli, più precisamente arriva soltanto il figlio di Santo, chiamato Bartolomeo.
Il 5 gennaio 1471 Bartolomeo chiamato Bartoluccio di Santo da Santa Maria a Colle ma abitante nel comune di Antraccoli, prende in affitto dagli operai della chiesa di San Michele di Antraccoli, un pezzo di terra campia in luogo detto alla Brainella (per la zona consultare la sezione toponimi) e un altro pezzo di terra in luogo detto al Fiumicello; con la promessa di rendere ogni anno come canone 4 staia di grano.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Nicolao Vellutelli, vol. 668, carta 166)
Nel 1471 sono presenti anche nell’estimo come Bartolomeo di Santoro di Mico, nel 1482 solo come Bartolomeo di Santo.
(As.Lu., Estimi, vol. 148, 152)
ORIGINE DEL COGNOME
Come mai Cataldo? Ho scoperto che San Cataldo era venerato proprio a Santa Maria a Colle da dove proveniva la famiglia in passato, la festa del santo che si venera anche oggi era il 10 maggio. (http://www.parrocchie.it/lucca/smcolle/pagVitaSCataldo.htm).
Per i Bertolucci come è logico, deriva da quel Bertoluccio figlio di Michele.
DOVE ABITAVANO
Nel 1493 c’è per la prima volta il capostipite dei Cataldi, perché nella lista di uomini del paese troviamo:
Cataldo di Bertoluccio.
(As.Lu., Estimi, vol. 148, 152)
L’8 giugno del 1496 i figli di Bertoluccio stipuleranno un atto con l’Opera di Antraccoli per prendere a livello una casa nel Cantone e 4 pezzi di terra al Polecino, per questi beni dovranno rendere ogni anno come canone staia 45 di grano, 3 some di vino, un paio di capponi buoni per la festa di San Michele di settembre.
A stipulare questo atto sono:
Prete Olivo, Cataldo e Michele figli del fù Bertoluccio di Santo hanno un patto con gli operai che consiste nell’essere tenuti a spendere in riparazione di detta casa, cioè dovranno rifare tutto il tetto della casa vecchia e quella parte di casa o vero la cucina, che ora è di graticci, rifarla di muro e coprirla di buon tetto, e tanto grande che riquadri tutti i cantoni della casa e alta quanto la detta casa e inoltre riparare altre cose necessarie in detta casa.
La casa dei Cataldi/Bertolucci era situata proprio dove adesso è ai Cataldi, con la corte Cataldi, come si evince dall’estimo successivo del 1519 dove vi è anche un piccolo schizzo disegnato dall’agrimensore, abitavano in una casa con pozzo e forno e due capanne.
Agli inizi del 1500 la famiglia era così composta (notare bene che le donne purtroppo vengono spesso ignorate in atti notarili, ma anche in atti di battesimo, quindi ci sono solo uomini ma è assai probabile che le sorelle fossero altrettante):
Cataldo del fu Bertoluccio
Jacopo fratello nato 28 marzo 1481 (Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 2)
Olivo – Prete fratello
Michele fratello
I Bertolucci hanno convissuto a fianco dei Cataldi loro antichi parenti fino agli inizi del 1600, poi si estinsero, continuò invece il ramo che si era trasferito a Capannori a metà del 1500 cominciato da Quirico Bertolucci, da questo probabilmente discendono i Bertolucci di Capannori? (Bisogna continuare a studiare)


Terreni dei Bertolucci nel 1519

Terreni dei Cataldi nel 1519

CRONACHE
1471 Come detto sopra iniziano a prendere in affitto terre della chiesa di Antraccoli nella zona nord del Cantone ovvero Pulecino e la casa di proprietà della chiesa di Antraccoli nella zona della corte Cataldi di oggi.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Nicolao Vellutelli, vol. 668, carta 166)
28 marzo 1481 nasce Jacopo di Bertoluccio e questo giorno viene battezzato presso la fonte di San Giovanni e Reparata a Lucca.
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 4)
1482 in estimo è presente Bartolomeo di Santi
1493 in estimo è presente Cataldo di Bertoluccio
1493 Cataldo di Bertoluccio diventa il capo famiglia negli estimi probabilmente era il figlio maschio maggiore.
1502 24 marzo nasce Maria di Michele di Bertoluccio e viene battezzata al fonte di San Giovanni a Lucca.
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 5)
1504 in estimo ci sono sia Cataldo di Bertoluccio che Michele di Bertoluccio il fratello.
1506 in estimo ci sono:
Cataldo di Bertoluccio che paga per estimo lire 1 e soldi 2, per mobilia fiorini 9 e soldi 3
Michele di Bertoluccio invece paga per estimo lire 1 e soldi 2 e per la mobilia fiorini 10 e soldi 10
1507 in estimo ci sono Cataldo e Michele di Bertoluccio e pagano entrambi una lira.
1516 in estimo c’è Michele Bertolucci
1517 in estimo ci sono: Cataldo di Bertoluccio che paga di estimo soldi 13 denari 6 e di bargello soldi 4
Michele Bertolucci che paga di estimo soldi 9 denari 4 e di bargello soldi 3 denari 4
1518 in estimo ci sono:
Cataldo di Bertoluccio che paga per estimo soldi 12 denari 6 e per bargello soldi 4
e Bartolomeo di Michele Bertolucci che paga per estimo soldi 5 denari 4 e per bargello soldi 2 denari 4
1519 in estimo c’è Cataldo di Bertoluccio e Bartolomeo figlio del defunto Michele di Bertoluccio
Cataldo e la sua famiglia hanno in affitto (livello) i terreni come in foto sopra, mentre i discendenti di Bertoluccio quelli dell’altra foto sempre nella sezione precedente, la casa era ancora condivisa.
1523 in estimo c’è Bartolomeo di Michele Bertolucci e Giovanni di Cataldo Bertolucci
1525 in estimo c’è Bartolomeo di Michele Bertolucci e Cataldo di Bertoluccio
1529 in estimo delle “robe” i figli di Bertoluccio hanno i seguenti beni:
Bartolomeo di Michele Bertolucci
2 letti senza coltre fiorini 10
Mobilia di casa fiorini 4
Panni lani e lini fiorini 10
7 botti di soma 30 e 1 tino di 20 fiorini 5
Miglioramento di una casa a
livello di Bartolomeo Arnolfini
con 2 capanne coperta di paglia fiorini 50
Tot fiorini 79
Giovanni di Cataldo e Cataldo suo padre
Uno letto sensa coltre fiorini 8
Mobilia di casa fiorini 8
Panni lani e lini fiorini 12
6 botti e tino a soma 50 fiorini 12
La metà di uno carro fiorini 8
Meglioramento di una
casa alivello da Bartolomeo
Arnolfini e 2 capanne
(dovrebbe essere dell’ospedale
della Misericordia) fiorini 40
Tot fiorini 88
Quindi più o meno avevano lo stesso tenore di vita.
CRONACHE SOLO BERTOLUCCI
1531 estimo c’è Meo Bartolucci che pagava lire 7 soldi 4
1546 Testamento
Bartolomeo alias Meo del fu Michele Bertolucci di Antraccoli, sano per Grazia di Dio di mente e intelletto, vuole che il suo corpo venga seppellito in chiesa di San Michele di Antraccole, inoltre lascia e lega per l’amore che ha per donna Lucrezia sua cara e diletta moglie, al momento della sua morte la nomina padrona e usufruttuaria di tutti i suoi beni mobili e immobili ma che non possa vendere la mobilia di casa se non per necessità, a patto che rimarrà vedova e onesta e possa abitare in casa sua con i suoi figli e nel caso che venga trattata male da parte dei suoi figli e voglia comunque stare in casa sua, le mette a disposizione una camera e il suo letto, in casa dove abita al presente detto testatore, con suo tetto fornito, con tutti i suoi panni lani e lini e nel caso non voglia rimanere che le vengano date ogni anno staia 12 di frumento, staia 6 di miglio e quattro some di vino rosso buono e puro e la legna per i suoi usi e scudi 2 per companatico, e se non volesse abitare in detta casa possa abitare nella casa a Lucca.
Di tutti gli altri suoi beni mobili, immobili e semoventi, azioni spettante a detto testatore, fatto salvo per i legati di sopra, nomina suoi eredi universali:
Michele, Sylvestro, Thomeo, Quirico e Giovanni Battista suoi figli legittimi e naturali nati da lui e da Donna Lucrezia soprascritta, in egual porzione.
Ai suoi figli e eredi lascia scudi 50 per dote e corredo di donna Magdalena sorella di detto testatore che possa usare la sua casa.
(Guardare il testamento per intero perché ha diversi altri legati interessanti)
(As.Lu., Notari Testamenti, Ser Pietro Pieraccini, vol. 71, carta 53t)
1547 settembre Jacopo di Giovanni di Cataldo chiamato Jacopo di Giovanni Bertolucci, è operaio dell’opera della Chiesa di Antraccoli insieme a Giuliano Martinelli.
(As.Lu., Notai Prima parte, Ser Pietro Tucci, vol. 2482, carta 273, 274)
1557 25 maggio Meo Bertolucci si impegna a pagare per 3 anni Mastro Zacchia il pittore con 7 staia di grano l’anno, insieme ad altri abitanti di Antraccoli.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Lazzaro Antognoli, vol. 3315, carta 145)
1558 13 giugno
Meo fu Michele Bertolucci e Paolo di Alessandro Tofanelli e in nome di Bernardino suo fratello, fanno concordato di pace.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2727, carta 310)
10 ottobre 1558
Meo Bertoluccio di Antraccoli da una parte e
Battista di Pietro Bertolani di Brancoli muratore in concordia fanno questo pubblico instrumento con
Mastro Andrea di Bernardino di Jacopo Fanucchi di Antraccoli muratore presente e
Mastro Giovanni Romordio del Lago Maggiore muratore assente (Giovanni di Ghiromordio di Lago Maggiore)
sono arbitri nella lite ra Meo e Battista.
Battista aveva murato e fabbricato per Meo una casa in contrada San Leonardo.
(As.Lu., Notai Prima parte, Ser Nicolao Turrettini vol. 2866, carta 270II)
1561 in estimo c’è Meo Bertolucci
1571
13 marzo, Andrea di Andrea Biancalana affitta in collaria a Matteo e Battista di Michele Bertolucci un bove pilamino brinaticcio con corna, di età di anni 7 in circa per 10 scudi d'oro.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gherardo Benedetti, carta 42t)
17 marzo, Quirico di Meo Bertolucci confessa a Pasquino di Piero Tofanelli di essere debitore di staia 18 di grano che gli aveva venduto.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Gherardo Benedetti, carta 45t)
1573 10 marzo
C’è una divisione dei beni, Meo Bertolucci era morto e rimanendo figli e nipoti c’era la necessità di fare chiarezza. Con questa divisione ci si apre però anche un mondo sulla famiglia Bertolucci che era molto introdotta nella vita della Città (Lucca come si chiama noi) dove probabilmente molti lavoravano.
In questa divisione, infatti, Quirico e Salvestro figli di Meo, si spartiscono con Matteo e Battista figli di Michele (fratello di Meo) due case murate poste in contrada di San Pietro Somaldi una contigua all’altra. Le case sono affittate ad altri.
Inoltre, ai nipoti viene lasciata una ulteriore casa con bottega sottostante per i telai, sempre in contrada San Pietro Somaldi luogo detto alla Fratta, la bottega. Quindi è ipotizzabile che i due lavorassero con i telai. Ancora oggi a Lucca c’è via della Fratta che porta in piazza della chiesa di San Pietro Somaldi.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Vincenzo Diversi, vol. 2651, carta 89)
1574 11 dicembre Battista del fu Michele Bertolucci (fratello di Meo) abitante in comune di Camaiore
confessa a Bartolomeo del fu Vincenzo Cantieri di Verciano di essere debitore di scudi 8 d’oro di Italia per il prezzo di un cavallo con basto e capestro che detto Battista ha comprato.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3841, carta 4019)
1575 in estimo c’è Meo Bertolucci che pagava di estimo lire 13 soldi 13, per le teste lire 2 soldi 5 denari 4, e di gravezza lire 10 soldi 13 denari 8 mentre Salvestro Bertolucci paga per estimo lire 1 soldi 15 denari 4, per le teste lire 2 soldi 5 denari 4 e di gravezza lire 2 soldi 13 denari 4.
1576 26 gennaio Salvestro figlio di Meo Bertolucci dichiara al rettore della chiesa di Antraccoli di essere in debito per 9 staia di grano, probabilmente parte delle rendite annuali che dovevano versare.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Vincenzo Franciotti, vol. 3443, carta II int. 13v)
1576 agosto Quirico figlio di Meo Bertolucci dichiara di essere debitore di 50 lire con un mercante da cui aveva comprato tre sacconi di grano Roccelli a 17 lire il sacco. (Grano Roccelli dovrebbe essere stato il grano tenero qualità roccella che conosciamo anche oggi).
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3847, carta 1652)
1576 28 luglio Matteo e Battista del fu Michele Bertolucci, che abitano a Carraia, chiedono un prestito ad un cittadino di Lucca di 12 scudi d’oro, li ricevono metà in monete d’argento e metà in scudi d’oro, promettono di restituirli entro un anno.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3849, carta 2174)
1576 15 settembre
Quirico di Meo Bertolucci confessa a Bartolomeo fu Matteo Tofanelli di esser debitore di scudi 14 per un bove dal pelo brinato con corna.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Michelangelo Cerlotti, vol. 3807, carta 737)
1581 17 giugno
I Bertolucci procedono a una divisione delle terre per evitare liti e malumori si decide a questa divisione:
Nicolao di Michele Bertolucci di Antraccoli una volta morto lascerà dopo di sé
Matteo del fu Michele Bertolucci di Antraccoli e
Battista suo fratello naturale e
Silvestro di Meo Bertolucci di detto comune e
Francesco di Quilico Bertolucci e Quilico suo padre e
Meino nipote di detto Quilico e
detti predetti tutti gli eredi del soprascritto Nicolao che saranno eredi universali in comunione di tutti i beni vogliono procedere alla divisione in modo da non creare liti.
Silvestro di Meo Bertolucci soprascritto e
Francesco di Quilico Bertolucci di detto comune per sé e per Quilico suo padre e per Meino nipote del detto Quilico e
Matteo di Michele Bertolucci e
Battista suo fratello
procedono alla divisione
assegnano a Silvestro che disse essere contento:
Un campo in comune di Antraccoli in loco detto alle Bradinelle che confina da un lato Ser MichelAngelo Baldinotti notaio di Lucca, da altra parte Pierino Cataldi, da altra parte Via ovvero redola, in tutto cultre 1
con l’onere di pagare il canone di staia 8 di grano l’anno e un paio di capponi grassi.
Mezza coltre di terra campia con alberi e viti livellare di Pietro Vannelli, posta in Antraccoli in loco detto al Fiumicello che confina da una parte con Ventura di Andrea di detto comune, da altra parte Chelone Favilla e da altra parte detto Ventura per staia 4 e mezzo di grano.
Seconda assegnazione a Matteo e Battista:
Un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli in loco detto alle Brainelle che confina da una parte con Carlo di Olivo Cataldi, da altra parte via pubblica, da altra parte ospedale della Misericordia e altra parte Opera di Antraccoli; a rendere staia 2 di grano da pagarsi alla chiesa di Sant’Andrea in Pelleria. In tutto quarra 3 di terre.
Terza assegnazione a Francesco e Meino:
Un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto alle Sceppette che confina da un lato Cesare Garbocci di Antraccoli, da altra parte Pierino Cataldi, da altra parte Domenico fu Jacobo Cataldi, in tutto quarre 5 a rendere ogni anno staia 9 e mezzo di grano al rettore della chiesa di Antraccoli.
Un campo con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto alle Brainelle che confina da un lato Silvestro soprascritto, da altra parte Pierino Cataldi, da altra parte Carlo di Olivo Cataldi e da altra parte Pierino soprascritto, in tutto quarre 3 circa.
Campo con alberi e viti posto in comune di Antraccoli loco detto al Fiumicello confina da una parte Michele Favilla e da altra parte Garbocci, da altra parte opera di Antraccoli e da altra parte Silvestro e da altra Michele Favilla, da altra fiumicello, in tutto quarre 1.
Con dichiarazione che Silvestro soprascritto non possa occupare la strada a Quilico per andare al campo del Fiumicello fino a quando terrà il campo di Piero Vannelli.
A rendere ogni anno staia 4 e mezzo di grano a Lorenza moglie del fu Nicolao durante la sua vita e una soma di vino, il grano a luglio e il vino a ottobre.
Con patto che i 6 scudi dovuti a Agostino di Ceccho di Nicolao da Tempagnano ognuno di loro debba dare la sua parte.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Michelangelo Cerlotti, vol. 3812, carta 435)
1582 30 giugno
Matteo di Alessandro Casentini paga a Agostino di Cecco Michelotti di Carraia scudi 20 per dote di Lena di Nicolao Bertolucci di Antraccoli.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Lorenzo Parpaglioni, vol. 3894, carta 193t)
1582 20 agosto Lena di Nicolao Bertolucci sposa a Antraccoli Agostino Michelotti di Carraia
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Matrimoni, vol. 1)
1586
21 gennaio Bartolomeo fu Salvestro Bertolucci vende a uno di Sorbano un cavallo a pelo nero di 9 anni circa per 8 scudi, sono i tempi di pagamento a essere carini, ovvero, pagherà scudi 1 a Carnovale prossimo, scudi 2 a Pasqua di Resurrezione prossima e scudi 5 per tutto giugno prossimo 1586.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 45t)
11 marzo
Quilico del fu Meo Bertolucci di Antraccole da una parte e
Meo di Marco di Meo Bertolucci di detto luogo da altra parte
avendo interessi in comune e insolido e volendo dividere tra loro i beni residui dell’eredità di Meo Bertolucci padre di detto Quirico e Marco e avo del detto Meo e per mantenere così la pace e la quiete tra di loro.
Per prima cosa Quirico assegna a Meo suo nipote soprascritto che accetta:
La metà verso mezzogiorno di una casa murata, solariata a due solai, coperta, con forno e aia e altri suoi ragioni e pertinenze posta nel comune di Antraccoli in loco detto alle Capannelle quale da levante ha i beni di Menco di Salvestro Bertolucci di Antraccole, da ponente via pubblica, da settentrione beni del detto Quilico da mezzodì beni dell’ospedale della Misericordia di Lucca che gode Domenico di Silvestro Bertolucci.
Inoltre, la metà per indiviso fra i detti Quilico e Meo di una casa murata, solariata a due solai, coperta e con bottega sotto detta casa posta in Lucca nella contrada di S. Piero Somaldi loco detto a Gelsi de Guinigi, da levante confina coi beni di Nardino di Gio Pellegrini, da mezzodì beni del Comune di Lucca dove si fa il sannitro, da ponente le fanciulle delle seccha, da settentrione beni degli eredi di Michelino di Marlia.
La metà verso ponente di un pezzo di terra campia con alberi e viti contigua a detta casa come di sopra assegnata nel comune di Antraccoli, livellare della chiesa di S. Michele di Antraccoli e di S. Michele di Lucca, confina da levante beni assegnato o da assegnare come di sotto a Quilico, da ponente via pubblica, da settentrione beni che lavora Bertola di Lupo Tofanelli di Antraccoli, da mezzodì beni dello spedale della Misericordia.
Con carico di pagare l’affitto ai diretti padroni, conservando indenne il detto Quilico e suoi eredi.
Su detta terra e casa posta nel comune di Antraccoli, c’è un debito sopra di scudi 80, però sia tenuto come canone il detto Meino a pagare scudi 27 a Gio Colombini, e il resto lo debba pagare il detto Quilico lasciando indenne il detto Meino fino alla somma di scudi 80 come Quilico promise.
A Quilico sopradetto assegniamo l’altra metà della casa posta come sopra coi medesimi confini salvo che a settentrione perché l’hanno divisa per traverso.
Inoltre l’altra metà della casa sopradetta posta in Lucca coi medesimi confini per indiviso tra loro.
Inoltre l’altra metà verso levante della sopradetta terra livellaria posta come sopra confinante come sopra con carico di pagare staia 6 di grano l’anno e detto Quilico staia 9 l’anno.
Si dividono anche la mobilia e gli arnesi di detta eredità.
Con patto di non potere vendere o affittare i beni se non con il consenso dell’altro.
Con patto che detto Quilico debba dare al detto Meo come promesso lire 5 l’anno durante la vita naturale di Lorenza moglie di Nicolao di Lorenzo Bertolucci di Antraccole che sta in casa del detto Meo.
Con patto che quando detto Meo vorrà cambiare un trave al tetto della casa di Antraccoli, detto Quilico debba dargli lire 5.
Con patto che se detto Quilico tra 15 giorni non darà al detto Meo bolognini 25, il detto Meo abbia da avere la madia data al detto Quilico dandoli anche bolognini 15.
Con patto anche che il passo del forno e pozzo sopra detti beni, resti libero e a comune tra loro.
Fatto in Lucca, presenti Grado del fu Lorenzo Martinelli di Antraccoli e Matteo di Salvestro Bertolucci e Paolo di Nardo Martinelli tutti di Antraccoli.
(anche in questo caso per il quieto vivere Quilico e Meo zio e nipote, fanno un contratto con un notaio per spartirsi i beni sperando di non tornare di nuovo ad avere discussioni)
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 142)
3 novembre, sempre Bartolomeo fu Salvestro Bertolucci, è debitore con un sarto di Lucca per 20 lire che aveva preso in prestito.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 550)
1587
13 aprile Vincenzo fu Quirico Bertolucci stipula un contratto di pace (si stipulavano di fronte a un notaio) con Bartolomeo del fu Silvestro Bertolucci “per tutte le malevolenze fatte, percussioni, ferite con sangue e senza, promettono di non offendersi più.”
Questi tipi di atti ho scoperto essere molto frequenti per mettere pace tra persone senza ricorrere ovviamente alla giustizia.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 315)
15 settembre, Bartolomeo di Salvestro Bertolucci chiamato “Baldon” è debitore di 35 scudi con un Tofanelli al quale aveva promesso di costruire una casa e per l’acquisto di un cavallo a pelo rubio (rosso) con basto e capestro. (per definire meglio questa parte guardare l’atto di commissione del 1586)
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 797)
novembre Domenico chiamato “Menco” di Salvestro Bertolucci compra un vitello a pelo brinaticcio ovvero nericcio da Francesco Martinelli.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 1019)
1588 27 aprile
Domenico di Jacobo Cataldi, Domenico di Salvatore Bertolucci, Luca di Givoanni Martini e Nardino di Olivo Cataldi confessano di esser debitori di Gio fu Francesco Marchiò di scudi 15 per grano foretano.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 834, carta 425)
1588 17 agosto
Giovanni di Quirico Bertolucci di Antraccoli confessa a
Teo di Michele Martinelli di Ant di aver ricevuto
scudi 10 per residuo di scudi 50 per dote e in nome di dote di Francesca sua moglie.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 834, carta 395)
1589 in questo anno Vincenzo figlio del fu Quirico Bertolucci, uccise la moglie che era Caterina chiamata Tinuccia di Andrea Guidi. Questo non comportò nessuna condanna per l’uomo, ma si iniziò una lite tra le due famiglie perché i fratelli di Tinuccia reclamavano la restituzione della dote e del corredo della povera donna. Dovettero arrivare ad un atto di arbitrato, dove due arbitri che di solito erano conoscenti dei due litiganti, decidevano il da farsi.
Venne quindi fatto un altro contratto di “pace” tra i Guidi e il Bertolucci per la morte di Tinuccia.
Purtroppo l’uxoricidio non era considerato un reato grave come possiamo vedere, se risolto di fronte a un notaio..
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carta 188t)
1589 Nel primo libro degli Stati delle Anime della parrocchia di Antraccoli la famiglia Bertolucci è una sola e così composta:
Domenico di Salvestro Bertolucci
Maria sua madre
Maria sua moglie
Felice la figlia
Caterina la figlia
Zabetta la figlia
Michelangelo fratello
Carlo fratello
abitavano accanto ai Cataldi, come abbiamo detto sopra.
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Stati delle Anime, vol. 1)
1590 24 marzo
Carlo di Frediano Tofanelli, Domenico di Jacobo Cataldi, Domenico di Salvestro Bertolucci e Grado fu Lorenzo Martinelli sono debitore di scudi 100 con Nicolao Arnolfini.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 836, carta 145t)
1590 14 luglio
Domenico di Salvestro Bertolucci confessa di ricevere da Alessandro di Bastiano del Secco di Toringo scudi 30 in nome di scudi 45 per dote di Maria sorella di Alessandro e moglie di Domenico inoltre il fratello promette di consegnare una gonnella di panno morello di valore scudi 5.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 836, carta 298)
1590 19 luglio
Domenico alias Menco di Salvestro Bertolucci confessa a Piero di Marco Pelli di esser debitore di scudi 10 per il prezzo di un cavallo dal pelo negro con basto e capestro.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 836, carta 311)
1° luglio 1591
Domenico, Carlo e Michelangelo fratelli e figli del fu Silvestro di Meo Bertolucci di Antraccoli essendo per il momento proprietari dei loro beni per indiviso e non volendo incorrere in liti decidono di procedere alla divisione. Nominano come arbitri loro amici Bartolomeo fu Matteo Tofanelli e Tomeo di Vincenzo Martinelli di Antraccoli.
Per prima cosa:
Domenico e Carlo soprascritti assegnano a Michelangelo:
1 La metà per indiviso tra Carlo e Domenico di una casa murata, solariata e coperta posta nel comune di Antraccoli luogo detto a Bertolucci che confina da levante beni di Domenico di Jacopo Casali, dall’altra beni degli eredi di Quilico Bertolucci e da altra parte beni dei Bertolucci detta “la casa vecchia de Bertolucci”.
2 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli luogo detto a Pulecina confina da settentrione via pubblica, da ponente via, da levante beni che tiene Domenico soprascritto, da mezzodì redola o semitola.
3 un altro pezzo di terra campia con alberi e viti posto nel comune di Tempagnano luogo detto a Fiumicello che confina da mezzodì la via, da ponente via, da settentrione beni che tiene Menco Romani, da levante il fiumicello.
Michelangelo e Domenico assegnano a Carlo:
4 L’altra metà per indiviso della sopraddetta casa che facciano la parete a metà.
5 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Marlia luogo detto a pulia, che confina da settentrione beni che tiene Nardino di Chelone Favilla di Tempagnano, da ponente detto Bernardino, da levante beni di Frediano di Ventura, da mezzodì detto Frediano.
Carlo e Michelangelo assegnano a Domenico:
6 Una casa detta la palazzina con esso braccia … circa di un terrestre con ….. dal primo solaio della casa vecchia soprascritta verso mezzodì, qual palazzina è attaccata alla detta casa vecchia app.o le confine dette.
7 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto a Pulecino confina da settentrione via, da mezzodì redola ovvero semitola, da levante beni assegnati a Michelangelo soprascritto.
8 Un altro pezzo di terra con alberi e viti posto in comune di Capannori loco detto a Fiumicello, confina da mezzodì via, da ponente Fiumicello, da settentrione beni che tiene Paulo Favilla di Tempagnano, da levante detto Paolo.
9 Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto a casa Bertolucci, confina da levante redola ovvero semitola, da ponente via, da mezzodì beni che tiene Bartolo Tofanelli e Francesco di Rocco Martinelli di Antraccoli, da settentrione beni di detto Bertolucci.
Inoltre Michelangelo e Carlo soprascritti mediante una persona superiore che fa da mediatore assegnano a
Domenico soprascritto i seguenti debiti:
A Michele di Valentino Garbocci di Antraccoli scudi 8
A Domenico di Luca di Cecco da Sorbano scudi 4
A Luiso di Giorgio da Sorbano scudi 4
A Ippolito de Nobili di Lucca scudi 8
Per i pegni al monte scudi 6
Similmente Domenico e Carlo soprascritti mediante una persona superiore che fa da mediatore assegnano a Michelangelo soprascritto i seguenti debiti:
A Mastro Antonio Capini di Lucca scudi 22
A Gio di Sochio di Pescia scudi 4
A Domenico di Jacopo Cataldi di Antraccoli scudi 4
Sacco uno di grano agli eredi di Giovanni Colombini da Capannori
A Giugliano da Monte Carlo scudi 10
Similmente Michelangelo e Domenico soprascritti mediante una persona superiore che fa da mediatore assegnano a Carlo soprascritto i seguenti debiti:
A Vincenzo Cardoni di Lucca scudi 2
A Vincenzo Patrochi da Piscilla scudi 12
A Domenico di Carraia scudi 6
A Michele di Matteo Fanucchi scudi 16
A Ser Michelino Baldinotti scudi 4
A Giomo di Nardino Guidi di Antraccoli scudi 2
Al decano di San Michele scudi 16
Per un pegno al monte scudi 6
A Susanna ….. di Lucca scudi 8
Sacco uno di grano al prete di Antraccoli
Scudi 4 e 10 a conto di scudi 12 a Giugliano da Monte Carlo
I tre inoltre confessano di dividere la mobilia e i bestiami tramite i detti mediatori.
Con patto e giuramento che vengano pagati i vari canoni delle suddette terre.
Con dichiarazione che in caso che Michelangelo e Carlo dessero al detto Domenico scudi 26 e scudi 50 per la dote messa in casa di Maria sua moglie in tal caso si debba dividere per tre il campo assegnato al detto Domenico sotto il n. 9 come sopra che si chiama a casa Bertolucci.
Con patto che ognuno dei fratelli non possa vendere o cedere i beni senza prima aver interpellato i fratelli.
Con patto ancora che siano tenuti a pagare come canone al prete di Antraccoli ogni anno il vino.
Con patto ancora che come da compromesso, siano tenuti a pagare ogni anno a Maria loro madre, durante la sua vita naturale quello concordato ovvero:
Un sacco di biada cioè segale, veccia, some di vino una per ogni fratello, scudi 6 che si hanno dalla pigione della casa di Lucca ogni anno e caso che si vendesse detta casa due scudi per ciascuno.
Inoltre, dichiarano che hanno lasciato la vendemmia a Domenico e per questo, nel presente anno deve dare lui tutto il vino alla detta sua madre.
Fatto in Lucca, presenti Domenico fu Jacobo Cataldi di Antraccoli e Giovanni Franchi.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 837, carta 546t)
1 luglio 1591
Domenico di Jacobo Cataldi di Antraccoli livellare dell’ospedale della Misericordia di Lucca loca a
Domenico fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli
un pezzo di terra campia con alberi e viti posto in comune di Antraccoli loco detto alle Bairelle, confina a oriente beni di Matteo Martinelli e via, a occidente beni di detto Domenico Bertolucci, a settentrione beni dell’Opera di Antraccoli e parte chiesa di Antraccoli che tiene Domenico Cataldi e a meridione beni che tiene Bartolomeo Tofanelli e parte Biagio Tofanelli.
Per un anno a rendere staia 6 di grano.
Stessa data
Domenico di Salvestro Bertolucci di Antraccoli confessa a
Domenico di Jacobo Cataldi di essere debitore di scudi 16 e mezzo d’oro per il prezzo e valore di un cavallo dal pelo rubio con basto e capestro che le era stato venduto “a sacco d’ossi” e promette di pagare entro il mese di luglio 1592.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 837, carta 551, 552)
1592 3 maggio Michelangelo di Silvestro Bertolucci fa testamento
e dichiara di voler essere sepolto nella chiesa di Antraccoli, di lasciare 15 bolognini all’ospedale di San Luca della Misericordia, altri 10 bolognini alla compagnia della Stella di Antraccoli e nomina sue eredi universali le nipoti, figlie del fratello Domenico ovvero Felice e Bettina.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Gherardo Benedetti, vol. 122, carta 736t)
1592 6 agosto Giovanni Cataldi è debitore di Carlo di Silvestro Bertolucci di 8 scudi d’oro per il prezzo di un cavallo dal pelo “rubeo” (rosso) con basto e capestro.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 838, carta 635)
1593 23 gennaio
Domenico fu Silvestro Bertolucci confessa al reverendo Dionisio di esser debitore di scudi 9 e mezzo per un vitello dal pelo grigio con corna di anni 2.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 839, carta 137)
1593 15 aprile
Con ciò sia che altre volte come le infrascritte parti dissero, sia stata fatta divisione fra Domenico, Carlo, Michelangelo e Bartolomeo fratelli e figliuoli di Salvestro di Meo Bertolucci da Antraccoli come per instrumento per mano di me notaro sotto suo tempo, e conciò sia che in detta divisione fra le altre cose, sia rimasta per non partita fra Michelangelo e Carlo l’infrascritta casa toccatali in parte in detta divisione, atteso che essi dui stavano insieme, e conciò sia che al presente detti Carlo e Michelangelo intendino e voglino divenire alla divisione della detta casa, e ciascuno di loro riconoscere la sua parte di essa per maggior loro quiete e pace.
Carlo soprascritto dà e assegna a Michelangelo soprascritto la sua parte ovvero:
Tutto il terrestre di una casa murata, solariata e coperta, posta nel comune di Antraccoli loco detto alle Brainelle, confina da una parte beni dell’ospedale della Misericordia, da altra parte beni di Cesare Garbocci acquisita dagli eredi di Quirico di Meo Bertolucci, da altra beni della chiesa di San Michele di Antraccoli e Cesare di Paulino Garbocci soprascritto, e da altra parte beni che tengono Giuseppe e Giovanni di Domenico Cataldi e questo eccettuate le 4 braccia che ne ha e gode per una parte toccatoli di detto terrestre, Domenico suo fratello verso mezzodì.
Michelangelo assegna a Carlo:
Il solaio sopra detto terrestre eccetto le 4 braccia verso mezzodì toccate al detto Domenico, e i confini come sopra.
Con patto che detto Carlo sia tenuto a fare la scala per di fuori verso mezzodì di per andare al detto solai e non abbia a passare per il terrestre predetto e questo a tutta sua spesa.
Con patto anche che guastandosi il tetto e piovendo in casa o per qualsivoglia infortunio, si guastasse, si debba riconciare e contribuire alla spesa per metà fra di loro.
Fatto in Lucca, presenti Grado fu Lorenzo Martinelli di Antraccoli e Francesco di Domenico di Fibbiano Montanino.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 839, carta 657)
1593 5 maggio
Carlo di Silvestro Bertolucci livellare dell’ospedale della Misericordia e parte dell’opera di Antraccoli, a rendere staia 3 all’anno e sulla casa vende
a Domenico suo fratello l’utile dominio sulla parte verso meridione lungo la via che è pertiche 1 e 1/3 divisa tra loro di un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto a casa Bertolucci, confina con il detto campo, da un’altra parte la via, dall’altra beni che tiene Cesare di Paulino Garbocci, dall’altra parte beni che tiene detto Domenico del detto Ospedale. Il resto della quale terra è di Michelangelo loro fratello toccatogli nella divisione fatta tra loro e rogata da me notaio.
Il solaio di cima di una casa murata e solariata e coperta posta in detto comune loco detto al cantone del pulecine, confina da due detto Cesare Garbocci, dall’altra parte beni che tiene Giuseppe di Domenico Cataldi, della detta casa toccata in parte al detto venditore in detta divisione.
Per scudi 30.
Con patto che della detta terra se ne intendi riservato al detto Carlo braccia 10 verso ponente.
Fatto in Lucca presenti Grado fu Lorenzo Martinelli e Bastiano di Antonio Squaglia della Pieve san Paolo.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 839, carta 769t)
1593 10 maggio
Domenico di Silvestro Bertolucci dà e vende a
Carlo suo fratello
una casa murata e solariata e coperta posta in comune di Antraccoli loco detto alla palazzina, che confina da una parte detto Domenico e Cesare Garbocci, da altra parte ospedale della misericordia e altra parte detto Domenico, la quale casa viene in parte a detto Domenico dalla divisione fatta tra i detti fratelli come instrumento rogato da me.
per scudi 20 d’oro.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 839, carta 871t)
1593 17 novembre
Michelangelo di Silvestro Bertolucci vende a
Domenico suo fratello co-livellario con lui
l’utile dominio del terrestre di una casa murata, solariata e coperta posta in comune di Antraccoli loco detto al Cantone del Pulecine che confina a settentrione Cesare di Paulino Garbocci, a oriente beni che tiene gli eredi di Domenico di Jacobo Cataldi, a meridione beni dell’ospedale della misericordia che tiene detto enfiteuta. La quale casa è a livello dalla chiesa di Antraccoli e fu costruita da Silvestro loro padre.
inoltre l’utile dominio di un pezzo di terra con alberi e viti e una capanna sopra di sé posta in comune predetto, in loco detto (manca) livellaria dell’ospedale della misericordia che confina da una parte beni di detto Domenico che tiene dall’ospedale predetto, da altra parte via pubblica, da altra parte beni che tiene Cesare Garbocci e da altra beni della chiesa di Antraccoli che tiene Bastiano Martini livellario dell’ospedale.
altra terra campia con alberi e viti posta in comune di Lunata loco detto al Fiumicello.
Per scudi 40.
detto venditore riceve dei detti 40 scudi, 10 scudi con un cavallo dal pelo rubio con basto e cavezza.
Con patto che detto Domenico non possa domandare al detto Michelangelo gli scudi 12 rimasti sopra il campo primo sotto il n. 1 della loro divisione.
Con patto ancora che detto Domenico ha tenuto conto così promise conservare indenne il detto Michelangelo delle spese che li toccassero e toccano fare alla madre.
Con patto ancora che detto Michelangelo non possa battere il grano del raccolto del campo loco detto a Pulecino come sopra di cinque quartieri se non con l’intervento di detto Domenico.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 839, carta 803)
1594 28 marzo
Bartolomeo alias Baldon di Silvestro Bertolucci livellare della chiesa di Antraccoli, loca a Bartolomeo fu Matteo Tofanelli per sé e per Bastiano nipote un pezzo di terra a Pulecino con solita sopra le murelle coperta di embrici da torno a torno sagginale confina oriente via occidente detti conduttori a ponente redola a meridione Nardo Bertolucci.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 840, carta 291)
1594 20 giugno
Grado fu Lorenzo Martinelli
vende a
MichelAngelo fu Silvestro Bertolucci
un cavallo pilamino nero con basto e capistro
per scudi 10 e lire 4
Fatto in Lucca in via pubblica vicino la chiesa di San Michele in Foro.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 840, carta 623)
1596 26 febbraio
Si presenta davanti al notaio e ai testimoni Bastiano del fu Antonio Tofanelli di Antraccoli interrogato su Domenico di Silvestro Bertolucci e risponde:
Che è la verità che parecchi giorni sono che possono esser circa 15 giorni venendo esso da Pescia con del olio scontrò Michele della Baldaccina che sta a Collodi presso al pentoraio qual Michele pregò detto Bastiano che li portasse sino a casa sua some tre di calcina, et esso li disse che non poteva portarneli, ma che ne li averia mandata quanto prima, e così alli 15 del presente mese dè ordine al detto Domenico Bertolucci che andasse per detta calcina alla fornace e la portasse al detto Michele alla presenza di Giuseppe di Domenico di Jacopo Cataldi da Antraccoli e detto Domenico disse che ne l’averia portata il venerdì o il sabato seguente senza fallo si come ha inteso che ne li portò una soma sabato passato fece otto giorni e che fu preso per strada dalli famigli del signor Commissario di Villa.
Giuseppe fu Domenico di Jacobo Cataldi viene interrogato e dice:
Che alli 15 del presente mese si trovò presente nel comune di Antraccoli quando Bastiano di Antonio Tofanelli de commissione e disse a Domenico di Salvestro Bertolucci di Antraccoli che andasse alla fornace per della calcina e che ne portasse some tre a Michele della Baldaccina che sta a Collodi appresso al pentoraio che lui avea promesso di mandarneli e che detto Domenico disse ci anderò domani o sabato e ne li porterò a pogo a pogo e a tutto questo si trovò presente come sopra.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 842, carta 211t)
1597 4 ottobre
Domenico fu Silvestro Bertolucci confessa a Alessandro di Cesare di Paulino Garbocci di esser debitore di scudi 10 per il prezzo di un bove pelo rossiccio con corna.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 843, carta 972)
1598 5 gennaio
Cesare fu Paolino Garbocci di Antraccoli livellario della chiesa di San Michele di Antraccoli e suo rettore, loca a
Domenico fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli
un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli in loco detto al Casalino ovvero al Cantone del Pulecine, con casa murata e solariata e coperta, confina a oriente beni della chiesa di San Michele di Antraccoli, a occidente via pubblica, a settentrione opera della chiesa di San Michele di Antraccoli e parte beni dell’ospedale della Misericordia, a meridione detto ospedale,
a rendere ogni anno staia 12 e mezzo di grano.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 844, carta 21)
1595 4 marzo
Domenico fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli e Bartolomeo alias Baldone suo fratello e Carlo suo fratello e in nome di Michele altro fratello al quale promettono di ratificare l’atto confessano a Geronimo del fu Giuseppe Bianchi di Lucca di essere debitori di scudi 8 per un prestito e promettono di pagarlo entro giugno.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 305)
1595 6 luglio
Io notaio raccolgo e rogo la testimonianza di Lorenzo del fu Nicolao Martinelli di Antraccoli ha giurato per manifestazione della verità alla richiesta di Domenico del fu Salvestro Bertolucci di Antraccoli e disse:
che esso conosce Michelangelo di Silvestro Bertolucci di Antraccoli del suo comune da quando è nato e che da circa due mese detto Michelangelo aveva un Giaccho di maglia quale ne lo ha veduto più volte nel detto comune di Antraccoli. Disse che detto Michelangelo non è né bandito né condannato per maleficio alcuno che lui sappia o abbia sentito dire, ma è un buon figliolo di buona condizione e fama.
Interrogato in causa per quel che si ricorda non sa o ha sentito dire che sia bandito né condannato per maleficio alcune e gli vide il detto giacco come ha detto di sopra.
Interrogato sul luogo disse in comune di Antraccoli.
Interrogato sul tempo disse come di sopra.
Interrogato sulla presenza di altri testimoni disse che c’era Grado di Lorenzo Martinelli e tutti di quel comune di Antraccoli. Il testimone dice di avere 30 anni.
Post scritto stesso giorno:
ho rogato la testimonianza di Luca del fu Jacobo Garbocci di Antraccoli che dice:
che esso circa due mesi fa nel detto comune di Antraccoli vidde a Michelangelo di Silvestro Bertolucci un giaccho di maglia quale per quanto intese da lui, disse che ne lo avea fatto dare suo fratello, poi disse che detto Michelangelo è un buon figliolo di buona condizione e fama e ritenuto così da tutti e non sa e non ha sentito dire che sia mai stato ne sia bandito ne condennato per maleficio alcuno.
Interrogato se c’erano altri testimoni risponde: Grado di Lorenzo Martinelli e Lorenzo di Nicolao Martinelli tutti del detto comune. Il testimone dice di avere 45 anni.
Stesso Giorno
ho rogato la testimonianza di Grado di Lorenzo Martinelli di Antraccoli che dice:
che esso conosce Michelangelo di Silvestro Bertolucci da Antraccoli da quando è nato e lo tiene per buon figliolo di buona condizione e fama, e ha sentito la stessa cosa da tutti e non ha sentito dire che sia stato bandito ne condannato per maleficio alcuno. Disse che circa due mesi orsono vidde al detto Michelangelo un giaccho di maglia quale per quanto egli li disse che ne lo avea comprato un suo fratello.
Di altri testimoni disse esserci Luca di Jacobo Garbocci di Antraccoli. Il testimone dice di avere 41 anni.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 822)
1599 1 aprile Domenico fu Silvestro Bertolucci compra da Alessandro Garbocci una cavalla a pelo bianco con basto e cavezza di età di anni 8 circa, al prezzo di 27 scudi d’oro! A garanzia del pagamento mette una terra che ha ad Antraccoli in luogo detto a Bertolucci. (La zona a Bertolucci viene nominata soltanto in questo atto, dopo il toponimo si perde).
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 844 o 845, carta 412)
1600 5 dicembre
Domenico fu Antonio Martinelli promette di pagare a Michelangelo Bertolucci per la sorella Annuccia la dote di scudi 40 d'oro mette anche una terra.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 846, carta 1407)
1602 1 giugno
Alessandro del fu Cesare di Paulino Garbocci di Antraccoli da una parte e
Domenico del fu Silvestro Bertolucci del detto comune agisce in suo nome e in nome e per conto di Michelangelo e Bartolomeo alias Balden suoi fratelli
fanno questo instrumento di comune concordia e fanno questo compromesso con gli arbitri
Benedetto fu Filippo Burlamacchi e Nicolao fu Giovanni Maria di P.. tutti e due cittadini lucchesi fanno da arbitri nella lite a causa di questioni e controversie per la pretesa che ha detto Domenico di andare esso e i suoi eredi e famiglia al pozzo esistente sopra l’aia di contro la casa di detto Alessandro loco detto ai Bertolucci, comprata da Cesare padre del detto Alessandro da Quirico Bertolucci e i figli.
Inoltre a causa della pretesa di detto Alessandro che pretende di appoggiare un muro alla stanza chiamata la Palazzina di detto Domenico che è dalla parte di ponente e mezzodì che di aprir una porta verso ponente nella facciata di detta Palazzina e questo senza pre.. da una parte e dell’altra per casa di ricompra dei beni. Con questo compromesso si chiede che tutto resti come al presente per la servitù di detto passo e appoggio.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 848, carta 1180)
1602 6 novembre
Michelangelo fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli confessa di essere debitore di
Grado fu Lorenzo Martinelli di Antraccoli di scudi 25 per il prezzo di un cavallo di pelo rubeo con basto e capestro gabbia e coperta, di età di anni 8 incirca.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 848, carta 2231)
1604 9 febbraio
Piero fu Nicolao Tofanelli livellario della chiesa di Antraccoli
loca a Michelangelo fu Bastiano Martinelli
Una parte di casa con un poco di corte e sue ragioni e pertinenze e con l’uso di andare al pozzo, murata, solariata e coperta posta in comune di Antraccoli loco detto all’Ortaccio, confina da una la via dall’altra beni di Bartolomeo e Lodovico di Matteo Tofanelli di Antraccoli dall’altra beni di Sandro di Lorenzo Tofanelli e dall’altra detto locatore.
Un altro pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto al campino ovvero alla fornace confina da meridione via, da ponente e settentrione beni di Domenico di Salvestro Bertolucci di Antraccoli da levante beni di Cello di Rocco di Antraccoli.
Un altro pezzo di terra in solito comune e loco confina da meridione la via, ponente beni di Bartolomeo e Lodovico di Matteo Tofanelli, levante redola semitola, e dall’altra detto locatore.
A rendere staia 9 grano.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 850, carta 166)
1604 28 agosto
Domenico fu Ventura di Silvestro di Antraccoli
confessa a
Michelangelo fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli di esser debitore di scudi 10 per un asino.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 850, carta 1352)
1604 15 settembre
Michelangelo fu Domenico Bertolucci confessa a Piero fu Francesco Favilla di esser debitore di scudi 22 per il prezzo di un cavallo a pelo rubio baio con basto e capestro di 7 anni detto Balzano dal pie manco dietro, penso avesse una balsa alla zampa sinistra di dietro e stella in fronte.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 850, carta 1448)
1604 7 dicembre
Domenico fu Silvestro Bertolucci confessa a Grado Martinelli di esser debitore di scudi 9 e mezzo per un vitello dal pelo brinato di età più di un anno da macellare.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 850, carta 1789)
1605 2 marzo
Paulino fu Giovanni Giorgi di Lucca loca a
Michelangelo fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli
una casa murata solariata e coperta, posta in comune di Antraccoli loco detto ai Guidi, confina da una parte lo Spettabile Pellegrino Frediani di Lucca, da altra parte eredi di Paulino Guidi, e da altra parte via, con una piccola aia davanti la casa.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 254)
1605 28 maggio
Michelangelo fu Silvestro Bertolucci confessa a Piero Benadii di esser debitore di scudi 24 per il prezzo di un cavallo dal pelo baio nudo.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 700t)
1605 7 novermbre
Domenico fu Silvestro Bertolucci confessa a Cesare fu Bartolomeo Santa Croce di esser debitore di scudi 14 per prezzo di un vitello pelo brinaticcio bianco sopra l'anno di età con corna dritte per macellarlo.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 1537t)
1613 23 gennaio
Maria fu Bastiano del secco vedova di Domenico di Salvestro Bertolucci chiede al giudice di avere qualche sostentamento per sé e per i figli Meo, Gio, Chiara e Caterina tutti minori perché il marito non ha lasciato testamento.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 859, carta 67t)
La famiglia si ferma qui, sarà stata probabilmente continuata a Capannori dai discendenti di Quirico.
CRONACHE SOLO CATALDI
1525 7 marzo nasce Pietro di Gio Cataldi e viene battezzato in San Giovanni a Lucca
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 11)
1531 in estimo c’è Giovanni Cataldi che paga lire 11
1544 8 marzo
Jacobo Cataldi, Jacopo di Piero Guidi e Giuliano martinelli e Matteo di Michele Tofanelli uomini di Ant confessano a Giovanni Lunardini e Vincenzo Guinigi di esser debitori di lire 180 per 90 staia di grano.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Coluccino Busdraghi, vol. 2174, 2175, carta 700)
1546 31 luglio, in questo atto Jacopo di Giovanni Cataldi insieme a Giuliano Martinelli, viene incaricato di costruire, o hanno costruito già, una casa per Luca Guidi, (la casa sarà la prima della corte oggi Guidi) viene valutata 141 scudi e detto Luca promette di pagare 60 scudi d’oro e un paio di bovi del valore di 22 scudi, il resto in tempi diversi. Uno dei detti bovi è già in possesso di Jacopo che lo aveva preso in affitto dal Guidi.
Da questo atto capiamo che il Cataldi Jacopo fosse un muratore.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2717, carta 145)
1547 Jacopo di Giovanni Cataldi è operaio dell’Opera della Chiesa di Antraccoli
1549 15 aprile Frate Severino procuratore del monastero di S. Maria Forisportam di Lucca concede a livello in terza generazione mascolina a Iacopo quondam Giovanni Cataldi di Antraccoli un appezzamento di terreno campio con alberi e viti in quella località, loco detto in campo Goggiori, per staia 4 di grano annue e due scudi di benentrata
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Nicolao quondam Andrea Lancillotti)
1550 6 ottobre nasce Lunardo di Olivo Cataldi e viene battezzato in San Giovanni a Lucca
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 14)
1555 23 agosto Testamento
Bernardino di Cataldo fa testamento; alla sua morte vuole essere sepolto nel cimitero della chiesa di Antraccoli, lascia una candela dal peso di due libbre all’opera di Santa Croce di Lucca e, essendo lui senza figli, nomina suoi eredi universali i figli del fratello Giovanni: Jacopo e Olivo.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Rocco Da Sesto, vol. 72, carta 327t)
1557-1558 Jacopo di Giovanni Cataldi è di nuovo operaio dell’Opera della Chiesa di Antraccoli.
1559 9 dicembre nasce Angela di Piero di Gio Cataldi e viene battezzata in San Giovanni a Lucca
(Archivio Diocesano Lucca, Battesimi San Giovanni, vol. 17)
1558 27 gennaio
Paulino fu Leonardo Garbocci loca a collaria a Pierino di Gio Cataldi un bove pilamino chianino con corna, di anni 8 per scudi 9.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2727, carta 64)
1558 27 gennaio
Bernardino del fu Alessandro Tofanelli di Antraccoli enfiteuta e livellare della chiesa di San Michele di Antraccoli e della fabrica di Santa Croce di Lucca con Paolo di Alessandro suo fratello e Francesco e Aloisio di Francesco di Alessandro Tofanelli suoi nipoti e con la volontà di Paulino fu Leonardo Garbocci e Jacopo di Giovanni Cataldi di Antraccoli moderni operai della chiesa di Antraccoli vendono e danno a
Domenico e Olivo di Jacopo di Giovanni Cataldi di Antraccoli l’utile dominio di un pezzo di terra campia della chiesa di San Michele di Antraccoli posta in loco detto alla fossa che confina da oriente detta opera che conducono i detti Tofanelli, da meridione monastero Angelorum, a occidente monastero di San Frediano per scudi 29 d’oro.
Fatto in Lucca
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2727, carta 72t)
1558 30 luglio
Jacopo di Bartolomeo del Vetturale di Tempagnano di Lunata riconosce di aver ricevuto scudi 5 da Jacopo di Giovanni Cataldi di Antraccoli come promessa di dote di Donna Caterina figlia di Gio Cataldi di Antraccoli e moglie di detto Jacopo come da instrumento rogato per mano mia il 8 agosto 1556.
Fatto in Lucca in cura fondaco presenti Matteo di Paolo Garbocci di Antraccoli e Rocco di Togno di Santa Maria del Giudice.
(As.Lu., Notai prima parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2727, carta 352)
1561 estimo c’è Jacopo di Cataldi e Piero di Gio Cataldi.
1561 13 agosto
Jacobo di Giovanni Cataldi promette a Bastiano di Matteo Gerarducci di Tassignano di costruire una solita per 25 scudi.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Carlo Carli, vol. 3171, carta II int. 224)
1562 3 gennaio
Paulo di Bernardino di Alessandro Tofanelli di Antraccoli e
Cecco di altro Cecco di Alessandro Tofanelli di Antraccoli
vendono a
Jacopo di Giovanni Cataldi di Antraccoli e Domenico suo figlio
due pezzi di terra campia della chiesa di San Michele di Antraccoli in loco detto alle Brainelle che confina a oriente terra del monastero di San Frediano di Lucca,…. Chiesa di San Michele di Antraccoli, a meridione fossa, a occidente beni del monastero di San Frediano a settentrione terra di detto monastero, santa chiara di Lucca e opera di Santa Croce di Lucca e San Michele di Antraccoli.
Altro pezzo di terra campia livellare dell’opera di Antraccoli come da atto rogato per mano di Ser Jacopo Minutoli sotto il suo tempo.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2731, carta 33)
1562 27 giugno
Jacopo di Gio Cataldi promette di costruire al Ghiladucci Bastiano una solita attaccata alla casa a Tassignano ai Ghilarducci.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Rocco Benedetti, vol. 2731, carta 380)
1575 estimo ci sono Piero Cataldi che paga di estimo lire 1 soldi 1, per le teste 2 soldi 5 denari 4, e di gravezze lire 2 soldi 4 denari 8 mentre Domenico Cataldi paga di estimo lire 5 soldi 16 denari 8, per le teste lire 2 soldi 5 denari 4 e di gravezze lire 5 soldi 8.
1576 12 aprile Domenico di Jacopo Cataldi (chiamato Chino) insieme a Geronimo Romanini e Michele Davini sono debitori nei confronti di Tommaso Massei per 96 lire di tanto olio forestiero.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3847, carta 1186)
1576 14 febbraio
Francesco del fu Barsante Casentini e Matteo del fu Alessandro Casentini di Antraccoli arbitri nel compromesso tra Carlo del fu Olivo Cataldi e Leonardo suo fratello da una parte e Olivo e Paulino altri fratelli dall’altra.
Gli arbitri procedono con elencare la divisione concordata e i fratelli promettono di rispettare tale decisione.
Assegnano a Carlo e Olivo:
Una casetta tutta murata a un solaio, coperta con tegoli e embrici e sue pertinenze posta in comune di Antraccoli, loco detto alla Brainilla, confina da levante beni di Franciotti, da mezzo dì Salvestro Bertolucci, da ponente beni di Quilico Bertolucci e da settentrione beni dei detti Carlo e Olivo, la quale fu acquistata da Piero? Cataldi per il Franciotti.
Inoltre con la nostra sentenza e lodo diamo e assegniamo a detti Carlo e Olivo
Braccia 10 e mezzo della casa nuova dalla parte di ponente, cioè del terrestre fino al tetto cioè partendosi dal muro di casa a ponente venendo in verso levante, alla pari della porta di sinistra che al presente si trova lì. La qual casa e cioè il terreno a livello della chiesa di San Michele di Antraccoli.
Inoltre diamo e assegniamo a detti Carlo e Olivo la metà della corte ed aia di 10 a meridione di casa che è stata .. e terminata da noi, da levante pertiche 7 e 7/10 da mezzo dì pertiche 4, da ponente confina beni di Quilico Bertolucci, a livello dalla Chiesa di Antraccoli.
Inoltre diamo e assegniamo a Carlo e Olivo, un pezzo di terra parte ortiva e parte prativa, appresso alla corte in detto comune e loco detto alla Brainella, confina da levante beni della …. Pertiche 13 e 2/5, da mezzodì beni dei … pertiche 10 3/5, da ponente confina beni di… da settentrione fossa. La qual terra è a livello della chiesa di Antraccoli.
Inoltre diamo e assegniamo a Carlo e Olivo un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Santa Margherita loco detto all’Ozori la quale è a livello dalla chiesa di Antraccoli con carico di pagare staia 6 di grano, un barile e 20 misure di vino.
Inoltre diamo e assegniamo a Carlo e Olivo, un pezzo di terra campia con alberi e viti posta nel comune di Antraccoli luogo detto alla Brainella condotta a livello dall’Ospedale della Misericordia a rendere ogni anno staia 6 e mezzo di grano.
Inoltre diamo e assegniamo a Carlo e Olivo, un pezzo di terra campia con alberi in comune di Antraccoli loco detto Yzola, condotto a livello dai Frati di San Frediano con carico di pagare staia 3 e mezzo di grano.
La metà delle terre che hanno in detto comune a livello da Bartolomeo Bonvisi in loco detto alla chia… con carico di pagare la metà che hanno ogni anno.
Inoltre diamo e assegniamo a Nardino e Paolo soprascritti le seguenti terre divise:
Il resto della casa nuova sopra scritta posta e confinata come sopra.
Inoltre …. (non capisco)
Inoltre assegniamo a Nardino e Paolo un pezzo di terra parte ortiva e parte prativa posta in detto comune e loco livellaria dell’opera di Antraccoli, con carico di pagare staia uno di grano alla chiesa di Antraccoli e staia 2 all’opera.
Inoltre assegniamo a Nardino e Paolo un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto alla Brainella confina da levante Domenico Cataldi pertiche 12, da mezzodì Domenico sopradetto pertiche 3, da ponente Cesare di Lorenzo Franciotti pertiche 13 a settentrione … pertiche 3.
Inoltre un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli in loco detto come sopra, a livello dal Capitolo di San Martino con carico di pagare staia 5 e quarra 1 di grano.
Un altro pezzo di terra in detto comune e loco, livellare della chiesa di Santa Maria Corteorlandini con carico di pagare staia 5 e mezzo grano.
Inoltre un pezzo di terra livellare del Monastero di Santa Chiara posta in detto comune e luogo con gravezza di pagare ogni anno staia 3 grano.
Inoltre gli assegnano il terzo di un pezzo di terra campia con alberi e viti in comune di Antraccoli in loco detto alla Brainelle la quale terra era già stata assegnata a Cesare loro fratello, con gravezza di pagare staia 2 di grano all’opera di San… e Paolo.
Inoltre gli assegniamo la metà della terra che hanno in locazione da Bartolomeo Bonvisi in comune di Lunata.
Inoltre gli assegniamo la metà della capanna verso levante.
Inoltre gli diamo la Cavalla di pelo rosso con basto.
Inoltre gli diamo e assegniamo la metà …. Fino a mezzo giorno spettanti alli detti fratelli.
Inoltre condanniamo Nardo e Paolo a lasciare che Carlo e Olivo possano passare sempre che vogliano per l’uso loro sopra la terra assegnata a detto Nardino e Paolo per l’andamento di tutti i tempi, con persone, bestiame, carra e buoi.
Inoltre condanniamo Nardino e Paolo a pagare scudi 18 per vantaggio dei terra e casa a Carlo e Olivo soprascritti.
Inoltre condanniamo Nardino e Paolo a pagare scudi 3 a Carlo e Olivo per il vezzeggio per la camissa e la cintora d’argento di Mencha sua moglie.
Inoltre condanniamo i detti Nardino e Paolo a pagare a detto Carlo e Olivo lire 8 d’oro per conto dell’appoggio di Domenico Cataldi quale del terreno di Nardino e Paolo.
Inoltre condanniamo Nardino e Paolo a pagare scudi uno a Carlo e Olivo per il soprappiù di pannina.
In tutto sono scudi 23 e bolognini 45.
Inoltre condanniamo Carlo e Olivo a pagare ai soprascritti Nardino e Paolo scudi 3 per conto della parte sua del letto? ….
Inoltre condanniamo Carlo e Olivo a pagare alli soprascritti Nardino e Paolo scudi 2 e mezzo per la parte loro di scudi 5 quali hanno
….
Inoltre condanniamo detto Carlo e Olivo a pagare a Nardino e Paolo scudi uno e mezzo i quali sono per spese di un campo di Paulino Guidi.
Inoltre condanniamo detto Carlo e Olivo a pagare a detto Nardino e Paolo per conto di anella della moglie di detto Carlo.
i quali sono in tutto scudi 9 e bolognini 45.
(poi elencano le scadenze per i pagamenti)
Con dichiarazione che al tempo e quando Zabetta sorella dei detti fratelli si maritasse o monacherà, Carlo e Olivo condanniamo a dare e pagare la metà della dote e corredi che si li prometterà e l’altra metà condanniamo a pagare detti Nardino e Paulino.
Il corredo di detta Zabetta … sei capi panni grossi cioè 4 lini e 2 lani e una saia, e uno … essendo in tutto scudi 25.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Michelangelo Cerlotti, vol. 3807, carta 163)
1576 21 maggio Domenico (Chino) di Jacopo Cataldi insieme a Pierino fu Giovanni Cataldi, Matteo Casentini e Mariano Favilla sono debitori di 85 lire per 5 sacchi di grano Roccelli nei confronti di Ser Tommaso Mei di Lucca.
(As.Lu., Notai Prima Parte, Ser Gio Battista Vecoli, vol. 3847, carta 1491)
1583 14 novembre Betta di Chino Cataldi sposa a Antraccoli Cosimo di Michele di Cosimo di Pieve a Nievole
1584 Jacopa di Salvestro Bertolucci sposa a Antraccoli Andrea di Regolo De Rossi di Gattaiola che abita a Pugnano di Pisa
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Matrimoni, vol. 1)
1586 1 marzo Giovanni di Pierino Cataldi di Antraccole e Tonio di Sandro Paladini di detto luogo fanno questo pubblico instrumento e confessano a Giovanni Paulo del fu Antonio Baroni di essere legittimi debitori di libbre 37 per mutuo i quali denari servirono per cavar di prigione il padre di detto Giovanni.
Fatto in Lucca presente Grado di Lorenzo Martinelli e Silvestro di Quilico Bertolucci di Antraccoli.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 832, carta 116t)
1587
14 gennaio Domenico (Chino) fu Jacopo Cataldi prende in affitto da Cesare Garbocci 3 pezzi di terra ad Antraccoli, nella zona a nord della corte dei Cataldi fino al confine con la fossa Fiumicello, con una rendita di 72 staia di grano l’anno, che erano veramente tanto grano, quindi dovevano essere dei grandi pezzi di terra.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 28-29)
luglio Domenico (Chino) Cataldi confessa di essere debitore di Michele da San Gennaro di scudi 10 per il prezzo di un bove a pelo rubio con corna.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 624)
17 agosto Carlo e Olivo figli del fu Olivo Cataldi come era prassi, di fronte a un notaio si dividono il patrimonio. Questo atto è molto importante perché ci permette di conoscere la situazione della corte Cataldi a quel tempo. I due fratelli stabiliscono Olivo prenderà una casa murata solariata ad un solaio con il forno e braccia dieci di larghezza dell’aia davanti casa et pertiche sette per lunghezza, il forno resterà in comune. Questa casa confina da ponente con la casa degli eredi di Salvestro Bertolucci; quindi, le case dei Bertolucci erano quelle a ponente della corte. Quella assegnata a Olivo è al centro e a est della detta casa, come dice il notaio “rasente” c’è la casa nuova. L’aia a differenza di tutte le altre aie era a nord delle case e non a sud.
Sempre a Olivo viene assegnata la terra che è a nord della detta casa che è dell’Opera di Antraccoli alla quale dovrà versare ogni anno il canone di 3 staia di grano. Su questo pezzo di terra inoltre c’è una capanna di proprietà di Carlo, il quale, se la vorrà togliere potrà toglierla a sue spese altrimenti se Olivo la vorrà tenere resterà lì.
A Carlo viene assegnata una casa murata solariata a due solai e coperta detta la casa nuova rasente alla soprascritta assegnata ad Olivo e ugualmente il resto della sopraddetta pezzo di terra con tutti i confini al presente. Inoltre, gli viene assegnato un terreno di proprietà dell’Ospedale della Misericordia poiché lo stesso Carlo aveva messo in casa in comune coi fratelli i 42 scudi di dote della moglie Menica. Si dividono anche la mobilia.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 752)
12 novembre Domenico fu Jacopo Cataldi confessa di essere debitore di 12 staia di grano nostrano a Donna Sana figlia del fu Benedetto Cristiani di Lucca.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 833, carta 994)
1588 23 gennaio
Domenico di Jacobo Cataldi confessa a Grado fu Lorenzo Martinelli di esser debitore di scudi 11 per il prezzo di un cavallo dal pelo brinato bianco venduto.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 834, carta 31t)
1588 27 aprile
Domenico di Jacobo Cataldi, Domenico di Salvatore Bertolucci, Luca di Giovanni Martini e Nardino di Olivo Cataldi confessano di esser debitori di Gio fu Francesco Marchiò di scudi 15 per grano foretano.
(As.Lu., Notari prima parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 834, carta 425)
1588 6 ottobre Chiara di Domenico Cataldi si sposa ad Antraccoli con Bastiano di Bino Del Secco di Toringo.
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Matrimoni, vol. 1)
1589 24 marzo Nel primo libro degli Stati delle Anime della parrocchia di Antraccoli le famiglie dei Cataldi sono 4 e abitano tutti insieme alle case dei Cataldi:
Piero di Gio Cataldi
Maria la moglie
Giovanni figlio
Michele figlio
Stefano figlio
Domenica figlia
Carlo di Olivo Cataldi
Domenica la moglie
Jacopo figlio
Angela figlia
Benedetta figlia
Nardino di Olivo Cataldi
Zabetta la moglie
Michele figlio
Felice figlia
Caterina figlia
Matteo figlio
Domenico di Jacopo Cataldi
Lucia la moglie
Giuseppe figlio
Gio figlio
Caterina figlia
Paulo figlio
Zabetta figlia
Felice moglie di Giuseppe
Camilla moglie di Gio
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Stati delle Anime, vol. 1)
1589 Le vicende legate a donna Angiolina figliola di Piero Cataldi
7 aprile
Come usava al tempo, le famiglie spesso si accordavano per maritare le figlie con vari accordi di doti da versare, in questo caso ci deve essere stata una promessa di matrimonio di detta Angiolina con un figlio di Antonio Petri di Tempagnano (lo stesso di sopra). Per maritarla Piero aveva promesso di pagare in dote scudi 45 d’oro. In questo accordo, sembra che questi scudi fossero già stati consegnati a Antonio e si mettono le cose in chiaro per il futuro matrimonio, ovvero: in caso che si maritasse detti scudi vadano depositati in luogo da decidersi dai detti arbitri per pagarli quando si mariterà o quando si monacherà e con dichiarazione che in caso morisse in questo periodo e non sia per morte violenta da suoi propri o fatta fare da altri per loro, in tal caso detti scudi si diano alle figliuole di detto Piero e sorelle di detta Angiorina per metà per uno quando si mariteranno o monacheranno e in caso di morte di esse sentendo applicati tutti a quelle sopravvissute da darseli come sopra ma morendo per colpa di fatto dei suoi parenti detta Angiorina da suoi fatta morire per colpa loro non devino conseguire cosa alcuna, tutto questo sempre prima che fosse maritata, o monacata. Insomma, la faccenda doveva essere abbastanza delicata, anche perché 45 scudi erano davvero molti per una famiglia di Antraccoli.
6 maggio
La faccenda si protrasse ancora e non sappiamo se il diverbio di cui sotto tra il fratello di Angiorina e il presunto promesso sposo? Possa risalire ancora alla vicenda dei 45 scudi, fatto sta che
il 6 maggio 1589 Angiorina si sposò ad Antraccoli con Michele di Simone di Matteo di Capannori ma che abitava a Massarosa e speriamo che abbia vissuto la sua vita in tranquillità.
15 agosto i due rettori di Antraccoli e Tempagnano fanno da “arbitri” nella lite tra la famiglia di Giovanni di Piero Cataldi e Luigi di Antonio Petri di Tempagnano, tra i due ragazzi c’erano stati sicuramente delle discussioni e si era arrivati al ferimento di Pietro da parte di Luigi. I genitori vengono chiamati in causa e viene condannato Antonio a pagare a Piero 5 scudi di risarcimento.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 835, carte 197t)
1590 24 marzo
Carlo di Frediano Tofanelli, Domenico di Jacobo Cataldi, Domenico di Salvestro Bertolucci e Grado fu Lorenzo Martinelli sono debitore di scudi 100 con Nicolao Arnolfini.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 836, carte 145t)
1590 20 ottobre
Francesco fu Rocco Martinelli vende per macellazione a Piero fu Giovanni Cataldi e Giovanni suo figlio un giovenco dal pelo bianco corna, di anni 2, per scudi 12.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 836, carte 480)
1 luglio 1591
Domenico di Jacobo Cataldi di Antraccoli livellare dell’ospedale della Misericordia di Lucca loca a
Domenico fu Silvestro Bertolucci di Antraccoli
un pezzo di terra campia con alberi e viti posto in comune di Antraccoli loco detto alle Bairelle, confina a oriente beni di Matteo Martinelli e via, a occidente beni di detto Domenico Bertolucci, a settentrione beni dell’Opera di Antraccoli e parte chiesa di Antraccoli che tiene Domenico Cataldi e a meridione beni che tiene Bartolomeo Tofanelli e parte Biagio Tofanelli.
Per un anno a rendere staia 6 di grano.
Stessa data
Domenico di Salvestro Bertolucci di Antraccoli confessa a
Domenico di Jacobo Cataldi di essere debitore di scudi 16 e mezzo d’oro per il prezzo e valore di un cavallo dal pelo rubio con basto e capestro che le era stato venduto “a sacco d’ossi” e promette di pagare entro il mese di luglio 1592.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 837, carta 551, 552)
3 gennaio 1591
Giuseppe di Domenico Cataldi di Antraccoli confessa a
Matteo di Nardo Martinelli di Antraccoli di essere debitore di somma scudi 8 d’oro per il prezzo e valore di un giovenco (Giovane e robusto bovino che ha oltrepassato il primo anno di età) dal pelo brinato con corna dritte.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 837, carta 4)
1591 20 luglio Caterina di Domenico Cataldi sposa a Antraccoli Cesare di Bino Del Secco di Toringo (sorella e fratello degli sposi del 1588)
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Matrimoni, vol. 1)
10 dicembre 1591
Piero del fu Giovanni Cataldi anche chiamato Picciolla e
Giovanni figlio di Piero che agisce per sé e con il consenso del padre e in nome di Michele altro figlio di Piero e suo fratello, livellari della chiesa di San Michele di Antraccoli per il canone annuo di staia 4 di grano e un barile, vendono e danno a
Cesare del fu Paulino Garbocci di Antraccoli
l’utile dominio e la naturale possessione su un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in Antraccoli in loco detto alle Brainelle ovvero a Pulecino che confina a settentrione con la chiesa di Antraccoli, a meridione beni del Monastero dei Frati di San Frediano, a oriente beni di detto monastero, a occidente beni che lavora Bartolomeo di Matteo Tofanelli.
Per scudi 27.
Fatto in Monte San Quirico in casa del notaio, presenti Guido di Marco Guidi di Monte San Quirico e Meo fu Mariano Biancalana.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 837, carta 710)
1592
3 gennaio, Olivo fratello di Carlo fu Olivo Cataldi, vende l’utile dominio del pian terreno della sua casa che è quella posta tra i Bertolucci e la casa nuova di Carlo Cataldi, a Cesare del fu Paulino Garbocci. Sempre con patto di mantenere il forno in comune anche con Carlo. E sempre con patto che la strada “l’andita” per arrivare a dette case sia mantenuto in comune.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 838, carte 1)
6 agosto Giovanni Cataldi è debitore di Carlo di Silvestro Bertolucci di 8 scudi d’oro per il prezzo di un cavallo dal pelo “rubeo” (rosso) con basto e capestro.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 838, carte 635)
19 dicembre i fratelli Carlo, Nardino, Cesare e Olivo del fu Olivo Cataldi stipulano un atto per instituire la dote per la sorella Domenica che sposerà Paolo del fu Piero Porciani di Pieve a Nievole, nella somma di 22 scudi d’oro.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 838, carte 1117)
1593 2 giugno
Michele fu Piero Cataldi per se e in nome di Giovanni suo fratello al quale promette di ratificare entro 8 giorni, locano a
Giuseppe fu Domenico di Jacopo Cataldi accettante e conducente per sé e per suo fratello,
un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto a Pulecine, con casa murata, solatiata e con tetto, e pozzo che confina a oriente beni della chiesa di San Michele di Antraccoli che lavora Cesare di Paulino Garbocci, a meridione beni di detta chiesa che tiene Bartolomeo di Matteo Tofanelli, a occidente beni che tiene Domenico di Salvestro Bertolucci.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 839, carta 933)
1594 10 novembre
Giuseppe fu Domenico fu Jacopo Cataldi per sé e per il fratello Giovanni maggiore e Paolo fratello minore vende a Maestro Domenico fu Antonio Sesti Lignario di Lucca
Una casupola contigua a una casa più grande di detto venditore, verso oriente posta in comune di Antraccoli loco detto alle Brainelle.
Murata, solariata a un solaio di matoni sceuri con il terrestre, coperta di embrici e teuli con l’entrata a comune fra detta casetta e casa grande, confina detta casetta a oriente con detta casa grande e forno contiguo a detta casetta, da occidente detta casa grande, a meridione via pubblica, a settentrione casa di detto venditore, la quale casetta è di braccia 10. Stimata da Carlo Cataldi di Antraccoli e mastro Piero di Nozzano muratore.
per scudi 35
stessa data atto successivo
Maestro Domenico fu Antonio Sesti Lignario di Lucca loca a
Giuseppe fu Domenico fu Jacobo Cataldi per sé e in nome di Giovanni e Paolo suoi fratelli
una casupola contigua a una casa più grande, verso oriente posta in comune di Antraccoli in loco detto alle Brainelle, murata, solariata a un solaio di matoni sceuri con il terrestre, coperta di embrici e teuli, con l’entrata a comune fra detta casetta e casa grande, confina con detta casa grande e forno contiguo a detta casupola, a occidente detta casa grande a meridione via pubblica, di detto venditore e non di altri, a settentrione casa di detto venditore. La casupola è di braccia 10, da condurre per i prossimi 9 anni. A rendere staia 4 l’anno.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 840, carta 1323)
1596 26 febbraio
Si presenta davanti al notaio e ai testimoni Bastiano del fu Antonio Tofanelli di Antraccoli interrogato su Domenico di Silvestro Bertolucci e risponde:
Che è la verità che parecchi giorni sono che possono esser circa 15 giorni venendo esso da Pescia con del olio scontrò Michele della Baldaccina che sta a Collodi presso al pentoraio qual Michele pregò detto Bastiano che li portasse sino a casa sua some tre di calcina, et esso li disse che non poteva portarneli, ma che ne li averia mandata quanto prima, e così alli 15 del presente mese dè ordine al detto Domenico Bertolucci che andasse per detta calcina alla fornace e la portasse al detto Michele alla presenza di Giuseppe di Domenico di Jacopo Cataldi da Antraccoli e detto Domenico disse che ne l’averia portata il venerdì o il sabato seguente senza fallo si come ha inteso che ne li portò una soma sabato passato fece otto giorni e che fu preso per strada dalli famigli del signor Commissario di Villa.
Giuseppe fu Domenico di Jacobo Cataldi viene interrogato e dice:
Che alli 15 del presente mese si trovò presente nel comune di Antraccoli quando Bastiano di Antonio Tofanelli de commissione e disse a Domenico di Salvestro Bertolucci di Antraccoli che andasse alla fornace per della calcina e che ne portasse some tre a Michele della Baldaccina che sta a Collodi appresso al pentoraio che lui avea promesso di mandarneli e che detto Domenico disse ci anderò domani o sabato e ne li porterò a pogo a pogo e a tutto questo si trovò presente come sopra.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 842, carta 211t)
16 settembre 1596
Giuseppe e Giovanni fu Domenico di Jacobo Cataldi di Antraccoli per loro e per Paolo loro fratello a cui promettono di ratificare detto atto, livellari dell’opera della chiesa di Antraccoli per l’annuo canone di 8 staia di grano l’anno, con il consenso e la volontà di Bartolomeo fu Luca Guidi e Tomeo di Vincenti di Martino Martinelli di detto luogo, moderni operai di detta opera,
danno e vendono a
Cesare del fu Paulino Garbocci di Antraccoli presente e accettante per sé e per i suoi eredi
l’utile dominio su un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in comune di Antraccoli loco detto alle Brainelle che confina a occidente con detta opera, a meridione beni dell’opera di Santa Croce di Lucca e parte chiesa di Sant’Andrea in Pelleria fossa mediante, a oriente beni dell’opera di Antraccoli, a settentrione beni della detta opera di Antraccoli, parte del Monastero di Santa Chiara di Lucca e parte Monastero di San Frediano, a rendere ogni anno staia 8 di grano buono e secco.
per il prezzo di scudi 60.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 842, carta 764)
1597 17 marzo
Michele, Giovanni e Stefano fu Piero Cataldi livellari della cappellania di San Martino di Lucca locano a Bartolomeo fu Matteo Tofanelli un pezzo di terra con casa al Pulecine.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 843, carta 194)
1598 2 aprile
Giuseppe e Paolo fu Domenico fu Jacobo Cataldi riconosce a Piero fu Nicolao Tofanelli di essere debitore di scudi 3 per il prezzo di un bove dal pelo rosso con corna dritte.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 844, carta 354)
1598 23 agosto
Giuseppe fu Domenico di Jacobo Cataldi vende a Flaminio Saminiati un vitello dal pelo brinato di otto mesi con corna piccole.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 844, carta 738)
1598 21 ottobre
Giovanni fu Matteo di Andrea di Salvestro Andreotti
confessa a
Giuseppe fu Domenico fu Jacobo Cataldi
di essere legittimo debitore di scudi 14 per il prezzo di un cavallo dal pelo rossiccio castagnolo con basto e capestro.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 844, carta 1164)
1595 21 aprile
Giuseppe e Giovanni del fu Domenico Cataldi di Antraccoli e Antonio del fu Paulino Giusti di Tempagnano di Lunata e Piero del fu Lencio Tofanelli di Antraccoli confessano allo Spettabile Nicolao di Toma Arnolfini di Lucca di essere legittimi debitori di scudi 54 per tre sacchi di grano e fagioli.
Fatto in Lucca
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 496)
1595 5 agosto
Giuseppe e Giovanni fu Domenico Cataldi di Antraccoli in loro nome e per conto di Paulo loro fratello minore vende a Carlo fu Olivo Cataldi in suo nome e per conto di dote di donna Elisabetta sua moglie l’utile dominio e la possessione di un pezzo di terra campia con alberi e viti posta in detto comune in loco detto al chiasso Dati che confina a meridione con la via pubblica, a oriente beni livellari di Bartolomeo di Matteo Tofanelli, a occidente beni di Cesare di Paulino Garbocci e a settentrione beni di Simone Sesti di Lucca. Da rendere ogni anno staia 5 e mezzo di grano alla curia della chiesa di Santa Maria Corteorlandini.
Per prezzo di scudi 25.
Fatto in Lucca in curia fondaco in contrada Sant’Alessandro Maggiore.
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 884)
1595 13 settembre
Domenico fu Barsanti Guidi di Antraccoli vende a Giuseppe fu Domenico Cataldi di Antraccoli
un vitello dal pelo nero con corna pari
al prezzo di scudi 9 d’oro.
Giuseppe promette a Domenico di fare tanta muraglia a casa di detto Domenico, cioè tre murelle con coperta di embrici e tegoli a uso di appoggiato, entro la fine di maggio prossimo.
Con patto che fatta che sarà la detta appoggiata si debba fare stimare dal medesimo muratore che l’avrà fatta e dette parti siano tenute a pagare più o meno che fosse stimata dai 9 scudi del prezzo del vitello.
Fatto in Lucca
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 1044)
1595 21 aprile
Giuseppe e Giovanni del fu Domenico Cataldi di Antraccoli e Antonio del fu Paulino Giusti di Tempagnano di Lunata e Piero del fu Lencio Tofanelli di Antraccoli confessano allo Spettabile Nicolao di Toma Arnolfini di Lucca di essere legittimi debitori di scudi 54 per tre sacchi di grano e fagioli.
Fatto in Lucca
(As.Lu., Notai seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 841, carta 496)
1600 19 gennaioPiero fu Nicolao Tofanelli confessa a Giuseppe e Paolo fu Domenico di Jacobo Cataldi di esser debitori di scudi 23 per un bove.(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 846, carta 53)
1602 1 agosto Angela di Carlo Cataldi sposa a Antraccoli Battista di Matteo di Raffaello di Pieve a Nievole.
(Archivio Parrocchiale Antraccoli, Matrimoni, vol. 1)
1602 30 dicembre
Giuseppe fu Domenico fu Jacopo Cataldi di Antraccoli per sé e in nome di Paulo suo fratello
vendono a
Antonio fu Giovanni Nocchi testore di drappi e cittadino di Lucca
una casetta murata contigua verso oriente posta in comune di Antraccoli loco detto alla Brainella, murata e solariata a un solaio di mattoni sce… con il terrestre coperto di embrici e tegoli con l’entrata a comune fra detta casetta e casa grande, qual casetta confina da levante alla detta casa grande e al forno contiguo alla detta casetta, da ponente alla detta casa grande, da mezzodì alla via pubblica per detto mediante e da settentrione alla casa di detto Giuseppe venditore. La qual casetta è di braccia 10 da ogni parte e più è stata stimata per Carlo Cataldi di Antraccoli e mastro Piero da Nozzano muratori, dal detto Giuseppe e mastro Domenico già eletti come se ne fa menzione nell’acquisto per detto mastro dal detto Giuseppe per mano di me notaio come da instrumento fatto il 10 novembre 1594.
la quale casetta fu per detto notaio acquistata dal detto Giuseppe per scudi 35
anche un pezzo di terra che serve per corte avanti a detta casa posta in detto comune e luogo confina detta corte da una parte beni dello spedale della misericordia da altra parte beni dell’opera della Chiesa di Antraccoli da altra … per quarra mezza in circa.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 848, carta 2567)
circa metà 1600
Nel bel libro dei renditori dell’Ospedale della Misericordia o di S. Luca di Lucca ci sono due pagine dedicate ai Cataldi; nella carta, corredata da un bellissimo albero genealogico che non posso qui riprodurre ma che invito a andare a vedere, c’è la vicenda della terra dell’Ospedale che era stata presa a livello nel 1564 da parte di Giovanni Cataldi, adesso passate oltre quattro generazioni masculine, il livello viene rinnovato al figlio di Jacopo Cataldi e successivamente anche al nipote per altre quattro generazioni masculine.
In questo caso vengono definiti Jacopo e Olivo di Giovanni Cataldi de Bertolucci di Capannori.
La terra è quella a nord della corte dei Cataldi.
(As.Lu. Spedale San Luca, Vol. carta 297-297)
1603 19 agosto
Paolo fu Domenico di Jacobo Cataldi e Bartolomeo fu Bastiano di Martino Martinelli e Lorenzo fu Nicolao Martinelli sono debitori di Grado fu Lorenzo Martinelli per scudi 8 per l'acquisto di 4 castrati (probabile ovini) da macellare.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 849, carta 1496)
1605 2 marzo
Paolo fu Domenico Cataldi confessa a Michelangelo fu Silvestro Bertolucci di esser debitore di scudi 19 per un cavallo dal pelo rubeo baio, di 8 anni con basto e capistro.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 255)
1605 19 settembre
Giuseppe fu Domenico fu Jacobo Cataldi per sé e in nome di Jacobo e Domenico fratelli e figli minori del fu Giovanni fratello di detto Giuseppe e dell’infrascritto Paolo ai quali promette di ratificare l’atto da una parte e
Paolo fratello di detto Giuseppe e Giovanni dall’altra parte
i quali hanno dei beni in detto comune per indiviso dall’eredità del loro padre Domenico, vogliono procedere alla divisione
Giuseppe soprascritto assegna a Paolo:
1 Il terrestre e primo solaio verso settentrione di una casa murata, solariata, e coperta posta in comune di S. Michele di Antraccoli luogo detto a Casa Cataldi la quale acquistorno detti Giovanni e Giuseppe da Paolo di Olivo Cataldi di Antraccoli come da instrumento per mano di me notaio.
Confina da ponente beni di Carlo Cataldi, da mezzodì da beni da assegnare a detto Giuseppe, da levante a beni da assegnarsi al detto Paolo sotto il n. 2, da settentrione corte e aia da assegnarsi a Paolo.
2 Una parte di casa nuova, murata senza solaio, e coperta attaccata alla sopradetta casa di verso ponente fabricata da detti fratelli che oggi se ne serveno per ciglieri di larghezza braccia 10 e lunghezza di braccia 12 circa, in detto luogo e comune confina da mezzodì a beni da assegnarsi a detto Giuseppe, da levante corte da assegnarsi al detto Paolo e da settentrione alla detta corte, e da ponente alla detta casa assegnatoli sotto il n. 2 con facoltà di poter alzarla quanto vuole senza pagar appoggio.
3 Inoltre, un pezzo di aia che serve per corte avanti a tutte dui dette parti di casa come sopra assegnate verso settentrione di lunghezza di braccia 7 e mezzo di larghezza 5 confina da mezzodì alle dette case, da ponente a beni di Carlo Cataldi, da settentrione a beni da assegnarsi a detto Paulo e da levante a beni da assegnarsi a Giuseppe soprascritto.
4 un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune in luogo detto come sopra, chiamato il campetto, contiguo a detta corte verso settentrione, confina da ponente a beni di Carlo Cataldi, da mezzodì alla corte soprascritta, da levante a beni da assegnarsi a detto Giuseppe e da settentrione beni dello Spitale della Misericordia di Lucca fossa mediante.
Con carico di pagare di tutti li soprascritti beni e case quarre sette di grano l’anno al rettore della chiesa di San Michele di Antraccoli e conservare indenni gli altri.
5 Un pezzo di terra campia con alberi e viti posto in comune di Antraccoli luogo detto al Campo al Rosso confina da ponente a beni livellari di Bartolomeo di Luca Guidi, da levante a beni livellari di Bartolomeo di Matteo Tofanelli dall’opera della chiesa di San Vito e da settentrione beni che tiene Pierino Lombardo allogati a Tonetto Giusti.
Con gravezza di pagare ogni anno al detto Rettore staia 13 e mezzo grano per canone e lasciare indenni gli altri.
6 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo detto alle Brainelle parte livellaria del Canonicato e Prebenda che oggi tiene il reverendo Michele Sergiusti canonico della Cattedrale e parte dell’Opera di Antraccoli, confina da ponente beni che tiene Bartolomeo di Matteo Tofanelli di Antraccoli dal monasterio di San Frediano, da settentrione a beni di Alessandro di Cesare Garbocci tiene a livello dallo Spidale della Misericordia, da levante beni che tiene Michele di Nardino Cataldi che tiene dall’opera di Antraccoli, da mezzodì a beni da assegnarsi al detto Giuseppe.
Con gravezza di pagare staia 7 e mezzo grano ogni anno, cioè al detto Canonicato staia 3 e all’opera staia 4 e mezzo e conservare indenne gli altri.
7 Un pezzo di terra campia con alberi e viti posto in comune prefatto in luogo detto al Fiumicello confina da levante alla parte da assegnarsi al detto Giuseppe in detto nome, da mezzodì alla via pubblica, da ponente beni livellari di Bartolomeo di Matteo Tofanelli dello Spedale della Misericordia e parte beni di Nicolao di Cesare Garbocci conduce a livello dal Rettore di Antraccoli con gravezza di pagare ogni anno staia 12 di grano agli eredi di Giuseppe Castiglioncelli di Lucca e lasciare indenne gli altri.
8 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo al Fiumicello confina da settentrione al Fiumicello, da levante a beni che tiene a livello Bartolomeo di Matteo Tofanelli, da mezzodì beni che tiene Jacopo di Carlo Cataldi, da ponente beni che conduce Nicolao Garbocci.
Con gravezza di pagare staia 11 grano a Simone Sesti di Lucca e lasciare indenne gli altri.
9 Inoltre gli assegna gli infrascritti debiti:
a Bartolomeo Vanni di Lucca scudi 120
A Gio Massei Agrimensore scudi 135
A Giuseppe Orsetti scudi 160
A Donato Della Lena scudi 45
Al rettore di Sant’Andrea in Pelleria scudi 120
A Maria Ersilia Ricchi staia 9 grano per ritenti
A Simone Sesti staia 2 per ritenti
All’Opera di Antraccoli staia 2 e mezzo
A Nicolao Garbocci staia 4 e mezzo
A Mastro Michele Sergiusti staia 3 e mezzo
A Ser Tizio Santini staia 9 e sono tutti per ritenti.
In tutto grano staia 30 e mezzo
A Battista Selmi scudi 75
A Nicolao Garbocci scudi 24
A Jacopo Bedini scudi 45
In tutto Scudi 730
E da tutti questi debiti deve lasciare indenne Giuseppe.
Paolo assegna a Giuseppe e agli altri:
10 Tutta la casa vecchia con un poco di nuova verso levante, cioè una casa murata, solariata e coperta posta in comune di Antraccoli, luogo detto a Casa Cataldi confina da mezzodì alla via comune fra loro, da levante a beni, corte e aia da assegnarsi al detto in detto nome e da settentrione alla parte assegnata al detto Paulo sotto il n. 1 e 2 e parte a beni di Carlo Cataldi, da ponente beni di Domenico di Salvestro Bertolucci.
11 Tutto il resto dell’aia e corte verso levante eccetto quella assegnata al detto Paolo con la capanna che è sopra detta corte coperta a paglia qual residuo confina da levante a beni dei Frati dei Servi da assegnarsi a Giuseppe, da mezzodì alla via comune fra loro, da ponente all’aia e corte assegnata a Paolo sotto n.3, da settentrione a beni de Frati di San Frediano fossa mediante, con un pezzo di terra ortiva verso settentrione livellaria dell’opera di Antraccoli, confina da più parti a beni assegnati al detto Giuseppe e dall’altra a beni assegnati a Paolo sotto il n.4 dall’altra beni che tiene Carlo Cataldi.
12 Un pezzo di terra con alberi e viti in detto comune condotto in alluogagione da Frati de’ Servi di Lucca, luogo detto alla Corte a Cataldi per affitto di staia 6 grano sotto suoi confini.
13 Un pezzo di terra con alberi e viti in comune di Antraccoli loco detto alla Fossa livellaria dei Frati dell’Angelo confina da ponente a beni soprascritti a 12, da mezzodì a beni che gode Allessandro di Cesare Garbocci, da levante a beni dell’Opera di Santa Croce, da settentrione a beni di Pierino del Sordo fossa mediante, livellaria dell’Opera di Antraccoli se ne paga staia 4 di grano ai detti Frati e Monastero dell’Angelo.
14 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune e luogo confina da ponente a beni sopradetti, da levante a beni del Rettore di Sant’Andrea in Pelleria che tiene in allogagione detto Giuseppe, da mezzodì beni che tiene Paolino di Vincenzo di Martino di Antraccoli e da settentrione beni dell’Opera di Antraccoli assegnati a detto Giuseppe fossa mediante livellaria dell’Opera di Santa Croce parte e parte della Cappellania o Rettoria che al presente tiene Frediano Santini.
15 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo detto alle Brainelle confina da levante con beni di Bartolomeo di Matteo Tofanelli che conduce dai Frati di San Frediano, da settentrione beni che tiene Alessandro di Cesare Garbocci livellari della chiesa e rettoria di Antraccoli, da ponente beni livellari di Bartolomeo di Matteo Tofanelli che conduce dai Frati di San Frediano, da mezzodì beni che tiene Pierino del Sordo di Antraccoli dall’opera di Antraccoli semitola mediante.
Per tutti detti pezzi 14 e 15 pagano staia 20 e mezzo grano.
16 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo detto alla Fossa confina da levante con beni che tiene Bartolomeo di Matteo Tofanelli di Antraccoli dall’Opera di Antraccoli, da mezzodì a beni assegnati come sopra a 14 fossa mediante, e parte beni della chiesa di Sant’Andrea in Pelleria da assegnarsi al detto Giuseppe, da ponente a beni che tiene Pieron Del Sordo di Antraccoli dall’Opera di Antraccoli fossa mediante e da settentrione beni assegnati al detto Paulo sotto n. 6 paga some 15 vino.
17 Un pezzo di terra campia in detto comune luogo detto a casa Martini, confina da levante a beni che gode Bartolomeo di Matteo Tofanelli da Frati di San Frediano, da settentrione parte beni che gode detto Bartolomeo Tofanelli e parte a beni che gode Bartolomeo di Luca Guidi, da ponente a beni che tiene Matteo di Giorgio Dalle Volpe dalla Trinità, da mezzodì alla via pubblica, se ne paga staia 22 grano, la tiene in allogagione da Bartolomeo di Matteo Tofanelli per avernela venduta.
18 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo detto alle Brainelle confina da mezzodì beni assegnati al detto Giuseppe sotto il n. 12, da ponente beni di Carlo Cataldi tiene dall’Ospedale, da settentrione beni che tiene Bartolomeo di Matteo Tofanelli e parte Alessandro di Cesare Garbocci, da levante a beni di Pieron del Sordo, conduce dall’opera di Antraccoli e paga staia 7 e mezzo.
19 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo detto al Fiumicello confina da mezzodì alla via pubblica, da ponente a beni assegnati al detto Paulo sotto il 7, da settentrione al Fiumicello, da levante a beni che tiene Nicolao Garbocci, se ne paga staia 15 grano al Castiglioncello.
20 Un pezzo di terra campia con alberi e viti in detto comune luogo detto alla Fossa confina da mezzodì a beni che tiene Bartolomeo di Martino da Antraccoli, da levante beni che tiene Bartolomeo di Matteo Tofanelli, da settentrione beni consegnati al detto Giuseppe fossa mediante sotto il n. 16, da ponente beni che tiene Giuseppe assegnati sotto il n. 14, paga staia 9 grano al prete di Sant’Andrea in Pelleria.
Inoltre gli assegnano i seguenti debiti:
A Pasquino Guassadoni di San Quirico di Valdriana scudi 202
Nicolao Biancalana di Lucca scudi 15
Nicolao Dal Pino scudi 18
Bartolomeo Orlandi da Pontremoli scudi 65
Francesco di Vanni scudi 16
Giulio del f..tra scudi 280
Giulio Giorgi scudi 190
Vincenzo Cardoni scudi 171
Marco da Pistoia scudi 4
Antonio Pannaiolo scudi 8
In tutto scudi 971
Con gravezza di pagare tutti gli affitti e canoni soliti delle terre assegnate lasciando indenne gli altri e inoltre di pagare i seguenti ritenti:
Nicolao Garbocci di Antraccoli grano staia 27
Frati di San Frediano grano staia 7 e mezzo
Frati de Servi staia 6
L’opera di Santa Croce staia 7
Antonio Nocchi staia 3
A Frati dell’Angelo staia 4
Con patto che il forno finchè sta in piedi sia a comune per cuocere il pane con l’andito d’andarvi a comune e la materia sia di detto Giuseppe in detto nome perché così fù patto.
Con patto che il pozzo sia in comune in perpetuo
Con patto che il detto Paulo abbia aver l’andito andare alla sua corte con carra, persone e bestie dove meglio comoderà il detto Giuseppe.
Con patto che dalla faccia delle case dell’uno e dell’altro come sopra assegnate sino al termine piantato sia comune fra di loro e nessuno possi piantarci ne murare cosa alcuna, ne occuparci, ma resti come fra loro per andito e corte a comune.
Con patto che il portico attaccato a detta casa verso levante detti Giuseppe e i nepoti figli di Giovanni ne siano patroni assoluti con tutta la murella verso settentrione, e volendo detto Paolo aver l’appoggio su detta murella possi senza pagamento coprir e far solita ma chiuder no perché non impedischi l’uscio e finestre di verso levante di detto Giuseppe.
Con patto che detto Giuseppe in detto nome, possi andar dalla corte di Paulo con persone sopra la redola di verso settentrione per venir a Lucca e tornar.
Con patto che volendo l’un e l’altro vendere alcune ragioni livellarie sian tenuti a richiedersi l’un l’altro se la vuole comprar per il concorrente pregio.
Con patto che se si trovasse altri debiti fatti dal padre e non ricordandosi et altri fatti a loro ciascuno sia tenuto per rata.
E successivamente dissero e confessarono l’un l’altro aver pareggiato le loro doti messe in casa.
Con patto che avendo maritata Zabetta loro sorella sian tenuti a contribuire per rata alla dote e corredi, cioè Paulo per il terzo e Giuseppe in detto nome per i due terzi.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 1504)
1605 24 ottobre
Paulo fu Domenico Cataldi confessa a Grado Martinelli di esser debitore di scudi 12 per il prezzo di un vitello dal pelo bianco con corna piccole preso per macellarlo.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 851, carta 1496)
1623 29 agosto
Donna Camilla figlia del fu Cesare di Martino Martinelli di Antraccoli e moglie di Matteo fu Leonardo alias Nardo di Olivo Cataldi, con il consenso di suo marito Matteo e di Vincenzo suo fratello e
Matteo soprascritto marito di Camilla
confessano a
Domino Pietro Angelo fu altro Pietro Angelo Guinigi di aver ricevuto in contanti la somma di scudi 10 d’oro per legato di detta donna Camilla fatto da detto fu Francesco Magrini come da suo testamento in cui aveva deciso di lasciare una somma come legato per le fanciulle da maritare.
Camilla è stata estratta dal bussolo l’8 settembre 1618.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Basilio Bondacca, vol. 869, carta 442)
1649 13 aprile
Giuseppe figlio di Jacobo Cataldi di Antraccoli vende a
Giovanni fu Giovanni Giusti di Tempagnano
Un cavallo a pelo castagnolo calzante a piede sinistro retro, di età di anni 7 o 8 circa con basto e capistro freno e funi e ogni suo difetto o magagna, la vendita è fatta a sacco d’ossi. Per scudi 25, il Giusti prende due fideiussori, e mette in pegno una terra campia con alberi viti in Tempagnano.
(As.Lu., Notai Seconda parte, Ser Battista Gemignani, vol. 2820, carta 1231)
1713 17 gennaio
Il Nobil Signore Bernardino Vecoli come rettore della Chiesa Parrocchiale di Antraccoli dà e concede a livello a
Cancelliere Giuseppe del già Paolo Cataldi di Antraccoli per sé e per suoi figli maschi fino in 3 linea in modo che detto Cancelliere Giuseppe e suoi figli maschi siano la prima linea, li nepoti di detto Giuseppe la seconda e li pronipoti di detto Giuseppe sempre maschi legittimi la terza.
Una casa murata solariata a due solara coperta di embrici e tegoli posta in comune di Antraccoli loco detto al Cantone del Pulcino al Cataldi con terreno attorno ad esso, aia et orto, che si gode per indiviso con il Reverendo Signore Martino Gilli al presente moderno Decano di San Michele in Piazza. Confina da levante case degli eredi di Giuseppe di Jacopo Cataldi dal mezzodì via pubblica, e beni dell’Ospedale di San Luca della Misericordia di Lucca, da ponente strada pubblica, da settentrione beni di detti … (buco) quali beni sono soliti allivellarsi per la rendita di staia 3,3 grano, ed in ultimo erano allivellati al Tenente Francesco Cataldi per atto di Ser Paolino Casoli 2 agosto 1657 e ritornati alla chiesa per caducità incorsa.
Canone staia 3,3 grano nel mese di luglio del presente anno 1713.
Detto cancelliere Giuseppe si obbliga a restaurare la casa e ridurla in stato abitabile ed inoltre pagherà lire 82 e cioè lire 41 entro aprile e lire 41 entro luglio tutto nel presente anno.
Con patto che se ritorna dal bando Giuseppe del Tenente Francesco Cataldi e rifondesse le spese e le lire 82 si concedino e rilascino il possesso di detta casa e livello.
Ricognizione ogni 29 anni per pubblico instrumento con farvi apporre li moderni confini per il medesimo canone. (non terminato)
17 maggio Ser Nicolao Cristofani (non si legge l’anno)
1657 Ser Paolino Casoli 2 agosto foglio 1129
Domenico di Giovanni Prosperi rettore di S. Michele di Antraccoli concede in enfiteusi al Capitano Giuseppe di Jacopo fu Carlo Cataldi di Antraccoli fino in terza linea mascolina e da principiare la prima dai figli di detto Capitano Giuseppe, seconda i nepoti, terza i pronipoti.
Un pezzo di terra campia con alberi e viti e frutti con casa murata solariata e coperta d’embrici e tegoli che ha terrestre, scala di mattoni, sopra due camere e soffitta che serve per solaro atto, con corte da ponente verso la strada, e tutte sue ragioni e pertinenze posto in comune di Antraccoli loco detto al Cantone del
Confina da levante beni della chiesa d’Antraccoli pertiche 11 e 4/5 e per biscocca detti beni 5 e 2/3 e per altra biscocca i medesimi beni, da mezzodì beni dell’Ospedale della Misericordia pertiche 7 e per biscocca beni della chiesa di Antraccoli, da ponente via, da settentrione beni del decanato. In tutto pertiche 170
Canone staia 3,3 e prima rendita nell’anno 1658.
(Archivio Parrocchiale, Opera 1)
1727 11 maggio
Noi cancellieri Salvatore del già Lunardo Leonini di Lammari e Maestro Gio del già Capitano Gio Picchi di Antraccoli essendo stati chiamati dal Cancellier Giuseppe del già Paolo Cataldi di Antraccoli per fare le stime delle case e cascine state acquistate dal detto Cancelliere Giuseppe, e ciò avendo veduto, e con ogni ezattezza considerato tutte le mura delle suddette case e cascine, solara e tetti, e si trova che da calcoli e bilanci che le suddette stime ascendeno alla somma e quantità di scudi ottocento quaranta di lire 7.10 per scudo, e perciò resterà dichiarato più a basso in questa nostra sentenza e lodo, la quantità, e valore parte per parte, e si vedrà chi resterà d’avere per pareggiare la parte di dette stime e perciò,
Il prudente cancelliere Giuseppe Cataldi avanzato in età di anni 78 per la Dio Grazia, conoscendosi esser vicino a morte per la detta età, e prima di morire desidera fare la divisione di tutti li suoi beni et effetti, mobili e suppellettili, di debiti, e crediti, e perché il suddetto Cancelliere Giuseppe avendo tre figlioli li quali sono il Cancellier Paolino, et il Tenente Gio Maria, e altro Giuseppe il quale presentemente si ritrova al servizio del Venerabile Monastero di Santa Maria Forisporam, il quale desidera vestirsi frate in detto monastero, e perciò il suddetto Cancelliere Giuseppe come padre de suddetti intende, e vuole fare tre parte di tutti li suoi beni, e dette parte devono essere distinte, e separate l’una dall’altra e l’altra dall’una da durare in perpetuo, ma perché li suddetti tre figli non abbiano occasione di pigliare motivo, né avere dubbi di alcuna sorte contro detto loro padre, il medesimo ha fatto stanza che in detta sua divisione deva assisterci il suddetto Cancelliere Leonini, e perciò il medesimo Leonini avendo sentito il tenore e sentimento di detto Cancelliere Giuseppe del già Paolo Cataldi come di qui è che
Invocato il Santissimo nome di Dio e della sempre Vergine Maria, si dice, e si dichiara tanto come arbitro, arbitratore, quanto come amichevole compositore, comare e confidente amico di detto Cancelliere Giuseppe padre de suddetti tre figli come sopra, come ancora amico e confidente di detto Cancelliere Paolinno e del Tenente Gio Maria e del suddetto Giuseppe quali sono li suddetti tre figli et il tenore di detta divisione deve farsi come appresso.
Che le case e cascine che sono dall’aria di levante deveno essere prima parte, e le case di mezzo deve essere parte seconda, e le case e cascina fatta a padiglione che sono dell’aria di ponente atte devono essere parte terza, et a sorte devono andare solo la prima e terza parte e la parte di mezzo che è stata dichiarata parte seconda si deve assegnare a detto Giuseppe senza sorte ne bullettini, si che essendo stati uniti il Cancelliere Paolino et il tenente Gio Maria, fratelli, si sono fatti tra di loro dui bullettini uno de quali diceva Paolino e nell’altro diceva Gio Maria e serrati bene bene li missero in un cappello e poi ne fecero altri dui che uno diceva prima parte, e nell’altro diceva parte terza, e serrati bene beni e missi in altro cappello, e ballotati più e più volte, ne fu preso di detti bullettini uno per cappello, et aperti si vidde chiaramente essere venuta la prima parte al Cancelliere Paolino, e la terza parte toccò al detto Tenente Gio Maria e però si assegna la prima parte al detto Cancelliere Paolino distinta e separata dalla seconda detta terza parte e si assegna:
Una casa murata solariata a dui solari coperta di embrici e tieculi posta in comune di Antraccoli loco detto a Casa Cataldi che confina da levante cascina di questa parte, da meridione aia di questa parte, da ponente parte casa per assegnare a Giuseppe fratello e parte casa per assegnare a questa parte, settentrione andito di terreno e muro per assegnare a questa prima parte di detto Cancelliere Paolino, o vero se meglio fossero i suoi confini.
Inoltre si assegna a detto Cancelliere Paolino altra parte di casa murata, solariata parte a dui solari coperta di embrici e tieculi e tale assegnazione è e deve essere come appresso:
a terrestre che di mezzodì vi è una stanza che serve per uso di cucina che detta confina da levante la suddetta prima casa stata assegnata come sopra medesima aia parte di questa parte è parte per assegnare a Giuseppe fratello di detto Paolino, da settentrione confina con detto Giuseppe et a primo solaio sopra la detta cucina vi sono dui stanze o camere, et a solaro a tetto, confina da levante casa stata assegnata a questa parte prima, meridione aria, da ponente casa da assegnare a Giuseppe fratello di detto Paolino a settentrione aria. Alle solara a tetto, o vero se meglio fossero li suoi confini, e le dette stanze o camere di questa parte sono per longhezza braccia 9 e per larghezza braccia 5.
Inoltre si assegna a detto Cancelliere Paolino una cascina murata e coperta di embrici e teiuoli in detto comune e luogo, contigua a detta casa dall’aria di levante, che confina cascina per assegnare a Giuseppe fratello di detto Paolino, da meridione aia di questa prima parte e parte di detto Giuseppe, da ponente Casa stata assegnata a questa prima parte, da settentrione andito di terreno di questa parte e parte muro, o vero se meglio fossero li suoi confini.
E dette case e cascina sono state stimate dal suddetto Maestro Gio Picchi muratore scudi 209.
E si assegna a detto Cancelliere Paolino la terza parte dell’aia per battere le robbe che deve essere per indiviso né partita tra detto Paolino e Giuseppe fratelli si che devono essere dui parte di aie per longhezza devono essere braccia 27 col passo che è a comune tra detto Paolino e Giuseppe e detta aia confina da levante terra per assegnare a detto Paolino muro mediante, da meridione terra per assegnare a Giuseppe fratello muro mediante, da ponente aia per assegnare al tenente Gio Maria fratello, da settentrione case e cascine di Paolino e di Giuseppe fratelli e passo mediante o verso le meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
Inoltre si assegna a detto Paolino una portione di terra per uso d’orto cinto di mura torno torno, posto in detto comune e luogo che confina da levante altra portione di terra per uso d’orto che si deve assegnare a Giuseppe fratello, da meridione passo per li dui fratelli Paolino e Giuseppe, ponente cascina per assegnare a Giuseppe fratello, settentrione terra per assegnare a questa prima parte di Paolino, o vero se meglio fossero li suoi confini.
E si assegnò al Cancelliere Paolino la terza parte della terra campia con alberi, viti, gelsi e frutti posta in comune di Antraccoli luogo detto a Casa Cataldi che confina da levante semitola, meridione parte strada e parte terra che conduce Bartolomeo di Pasquino Tofanelli di Antraccoli, ponente terra per assegnare a Giuseppe fratello, settentrione parte terra per assegnare a Giuseppe e parte terra per assegnare a questa prima parte, e parte passo che deve servire per detto Paolino e Giuseppe fratelli, o vero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
Inoltre si assegna a detto Paolino la terza parte della terra campia con alberi, viti e gelsi posta in detto comune e luogo che confina da levante terra per assegnare al Tenente Gio Maria fratello, meridione orti e parte passo per detti Paolino e Giuseppe fratelli, ponente terra per assegnare a Giuseppe, settentrione fossa di traverso o vero se meglio fossero li suoi confini, o secondo i termini posti.
Inoltre si assegna a detto Cancelliere Paolino la terza parte della terra campia con alberi e viti che è settentrione alla fossa di traverso posta in comune di Antraccoli luogo detto a Pulecino che confina da levante semitola, da meridione fossa di traverso, ponente terra che si deve assegnare a Giuseppe fratello di detto Paolino, settentrione semitola di traverso, o vero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Cancelliere Paolino la terza parte della terra campia con arboli e viti posta in comune di Antraccoli luogo detto alle Brainelle che confina da levante terra che conducono i Marchi di Capannori e parte terra che conduce Bernardino Tofanelli di Antraccoli e parte terra che conduce Bernardino Tofanelli di Antraccoli, da meridione fossa di traverso, ponente terra che si deve assegnare a Giuseppe fratello di detto Cancelliere Paolino, settentrione terre dello Spedale della Misericordia di Lucca, o vero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti, e detta terra per la sua inferiorità se ne assegna di più alla terza parte scudi 80.
E si assegna a detto Cancelliere Paolino la metà di una pezza di terra campia con arboli e viti posta in comune di Antraccoli loco detto a Tofanelli che confina da levante terra che conduce Matteo Davini di Antraccoli, da meridione strada pubblica, ponente terra assegnata al Tenente Gio Maria fratello di detto Cancelliere Paolino che sarà l’altra metà di detta terra, settentrione semitola, o vero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E più si assegna a detto Cancelliere Paolino altra metà di terra campia con arboli e viti posta in detto comune loco detto al Crociale o a Martinelli, che confina da levante strada, meridione terre dello spettabile Sig. Nicolao Controni, ponente l’altra metà di detta terra che si deve assegnare al Tenente Gio Maria fratello, settentrione strada, o vero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
Inoltre si assegna al Cancelliere Paolino una pezza di terra campia con alberi e viti e gelsi posta in comune di Antraccoli loco detto al Campo Goggoli che confina da levante terra del Seminario di San Martino di Lucca, meridione semitola, ponente terra che si deve assegnare al Tenente Gio Maria fratello di detto Paolino, settentrione fossa di traverso, o vero se meglio fossero li suoi confini.
(seconda parte)
Si assegna la seconda parte a Giuseppe figlio del Cancelliere Giuseppe del già Paolo Cataldi distinta e separata dalla parte del Cancelliere Paolino fratello e dalla parte terza da durare in perpetuo e si assegna:
Una casa murata solariata a dui solari coperta di embrici e tieuoli posta in comune di Antraccoli loco detto a Casa Cataldi che confina da levante casa assegnata al Cancelliere Paolino suo fratello, meridione aia di detto cancelliere Paolino e di detto Giuseppe per non partita ma caso poi che la volessero partire sempre deve essere la terza parte, ponente altra casa per assegnare a questa parte, settentrione andito di terre e muro di questa parte, o vero se meglio fossero li suoi confini.
Si assegna a detto Giuseppe una porzione di casa con ciglieri che deve essere a terrestre braccia sei in circa larghezza e di altezza fino al tetto, cioè dal primo solaro a tetto deve essere braccia sei, che confina da levante la suddetta casa di detto Giuseppe statali assegnata, meridione a solaro confina aia, e parte casa per assegnare al tenente Gio Maria fratello, ponente casa per assegnare a detto Gio Maria, settentrione a tetto aia a terrestre a settentrione andito di terreno e muro di detto Giuseppe, o vero se meglio fossero li suoi confini.
Inoltre si assegna a detto Giuseppe una cascina murata e coperta di embrici e tievuoli in detto comune e luogo che confina da levante terra per uso d’orto stato assegnato al Cancelliere Paolino fratello di detto Giuseppe, meridione aia di detto Paolino, ponente cascina di detto Paolino statali assegnata, settentrione andito di terreno e muro di detto Paolino, o vero se meglio fossero li suoi confini e le suddette case e cascina di questa parte furono stimate dal suddetto Maestro Gio Picchi scudi 238
Inoltre si assegna a detto Giuseppe la terza parte dell’aia per battere le robbe che resta per indiviso e non partita con l’aia di detto Paolino ma caso la volessero dividere a suo tempo deve essere la terza parte di tutte l’aie delle tre parte che confinano da levante l’aia di detto Paulino, meridione muro che divide la detta aia, ponente aia che si deve assegnare al Tenente Gio Maria fratello, settentrione case, e cascina di detto Paolino e di detto Giuseppe, overo se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Giuseppe una portione di terra che deve servire per uso d’orto e detta terra è di quella dell’Opera di Antraccoli, che confina da levante e ponente e settentrione terra stata assegnata al cancelliere Paolino, meridione passo comune tra detti fratelli e per loro, overo se meglio fossero li suoi confini, e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Giuseppe la terza parte della terra campia con arboli e viti e gelsi, posta in comune di Antraccoli loco detto a casa Cataldi che confina da levante terra stata assegnata al Cancelliere Paolino, meridione muro, ponente terra per assegnare al tenente Gio Maria, settentrione fossa di traverso, o vero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
Inoltre assegniamo a detto Giuseppe la terza parte della terra campia con alberi e viti e gelsi e frutti posta in detto comune e luogo confina da levante terra stata assegnata al Cancelliere Paolino e parte terra che conduce Bartolomeo di Pasquino Tofanelli di Antraccoli, meridione strada, ponente terra per assegnare al Tenente Gio Maria, settentrione aia e muro divisorio, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Giuseppe la terza parte della terra campia con arboli e gelsi posta in comune di Antraccoli loco detto a Cataldi o Pulecino che confina da levante terra stata assegnata al Cancelliere Paolino, meridione fossa di traverso, ponente terra per assegnare al Tenente Gio Maria, settentrione redola di traverso, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Giuseppe la terza parte della terra campia con arboli e viti posta in Comune di Antraccoli loco detto a Pulecino o Brainelle detto il Campo Largo, che confina da levante terra stata assegnata al Cancelliere Paolino, meridione fossa di traverso, ponente terra per assegnarsi al Tenente Gio Maria, settentrione parte beni della Chiesa di Antraccoli e parte beni dello Spidale della Misericordia di Lucca, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Giuseppe la terza parte della terra campia con arboli e viti posta in Comune di Antraccoli loco detto a Pulecino che confina da levante beni della Chiesa di Antraccoli, meridione lo spettabile Signore Guaspar Mazzoni, ponente beni della Pieve di Sesto, settentrione strada, ovvero se meglio fossero li suoi confini. In tutte le suddette terre di detto Giuseppe sua parte sono coltre quattro in circa.
(terza parte)
E si assegna la terza parte al Tenente Gio Maria distinta e separata dalla parte di Paolino e di Giuseppe fratelli da durare in perpetuo e si assegna:
Una casa murata solariata a dui solari coperta di embrici e tievuli posta in comune di Antraccoli loco detto a Casa Cataldi che confina da levante casa e terrestre stata assegnata a Giuseppe fratello e parte di questa parte di detto Tenente Gio Maria et a primo solario et a secondo solaro metà stata assegnata a Giuseppe fratello e metà si deve a questa parte che confina da levante a detto solaro di detto Giuseppe, meridione aia, ponente detto Gio Maria, settentrione a tetto aia, et a terrestre, a settentrione andito di traverso e muro per assegnare a questa parte, meridione aia di questa parte, ponente casa di questo parte di Gio Maria, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Tenente Gio Maria altra casa murata solariata a dui solari coperta di embrici e tievuoli posta in detto comune e luogo che confina da levante casa stata assegnata a questa parte, meridione aia di questa parte, ponente cascina a padiglione di questa parte, settentrione andito di terreno e muro di questa parte come sopra o vero se meglio fossero li suoi confini.
E si assegna a detto Tenente Gio Maria una cascina murata e coperta di embrici e tievuoli posta in detto comune e luogo che resta contigua a detta casa dall’aia di ponente, detta casa che confina: da levante la suddetta casa, da meridione la sua aia, ponente terra per assegnare a questa parte, settentrione andito di terreno e muro di questa parte terza, ovvero se meglio fossero li suoi confini.
Dette case e cascina sono state stimate da Maestro Gio Picchi muratore scudi 393.
E si assegna a detto Tenente Gio Maria la terza parte dell’aia per battere le robbe che resta dall’aia di meridione a dette case e cascine di questa parte e parte della parte di Giuseppe che confina da levante l’aia di detto Giuseppe, meridione muro da farsi, ponente parte callare o passo come tra li suddetti tre fratelli e per li loro redi e successori di ciascheduno di loro e parte muro che racchiude la corte o aia, e che detti aia deve essere per longhezza braccia 27 e larga secondo i termini posti, settentrione casa e cascina di questa parte, ovvero se meglio fossero li suoi confini.
E si assegna a detto Tenente Gio Maria un poco di terra che resta dell’aia di ponente a detta aia di questa parte che detta poca terra deve servire per uso d’orto che confina da levante muro e cascina di questa parte, da meridione, ponente e settentrione muro e strada, ovvero se meglio fossero li suoi confini.
Inoltre si assegna a detto Tenente Gio Maria la terza parte della terra campia con arboli, viti, gelsi e frutti che resta dell’aia di meridione a detta aia che confina da levante terra stata assegnata a Giuseppe fratello, meridione e ponente strada, settentrione aia e passo comune come fra li detti fratelli e per li loro redi e successori di ciascheduno di loro e muro divisorio, ovvero se meglio fossero li suoi confini.
E per la terra meridione delle case .. che dice la terza parte deve essere meno atteso che detto Gio Maria ne ha avuti di più a settentrione a dette case e così resta contribuiti secondo i termini.
Inoltre si assegna a detto tenente Gio Maria un pezzo di terra campia con arboli e viti che resta dall’aria di settentrione a dette mura che sono divisorie alle case e corte di tutte le parte che confinano da levante terra stata assegnata a Giuseppe fratello, meridione muro, ponente strada, settentrione fossa di traverso, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Tenente Gio Maria la terza parte della terra campia con arboli e viti e gelsi posta in comune di Antraccoli che confina da levante terra stata assegnata a Giuseppe fratello, meridione fossa di traverso, ponente strada, settentrione redola di traverso, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
Inoltre si assegna a detto Tenente Gio Maria la terza parte della terra campia con arboli e viti detto il campo largo detto a Pulecino che confina da levante terra stata assegnata a Giuseppe fratello, meridione fossa di traverso, ponente parte terra stata assegnata al Cancelliere Paolino fratello e parte terra che conduce Bartolomeo di Pasquino Tofanelli di Antraccoli, settentrione detto Tofanelli, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
E si assegna a detto Tenente Gio Maria la metà di una pezza di terra campia con arboli e viti posta in comune di Antraccoli loco detto a Tofanelli che confina da levante terra stata assegnata al Cancelliere Paolino, meridione strada, ponente terra che concede Frediano di Francesco Castiglioni di Antraccoli, settentrione semitola, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
Inoltre si assegna a detto tenente Gio Maria la metà di una pezza di terra campia con arboli e viti posta in detto comune loco detto a Martinelli che confina da levante l’altra metà di detta terra stata assegnata al Cancellier Paolino fratello, meridione beni dello Spettabile Signor Nicolao Controni, ponente beni del Seminario di San Martino di Lucca, settentrione strada, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
Inoltre si assegna al Tenente Gio Maria una pezza di terra campia con arboli e viti posta in comune di Antraccoli loco detto in campo Goggori di diretto dominio del Monastero dell’Angelo che confina da levante terra stata assegnata al Cancelliere Paolino fratello, meridione semitola, ponente altra terra stata assegnata a detto Paolino, settentrione fossa di traverso, ovvero se meglio fossero li suoi confini e secondo i termini posti.
Dichiarando che l’andito di terreno che resta all’aia di settentrione alle case delle tre parte si deve stare secondo i segni già stati fatti dal Cancelliere Giuseppe loro padre si che tanto del muro che terreno il suddetto Paolino ne deve avere braccia 23, come così Gio Maria ne deve avere braccia 23 e così detto Giuseppe ne deve avere braccia 23 in circa principiando dal canto delle murelle delle Cascina di levante et andare alle murella della cascina di ponente che è di detto Gio Maria con dichiarazione che la parte di levante che sono dui parte, una di Paolino et una di Giuseppe restano unite assieme a quella di ponente a tutte resta a favore di Gio Maria che detta parte principia di canto della sua murella della cascina e se ne va sasso forato che resta murato metà nel muro della casa, detto sasso serve per legare le bestie e così detto segno di detto sasso deve servire per termine detta parte di andito e muro di dette parti come ancora detto sasso deve servire per dividere li ciglieri di dette parte si che si deve stare tanto di fuori che di dentro a detto contrassegno e non in altri modi.
Con patto che circa il passo tanto col carro carico che scarico bestie cariche che scariche, e treggie cariche che scariche o traini caso di bisogno qual passo o callare è murato e copreto di embrici e tieuvoli che il terestre deve servire per passo comune per li sudetti e per li loro eredi… e detto terrestre deve ancora servire per tenere al coperto le carra e detto passo per andare a levante alle terre delle parte dove … a meridione: al muro che resta in fondo all’aia delle dette tre parte e per ciò tanto Paolino, Gio Maria e Giuseppe deveno sempre passare da detto passo o portico et andare a levante e ponente con quello che farà di bisogno.
Con patto che il muro che presentemente è a meridione alle aie delle suddette tre parti, detto muro si deve portare più verso l’aria meridione fino a braccia sette da quello che presentemente è, acciò le dette tre devino essere più longhe e detto muro ciascheduno di essa parte lo deveno fare a loro spese e servizi de moderni materiali per quanto tiene la sua piante di detto muro, detto muro deve essere fatto per tutto l’anno 1728.
Dichiarando che il portico murato e coperto di embrici e tievuli come sopra che resta al ponente all’aia del Tenente Gio Maria che resta il terrestre a come sopra et avendo di bisogno di tenere il carro quando fosse carico e volesse piovere, sarà lecito tenercelo quello che fusse stato il .. a caricare e se fossero dui carra unite e cariche sarà lecito tenercele e fare alla meglio e volendo detto Tenente Gio Maria o li suoi per murare a settentrione et a meridione a detto portico sia lecito appoggiare a detto muro di settentrione e di meridione et il tetto, detto portico resta a comune purchè detti patti e dichiarazioni restino come sopra.
Con patto che tanto il Tenente Gio Maria che Giuseppe né li loro redi e successori di ciascheduno di loro non sarà lecito murare né piantare alberi di alcuna sorte a meridione alli tre delli due parte per non occupare l’aie né levare i venti? Per potere nettare le robbe quando si deve palare, rellestare, quando si batte, ma il suddetto muro come sopra lo devono fare.
Con patto che le parete che si devono fare per dividere le parte delle case tanto a terrestre che al solaro, dove ne sarà di bisogno e si deveno fare dove sono stati fatti i contrassegni dal Cancelliere Giuseppe e da Mesetro Gio Picchi come sopra, le dette parti si devono farsi a spese del Cancelliere Paolino e del Tenente Gio Maria e si assolve detto Giuseppe fratello da tale spesa perché li medesimi hanno goduto la parte di detto Giuseppe e delle parete si deveno fare per tutto l’anno 1728, con patto di farli buono le spese che faranno a conto di case.
Dichiarando che se detto Giuseppe si vestisse frate o vero non si vestisse, o volesse abitare in Lucca, o andare in altri luoghi fuori di questo stato, ora per allora si dichiara che detto Giuseppe non deve pretendere di allogare la sua parte statali assegnata come sopra ad altre persone ma le deve allogare a suoi fratelli caso che li volessero loro medesimi ma caso poi non le volessero condurre in allogagione sarà lecito a detto Giuseppe allogare ad altri a suo beneplacito, perché questo anno 1727 e si fa detta divisione si obbliga detti cancellier Paolino et il Tenente Gio Maria fratelli a rendere e pagare a detto Giuseppe l’affitto di coltre 4 di terra parte di detto Giuseppe che detratto il canone che deve pagare a diretti padroni resta a favore di detto Giuseppe. Il sopravanzo di grano staia 27 si che si obbliga il Tenente Gio Maria a pagare a detto Giuseppe grano staia 8 e mezzo, così si obbliga il tenente Gio Maria a pagare a detto Giuseppe staia 8 ma perché si deve dare e pagare al Cancelliere Giuseppe loro padre per il vitto et alla loro madre et alla loro sorella già inabile, e non si puole guadagnare il pane, si obbliga detto Paolino e Gio Maria che dette staia 28 grano come sopra deveno dare il vitto di mestura, miglio, allo Padre, madre e sorella.
Con patto che circa la pergola con delle viti che sono a meridione … delle tre parti e la detta pergola è appoggiata al muro di meridione a dette aie si dichiara che quando deveno cogliere l’uva questo presente anno 1727 devano fare tre parte e ogniuno ne deve avere la terza parte non in altri modi.
Dichiarando che .. le doti della moglie del Cancelliere Paolino che fu di scudi 45 e detratto le spese furono scudi 33 quali sono stati spesi a beneficio della casa, come ancora la dote della moglie del Tenente Gio Maria la quale fu di scudi 45 e detratto le spese furono scudi 33 qual loro stati spesi in casa come sopra, e perciò detto Paolino e Gio Maria sono di parità si che si obbliga Giuseppe a restituire a Paolino scudi 11 et a Gio Maria scudi 11.
Ma perché esso Paolino avendo maritato sua figlia Margherita et avendo dato di dote scudi 29 e scudi 33 che sono scudi 62, de quali sono stati dati della casa si che si assolve Giuseppe dalli scudi 11 come sopra. Si che restano da repartire li suddetti scudi 29 come sopra ma perché che il Cancelliere Giuseppe sere paterno della suddetta Margherita sua nepote essendo stato servito di buona servitù quando la suddetta dimorava con esso suo suocero il medesimo intende e vuole farli un donativo di scudi 10 si che si devano dividere scudi 19 non scudi 29.
Dichiarando che circa il corredo di adornamenti e spese di banchetto et altre spese fatte da detto Paolino per detta sua figlia maritata come sopra, et spese fatte da detto Paolino per Jacopo suo figlio chierico del .. si assolve detto Paolino per dette spese atteso che la moglie di detto Paolino ha misso in casa li utili di allevi di figli di fatti di casa, e le spese che ha fatto Gio Maria in lite et abiti e … … et altro del tutto s’è assolvono.
Detto Giuseppe padre si è spogliato di tutti i suoi averi per darli ai figli e i figli siano obbligati a dargli gli alimenti in grano vino e ogni anno fascine n. 500, legni grossi in pezzi cinque e un ciocco da Paolino e la stessa cosa dovrà fare sia Gio Maria che Paolino.
Dichiarando che tanto il Cancelliere Giuseppe che la sua moglie e la figlia Camilla fino che essi viveno in questo mondo per la Dio grazia intendeno e vogliano abitare nella casa la quale si è assegnata a Giuseppe e che di essi Paulino e Gio Maria e Giuseppe mancassero in qualche parte delle suddette cose state assegnate al padre e madre e sorella come sopra o dalla mistura o miglio o grano o vino o legna restino padroni assoluti di vendere e impegnare di quelle terre che esso padre avesse acquistato.
Con dichiarazione che circa il forno che è presente nella casa che è stata assegnata a Giuseppe anco esso resta impresso nella detta stima come sopra si dichiara che dentro l’anno 1728 chi non ha se lo deve fare a sue spese.
E circa li pozzi quel pozzo che si dice avere l’acqua inferiore per tutto l’anno 1729 deve procurare di farlo ovvero dare acciò si farà buona la detta acqua e fino a quel tempo 1729 a facoltà di andare a pigliare l’acqua dove è buona e dopoi accomodi il suo pozzo a sue spese.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Ser Francesco Antognoli, vol. 4370, carta 177 e 204)
Testamento
Mercoledì 22 aprile 1801
Domenico del fu Giovanni Maria Cataldi di Antraccoli da me notaio benissimo conosciuto sano per la Dio Grazia di mente, senso, corpo, ed intelletto, bene ed articolatamente parlando, sapendo che quanto è certo la morte è altrettanto incerta l’ora di esso, e volendo prima di questo evento disporre delle cose sue temporali, perciò, per questo suo ultimo nuncupativo testamento che di ragione comune dichiara senza scritti ordinò, dispone, lasciò e lascia come appresso.
In primo luogo ora, e per quando accada la sua morte l’Anima sua peccatrice raccomandò, e raccomanda all’Onnipotente, e Misericordioso Iddio, alla Beatissima sempre Vergine di lui madre Maria, al Santo Angelo Custode, ed a tutti i Santi della Celeste Corte, affinchè l’intercedano da sua Maestà il perdono delle sue colpe, e la gloria Eterna.
In quanto ai funerali si rimette interamente a tutto ciò, che farà l’infrascritta sua Erede, come così è.
Item per ragione di legato, e per salute dell’Anima sua lega, e lascia a questo Venerabile Ospedale di S. Luca detto della Misericordia Lire una di piccioli de Bolognini dieci dico L.1 per una volta tanto da darseli, e pagarseli dopoi seguita la sua morte.
Ed a ricordo di me notaio disse non volere, ne potere lasciare cosa alcuna ad altri luoghi pii.
Item attesa la buona, e fedele compagnia prestatale da Angela Camilla quondam Francesco Tofanelli d’Antraccoli sua dilettissima sposa, la medesima lega, e lascia sua erede usufruttuaria e come può dirsi donna e madonna sua vita natural durante, sgravandola dall’obbligo di dare pagheria, e farne l’inventario, standoli pagatore esso testatore qualora occorresse come così.
Sua erede universale istituì e istituisce, e colla sua propria bocca nominò e nomina, e vuole che sia
Anna Serafina figlia naturale di detto Testatore, e moglie di Santo di Giuseppe Vannucci di Nave quale salva quanto si intende e vuole che vada e pervenga la di lui eredità.
Esecutori della presente sua eredità e volontà e testamento, nominò e nomina, e pregò, e prega di voler essere
Il Sacerdote Gio Andrea Adriani Rettore della chiesa di Antraccoli e Frediano del fu Francesco Castiglioni di Antraccoli
alli quali detto testatore dà e conferisce tutte le autorità quale e quanto ne avrebbe esso testatore se vivesse
E questo esso testatore disse e dice essere la sua ultima volontà, e testamento, quale intende, e vuole che vaglia e valer debba per ragione di donazione et causa mortis, cassando e cancellando, revocando e annullando ogni, e qualunque altro testamento, o codicillo che avesse fino a qui fatto intendendo, e volendo che questo lo sortisca il suo effetto.
Fu fatto in Lucca al Banco di me notaio posto in Parrocchia di S. Salvatore in Mustolio luogo detto sulla Piazza delle L.. secondo li suoi confini alla presenza di Francesco di Jacopo Giorgi di Antraccoli che pure conosce il detto testatore e di Ambrogio di Domenico Domenici di Lucca testimoni chiamati e pregati ed alli quali fu da me notaio dato, ed alli medesimi prego il solito giuramento del silenzio.
(As.Lu., Notai Testamenti, Ser Francesco Gabrielli, vol. 523, carta 1032t)
MESTIERI
Non ho rintracciato nessun mestiere particolare per i Cataldi, tranne Jacopo di Giovanni che, essendo muratore, costruì la casa dei Guidi e successivamente anche una solita ad un Ghilarducci di Tassignano.
Gli altri probabilmente erano tutti contadini o comunque possidenti di terre.
Ovviamente questa situazione è variata molto negli ultimi due secoli dove i mestieri sono cambiati molto, quindi Casimiro di Stefano Cataldi che era nato nel 1831 era un bottegaio/falegname come il fratello Francesco.
Ci furono anche diversi ecclesiastici, già a partire dagli inizi del 1500 con Olivo Cataldi che era un prete, oppure Stefano nato nel 1680 che era un religioso, recentemente Pellegrino Cataldi nato nel 1839 che era chierico.
Verso la metà del 1600, come accade anche per altri abitanti di Antraccoli, alcuni componenti maschi della famiglia prendono i gradi militari. Ad esempio, Francesco di Giuseppe Cataldi nato circa nel 1643 da adulto è prima è caporale poi sergente, Giovanni Maria figlio di Paulino Cataldi nato nel 1648 arriverà ad essere tenente.
Giuseppe di Paulino Cataldi nato anche lui a metà del 1600, fu invece Cancelliere, (penso cancelliere della comunità di Antraccoli), il ruolo di cancelliere, come vedremo anche in altre famiglie, passava spesso da padre in figlio, infatti anche Paulino figlio del detto Giuseppe fu Cancelliere, e Jacopo figlio del detto Paulino anche esso divenne cancelliere.
Nella metà del 1800 Francesco, Casimiro e Matteo figli di Stefano Cataldi, erano falegnami, lavoravano molto anche per l’opera della Chiesa e proprio lì c’è questa ricevuta:
“Conto di feri inpiegati al lavoro della chiesa, per numero 23 schuadre di fero inpiegate ai genufressori dei Banconi per feri fatti ati per areggere lire 13.16.
Le mensole dei Banconi n. 13 lire 6
per numero 4 rocche per areggere la parte dietro dei due Banconcini lire 2
per numero 8 alette da ingessare compreso i chiodi e le viti lire 1.10”
(Archivio Parrocchiale, Miscellanea 9)
EMIGRATI
I primi a partire per le “Americhe” furono Pietro e una volta sposata anche la sorella Maddalena figli di Arcangelo Cataldi (abitavano ai Cataldi nel Cantone) andarono a star in Argentina a Buoenos Aires, non sono più tornati.
Il più famoso dei Cataldi emigrato, ma poi in realtà tornato in patria fu Dante Cataldi che emigrò negli Stati Uniti nel 1906, venne naturalizzato americano nel 1919 a Silver Bow in Montana, tornò ad Antraccoli in tarda età dove morì nel 1938. La casa dove abitavano prese poi il nome “all’Americano” proprio grazie a lui. Due dei suoi fratelli che erano già negli Stati Uniti nel 1900, Adolfo e Amerigo, e non fecero più ritorno.
Ci furono anche due fratelli Cataldi che emigrarono in Brasile a Rio de Janeiro, erano Amadeo e Lorenzo figli di Francesco Cataldi che abitavano ai Cataldi nel Cantone, il loro fratello Stefano, partì ma tornò in Italia dopo poco.
Sempre agli inizi del 1900 tre figli di Raffaello Cataldi (anche lui abitava ai Cataldi nel Cantone) emigrarono in Argentina, erano:
Giustina Filumena, Angelo Constantino e Casimiro Cataldi.
Giustina era sposata con Giovanni Guidi sempre di Antraccoli ed emigrò col marito e tutti e 7 i figli.
Angelo Constantino era anche lui sposato con una Guidi, Annunziata Maria Guidi, loro si sposarono in Argentina essendo lei già emigrata con la famiglia, ebbero 6 figli.
Casimiro invece era sposato con Carolina Lencioni e in Argentina ebbe 2 figli.
Nessuno di loro fece più ritorno.
Abitavano tutti nella zona di San Nicolas presso Buenos Aires.
Gli emigranti più recenti invece furono i figli di Fiorello Cataldi, partirono: Vincenzo e Michele Gio Vasco diretti prima a Chicago, e successivamente nello stato dell’Indiana.
OGGI
Sono arrivati fino a noi attivi ad Antraccoli, soltanto due rami (intendendo il lato maschile) quello di Casimiro di Stefano Cataldi da cui Dante e quello di Vincenzo di Stefano Cataldi da cui Fiorello, Achille e Adolfo.