Storia di una comunità rurale nelle Sei Miglia di Lucca
Corte Giaiacopi, prima Ai Ferri
Dal 1330 al 1412
Ai Giaiacopi, è stata la prima zona abitata da parte dei Guidi che conosciamo anche oggi.
Le case oggi sono divise in due tronconi, la parte più antica è quella ad est.
Nel 1330 la zona chiamata come anche a Mennetti, Campo Orlandi, il piccolo appezzamento era di proprietà degli eredi di Tomuccio Ricordati di Lucca ed era lavorato da Barsocco di Lemmo di Antraccoli.
Sulla terra non c’era ancora nessuna costruzione.
Nel 1412 la terra era passata di proprietà alla famiglia di Jacobo del fu Puccinello Bonaiuti di Antraccoli che la lavorava, la famiglia era così composta:
Iacopo fu Puccinello anni 70
Pina la moglie 60 anni

1500 fino al 1766
Nel 1519 la situazione è molto più stabile la famiglia Guidi si è insediata stabilmente nel territorio e la prima zona dove abitarono fu proprio qui a Giaiacopi (la corte Guidi di oggi è successiva), con una serie di 3 case allineate a mò di Corte come la conosciamo anche oggi. Le case erano descritte così: tre case contigue, murate e solariate, coperte di tegoli; con forno a parte settentrionale, con portico nella parte meridionale, con una capanna e aia.
La terra è di proprietà di Michele di Parmatora aromatario di Lucca e Piero Bottini.
La parte di corte che anche oggi è staccata dai Giaiacopi, verso ovest è successiva e con probabilità è stata costruita verso la fine del 1500. Infatti, nel 1593 Bartolomeo Casentini loca a Matteo fu Paulino Guidi la metà di una casa murata, solariata e tetto, con solita e forno, in loco detto Chiasso Orlandi. La via oggi via Fonda, era chiamata Chiasso Orlandi perché la zona era il campo Orlandi. La detta casa fu concessa a livello a Bartolomeo dalla Chiesa di San Giovanni e Reparata nel 1587. La casa era abitata anche da una famiglia Roggi.
(As.Lu., Notai Seconda Parte, Bondacca Ser Basilio, vol. 839, carta 102)
Nell’estimo del 1766 la terra con le abitazioni era di proprietà dello spettabile Ottavio Micheli.
Anche per queste abitazioni le vicende costruttive sono di difficile interpretazione, non ho trovato ancora atti con descrizioni più o meno dettagliate delle case.
L’aspetto comunque non doveva differire molto da quello mostrato nelle prime mappe catastali di Lucca, come di seguito.
Mappe ottocentesche
In questo secolo le mappe iniziano ad essere precise e dettagliate, sono le mappe precedenti il catasto nuovo di Lucca, datate 1832-1833, mentre le mappe utilizzate per il catasto nuovo sono state aggiornate nel 1863.Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.
Dalle 3 mappe comunque si trovano tantissime informazioni circa le abitazioni.
Nel 1856, quando fu rifatto il catasto di Lucca vennero svolte anche delle perizie sulle abitazioni, la corte era divisa tra cinque famiglie Guidi.
La piccola abitazione a est era di un Torre con cucina al pian terreno e due stanze al primo piano.
La parte a ovest (quella in rosa nel disegno) era di Giuseppe di Jacopo Guidi.
Al pianterreno, nella porzione numerata 423, c’era la stalla con ingresso dall’aia, al primo piano al quale si accedeva con una scala in legno, c’era una stanza ad uso di capanna e una camera.
Nel fabbricato di fianco, segnato 421, c’era una saletta alla quale si accedeva sempre dall’aia, per salire al primo piano c’era una scala di macigno (intesa come pietra, diversa dai mattoni), oltre la saletta c’era la cucina e più a settentrione a confine con la strada, una piccola stanza usata da “tinaia” (ove si tenevano i tini). Al primo piano una camera e una stanza usata come granaio, al piano superiore al quale si accedeva tramite una scala a pioli, la soffitta
La porzione verde, era abitata dal Reverendo Antonio di Giuseppe, al piano terreno si accedeva dall’aia in una saletta, sul retro, verso la strada c’era anche qui una stanza utilizzata come tinaia. Al primo piano due camere e la soffitta.
A questa porzione di casa era pertinente una fabbrichetta bassa a tetto per uso di forno, stalletto, e cloaca.
In questi anni la corte era divisa in due tronconi, nella parte ad ovest, nel disegno in viola, abitava Vincenzo di Francesco Guidi con i suoi. La casa aveva al piano terreno una cucina con ingresso sempre dall’aia a sud, dopo la cucina anche qui una tinaia, la scala per salire al primo piano era di mattoni. Al primo ed ultimo piano, c’erano due camere e due stanze per vari usi.
Di fianco, in giallo, abitava la famiglia di Paris di Francesco Guidi fratello di Vincenzo, e la casa aveva al pianterreno la cucina con ingresso dall’aia, la tinaia e scala di mattoni per salire al primo piano con due camere.
Per entrambe le famiglie a comune c’era una tettoia con stalletto e cloaca ed un forno rovinato (404 sulla mappa).
Ancora a fianco, parte rossa della mappa, c’erano le famiglie di Nicolao e Giuseppe di Clemente Guidi.
Al pianterreno c’erano due cucine, una con ingresso dall’aia a sud e l’altra con ingresso da nord dalla strada, e una scala in legno per salire al primo ed ultimo piano, dove c’erano 4 stanze.
Di fianco una stanza coperta a tetto rustico con ingresso a mezzodì, con loggia innanzi sé e con soppalco a metà circa della sua altezza, la quale serve a terreno per stalla e superiormente per capanna.
Staccata dalle case uno stalletto con cloaca.
(As.Lu., Catasto, Vol. 275)
In tutto in tutta la zona, nel 1856 abitavano 29 persone!




Etimologia
Il primo toponimo con cui viene conosciuta la “corte” fu “ai Guidi” o “a casa Guidi”, poi durante il 1600 e fino almeno al 1861 (censimento), la corte si chiamava “ai Ferri” questo grazie a Vincenti Guidi nato il 1 aprile 1707 che era “detto Ferro” il cui nonno, Vincenti Guidi (anche lui) nato circa nel 1640 era detto Ferrino, il cui padre, Biagio Guidi era detto Ferro, quindi da loro tutti erano conosciuti come quelli di Ferro, i Ferri quindi ai Ferri.
Il toponimo Giaiacopi, successivo, deriva quasi certamente dalla paternità dei Guidi che abitavano la corte e che erano figli probabilmente di un “fu Jacopo” o “già Jacopo”? Molto probabile ma nessuna certezza.
